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Autore: Seagull83    01/12/2007    3 recensioni
Se un segreto tra Ginevra e Hermione si trascinasse da sei lunghi anni...se un addio diventato "inizio" prendesse forma in una notte nebbiosa...se un patto pericoloso e mortale incontrasse il benestare di due streghe folli e disperate?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piovigginava appena, ma un freddo pungente rendeva quelle goccioline come minuscole lamelle di ghiaccio che le arrossavano le guance. Il pesante mantello nero le copriva tutto il corpo e infangato ai margini le arrivava fino ai piedi, mentre il cappuccio calato sulla testa nascondeva il suo viso agli occhi di chiunque.
Aspettava.
Appoggiata a quel tronco sudicio e spoglio, aspettava.
Un giorno soltanto ed era tornata indietro, con che cuore aveva sperato di poter stare lontana da quel luogo?
Un brivido la pervase scendendo gelido lungo la schiena e schiantando i suoi centri nervosi, rimase così per un attimo a tremare, poi le ginocchia si fecero molli e si lasciò scivolare giù.
Così sedeva immobile e fradicia sotto quell'albero morto, non più ormai che un gelido fantasma invernale della sua rigognosa controparte primaverile e davanti a lei oltre la nebbia, oltre il lago, la scuola di magia dipingeva gli oscuri contorni del luogo che per sette anni aveva chiamato casa.
Un giorno soltanto, un giorno da quel diploma tanto agognato, un giorno dalla lode e dal plauso di tutti quelli che per lei avevano contato, un giorno da quegli occhi tristi di cui il sorriso tirato le aveva strappato l'anima.
Un giorno.
Avrebbe dovuto essere un addio eppure... Aspettava.
Iniziò ad avere freddo, ma si disse che se chi attendeva non fosse giunto, forse...forse morire così in mezzo a quel nulla non sarebbe stato così male. Si sarebbe lasciata andare tra le braccia ghiacciate di quella notte, nell'umido bacio di quelle gocce fredde, nell'oblio di un ostentato coraggio che fino al giorno prima credeva di possedere e che poi in poche ore si era sfaldato come i chilometri che aveva percorso lontano da lì prima di tornare indietro.
Gli occhi si aguzzarono scorgendo un movimento in lontananza e tutti quei pensieri macabri e non adatti ad una giovane donna come lei sfiorirono, catturato invece il cuore in un gioco d'accelerazione frenetico e così...vivo.
Un giorno e aspettava...ed avrebbe atteso tutta la sua giovane vita per quell'ombra scura che lentamente risaliva la china verso di lei, comparendo e scomparendo tra i banchi di nebbia bassa.
Non si mosse e nulla da fuori poteva destare l'attenzione sul languore immenso che ora le attanagliava lo stomaco e le affrettava il respiro.
La seconda figura coperta dal mantello giunse a qualche metro da lei e si fermò, attese qualche attimo e poi una mano diafana fece scivolare la stoffa pesante, scoprendo purpuree e lisce lingue di fuoco.
-Ginny...- un nome sussurrato, adorato, implorato.
-Cosa fai qui?-
-Mi hai sentito...- di nuovo una voce così flebile e senza forza.
-In sei anni ti ho ignorata una sola volta?- chiese l'altra sorridendole appena.
-No mai...- Ginny si avvicinò e si sedette al suo fianco, rimasero in silenzio per lunghi minuti prima che la rossa lo rompesse.
-Mi hai detto addio ieri...non renderlo più doloroso di quanto già non sia, ti prego.- e qualcosa nel tono assomigliava ad una supplica sofferta, di chi forse deve dire quel che dice, ma non lo vuole.
-Ero oltre Diagon Alley...ero già tornata al mondo Babbano...ero già nel mio futuro Ginny e poi...-
-Poi che è successo?-
-Non lo so...ho visto qualcosa, una luce, non so spiegartelo e mi sono trovata a fare il percorso all'inverso...in fretta, più veloce possibile. Dovevo tornare qui.-
-Non capisco...- scosse la testa Ginny.
-Neanch'io.-
Silenzio.
-Ron dov'è?-
-Ha importanza?- chiese irritandosi appena, ma era troppo stanca per ribattere.
Silenzio ancora e Ginny si chiese che stava succedendo per l'ennesima volta in quella serata, da quando camminando per i corridoi della scuola aveva sentito quel conosciuto languore, quel richiamo solo per lei, quel soffio gentile oltre l'orecchio sinistro, malizioso e unico.
-Che succede?-
-Nulla di grave credo...solo tienimi la mano.- e così dicendo sottili dita bianche erano apparse in contrasto con il mantello scuro, porgendosi a Ginny indifese e supplici.
La rossa non aveva esitato, anche se quel contatto non avrebbe fatto altro che inasprire la ferita inferta qualche ora prima, un addio odiato e necessario.
