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Autore: Tadako    09/05/2013    4 recensioni
Mi chiamo Sara, una normalissima ragazza che si é trovita ad affrontare una storia che ha dell incredibile. ma a volte le cose non sono come ce le immaginiamo e l impossibile diventa possibile. One piece. siete sicuri sia soltanto un anime?
mi sono immersa in questa fantastica avventura vivendo emozioni stupende di qualsiasi genere. ma ora il problema è tornare indietro, perché so di essere in pericolo lì, in un mondo che non è il mio..
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia bocca si aprì a dismisura nel sentire le parole del cecchino, l’imbarcazione dalle vele bianche viaggiava veloce verso di noi, i cannoni puntati e pronti al fuoco.
-la m-marina..- riuscii solo a dire, il mio corpo tremava come una foglia e la mia gola secca non mi permetteva di pensare con lucidità
Uno sbuffo di noia uscì dal ragazzo di fuoco –uff..  non si stancano mai..-
-mi sembra un po’ strano che ci attacchino con una sola nave… ci dev’essere qualcosa sotto..- Zoro era pensieroso mentre restava tranquillo seduto sulla barca
-devi tener conto che non siamo sulla nostra nave, non ci avranno riconosciuti..- Nami con un sorriso sicuro aveva impugnato la sua arma
-possibile che non ce ne va mai una buona?! Ogni volta capita sempre qualcosa fuori programma.. non chiedo molto, solo ogni tanto un viaggio tranquillo..- Usopp non sembrava più tanto impaurito, ormai abituato a quelle situazioni
-ehi Sara, sarà meglio che tu resti qua.. non ti preoccupare, ci pensiamo noi- Ace mi sorrideva tranquillo come a volermi tranquillizzare
Mi sentivo un peso per la squadra, non disponendo di abilità particolari, ma annuii comunque sorridendo
-forza, leviamoci di torno questo problema- finalmente Zoro si era alzato, pronto per lottare.
-forse sarebbe meglio che qualcuno resti qui a proteggere Sara..- provò a dire Usopp
-muoviti e non fare storie!- controbatté lo spadaccino  
Salirono tutti sulla barca di Ace, lasciandomi sola. così mi sedetti sul bordo dell’ imbarcazione stringendo tra le mani il binocolo che Usopp aveva dimenticato, per lui non sarebbe stato un problema essendo munito dei suoi occhiali speciali, inoltre poteva essermi utile per osservare la scena. Sapevo che se la sarebbero sicuramente cavata, ma non potevo reprimere quel senso di disagio che si stava impossessando di me. c’era qualcosa sotto, di più pericoloso, me lo sentivo.
Rufy’s POV
Quella discussione avvenuta qualche ora prima non mi era affatto piaciuta, non era niente di serio, ma avrei preferito che Nami mi avesse ascoltato..
Un leggero scricchiolio della porta della cabina mi fece alzare di scatto dall’amaca su cui ero sdraiato per capire chi era l’intruso
-Robin..- dissi tranquillo
-ehi capitano, posso entrare?- la ragazza con la sua solita calma mi guardava con occhi diversi dal solito
-vieni- risposi un po’ stranito dal suo sguardo
Robin con passo felpato entrò nella stanza sedendosi su una sedia di fronte a me, dopo avermi fissato per qualche secondo cominciò a parlare
-senti, so che non sono affari miei, ma siete miei amici e ormai ci conosciamo da un po’.. insomma, che ti è preso prima?-
Capendo la situazione, abbassai la testa e con un sorriso chiesi –hanno mandato te a chiedermelo?-  
Lei sorrise a sua volta –si capitano, tutti volevano capire qualcosa e così mi hanno mandata a parlarti-
-beh, puoi dirgli che non ho niente da spiegare, mi sono comportato come ogni capitano farebbe e mi sono infastidito perché un membro della mia ciurma ha disobbedito ad un mio ordine..- mi ridistesi sull’amaca come a voler chiudere il discorso.
-e invece credo che in questa stanza ci siano due persone che sanno che le cose non sono andate proprio così..-
Quell’affermazione mi fece piantare i miei occhi sui suoi, cercando anche una sola nota di esitazione, ma non trovandola sbuffai arrendendomi all’evidenza
-ascolta Robin, neanche io sono certo del perché il solo pensiero di non poterla proteggere mi infastidisce, forse perché lei è più indifesa..-
-sai che non è così.. Nami ha dimostrato più volte di sapersela cavare, il vero problema è che anche se tu non vuoi ammetterlo tieni più a lei che agli altri, e non sopporti anche solo l’idea di doverla perdere..-
a quell’affermazione sgranai gli occhi –cosa stai dicendo?! Io tengo a tutti i miei compagni, siete la cosa più importante che ho-
-questo non lo metto in discussione, dico solo che Nami è qualcosa.. in più! Rufy, cerca di rifletterci su..- quel discorso mi aveva lasciato sbigottito mostrandomi un altro lato della faccenda, una spiegazione più semplice e convincente di quelle che mi ero dato fino a quel momento, una possibilità mai nemmeno immaginata *e se.. mi fossi innamorato di lei?*
Sara’s POV
Zoro lasciava “x” rosse su ogni nemico gli si ponesse davanti, mentre Ace gli bruciava con il suo solito mitico pugno di fuoco, i marine rimanenti gli abbatteva Usopp con le sue stelle infuocate e chi cercava di scappare per mare veniva fulminato da Nami.
 La lotta era iniziata da neanche qualche minuto e già più della metà dei marine era fuori gioco. Più che una battaglia, sembrava una strage. Non ne risparmiavano neanche uno ed il motivo era semplice; lasciandoli fuggire, sarebbero stati un pericolo per la mia incolumità.. così sulla mia coscienza si aggiunsero anche quei poveri uomini che in fondo stavano solo eseguendo ordini.
Purtroppo però quello non era il problema più grande, o almeno non fino a quando un gigantesco vortice nero non comparse davanti all’imbarcazione. All’inizio rimasi immobile, incapace di formare qualsiasi pensiero. Riuscii a muovermi indietreggiando quando da esso ne uscì un uomo
I capelli neri erano raccolti in un codino, gli occhi uno giallo e uno viola mi fissavano tranquilli ed un fastidioso sorrisetto malvagio ornava quel viso ovale.
-ciao Sara.. ti abbiamo cercato a lungo, ma finalmente sei in nostro possesso.- quelle parole mi fecero irrigidire ancora di più, per quanto fosse possibile.
La mia bocca non disse niente ma i miei occhi rispecchiavano la mia ovvia domanda *chi è quest’uomo e come sa il mio nome..* con un gesto della mano dello strano tizio, sbucarono dal vortice altri duo uomini, completamente identici, capelli marroni e occhi rosso sangue. Mi afferrarono e mi trascinarono verso il luogo da cui erano provenuti. In quel frangente riuscii finalmente ad emettere un grido disperato,  venne udito dai miei amici che però non riuscirono ad accorgersi in tempo degli avvenimenti non riuscendo ad impedire che quelle agghiaccianti persone mi portassero via facendo richiudere il vortice.
 
