Anche un altro corpo è caduto ai miei piedi, privo di vita.
Il sangue sgorga dalle sue vene, come l’acqua da una fontana.
Le cicale, minute osservatrici, ne sono ne sono testimoni e piangono.
Il loro frinire disperato, lo sento. Esso pervade il mio corpo e mi da la forza di impugnare il mio machete.
Mi alzo, passando una mano sul corpo esanime della mia ultima vittima e mi allontano, illuminata dalla luce del sole che tramonta e dipinge il cielo di rosso. Mi piace quel colore.
Le cicale piangono? No, ridono sadiche e beffarde, alla vista di quel colore scarlatto.
In fin dei conti, anche io sono una cicala...