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Autore: Vitya    09/05/2013    2 recensioni
Seconda classificata al "Dating At Work contest" indetto da Sakura_e_Ino
è proprio vero che l'amore si incontra all'improvviso, ma può succedere anche in una delle peggiori giornate della tua vita? Secondo me sì!
Quindi vedremo un giovane fotografo alle prese con l'incontro tanto atteso ... e con una delle peggiori giornate della sua vita :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Itachi, Nagato Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Che giornata di merda!

Erano circa le sei e mezza di un freddo pomeriggio invernale e a casa Uchiha si respirava già l'aria natalizia. Due bambini, di otto e cinque anni, giocavano serenamente seduti davanti al caminetto che emanava un delizioso calore. Il padre dei due marmocchi, accomodato su una poltrona lì vicino, controllava al computer gli ultimi scatti che aveva fatto quella mattina a lavoro.

-Papà, tu e papà come vi siete conosciuti? - chiese improvvisamente il bimbo più piccolo, dai capelli corvini e i luccicanti occhi lillà.

-Già, non lo hai mai raccontato nemmeno a me! - commentò l'altra bambina, di qualche anno più grande del fratellino ma con gli stessi occhi viola.

-Se volete posso raccontarvelo - iniziò a parlare il padre scostandosi una ciocca rossa dal viso - anche se vi assicuro che non è stato affatto romantico -

"Anzi" aggiunse nella sua testa "è stata davvero una giornata di merda ..."

 

*** 10 anni prima***

 

L'espressione "giornata di merda" è un modo di dire alquanto comune nel linguaggio scurrile con la quale si suole indicare una serie di avvenimenti avversi avvenuti nelle ultime ventiquattro ore.

Ecco, in quel momento Nagato realizzò che quella sarebbe stata davvero una gran giornata di merda, ed erano ancora le nove del mattino.  "Dio santo, deve esserci qualcuno che mi odia" si disse il giovane dai capelli scarlatti "e che mi sta pensando molto intensamente, a giudicare da tutto questo bordello!". Che diamine, ma perché capitavano tutte a lui? Tanto per iniziare non aveva sentito la sveglia ed era rimasto bloccato nel traffico cittadino del primo mattino e, nonostante la gran corsa che aveva fatto, era arrivato in ritardo a lavoro e il suo capo gli aveva fatto un cazziatone di un quarto d'ora. Come se non bastasse, ora doveva occuparsi di un servizio fotografico per una stupidissima rivista e non aveva proprio voglia -né la pazienza- di stare dietro a qualche modello alle prime armi ed incapace. Non era giusto, questi lavori li affidavano sempre a lui, e che palle!

 "Speriamo che almeno abbia un po' di espressività" sospirò Nagato sistemando gli accessori della sua Canon, il suo tesoro, dentro l'apposita borsa. Rassegnato osservò l'orologio appeso alla parete bianca: erano già le nove e venti e il giovane Brad Pitt doveva essere lì da dieci minuti.

"Basta che poi non si lamentino con me perché ho dovuto fare le cose di corsa" borbottò fra sé posizionando le varie luci vicino al set. Ci vollero altri cinque minuti prima che qualcuno suonasse al campanello dello studio fotografico e aprisse la porta di quella stanza. "Era ora" pensò il fotografo scendendo dalla scala su cui era salito per sistemare un riflettore. Rimase a dir poco stupito quando, voltandosi, si ritrovò di fronte un giovane dai lunghi capelli corvini e gli occhi scuri, infagottato in un pesante giubbotto nero e col viso coperto per metà da una sciarpa dello stesso colore.

-Tu sei ... - chiese a mezza voce ottenendo in risposta un frettoloso cenno affermativo.

-Itachi, il modello per il servizio. Lo so, sono in ritardo, ma il traffico non mi ha dato scampo - rispose il moro levandosi la sciarpa e il giubbotto, mostrando un sorriso gentile e un dolcevita bianco. "Certo che hanno scelto uno davvero carino" ammise il fotografo osservando i lineamenti del modello, forse un po' marcati ma dal taglio orientale. Anche se la cosa più bella di quel volto erano gli occhi, due pozzi di pece così scuri come non ne aveva mai visti in vita sua.