-lasciatemi!- urlavo con tutta le forza che avevo, gli occhi colmi di lacrime che mi rigavano il viso e le guance arrossate. Mi dimenavo cercando di liberarmi, senza risultato. Le caviglie e i polsi erano legati e da quest’ultimi partiva una corda tenuta ben salda da un dei due uomini. Mi trascinarono lungo una galleria sotterranea fino ad arrivare dentro una specie di grotta, ma molto più ampia. Al lato sinistro si trovavano delle capsule, alcune vuote, alcune con dentro uomini immersi nell’acqua e collegati ad un tubo. Erano più di un centinaio, tutte lineari e di diversi colori spenti. Quella scena mi aveva gelato il sangue, faticai a trovare il coraggio di girare la testa dall’altra parte. A destra si trovavano numerosissimi tavoli da laboratorio colmi di fiale e libri, per ogni tavolo erano sistemati due o tre uomini dal camice bianco, scienziati. Mi sorpresi quando realizzai che tutti erano legati per una caviglia, in modo che non potessero scappare, a sorvegliarli c’erano persone simili ai miei rapitori, anche loro con capelli marroni e occhi rossi.
Al centro altre porte, mi ritrovai a scoprire che oltre la soglia di ognuna di loro c’erano le stesse scene che ora vedevo io. Una porta al centro era un po’ più grande e fu quella che oltrepassammo.
Quella stanza era diversa dalle altre, meno inquietante, era costituita da mobili e un semplice tavolo al centro pieno di lettere e scartoffie varie.. seduto tranquillo dietro di esso c’era lo stesso uomo che mi aveva portata via
-benvenuta della mia dimora… saresti dovuta venire un po’ di tempo fa, ma ora sei qui e non importa- il suo sorrisetto non svaniva neanche per un secondo
-chi sei tu! E cosa vuoi da me!- la mia voce era piena di odio con un innascondibile accento di terrore
-come? Non dirmi che non ti sei chiesta come mai sei qui, in questa dimensione.. io quando ho scoperto l’esistenza di altri mondi mi è salito un groppo alla gola, al solo pensiero di quanto l’esistenza può essere infinita. Universo.. è così che si chiama il tuo, giusto? Al passaggio dimensionale molti dei miei uomini sono morti, non avendo le fattezze per viverci.. così nel trasporto del primo essere mi sono premunito di trasformarlo e rendere l’intero corpo adatto al nostro mondo.. è buffo, non trovi? Voi con la vostra “tecnologia” siete molto più avanzati di noi, eppure noi abbiamo fatto questa grande scoperta prima.. -
Quelle parole caddero come pesanti macigni, caddi in uno stato di ipnosi dimenticandomi la situazione. Quando mi ero svegliata in questo posto mi ero convinta fosse uno stupido sogno, ma pian piano avevo cominciato a non pensarci più godendomi ogni secondo di quell’avventura. Ma ora la realtà mi era venuta a bussare e non potevo fare più niente per illudermi e non chiedermi la fatidica domanda *è tutto vero..?*

                //                    //                    //                     //                    //                    //

allora.. finalmente ho iniziato veramente la storia... naturalmente non potevo introdurre subuto un qualche problema, volevo far ambientare la protegonista..
cmq spero che questo capitolo vi piaccia più degli altri perchè succedono acune cose piuttosto importanti.. mi raccomando fatemi sapere! anche perchè ora mi sono cacciata in un bel guaio perchè non ho ancora in mente la reazione di Sara.. spero di riuscirci.. :p ora vi lascio in pace un bacio ciaooo! ;D :3
  
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