Il Quinto Elemento

L'Oscurità e la Luce non sono mai state così simili...

PROLOGO

Una goccia di inchiostro si insinuò aggressiva tra le prime luci del mattino. Era sola, veloce come un lampo nel temporale.
Non sapeva da quanto tempo stesse viaggiando: i suoi occhi avevano visto alternarsi file di casette dal tetto rettangolare, foreste di conifere e oceani sconfinati.
Ma la sua meta era vicina; lo sapeva, lo percepiva.
Si lasciò scappare un ghigno sprezzante alla vista di una radura ricoperta interamente da rose rosse. Essa era immensa e circondata da alte montagne imbiancate.
L'uomo si avvicinò e smise lentamente di volare. Il suo volto era nascosto da un cappuccio ed il suo corpo massiccio era avvolto da una lunga tunica nera.
Dopo qualche minuto di rassegna, riuscì a trovare colei che stava cercando. Aveva ottime notizie, notizie che avrebbero cambiato il destino della loro Squadra e dell'intero universo.
« Lady Antigone » debuttò l'uomo togliendosi il cappuccio e lasciando libera visuale al suo volto simile a quello di un falco: « Porto delle novità ».
La donna si trovava accasciata al suolo, immobile.
« Ti ascolto » disse flebilmente. I suoi lunghi capelli erano neri come la pece ed i suoi occhi brillavano di un intenso colore rosso sangue. Le sue mani, simili a flessuosi ragni, tenevano stretta al ventre una rosa appassita.
« L'ho trovato, si trova in una piccola cittadina lontana da qui. Il suo nome è Wren Ludwig ».
« Sappiamo tutti il suo nome, Ektor! ». Antigone fece schioccare le labbra: « Comprende le sue capacità? »
Ektor strinse i denti e parlò: « non ne sono certo ».
Silenzio.
L'unico suono percepibile fu quello del tenue e improvviso vento scaturito dall'apparizione di un enorme lupo famelico: fino a poco prima, si era nascosto nell'ombra della radura.
« Sst... Gli daremo un'altra opportunità » Antigone accarezzò il muso della bestia: « Portami la Quinta Essenza, Ektor. E fai in fretta ». La donna si alzò e, con espressione vuota, tramutò in cenere i petali di tutte le rose.
« Una settimana, Ektor. Non di più » e, concludendo, sparì insieme al suo lupo liberando nell'aria un denso fumo nero.