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Autore: haev    13/05/2013    6 recensioni
-Larry os.
Sapevo che il suo silenzio, riusciva a controllare le mie sfuriate che celavo davanti a un sorriso, sapevo che lui per me c’era sempre.
Era presente su quel palco, cantando.
Nei miei tatuaggi, incisi nel petto.
Nelle mie labbra, ogni qualvolta sussurravo il suo nome.
Era presente nella camera d’albergo, nascosta da tutti.
***
Era così strano che a letto ero io quello violento, che provocava, faceva urlare, ero il grande nella vita sessuale e poi, poi nella vita reale era lui quello che mi aiutava.
Quello che mi coccolava dopo una serata d’amore.
Quello che mi sussurrava parole dolci prima di dormire.
Quello che mi baciava, accarezzava, quando ne avevo bisogno.
Quello che m’infondeva forza ogni qualvolta non ce la facevo più.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Just rise above this
kill them with your kindness
ignorance is blindness
they’re the ones that stand to lose'.

Skin - Sixx: am.



Silent and controlled
-a Yasmine, perché è per merito suo che ho scritto questa os.

 

Non appena sentii l’acqua della doccia iniziar a scendere con un rumore calmante e sordo, chiusi gli occhi e mi rilassai nel letto. La finestra era socchiusa, facendo entrare una leggere brezza, sfiorando il mio corpo nudo.
La mia mano prese ad accarezzare il fianco, lasciando un piccola scia, strinsi gli occhi e ricacciai un gemito, ricordando quali mani avessero sfiorato poco tempo prima quella parte di pelle, facendomi gemere.
Il mio dito scorse poi sull’inguine, stuzzicando i peli e sorrisi, pensando alle sue labbra avvolte su di me, o ai baci che aveva lasciato nei dintorni, a quel pensiero un leggero calore s’accese dentro di me, sentendo la mia intimità divenir sempre più calda.
Passai successivamente alla pancia e al petto, dove sapevo erano incisi i suoi denti, in piccoli e dolci morsi che mi facevano capire che mi amava, ero tutto per lui.
Terminai il viaggio del mio dito sul collo, sfiorando quel segno rosso, calcato e marcato, il suo marchio, che ben presto avrei dovuto coprire per non aver commenti strani dalle persone che mi comandavano, infilai le mani nei capelli mentre muovevo le dita dei piedi e lo aspettavo.
Era una sensazione strana quello di non averlo accanto, anche se si trovava a solo pochi metri da me, mi sentivo vuoto, esposto al mondo.
Sapevo che il suo silenzio, riusciva a controllare le mie sfuriate che celavo davanti a un sorriso, sapevo che lui per me c’era sempre.
Era presente su quel palco, cantando.
Nei miei tatuaggi, incisi nel braccio destro.
Nelle mie labbra, ogni qualvolta sussurravo il suo nome.
Era presente nella camera d’albergo, nascosta da tutti.
Lui c’era sempre, anche se io non l’avevo accanto, c’era. Ma era una questione totalmente diversa aver accanto una persona e sentirne solamente la presenza. La presenza era una cosa immaginaria, in cui ti andavi a riparare solamente quando ne sentivi il bisogno, mentre avere accanto un corpo materiale, era una questione di necessità.
Perché io senza di lui, non avrei potuto vivere, e questo era certo.
Era la mia aria, tutto ciò che si può respirare, era mio.
La mia voce, il mio petto, i miei occhi, lui era tutto per me.
E quell’amore così incondizionato faceva paura anche a me, a volte. Il pensare che dipendessi così tanto da una persona, mi faceva sentire un vigliacco, quasi un bambino che avesse sempre bisogno della sua mamma. Ma era rincuorante che lui accettasse quel fatto quasi con un sorriso sulla faccia, era felice di essere la mia cura alla vigliaccheria, felice di essere mia madre, felice di essere il mio unico scopo per il quale sorridevo.
Lo amavo, lo amavo incondizionatamente. Amavo tutto di lui, e se elencavo tutte le cose di cui amavo, ci avrei messo giorni e giorni interi, perché non appena avrei pensato di aver finito, ci sarebbe stata sicuramente una cosa di cui mi sarei ricordato, e così via dicendo.
Amavo le sue labbra, i suoi capelli indomabili.
Amavo il fatto che cercava di capire le nostre fan, non si arrabbiava se gli saltavano addosso o lo toccavano, lui reagiva sempre con un sorriso.
Amavo il silenzio che assumeva quando si parlava di noi.
Amavo il fatto che si sistemasse i capelli ogni qualvolta era nervoso, o si passasse la lingua sulle labbra, gesto che mi faceva andare alle stelle.
Amavo ogni singola particella del suo corpo, di lui.
Ma la cosa che mi metteva paura, era il fatto che forse non riuscivo ad amarlo abbastanza, perché lui mi dava così tanto. Lui m’offriva piacere, passione, amore, gioia, vita.
E io? Io ricevevo, e cercavo di sforzare me stesso nel dare a lui tutto quello di cui ne avesse bisogno.
Lo facevo ridere, ma ogni volta in cui prorompeva in una risata, morivo dentro perché quel suono soave, mi rubava un battito. Lo abbracciavo, ma quando appoggiava il suo viso al mio petto, mi sentivo svenire, per il troppo caldo da cui venivo oppresso.
Tutte le azioni che facevo per farlo stare bene, sembrava non andassero bene, perché mi facevano stare male, solo perché erano cose fatte a lui e tutto ciò che lui faceva, mi faceva morire per il troppo amore che ci metteva.
Mi coprii con un lenzuolo, mentre sentivo la porta del bagno scattare e dei passi frettolosi avvicinarsi.
 
