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Autore: IrishBreeze    29/11/2007    7 recensioni
Danny e Lindsay. Fra orologi e muffe, rimane ancora il tempo di parlare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Messer, Lindsay Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hai Paura del Buio?

Non è che avesse dormito poi molto la sera prima. Aveva lavorato fino a tardi su un caso con Hawkes, ed ecco che la mattina lo svegliano alle sett'albe. Qualche volta gli veniva proprio da maledirlo, quel lavoro. Non lo pagavano abbastanza, ecco cosa.

E il maledetto orologio che doveva esaminare non lo stava aiutando di certo. Apriti. Apriti maledetta cassa apriti. Frenando l'impulso di prendere l'orologio e scagliarlo sulla porta, si allontanò rabbiosamente dal tavolo e cercò un cacciavite più piccolo. Questa moda degli orologi minuscoli. Ancora un po' più piccolo e sarebbe semplicemente scomparso. Ma gli stilisti che le disegnano queste trappole mica ci pensano a noi. Come diamine si può lavorare su una cosa del genere?! A loro basta solo vendere, e nessuno pensa mai a noi. Non lo pagavano abbastanza, l'aveva sempre saputo.
Come d'altronde sapeva (o ne aveva la sensazione) che le poche ore trascorse a letto lo stavano facendo diventare nevrotico. Cool off young man, gli avrebbe detto suo fratello.

Ok. Si concentrò sul maledetto orologio. Con tutta la pazienza del mondo riuscì a svitare la prima vitina. Ancora 3 e avrebbe aperto la cassa. E probabilmente non sarebbe servito a nulla. Ma era lavoro, e si doveva provare. Per questo credeva non lo pagassero abbastanza.

E un'altra vite saltata. Ancora due. Stava diventando un calvario. Sentiva l'impazienza nel suo corpo salire e superare la soglia del livello umano. Alzò gli occhi dal banco di lavoro per calmarsi. Nell'altro laboratorio c'erano Lindsay e Adam che confrontavano su una lavagna luminosa qualche tipo di muffa. Dio benedica le pareti di plexiglas trasparente. Avrebbe pagato oro per essere lì. Perchè? Ti interessano le muffe? Godi della compagnia di Adam? O forse sono le belle donne ad interessarti? Beh di certo sapeva quale fra le tre fosse l'ipotesi che più si avvicinava a vero. A lui interessava Lindsay, c'era sempre da divertirsi con lei. Ragazza intelligente. Posata. Acuta. Rispondeva se necessario. Anzi. Certe sue frecciatine Danny ancora non riusciva a scordarle. Non che lui fosse da meno intendiamoci. Ed era anche bella. Non bastava tutto questo per voler stare con lei? Eh, oh, dimenticava di dire che in fondo tutti e due si piacevano, se l'erano detto, e lei aveva risposto : no.
Danny si morse le labbra al pensare a quella scena. Non fa poi molto rumore un mondo che casca. Certo lascia dietro un bel disastro. Era ancora impegnato a raccogliere i pezzi, ma sapeva che in fondo avrebbe potuto andare peggio. Ora lui.. voleva solo stare con lei. Forse era un bisogno egoistico, aveva bisogno di sentirla vicina. O forse era un qualcosa di più. Era convincerla. Ecco cos'era. Era... oh insomma, voleva stare con lei ecco. Invece era intrappolato con un orologio grande uno sputo e Adam era con lei a catalogare muffe. Non lo pagavano abb-

"Danny, trovato qualcosa nell'orologio?"

Danny si riprese da suoi pensieri e, colto di sorpresa, si girò verso Stella che era piombata all'improvviso nell'laboratorio.

"Oh.. Oh! No, devo ancora analizzarlo, non riuscivo ad aprirlo... Cioè, faccio ora ecco. Non ho avuto tempo."

Bravo Messer, menti. Un vago senso di colpa per aver trascurato il suo lavoro si fece sentire.

"Qualche novità?"

"Oh sì. anno trovato un cadavere sulla Fifth Avenue. Vado ad aiutare Mac"

"Sulla Fifth eh? Ci deve essere un bel casino"

"Già. Qui a New York tutto fa Show! Comunque di' a Lindsay che l'esame tossicologico sul cadavere non ha portato nulla."

"Era pulito?"

"Pulito"

"Ok."

