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Autore: musjcsavedme_    15/05/2013    2 recensioni
[Jeremy Lee Renner]
lei, una ragazza con un sogno, voglia di vivere e amante della musica e del cinema.
loro, dei genitori eccessivamente egoisti e mai presenti nella sua vita, con poca fiducia nei confronti della figlia e due migliori amiche pronte ad aiutarla nel momento del bisogno.
lui, l'uomo che gli ha insegnato a sognare e a credere in se stessi.
l'uomo che l'ha tirata fuori da un baratro.
Rachel è la nostra sognatrice, vive a Roma ed ha quindici anni.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-"La filosofia ragazzi, riflette sul mondo e sul'uomo, indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana e si imporre inoltre..."

La voce della professoressa Smith rimbombava nella classe, stridula. Quel fresco ma fiacco vento che entrava dalle finestra in quell'arido giorno di Giugno, rinfrescava i volti stanci e sudati dei miei compagni di classe.
Io, poco interessata al discorso della professoressa ero intenta a scrivere pezzi di canzoni su un foglio volante.

-"Bene, ora vediamo chi mi sa ripetere tutto quello che ho appena detto.... Mmh, Bianchi inizia tu, dai!"

Sentii tutti gli occhi dei miei compagni puntati addosso e per l'imbarazzo arrossii.

-"Allora, mmh si.... La filosofia, emh..."
dissi, consapevole del fatto di non aver ascoltato e del fatto che avrei aggiunto alla sfilza un altro due ma per mia fortuna la campanella mi salvò.

-"Oh suave suono che liberi queste povere anima da questa agonia, Dio ti benedica!"  
pensai tra me e me, poi feci un debole sorriso.

Io con calma presi i miei libri e li infilai nella postina, salutai la professoressa e uscii.

-"LIBERA!"
urlai.

Mi sciolsi i capelli, che in questo periodo si schiarivano in punta e diventavano quasi bionde con riflessi color rame, e li lascia cadere sulle spalle, selvaggiamente. Misi le cuffiette nelle orecchie, presi il telefono e inserii la musica, a tutto volume amavo quando il volume della musica sovrastava quello dei pensieri.
E' questo l'effetto della musica, ti rapisce, ti incanta, ti rilassa, ti colpisce ed è questo il bello... Ti colpisce e neanche ti ferisce.
Riesce a riempirti quel vuoto che hai dentro causato da qualche delusione, d'amore o amicizia che sia, da dei tradimenti e ti chiude le ferite causate da persone stupide.
Ti svuota la testa ma contemporaneamente te la riempie.
La musica è magia.
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Arrivata davanti al portone di casa di una delle tante vie Romane che affacciano davanti al Colosseo, presi le chiavi e aprii. Messo piede in casa lanciai senza curarmene la cartella sul pavimento in camera, poi mi tolsi le cuffiette e accesi lo stereo.
Entrai in cucina e trovai un biglietto, lo presi, lo strappai e lo buttai nell'immondizia.
A logica capii che il biglietto era dei miei genitori, poichè ero a casa da sola.
Accennai dei piccoli passi di ballo, residui di quei tre anni di danza moderna, e alzai il volume.
Passai l'intero pomeriggio ad ascoltare la musica e a fare i compiti ma ogni tanto facevo una pausa mangiando.
Vero le sette e mezza rientrarono a casa i miei genitori e lì la mia giornata ebbe una svolta.... In peggio.

-"Rachel, dove cazzo sei?! E' possibile che appena arrivi tu a casa c'è un casino della madonna!" urlò mia madre entrando in camera mia, spalancando la porta.

-"Mi hai sentito?Vai a mettere a posto dillà!" mi prese per un braccio e mi trascinò in salotto e cominciai a mettere a posto quello che lei considerava "casino" ovvero lo stereo accesso, il telecomando dello stereo sul tavolo e le scarpe ai piedi del divano, e appena finii tornai in camera.
Alle otto cenammo poi i miei si misere sdraiati sul divano per vedere la tv e io, svogliata di restare con loro, mi barricai in camera.
Accesi il computer, entrai su Facebook e Twitter e misi della musica da Youtube con le cuffie isolandomi da tutto il mondo. Lessi tutte le notifiche, ma niente di nuovo.
Dopo una decina di minuti mi arrivò una notifica, l'aprii e....

-"Cazzo!" esclamai.
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Mi svegliai con la testa che mi scoppiava e con fatica mi alzai dal letto barcollando, aprii la finestra e il venticello che entrò, quasi a forza, nella mia camera  mi accarezzò la pelle, causandomi un leggero brivido su tutto il corpo.
Legai i capelli e mi diressi in bagno, chiusi la porta a chiave e mi guardai allo specchio per un paio di minuti e come al solito quello che vedevo allo specchio non mi piaceva, per niente.
Mi lavai il viso e i denti, poi tornai in camera per vestirmi ma dato che la voglia di andare a scuola quel giorno era pari a zero, scelsi una felpa bianca della Starbucks e dei semplici leggins blu e delle semplici Converse blu.
Guardai di sfuggita l'orologio e notai che ero in ritardo così corsi in bagno, mi sciolsi ma coda e mi pettinai. Il trucco poteva anche aspettare.
Scesi le scale cercando di mantenere l'equilibro che era andato a farsi benedire!
Riusci a prendere l'autobus per un pelo e appena salii infilai le cuffie nell'orecchio, scordandomi di tutto e tutti.

-"Sette e cinquantasei, mmh sono in tempo!" pensai tra me e me guardando lo schermo del cellulare.

Quando suonò la campanella entrai in classe e mi diressi al mio banco, poco dopo mi raggiunsero le mie due migliori amiche.

-"Ehilà! Ciao Rachel." disse Aurora abbracciandomi e baciandomi sulle guance, lo stesso fece Manuela.

-"Allora, come state?" chiesi io.
-"Mh, tutto bene dai. Tu?" rispose Manuela.
-"Solito."
-"Ragazze, dobbiamo uscire insieme, è da un sacco che non facciamo una delle nostre rimpatriate!" esclamò Aurora.
Io annui e Bianca emise un piccolo grido in segno di felicità e di accordo sull'affermazione di Manuela.

Siamo state una decina di minuti a parlare ma poi arrivò la professoressa e ci divise; non facevamo altro che tirarci dei biglietti durante la lezione per comunicare.
La giornata passò più velocemente di quanto pensassi, così  alle due e mezza già ero a casa.
Come ogni giorno ero a casa da sola, quindi potevo fare quello che volevo e come al solito accesi a tutto volume lo stereo fregandomene dei vicini che si lamentavano.
Andai in bagno e aprii l'acqua della vasca e aspettai che si riempissi funo a metà poi ci svuotai la bottiglia del bagnoschiuma; due minuti contanti e già avevo lanciato i vestiti in un piccolo angolo abbandonato del bagno e mi fiondai nella vasca sussultando.

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Salve a tutti, spero di non avervi annoiato con il primo capitolo... Non so neanche se qualcuno lo leggerà ma pazienza!
Se qualcuno vuole seguirmi su Twitter sono @musjcsavedme_ e se volete scrivermi, fatelo senza esitazioni!
Un bacio :3
  
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