1#: When You're Gone

ChessShipping: – Hilbert/Hilda

« Eelektross, usa Fulmine contro Samurott! » tuonò Emmet, il Capometrò dall'abbigliamento candido.

L'Elettropesce fece per sprigionare l'elettricità dalle pinne, quando giunse un comando dall'altra parte del campo di battaglia: « Gigalith, para il colpo e usa Frana su Eelektross! ».

L'enorme colosso roccioso non fiatò, subendo la scarica luminosa discendente che si amplificò al contatto con la roccia blu di Gigalith.

Un ringraziamento sotto forma di sorriso si dipinse sul volto marmoreo di Hilda, contraccambiata da Hilbert mentre il Pokémon di quest'ultimo scagliava una pioggia di rocce sul tipo Elettro.

Intervenne il fratello di Emmet, Ingo, dall'abbigliamento scuro.

« Haxorus, usa Terremoto! ». Un gesto teatrale della mano che portò in avanti accompagnò il comando.

Adesso toccava a Hilda difendere l'alleato da una perdita certa.

« Samurott, presto, usa Geloraggio! ».

Dalla bocca del Pokémon scaturì una sfera di ghiaccio che poi si trasformò in un palpabile raggio congelato, che andò dritto a colpire il bersaglio sulla corazza all'altezza del petto.

Poco importava che il leone marino fosse più leggero e basso del Mascellascia, perché riuscì a mandarlo fuori gioco in un colpo.

Stavolta fu il castano a ringraziare di cuore la ragazza con gli occhi blu.

Lavoravano come se fossero un'unica persona, l'uno si prendeva cura dei Pokémon dell'altro e viceversa.

Erano in perfetta sintonia, sia a livello di battaglie che non, tanto che riuscirono a dominare il Supertreno in Multiplo sconfiggendo anche Eelektross, in apparenza invincibile, dopo mesi e mesi di allenamento.

Scesero dal treno giallo insieme, cantando vittoria nella Stazione Ruotadentata, volteggiando e ridendo felici.

« Siamo stati grandiosi, eh? » cinguettò Hilda, al settimo cielo, mentre con una mano si sistemava il cappello bianco e rosa sulla testa e con l'altra teneva stretta quella di Hilbert.

« Altroché, Hilda, altroché. » sorrise lui, ficcandosi l'altra mano nei pantaloni corvini.

La ragazza iniziò a roteare su se stessa e a cantare come una bambina, facendo svolazzare la borsetta rosa a tracolla qua e là.

« Domani che si fa? Sfidiamo di nuovo i Capometrò? ».

La brunetta si fermò, la testa stava iniziando a girarle per i troppi volteggi.

Nell'udire le parole della cara amica, si bloccò bruscamente

Esitò, mordicchiandosi appena il labbro inferiore.

La ragazza di Soffiolieve aveva appena sfiorato un argomento tabù.

« A dire il vero, Hilda, io avrei altri programmi… ». Quello dell'Allenatore fu poco più di un mormorio a capo chino, non avrebbe potuto guardare negli occhi la brunetta.

Avrebbe dovuto trovare il modo di dirle quanto più cortesemente possibile che non ci sarebbe stato più un “domani” per loro.

Lui doveva andare via, pochi giorni prima l'Interpoké aveva parlato chiaro: Scott, amministratore del Parco Lotta di Hoenn, l'aveva invitato lì per renderlo famoso al di fuori di Unima, voleva sottoporlo alle sette celebri sfide del suo Parco.

E, anche se non voleva lasciare Hilda, doveva farlo per realizzare il suo sogno di esplorare il mondo.

Del resto anche lei aveva ancora la sua aspirazione da raggiungere, le mancava ancora l'ultima metà delle medaglie della regione per accedere alla Lega.

« Altri programmi? Non dirmi che vuoi far partecipare il tuo Braviary ad un musical! » chinò la testa lateralmente la ragazza, gonfiando le guance d'aria ingenuamente e senza capire quanto in realtà fosse ben più grave la cosa.

« Certo che no. ».

Hilbert scosse il capo con un sospiro, sorridendo flebilmente.

« Vedi… »

Doveva dirglielo, non voleva nemmeno immaginare la cara amica che il giorno seguente sarebbe stata lì alla stazione senza di lui, aspettando qualcuno che non sarebbe mai arrivato.

Aveva rinviato quel momento giorno dopo giorno proprio per non far soffrire l'amata, ma solo in quel momento si accorse di quanto avesse errato.

« … mi hanno invitato ad Hoenn nel Parco Lotta, devo partire domani. »

La ragazza spense gradualmente il sorriso in pochi istanti.

Non era possibile. Non proprio adesso che la loro amicizia si stava trasformando in qualcosa di più.

Si rifiutava di crederci, probabilmente non era altro se non un mero scherzo.

« Ti… Ti ho detto un miliardo di volte di non farmi questi scherzi, Hilbert. Guarda che non ci casco più. » balbettò tremante, scuotendo la testa con un sorriso finto e appassito.

Eppure qualcosa nello sguardo castano del ragazzo le diceva che proprio quella non era una burla.

Lui alzò appena lo sguardo, quel poco che gli consentiva ancora di non vedere il viso bellissimo della ragazza rovinato da un'espressione smarrita.

« Vorrei poterti dire che si tratta di una beffa, ma non è così. » sbuffò lui, prendendo coraggio e smettendo di nascondere il suo volto alla ragazza.

« È un'occasione più unica che rara, non posso rifiutarla. Ti prego, non volermene. »

Hilda non poteva credere alle sue orecchie, o meglio, non voleva.

« Ma Hoenn è lontanissima, non ci potremmo più vedere. ».

Alla ragazza fuggì una lacrima cristallina, che asciugò rapidamente per provare a nasconderla. Ma erano faccia a faccia, nulla poteva sfuggire agli occhi di entrambi.

Nelle iridi come zaffiri dell'Allenatrice si potevano leggere mille e più preoccupazioni: la paura che Hilbert trovasse l'amore in un'altra ragazza, che si dimenticasse di lei e di tutti i bei momenti passati a trovare l'armonia perfetta tra di loro, a sperare, soffrire, combattere fianco a fianco.

« Lo so, e mi rincresce tantissimo. Ma sei un'allenatrice fantastica, riuscirai a vincere tutte le medaglie e a diventare Campionessa. E ti prometto che ci rivedremo, un giorno. » provò a rasserenarla il concittadino, poggiando le mani sulle sue spalle.

Un giorno. Bastarono quelle due parole per far capire alla ragazza quanto quella promessa fosse in bilico.

« Già, certo. »

La voce di Hilda si incrinò e lei abbassò lo sguardo, mentre gli occhi iniziarono a pizzicare.

« Ci rivedremo. » mormorò, devastata, mentre rivolgeva le spalle al ragazzo, iniziando a salire le scale della stazione, non voleva farsi vedere in un momento tanto critico.

Si voltò appena verso di lui, e giusto un attimo prima di parlare cambiò il suo “A domani” con un “Addio e buona fortuna”.

SalveH!

Parto dal fatto che questa Raccolta sia nata dal frutto della casualità e da un'ispirazione arrivata durante la lezione di Spagnolo a scuola, quindi non so cosa potreste aspettarvi.

La canzone di questo primo capitolo è When You're Gone di Avril Lavigne, che parla di una tizia distrutta per la fine di una relazione – grande spiegazione, Feralis, complimenti –, quindi mi sono presa la briga di associare il fatto all'unico punto d'incontro del videogioco tra Hilda e Hilbert: la Stazione Ruotadentata.

Ora non ho nient'altro da dire, quindi… smell ya later!~