"Bene. Ciao"

Non appena Stella uscì dalla stanza, l'impulso di andare subito da Lindsay dirle dell'esame tossicologico non tardò ad arrivare. Come il senso di colpa per aver trascurato così quel povero orologio. Cominciava proprio ad amarlo. Ok, avrebbe finito con l'orologio e poi sarebbe andato da Lindsay.

"Quindi è..."

"Banalissima muffa da umido. Nient'altro."

"Mh"

Un cadavere con della muffa sotto le unghie... Vediamo, dove evrebbe potuto benire a contatto con della muffa? E' stato trovatoin un parco. Ed è stato ucciso lì. Quindi questo significa che prima deve essere stato in una stanza con della muffa. Magari un capannone umido vicino al Hudson.

"Adam, c'è qualche elemento che ci possa dire da dove provenga? Non so... la zona circa, la causa, qualcosa che ci dia un indizio..."
"Sarà difficile. Non presenta segni particolari. Ci lavorerò su."

"Bene."

Prossimo passo, cercare Stella. Lindsay entrò enl suo ufficio ma non trovò la Detective. Cercò in tutti i laboratori, provò anche da Sid, ma niente. Fermò una collaboratrice di Stella e le chiese dove potesse essere ora. A quanto pare su un' altra scena del crimine insieme a Mac. Ma prima doveva aver fatto quell'esame, Stella non era certo una persona che lascia un lavoro a metà. Spesso lei stessa era così, ma non Stella.

Un po' titubante, entrò nel laboratorio dove stava lavorando Danny.

Era sempre stato strano per lei alvorare con lui. Insomma... Avevano sempre lavorato così bene insieme... Troppo bene, a dire il vero. C'era un qualcosa... Un qualcosa di volatile con il quale era bello giocare, un qualcosa che tutti e due potevano sentire, ma nessuno dei due era sicuro se anche l'altro potesse sentirlo. Era bello, certo. E' che ogni cosa scritta diventa più vera del Vero. Quel qualcosa scritto era stato intrappolato, come acchiappato da una macchina da scrivere e incatenato ad un foglio da macchie di inchiostro che formano parole. Lei non credeva sarebbe successo ma.. Insomma, ora lo sapevano. Se l'erano detto in faccia. Mi piaci, ti piaccio. Non era una bella situazione. Anche perchè era stata lei a dire di no. E quindi aveva la consapevolezza che avrebbe dovuto essere lei a gestire il tutto. E avrebbe dovuto gestirlo bene.

Non voleva far soffrire Danny più di quanto non avesse già fatto. Quindi entrò nel laboratorio alquanto disinvolta.

"Danny hai.. hai visto Stella?"

Lui alzò gli occhi dall'orologio sul quale stava lavorando.

"Oh sì. Ha fatto l'esame tossicologico. Nisba."

"Oh."

"A.. Abbiamo un nome per la vittima?"

"No, ancora no. Flack sta interrogando le cameriere del pub. Forse loro ci diranno qualcosa."

"Perfetto. Per ora poso dire che quell'uomo stava molto bene. Questo maledetto Piaget valrà più di 1000 dollari."

"Bel modo per buttare via soldi" mormorò Lindsay.

"In Montana come si spendono 1000 dollari?"

Lindsay conosceva benissimo il ghigno sul volto di Danny.

"In Montana non si può. Andiamo in Wyoming per spendere i soldi. Dimmi cosa trovi nell'orologio. Vado da Hawkes."

Vedendola uscire, Danny non potè non pensare afflitto che l'allieva stava lentamente superando il maestro.

"Bene Monroe. 1 a 0 palla al centro. C'è ancora partita."

Ma tutto quello che aveva davanti era solo un Piaget da 1000 dollari smontato e 4 viti semi-invisibili raggruppate ordinatamente all'angolo del tavolo.

"Ehi Montana!"

Con le analisi del maledetto Piaget in mano si avvicinò a Lindsay che stava esaminando una strana pallottola da 5 mm. Nello stesso tempo, venne raggiunto da Hawkes.

"Oh, Hawke, abbiamo un nome?"

"Quasi. Flack ha interrogato le cameriere, una di loro ha detto di aver sentito quel tizio dire ad un cliente di essere di Riverton."

Danny si intromise nella questione. "Riverton..? E dove..?"

