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Autore: ram    07/05/2013    1 recensioni
[Watercolors (film)]
ho visto il fil Watercolors e sono rimasta scossa. A parte che è bellissimo e molto commuovente ma c'è altro. Io sono epilettica come uno dei due protagonisti Carter Melman. Il personaggio in questione è davvero splendido, ha un sacco di sfaccettature e il fatto che abbia la mia stessa 'nemica' lo rende speciale ai miei occhi. Ho solo voluto dargli una caratteristica diversa. Perchè stare nelle braccia di un personaggio forte come Carter è la cura...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi, in quella soleggiata mattina di gennaio. Un gennaio strano per la verità.

Scese dal letto, camminò verso il bagno in quella casa silenziosa e buia. Sua madre stava sicuramente dormendo, ancora sbronza dalla sera prima.

Si lavò, si spazzolò i capelli e si guardò allo specchio.

Oggi era il primo giorno...il primo nella nuova scuola. Sentiva già lo stomaco torcersi per la tensione.

Si erano trasferiti di nuovo. Sua madre era stata cacciata da lavoro un'altra volta. Ubriaca e sballata non sarebbe cambiata mai.

C'erano ancora gli scatoloni sparsi per la casa e Arleen non poté altro che pensare che sarebbe toccato a lei disfarli.

Aprì il frigo: vuoto...come sempre. Prese un sacchetto di patatine al formaggio, l'unico che c'era e ne addentò una o due, poi ripose il pacchetto.

Afferrò una scatola di pillole, la ripose nello zaino e uscì.

Corse a prendere l'autobus già pieno di studenti e si mise in un angolo guardandosi intorno. Tutte facce nuove...

Sapeva già che non sarebbe stato facile. Era una persona schiva, silenziosa e questo faceva di lei una vittima dei bulletti della scuola. In più, c'era sempre la sua condizione a renderla speciale...

Ricordava perfettamente la prima volta che sentì quella parola: epilettica.

A quel tempo non la conosceva neppure...Aveva imparato a convivere con quella malattia che chiamava la 'nemica'. Sapeva già che aspettarsi...ma quel black out la spaventava più che tutto il resto. La disturbava lo sguardo pieno di compassione delle persone. Odiava essere considerata la sfigata della scuola, ma infondo era quello che era.

Quando il bus arrivò davanti all'istituto tutti scesero. Arleen si guardò intorno: non le piaceva stare al centro dell'attenzione, ma un volto nuovo in un paese minuscolo come quello faceva parecchia notizia.

Si nascose e si mise in bocca una pastiglia. Era meglio che controllasse le emozioni: una crisi il primo giorno sarebbe stata una condanna. Il problema è che le succedeva spesso ultimamente..Se solo ci fosse stato lui...Se solo le fosse stato accanto per dirle che sarebbe andato tutto bene...

'Dove sei?'- pensò.

Ricordava la prima volta che lo aveva visto. Le era piaciuto subito. Il ribelle, il combina casini, il bello e dannato. L'alone di mistero che si portava dietro era magnetico.

Era stato lui a salvarla quando era stata male. Erano state le sue braccia ad alzarla...erano stati i suoi occhi a seguirla quel giorno.

Erano diventati amici: migliori amici, soprattutto quando lui le aveva detto di avere avuto quel problema. Lui così perfetto...

Da allora si erano sempre capiti ed aiutati. Quello che l'aveva sempre stupita era che quel ragazzo così meraviglioso non avesse amici. Infondo però poteva capirlo. Era spesso costretto a cambiare città anche lui vittima di un padre alcolizzato. Così era accaduto anche quell'estate. Ricordava il suo viso quando le aveva detto addio. Le aveva rivolto uno dei suoi caldi e rassicuranti sorrisi e lei aveva pianto come una pazza tra le sue braccia...

Chissà dov'era adesso...

Camminò sino in presidenza e bussò. Fu ricevuta da un uomo di mezza età dall'aria non proprio simpatica.

Lo stesso uomo le fece quasi un interrogatorio che durò più di dieci minuti...

Quando finalmente ne uscì camminò nei corridoi smarrita. C'era troppa gente, troppa per stare calma. Il vociare cresceva, e l'ansia non sembrava fermarsi. Iniziò a tremare forte...aveva paura...

Fu lì che lo vide. Fermo davanti all'armadietto...

I capelli biondi lunghi, il fisico atletico. Quei tratti particolari, che avrebbe riconosciuto tra milioni. Il suo amico...il suo unico vero amico. Il solo che la avesse capita davvero...Lui sapeva, lui c'era passato, lui che soffriva esattamente come lei.

Le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi nel vederlo. La loro malattia li aveva uniti indissolubilmente. Perchè in un mondo in cui tutti parlavano un altra lingua loro si erano compresi a vicenda. Le braccia dell'amico erano sempre pronte a sostenerla quando stava male...a tranquillizzarla quando l'ansia cresceva.

“ Carter!”- lo chiamò facendolo voltare. Il tempo sembrò fermarsi quando i loro occhi si incontrarono. Arleen con le lacrime agli occhi corse verso di lui saltandogli in braccio. Il biondo incredulo rimase un attimo fermo poi la strinse forte.

“ Ca..Carter...”- disse lei tremando. Le mani di lui le toccarono il viso e il suo sguardo forte la bloccò:

“ St...sto...ma...male...”- disse lei tremando

“ sssst...va bene...va tutto bene...”- le rispose lui abbracciandola...

Le sue braccia...la sua voce...placarono quell'ansia...era di nuovo tra le sue braccia, e ora sarebbe andato tutto bene... 

  
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