-Vado a cambiarmi - mormorò subito il ragazzo dirigendosi dietro il separé. Quella superficie di legno lucido nascondeva al giovane fotografo uno spettacolo tale da far venire la bava alla bocca, ma questo il povero Nagato non poteva saperlo. Iniziò ad avere dei sospetti quando, rileggendo il foglio con le indicazioni che gli aveva consegnato il suo capo, aveva notato le parole "Pubblicità di intimo maschile". Il fotografo sbatté stupito le palpebre più volte prima di realizzare cosa implicasse quella scritta e quale fosse il suo significato. C'era qualcosa che non andava.

"Quello lì ... pubblicità di ... di INTIMO?!? No, è impossibile, ha troppo la faccia del bravo ragazzo: non è molto alto, non sembra atletico, non ha nemmeno lo sguardo da dannato figlio di puttana che fa andare gli ormoni in ebollizione, è impossibile ..."

-Sono pronto, iniziamo - dichiarò fieramente una voce alle sue spalle, interrompendo la sua lista di motivazioni per cui quel giovane non potesse fare quel tipo di pubblicità. Appena si girò, Nagato diventò una statua di sale e tutte le sue buone ragioni andarono a farsi benedire. Altro che bravo ragazzo, era bastato un secondo prima che i suoi ormoni si risvegliassero! Itachi, infatti, lo fissava con estrema nonchalance e questo gli dava un fascino ancora maggiore: i lunghi capelli corvini raccolti in una lenta coda abbandonata sulla spalla sinistra, i pettorali e gli addominali scolpiti lasciati in bella mostra, le mani poggiate sui fianchi sottili, le gambe lunghe ed atletiche ... Ma gli occhi viola del fotografo si posarono, dopo un'accurata analisi di tutta la statuaria figura, solo un "particolare", ossia gli slip bianchi che il modello doveva pubblicizzare.

"Nagato controllati, hai ventiquattro anni e NON puoi permettere ai tuoi ormoni di prendere il sopravvento, controllati cazzo!" ma nonostante tutte queste buone intenzioni, il fotografo aveva lo stesso caldo. Un caldo tremendo, asfissiante, sudava da morire.

-Be-benissimo, allora ... puoi sistemarti su quella poltrona. - balbettò confuso il rosso mentre le sue guance diventavano come due pomodori - Io devo aprire la finestra, non ti dispiace vero? -

-No, tranquillo - rispose Itachi - ti da fastidio se apro lo stereo? Lavoro meglio con la musica -

-Fai pure - disse in fretta il giovane dai capelli rossi aprendo la finestra e respirando tutta l'aria possibile, sembrava quasi che avesse l'asma.

"Quando si dice 'fisico mozzafiato'!" Fortunatamente l'aria fresca sembrava avergli restituito la calma e tolto un po' di rossore dalle guance. Purtroppo la situazione, già molto complicata, degenerò definitivamente quando dalle casse uscirono delle note molto famose.

"No, non ce la posso fare" pensò il fotografo "fare un servizio con quello mezzo nudo e come sottofondo Sex Bomb è davvero troppo per me". Piuttosto contrariato - o forse sarebbe meglio dire "afflitto" - Nagato prese in mano la sua amata Canon e iniziò a scattare varie foto cercando di non sbavare come un cane in calore, cosa molto difficile e che richiedeva un autocontrollo davvero fuori dal comune. E, se per quei dieci minuti era riuscito ad essere abbastanza professionale e a darsi un certo contegno, tutto questo gli fu impossibile quando il giovane dai capelli corvini decise di cambiare postazione. Dopo essersi mollemente sdraiato su di un divano di pelle nera, infatti, infilò l'indice oltre l'elastico delle mutande e le tirò giù di qualche centimetro ... facendo venire le vampate di calore al povero rossino. Nel preciso istante in cui quella visione paradisiaca raggiunse il cervello del fotografo, questo si sfilò la Canon dal collo e dopo averla posata per terra si diresse in fretta e furia verso il bagno farfugliando

-Scusa, devo andare un attimo in bagno, mi sento male! -

Il giovane orientale non ebbe nemmeno il tempo di chiedergli se avesse bisogno di aiuto che Nagato si era già precipitato in fondo al corridoio e richiuso la porta del bagno dietro le spalle. Grazie al cielo non c'era nessuno oltre lui, altrimenti avrebbero chiamato un'ambulanza date le sue condizioni. Dopo aver cercato di riprendere fiato, il fotografo si abbassò sul lavandino sciacquandosi la faccia con un po' d'acqua fresca. Osservandosi allo specchio, Nagato constatò di sembrare davvero malato: il viso, solitamente pallido, era molto arrossato e gli occhi viola sembravo essere umidi a causa rinfrescata.

