Brezza marina soffiava sul mio viso e il sole scaldava la mia pelle dorata. Ero sempre più rilassata. < Palla!!> una voce fresca mi raggiunse come un suono melodioso che ti sveglia dopo un lungo sonno. Bloccai la palla con entrambe le mani. < hey scusa > eccola ancora quella voce, ora più vicina, alla quale corrispondeva un magnifico viso chiaro, illuminato da bellissimi occhi azzurri. < stare più attenti, no?> feci io un po' irritata. Quando disturbano la mia tranquillità divento antipatica. < hey calmina cara, ti ho chiesto scusa!> < già, non è colpa tua se non sai calciare una palla nella giusta direzione! > ironizzai < hey bella! Credi di saper fare di meglio ?!?!! > mi provocò con un ghigno tra il divertito e il malizioso < certo, uno contro uno senza portieri, ti sfido... > presi l’iniziativa sorprendendomi da sola; di solito restituivo la palla sbuffando con fare altezzoso, non abbandonavo mai i miei momenti di pigro relax volutamente. Che mi succedeva? < accetto > non esito un secondo e vidi quel ghigno trasformarsi in sorriso. Ci stringemmo la mano, sentii un brivido e sia io che lei arrossimmo. Fu una partita combattuta, ma vinsi io per un goal. < Complimenti. E ora che hai vinto cosa vuoi? > chiese lei col solito fare maliziosamente provocatorio, < una bacio dalla perdente > le feci l'occhiolino. Non sembrò minimamente scioccata dal premio che stavo reclamando. < niente rivincità? > continuò spavalda ristampando quel ghigno sul suo volto. Magari era troppo orgogliosa per dirmi che non aveva il coraggio di baciarmi così non volendo suscitarle possibile imbarazzo, in fondo mi piaceva, spostai l’attenzione su un'altra sfida < l’ultima a tuffarsi perde! > urlai correndo verso il mare. Lei dietro di me ma riuscì a battermi. Era davvero veloce a correre o forse erano le sue gambe lunghe, snelle e sode? < ora siamo pari! > dichiarai. Risultai suadente e poche volte ci riuscivo. < direi che dovremmo premiarci a vicenda >concluse lei avvicinandosi pericolosamente al mio viso, le nostre labbra a pochi centimetri, il suo respiro mi accarezzava in modo davvero invitante. Ma non volevo ancora finire il nostro giochetto così schivai a fatica le sue labbra magnetiche e poggiai le mie sulla sua guancia morbida per poi sorriderle dolcemente. Lei non resistette: mi strinse a se e afferrò con una mano la mia nuca per chiudere la distanza tra noi con un bacio infinito. Le nostre lingue trovarono subito la sintonia giusta vezzeggiandosi e coccolandosi. Poi sentii le sue mani fremere ed entrare alle porte del paradiso: il mio. Al tramonto la baciai tra le lacrime, dopo una lunga nuotata assieme. Le vacanze per me erano finite e dovevo lasciarla per ritrasferirci in città. < Non mi dimenticherò mai di te > < Neanch’io > Corsi via. Non sapevo niente di lei, nemmeno il suo nome. Dopo 10 anni la rincontrai nella stessa spiaggia sicura come sempre ancora con quel pallone in mano. Quella volta non la lascia più. È mia moglie.