Strinse la mano che le si era offerta e la sentì fredda, così prese a riscaldarla con le sue.
-Abbiamo deciso che non sarebbe andata avanti...abbiamo deciso che non era giusto ne possibile!Abbiamo promesso che il tuo diploma sarebbe stato il nostro addio...non puoi venire qui e...non puoi!- la voce si era alzata appena, mentre cocenti lacrime le rigavano il volto.
-Lo so...lo so...ma io dovevo tornare.-
La voce appena sussurrata era diventata un sibilo e Ginny si era girata per vedere che stava succedendo, anche perchè la stretta sulla sua mano si era affievolita.
Aspettò ancora, ma nulla si mosse, nulla fiatò...la mano fu più veloce del pensiero e con uno scatto il cappuccio del mantello nero fu calato, scoprendo docili boccoli nocciola.
-Hermione!- fu lesta ad accoglierla fra le braccia, mentre l'altra a peso morto cadeva.
-Cosa c'è?Cosa è successo maledizione?!!- urlò nella notte, trovando l'altra misteriosamente priva di sensi.
Il mantello si aprì e una sottile linea rossa si fece largo tingendo la camicia di seta e slabbrandosi in una macchia bruna. Le pupille di Ginny si dilatarono quando riconobbe il sangue della sua compagna.
La scosse violentemente, urlandole di svegliarsi e non smise finchè gli occhi stanchi della mora non si aprirono a mezz'asta.
-Guardami Mione!Guardami e rimani sveglia!Che diavolo hai fatto?-
L'altra sorrise continuando a sbattere le palpebre per ritrovare un minimo di lucidità che invece le sfuggiva.
-Capisci...dovevo tornare da te.- biascicò.
-A fare cosa?A morirmi tra le braccia?Cos'è questo, "un'Avada Kedrava" non schivato del tutto?Non chiudere gli occhi Granger o non te lo perdonerò mai!Alzati!- aveva urlato e nella sua voce qualcosa d'isterico, disperato, una nota che nemmeno davanti ai Mangiamorte aveva mai avuto.
Aveva paura, una paura gelata e definitiva, mentre con la forza della disperazione trascinava il corpo dell'altra lungo la china.
Eppure il castello non le era sembrato mai così lontano dall'albero dove lei e la mora si incontravano di nascosto.
Cadde a ginocchioni e imprecò, perchè da sola non sarebbe mai riuscita a portarla al sicuro, così iniziò a piangere di rabbia e d'impotenza, poi la prese per il bavero alzandola appena.
-Apri gli occhi dannazione!Da quant'è successo?Quanto sangue hai perso?Perchè sei stata qua fuori tutto questo tempo?-
-Non lo so...aspettavo che mi sentissi e...-
-Sei una stupida!Tieni aperti quegli occhi Granger!Una stupida!- così dicendo le aveva dato uno schiaffo, non troppo forte, non troppo piano.
Hermione era parsa rianimarsi, ma forse era la sua immaginazione o forse il rossore dello schiaffo su quella pelle troppo bianca. Poi le braccia della mora si strinsero intorno a lei e le venne di nuovo da piangere.
-Si, perchè ti ho lasciato andare ieri...una stupida si. Ginny stringimi, non rimane molto tempo...-
-Stai zitta tesoro!Zitta!Non puoi farmi questo...- ma l'aveva stretta perchè il freddo che sentiva dentro poteva essere scaldato solo da quelle braccia.
-Ginny ti prego...puoi ancora salvare questa stupida...- la voce tornò ad affievolirsi, mentre Ginny riacquistava speranza e tamponava al meglio la ferita.
-Come?Dimmi come?- le urlò.
-Sai perchè sono tornata?- ci aveva messo molto per dire quella frase, molta, troppa fatica...
-Ginny perchè sono tornata qui?- ma la rossa non rispondeva e lei non aveva più tempo.
-Wesley per l'amor del cielo!-
-Amore...- sussurrò appena.
Hermione sorrise...
-Per la nostra promessa...sono legata a te...-
Silenzio.
-Eravamo della bambine...-
-Era il mio sangue con il tuo...è abbastanza.-
Silenzio di nuovo.
-Non possiamo farlo...il patto non è chiuso, non ha validità magica!-
-Ginny ti prego...-
Il vento scivolò su di loro sprezzante, regalando ad entrambe strali gelidi e miriadi di spine.
Sancisce il tempo ciò che non sancisce il sangue.
Sancisce il sangue ciò che non abbiamo il coraggio di sigillare.




Ciao a tutti!Sono finalmente riuscita a modificare il testo (html...scusate sono un po' tarda)rendendolo decente e più leggibile...buona lettura, spero la storia vi piaccia!
Alyson

  
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