Solo Forrest.

 

"Perché corre? Per i diritti delle donne?

Per la guerra?

La fame nel mondo?"

La strada diventa campo e poi torna strada, in un susseguirsi di erba e colline, fiori e odori più diversi.

Le persone dietro di lui parlottano, sbuffano e si stancano, ma lui no.

Non è lui a correre, sono i suoi piedi: corrono con un moto spontaneo.

Una giornalista gli si avvicina, gli chiede perché corre, ipotizza motivi umanitari e lui sorride.

Lui è solo Forrest Gump, per chi l'hanno preso?

La suola delle sue scarpe, quelle di Jenny, fa un rumore ritmico quando poggia a terra un piede alla volta.

Perché diamine sta correndo?

Per Buba e i suoi gamberi, animali orribili che ora apprezza, per il Vietnam e le bombe.

Per sua madre con quella storia sui cioccolatini, che gli ha sempre detto che è speciale, che non importa avere un quoziente intellettivo alto.

Il vento gli pizzica la faccia, la barba ormai incolta si muove a tempo.

Lui è solo Forrest, Forrest che corre.

Ripensa a quando ha corso la prima volta, alla voce di Jenny che urlava "corri, Forrest", e a lui che correva.

Le gambe, i piedi, il sangue, le braccia: tutti gli organi sono impegnati in questa corsa, tranne la mente.

La mente vaga e va, ripensa e ritorna, immagina e spera.

Corre per Jenny, lo sanno tutti, o dovrebbero saperlo.

Perché lui fa tutto per Jenny, da sempre.

Sono come il pane e il burro, loro due, anche se lei non lo sa.

La giornalista sta ancora aspettando una risposta, e lui sta ancora sorridendo.

Corre perché è Forrest, e sa fare quello.

Corre perché si esprime così.

 

 

"Avevo voglia di correre".

 

 

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Non so da dove venga, questa.

Non so se mai qualcuno la leggerà.

Aodoro Forrest Gump, mi commuove sempre, è uno dei film preferiti, e amo questo momento.

Spero vi piaccia, che non sia "blasfemo" rispetto al film.

Un bacio.

Frà