 
Camminai velocemente sul pavimento e mi buttai sul letto vicino a lui, il quale non esitò a immergere le mani nei miei ricci, gesto che mi faceva rabbrividire ogni volta che lo faceva, soprattutto dopo una notte di passione.
Mi rannicchiai sul suo petto, poggiando una gamba sulla sua e annusando il suo profumo: un misto di sudore e lavanda, era un odore che acquisiva sempre dopo aver fatto l’amore, come se fosse parte di noi.
Chiusi gli occhi e sospirai pensando a cosa avrei fatto se lui non ci fosse mai stato, se saremmo stati in quattro nel nostro gruppo, ma scossi la testa pensando che, anche se fosse stato sull’Everest, io l’avrei trovato. L’avrei trovato in ogni singolo punto della terra, perché era il mio tutto. La ragione per cui riuscivo a svegliarmi la mattina, il perché riuscivo a rimanere in silenzio quando si parlava di noi, e non a urlarlo a tutto il mondo.
Il motivo per cui andavo avanti a cantare, perché sapevo quanto gli piaceva quando lo facevo, oppure quando gli lanciavo occhiate ai concerti, le quali solo poche fan coglievano.
E ammiravo quelle fan, non come lui che non le considerava quasi mai, io sapevo che c’erano loro. Loro, quelle che riescono a vedere dai nostri occhi incrociati, quel filo che accomuna il nostro amore. C’erano, e non potevo far altro che ammirarle per essere forti, e sopportare tutti gli insulti che le loro compagne le rivolgevano ogni giorno.
Loro aspettavano solamente il giorno della verità, ed era un giorno che aspettavamo anche noi due. Non sapevamo ancora come farlo, e molto probabilmente loro, i manager, ce l’avrebbero negato, alcune se ne sarebbero andate, ci avrebbero criticato, ma sapevo perfettamente che nonostante le critiche, i giudizi, le accuse, c’era sempre una scintilla.
E quella scintilla eravamo noi, io e lui.
Perché io e lui insieme spaccavamo i muri, riuscivamo a scalare una montagna in un solo giorno. Eravamo forti come poche persone credevano, nascosti dietro una tenda, ma comunque visibili.
Appoggiai una mano sul suo petto, sistemandomi meglio, prese ad accarezzarmi la schiena, nella speranza che prima o poi mi fossi addormentato e lui si potesse andare a lavare.
Era così strano che a letto ero io quello violento, che provocava, faceva urlare, ero il grande nella vita sessuale e poi, poi nella vita reale era lui quello che mi aiutava.
Quello che mi coccolava dopo una serata d’amore.
Quello che mi sussurrava parole dolci prima di dormire.
Quello che mi baciava, accarezzava, quando ne avevo bisogno.
Quello che m’infondeva forza ogni qualvolta non ce la facevo più.
E io ero come un bambino che sfruttava queste cose per sopravvivere, e infondo mi piaceva fare la parte del mio bimbo, mi sentivo più amato.
Amare era un argomento serio, perché forse era una delle poche cose di cui ero certo.
Lo amavo, e molte volte avevo la paura di non dimostrarglielo abbastanza, perché lui mi dava tutto. Mi dava le sue battute, le sue carezze e i suoi abbracci.
Io invece gli davo l’amore, il piacere e non sapevo se era un bene o no, ma ci compiacevamo a vicenda.
Io amavo lui e lui amava me, in modo diverso, ma era grazie a questi modi che ci amavamo ogni giorno di più.
Nonostante gli insulti, le chiacchierare, le opinioni.
Nonostante il fatto di essere gay, e non una coppia normale, anche se in una coppia basta che ci sia amore, e non importa il sesso.
In una coppia la cosa che prevale è l’amore, il resto non conta.
Nonostante il fatto di essere famosi, di dover tacere e controllarci, di dover mentire, rinnegare, tenere tutto dentro.
Nonostante questo ci amavamo, e presto tutto il mondo l’avrebbe scoperto.
Come quando è nuvoloso, e senti il motore d’un aereo passare sopra le nuvole, ne senti solo il motore e non sei certo che quello sia un aereo, ma poi, poi lo vedi sbucare oltre le nubi e capisci che quello che pensavi dall’inizio è pura realtà.
E Larry Stylinson era proprio come quell’aereo, una realtà nascosta dalle nuvole.

 

sks, sono bellissimi.




Spazio autrice.

Eccomi qui. Ci credete se vi dico che avevo quasi paura a pubblicarla questa os? Non lo so, mi sembra così incompleta e ricca di niente. Una specie di delusione, per me. Ma l'ho fatto, perché infondo, infondo, mi dispiaceva lasciarla lì nello sgabuzzino del mio pc e quindi, eccomi qui.
Come spero avrete capito, nella prima parte abbiamo un pov's Louis, mentre nella seconda un pov's Harry.
E non dico niente, perché penso che sia una os che vada interpretata a modo proprio, si sottolinea l'amore tra loro due, le fan, il fatto d'essere gay, un po' tutto. E l'unica cosa che mi piace è il paragone che ho usato alla fine, quello sì che mi piace tanto.
E' dedicata a Yasmine, e vi chiederete: chi è? Oh, beh. E' la mia migliore amica a distanza ed è per 'colpa sua' che sono diventata Larry shipper, perché lei con tutte le sue espozioni e il suo amore per loro, mi ha fatto credere nel loro amore, e penso che non ci sia cosa migliore. Perché, anche se prima lo negavo, penso che l'amore tra Harry e Louis, sia fin troppo puro, quasi surreale direi.
Quindi, questa FF è dedicata a lei, lei che in un qualsiasi modo c'è sempre, mi rispetta, mi ascolta e mi vuole bene, sì.
Non ho altro d'aggiungere, a voi i commenti.

A presto,
Giada.

-Un grazie infinito per il banner a hjsdjmples

  
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