"Wyoming. E' in Wyoming. C'è un importante..." Lindsay si interruppe. Uno strano sorrisetto le comparve sulla bocca.

"Ragazzi, abbiamo un nome?" Stella si affacciò alla porta.

"Wyoming a quanto pare... Che dicevi Lindsay?"

"Vi fanno un'importante fiera del bestiame. Molto importante" E non potendo ignorare lo sghignazzare di Danny " Che c'è Messer?"

"Questo è incommentabile!! La fiera del bestiame!! Dai! Ridevi pure tu quando l'hai detto!"

"Ridevo al pensiero di cosa avresti detto tu."

"Questo è troppo anche per me, Montana"

"Vai al diavolo, Danny"

Usciti i due, Stella non si trattenne.

"Hawkes... Credo che... Danny e Lindsay...."

Sguardo eloquente.

"Già. Credo anch'io."

Non era stato poi quel caso eclatante che tutti si aspettavano. Appurato che la muffa sotto le unghie della vittima provenisse dal suo stesso orologio (e misteriosamente Danny quando glielo disse quasi piangeva di gioia), non era stato difficile scoprire che il numero di serie dell'orologio era anche la combinazione della cassa forte presente nella scena del crimine. L'orologio non apparteneva alla vittima, ma al suo assassino, derubato del suo orologio e pure di tutti i suoi averi in cassaforte, se non fosse intervenuto.

Era stata dura rintracciare l'assassino. Era una persona sveglia, nessun cellulare, nessun dispositivo elettronico, nessuna chiamata da telefoni pubblici.

Ma si sa, un assassino torna sempre sulla scena del crimine.

Semplice routine. Lindsay cominciava a credere che la stessa New York non riuscisse a superare se stessa. Andiamo, dopo un anno e mezzo quasi di permanenza era il meglio che sapeva fare? Non dopo tutto quello che aveva visto. La città cominciava a perdere colpi.

Velocemente, finì di rimettere a posto il laboratorio, si tolse il camicie e si mise il cappotto. Era finito il suo turno. Ora sarebbe tornata a casa e... e.. e probabilmente avrebbe avuto nostalgia della fiera del bestiame di Riverton.

"Torni nel ranch, Montana?"

Qualcosa nel sospiro di risposta di Lindsay lo turbò.

"Qualcosa non va?"

"No no. Sono solo stanca."

Mai e poi mai avrebbe ammesso che in effetti, il Ranch, il Montana... tutto quanto... Forse un po' le mancava.

"Oooh, capisco...."

Lindsay lo guardò di sottecchi. Qualcosa le diceva che avesse capito davvero. Era... un ragazzo intelligente lui, era... era un suo collega che si stava avvicinando a lei.

"Posso... accompagnarti al Ranch?"

Alla fredda luce del neon quelle parole parevano fluttuare inconsistenti fra i due. bastava solo catturarle.

"Thank you, Cowboy."

Quante cose si possono leggere in un sorriso.

La via per tornare al Ranch non era molto popolata. La maggior parte della gente ormai era già tornata a casa, si stava facendo buio, fra i poco i Newyorkesi avrebbero avuto paura di uscire per strada. E' buffo come nella città che non ha paura di niente, la città che è resistita all'11 settembre, tutti abbiano ancora paura del buio. Forse Lindsay avrebbe dovuto cominciare a considerare New York da questo punto di vista. Perchè con Danny già lo sapeva.

"Ok. Ci siamo."

"Bene, già.... Uhm... Non si paga un cowboy mercenario?"

Rischio? Non rischio. Rischio? ok... 1.. 2...

Mentre già si preparava al peggio, si accorse che Lindsay non dava nessuna resistenza all'abbraccio. Pareva pure... che ricambiasse.

Le parole gli arrivarono calde e vive alle orecchie.

"Hai paura del buio,Danny?"

Prima di rispondere, chiuse gli occhi. E quello che vide, lo spaventò abbastanza.

"Sì, sì io... ho paura del buio."

Al buio, non vedo più te.

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Allora, che dire. Mia vecchia FanFiction scritta mesi e mesi fa durante il culmine più alto della mia follia DannyLindsosa. Ai tempi era spoiler per la terza stagione, ora posso pubblicarla liberamente anche in Italia, yay!

Spero vi sia piaciuta,

IrishBreeze

  
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