"Ora va meglio" pensò il rosso, ringraziando il cielo di non essersi bagnato anche i lunghi capelli. Ma tutto il suo entusiasmo sparì quando, sentendo il naso un po' dolorante, si accorse di un vero e proprio schiaffo morale al suo orgoglio, ossia di una sottile striscia di sangue che scendeva dalla narice.

 "Oh diamine" commentò mentre si infilava un po' di carta igienica nel naso "Che giornata di merda!"

 

***

 

Il povero fotografo si lasciò cadere sul letto del tutto esausto. Quella giornata l'aveva proprio distrutto: prima il capo che s'incazza, poi il servizio fotografo col modello super sexy, dopo la telefonata di sua madre e il secondo cazziatone della giornata, poi ancora i tre quarti d'ora passati imbottigliati nel traffico ... insomma, una giornataccia in piena regola.

Finalmente poteva considerare concluso quel giorno terribilmente stancante e godersi il proprio meritato riposo. Era proprio sul punto di addormentarsi quando il suono del fax che teneva sulla scrivania lo risvegliò. Se in un primo momento Nagato decise di lasciar perdere e addormentarsi di nuovo, un masochistico pensiero lo spinse ad alzarsi e controllare cosa gli avessero inviato. Borbottando insonnolito e accese la luce per poi vedere l'ultimo sfregio della giornata. Appena stampate, infatti, le foto che aveva scattato quella mattina fecero la loro comparsa sulla sua scrivania, mostrando un modello dal viso orientale terribilmente sexy.

-Eh no cazzo! - imprecò Nagato chiudendo la luce e gettandosi di nuovo sotto le coperte.

"Queste foto mi perseguiteranno per giorni" si disse il giovane pensando a quante volte le avrebbe viste sui giornali e in televisione. Con un esasperato sospiro Nagato prese la sua Canon per dare un'ultima occhiata alle foto originali e dovette constatare che, senza gli effetti del computer, Itachi era ancora più bello.

"Chissà se lo rivedrò di nuovo di persona"  si chiese posando la macchina fotografica dentro la custodia. Prima di chiuderla, però, notò un pezzo di carta in mezzo alla stoffa nera e incuriosito deciso di vedere di cosa si trattasse. Rimase a dir poco pietrificato quando lesse le parole "Uchiha Itachi" seguite da un numero di telefono e, sul retro del bigliettino, la scritta "Chiamami ;)".

 

***

 

-Ed è così che ho conosciuto vostro padre - concluse Nagato ripensando a quell'inferno di giornata. Certo, nel raccontarla ai suoi figli aveva censurato ed omesso parecchi particolari ma in fondo le cose erano davvero andate così.  Il rumore delle chiavi nella serratura distolse tutti dai loro pensieri e subito i bambini si alzarono e andarono in contro al loro papà appena tornato dal lavoro.

-Ciao - li salutò sorridente Itachi abbracciandoli stretti - cosa avete fatto di bello? -

-Papà ci ha raccontato come vi siete conosciuti - rispose il più piccolo.

-Tu te lo ricordi ancora, vero papà? - gli domandò la bambina.

-Certo che me lo ricordo - disse Itachi scompigliando i capelli rossi della figlioletta - e come potrei dimenticarlo? -

Fine

 

Note dell'autrice pazzoide:

allora, su questa storia non ho molto da dire tranne che scriverla è stata una vera Odissea. Ho cambiato idea milioni di volte e, come se non bastasse, quando mi ero finalmente decisa si è intromesso il blocco dello scrittore >.< alla fine, anche se non è il meglio che io abbia scritto, ci ho davvero messo tanto impegno per dare un minimo di senso alla trama. Per il resto non credo che ci sia altro da aggiungere, eccetto che per la coppia (credo di essere l'unica fan della ItachixNagato ç__ç ) ma io la adoro davvero :D. Forse ho un tantino esagerato con le parolacce e anche col titolo, ma l'idea mi è nata proprio da un discorso sul colpo di fulmine: c'era la tv accesa in cucina e per caso ho sentito una frase tipo "il giorno in cui incontri l'anima gemella è più bello della tua vita", più o meno era così. Allora mi è venuto spontaneo chiedermi: "perché, uno non può incontrare l'anime gemella in una giornataccia?" e sono venute fuori queste quattro pagine. Spero che la storia vi sia piaciuta almeno un po', a presto :*

stella98f

  
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