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Autore: SonSara    29/11/2007    3 recensioni
“Che c’è?”
Domandò, cercando di sembrare disinvolta.
“Come che c’è! Hai un cappello di lana verde fluorescente, con un pompon blu grosso come una casa ,e tu mi chiedi cosa c’è?”
“Senti, era l’unico che ho trovato! Per questo sono arrivata in ritardo, ero a cercare uno stupido cappello!”
“E poi quel verde fa a pugni con il colore dei tuoi capelli.”
La informò tra lo sgranocchiare Choji.
[449 parole, titolo incluso] [ShikamaruxIno]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Even if not six perfect one

Anche se non sei perfetta

Green Day -
Extraordinary Girl

Lei vede lo specchio di se stessa
E l'immagine che vuole vendere
A chiunque abbia voglia di comprarla

She sees the mirror of herself
And image she wants to sell
To anyone willing to buy



“Dove diavolo è Ino? È più in ritardo del solito, oggi.”
Si lamentò Shikamaru, sbadigliando sonoramente.
Choji sospirò, aprendosi l’ennesimo pacchetto di patatine.
Finalmente, all’orizzonte, spuntò una figura snella e in corsa, con una lunga coda bassa che le ballava dietro.
I due ragazzi del team dieci si scambiarono un’occhiata, ed entrarono nel campo d’allenamento prenotato, che avrebbero dovuto usare da già una quarantina di minuti.
Finalmente, la bionda arrivò, e appoggiando le mani sulle ginocchia, mugugnò qualche scusa in mezzo ai respiri affannati dalla corsa.
I due evitarono di rivolgerle parola: quaranta minuti erano tanti anche per lei.
“Ragazzi… scusate… per il… ritardo…”
Silenzio.
“Oh… andiamo… non mettete... il broncio!”
Ansimò, tenendosi teatralmente una mano stretta all’altezza del cuore.
Shikamaru si girò verso la ragazza per gridarle di tutto, ma rimase di sasso, con la bocca aperta.
Ino tossì imbarazzata, tirando più giù il cappello, fino a coprirsi quasi la visuale.
“Che c’è?”
Domandò, cercando di sembrare disinvolta.
“Come che c’è! Hai un cappello di lana verde fluorescente, con un pompon
blu grosso come una casa, e tu mi chiedi cosa c’è?”
“Senti, era l’unico che ho trovato! Per questo sono arrivata in ritardo, ero a cercare uno stupido cappello!”
“E poi quel verde fa a pugni con il colore dei tuoi capelli.”
La informò tra lo sgranocchiare Choji. Per poco a Ino venne una crisi isterica, e l’urlo stridulo che lanciò non lasciava dubbi: era meglio non farla arrabbiare oltre,e chiudere lì l’argomento.


L’allenamento fu intralciato dalla visuale di quel copricapo troppo vistoso, e dopo poco tutti furono d’accordo di rimandare al giorno dopo.
Fecero la strada del ritorno assieme, come al solito, e quando Choji li lasciò per entrare in casa, Shikamaru e Ino rimasero soli, entrambi impacciati.

“Smettile di fissare il mio cappello!” scoppiò la bionda.
“Sai, è un po’ impossibile non farlo.”
“Basta guardare avanti, così!” Ino gli prese la testa con entrambe le mani, e la girò per farlo vedere avanti a sé.
“Toglimi le mani di dosso!” si lamentò Nara. Cercò di non fissarla, ma quel pompon l’attirava come non mai, così maledettamente comico…
Girò di un poco le pupille marroni, ma la Yamanaka lo beccò prontamente.
“Sei testone, eh! Ti ho detto di non guardarlo!”
“Perché ha una cosa così stupida in testa?”
“Fatti gli affari tuoi!” sbraitò, talmente forte che i passanti si voltarono a guardala, i pochi che già non la indicavano per il suo cappello.
Si tormentò nervosa i lunghi capelli biondi che le spuntavano da sotto, la fronte completamente coperta.
“Da quanto ci conosciamo, Ino?”
“Uhm, direi da tutta la vita, Shika!” rispose quella, ben felice di cambiare argomento.
“Quindi diciasette d’anni?”
“Più o meno.”
“E non vuoi parlare di cosa nascondi lì sotto, con uno che conosci da sempre?”
Nienai nahaya kuru! Shikamaru, non mi incanti con queste tue frasette!”
“Dai, Ino, mi hai incuriosito.”
“E te la tieni, questa tua curiosità, capit…”
Non fece in tempo a finire la frase, che il moro la spinse in un vicolo, appoggiandola al muro. Si fissarono intensamente negli occhi, rugiada che si immergeva nel bruno.
Ino sentì chiaramente il cuore palpitare più velocemente, il sangue defluire dal cervello, il desiderio di baciarlo.
Mai avrebbe pensato di provare tali sensazione con Shikamaru, il suo amico pigrone, quello svogliato di un Nara, ma il fuoco che sentiva crescere dentro di sè le urlava il contrario.
Le labbra di lui si avvicinavano, sempre più, fino a quando la distanza fra di loro era quasi nulla.
Allora la bionda sporse la bocca, e chiuse le palpebre, pronta a godere di quel bacio.
Rimase ferma così per pochi secondi, e quando riaprì gli occhi Shikamaru la fissava con un ghigno ironico sul volto, il cappello verde e blu in mano.
“Assomigliavi a un pesce, sai Ino?”
“Brutto, brutto… Dobe! Kuso! Ome o baka doro!”
“Piano con le parole, mezzo sopracciglio.”
Ino si ricordò allora di non avere più il berretto, e si coprì la fronte con entrambe le mani.
“Dammi il mio cappello!” ordinò con voce imperiosa, incrinata dal nervosismo.
“Cosa ti sei fatta al sopracciglio?”
“Dammi. Il. Mio. cappello!” scandì lentamente, stringendo i denti.
“Prima dimmi che ti sei fatta.”
La ragazza si guardò attorno, come a cercare la risposta nel vicolo.
Senza preavviso, saltò addosso all’amico cercando di strappargli il copricapo, ma gli allenati riflessi ninja di quello percepirono lo scatto, e quindi ebbe il tempo di allontanare la mano serrata attorno a quel obrobrio di lana.
Non vedendo altra scelta, la bionda si costrinse a dichiarare il fatto.
“Mi stava facendo la ceretta alle sopracciglia, e me ne sono portata via metà.
Contento di avermi umiliato, ora?”
Strappò con decisione il berretto dalla presa di Shikamaru, ora più allentata.
“La ceretta? Tu?”
“Dai, prendimi in giro…”
“Pensavo non ne avessi bisogno.”
“Ebbene sì, anche io ho le sopracciglia spesse! Problemi?”
“E allora? Fregatene.”
“Parla Mister-Sopracciglio-Perfetto.”
“Anche se le avessi spesse, di certo non me le farei.”
“Ma io sono una ragazza!”
“E allora?”
“E allora, baka, devo essere perfetta.”
“Non esiste la perfezione, Ino.”
A questa affermazione la ragazza si azzittì un momento.
“Agli ochi della gente sono perfetta.”
“Smettila di pensare alla gente.”
“Allo specchio sono perfetta.”
“Smettila di guardarti allo specchio.”
“E te? Come mi vedi?”
“Non ti vedo perfetta” la ragazza si rattristò visibilmente “ma vai bene pure così, anche se non sei perfetta.” continuò Shikamaru.
Ino lo abbracciò affettuosamente, ma nel farlo le loro labbra si sfiorarono in un bacio involontario, e allora si staccarono subito, imbarazzati.
“Ti… ti accompagno fino a casa.”
Mormorò Nara, guardando ostinatamente in alto. Lei annuì, arrossendo.
Al primo cassonetto buttò il berretto, ridacchiando.
Camminarono affiancati per un po’, in silenzio, fino a quando non intravidero il negozio Yamanaka.
A quel punto, Ino si fece coraggio.
“Senti, Shika…”
“Uhm?”
“Ma sei sicuro di non vedermi perfetta?”
“Di sicuro non con quel sopracciglio monco.”
Urusai, dobe!”

*

Nienai nahaya kuru: va a quel paese
Kuso, Dobe, Ome o baka doro: insulti vari
Urusai: sta zitto

La bellissima canzone dei Green day ha ispirato questa ficcy: anche Ino è imperfetta, come tutti.
Uao, troppo che non scrivo;)
Non so come mi è usicta. In teoria volevo scriverla diversamente, ma all'ispirazion non si comanda!
Un bacio, vostra
Sonsara


[Notato il colore dei versi, come il berretto di Ino?xD]

  
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