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Autore: LADY ROSIEL    16/05/2013    3 recensioni
L’odio aveva ucciso l’amore.E l’amore, a sua volta, aveva ammazzato la sua stessa esistenza.
Morbide, succose, cangianti.
Teneramente arricciate da quella piccola e seducente fossetta fra naso e bocca, il loro sorriso rischiarava le giornate più buie, donando un confortevole calore.
Acquarellate come pesche, golose come cioccolata e succose come arance.
Un piacere intenso dilagava al solo sfiorarle con le dita.
Saporite come amarene, impetuose come selvagge pantere, di sfumature stuzzicanti si vestivano.
E anche adesso, mentre le sue voluttuose labbra impregnate di vinaccia a poco a poco stingevano, macchiate di quel rosso scarlatto che sfacciatamente ne sciupava la bellezza, il desiderio di sfiorarle ancora s’istigava nel suo cuore.[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il Sapore delle sue labbra

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Incorniciate da lineamenti gentili e da rosee guance vellutate, le sue labbra spiccavano illuminandole dolcemente il volto. Morbide, succose, cangianti. Teneramente arricciate da quella piccola e seducente fossetta fra naso e bocca, il loro sorriso rischiarava le giornate più buie, donando un confortevole calore.
Un piacere intenso dilagava al solo sfiorarle con le dita, mentre l’irrefrenabile passione di baciarle, desiderandole come il frutto della proibizione, s’impadroniva della propria mente, accelerando i battiti del cuore.

Un arcobaleno di colori e variegate sfumature stuzzicanti, accarezzavano quelle soffici labbra rendendo l’incanto stregato.
Acquerellate come pesche, dolci come albicocche si muovevano con una delicatezza quasi disarmante.
Tinteggiate di bronzo e golose come cioccolata, tormentavano il palato, ricercando il piacere di essere assaggiate.
Dipinte di arancio e frizzanti come l’acqua d’estate, danzavano birbanti, succose come arance.
Sfumate da pigmenti più scuri, allietavano il volto come i coralli facevano nelle profondità marine. E quando l’allegria sbarazzina di bambina bussava a gran voce, donando candidi sorrisi in fiore, quelle sue magiche labbra si tingevano di uno sfavillante rosa ciclamino, annichilendo ogni dolore.
Saporite come amarene e invitanti quanto le ciliegie più rosse, seducevano insaziabilmente a ogni loro sguardo. Aggraziate come leggere farfalle e impetuose come selvagge pantere, di rosso cremisi si vestivano, suscitando l’inganno e l’amore che solo una rosa senza spine poteva dare.

Solo le sue labbra potevano annebbiargli la vista a tal punto da stordirlo, assecondando la sua umile volontà ai teneri capricci che pendevano da quella cospicua bocca traboccante di desiderio.

E anche adesso, mentre le sue voluttuose labbra impregnate di vinaccia a poco a poco stingevano, il desiderio di sfiorarle ancora s’istigava nel suo cuore.
Nella sua mente, feroci ricordi di un breve attimo consumato dall’odio, s’istoriavano vorticosi, consumando lentamente il suo amore.

Macchiate di quel rosso scarlatto che sfacciatamente ne sciupava la bellezza eterea, le sue soffici labbra agonizzavano preda di un dolore lancinante.
Le aveva viste esalare l’ultimo respiro alla ricerca della propria voce paralizzata dalla paura.
Per mano di un folle, ora dopo ora, le sue labbra avevano smesso di tinteggiare il suo mondo, regalandogli gioia e amore. Quelle labbra, ora spente e livide, giacevano inermi come lo era tutto il suo corpo, stretto nella morsa di un destino tiranno.
Non avrebbe più potuto udire alcun suono uscir fuori da quelle labbra che tanto amava.
E malgrado quelle labbra gli apparissero irriconoscibili e del tutto vuote, il desiderio di poterle toccare ancora una volta gli trafisse il cuore. E cullandole dolcemente fra le proprie, traghettandole in un sonno senza risveglio, le assaporò con ingordigia per l’ultima volta.

Erano le labbra più incantevoli che i suoi occhi avessero mai visto e il loro sapore era così variegato che assomigliava al gelato. Eppure, ora stavano sfiorendo come un qualsiasi fiore privo di vita. 
Candide come la neve e fredde come il ghiaccio, il loro addio uccideva il suo cuore, stritolandolo nelle profondità di un freddo artico.

L’odio aveva ucciso l’amore.
E l’amore, a sua volta,  aveva ammazzato la sua stessa esistenza, privandolo di ciò che per lui era davvero importante.
Abbandonato, straziato e disperatamente aggrappato ai soli ricordi, si sentiva come un guscio vuoto, privo di ogni valore.
Non avrebbe mai scordato l’ inconfondibile sapore di quelle labbra, perché solo quelle labbra gli avevano saputo donare la vita.


© LADY ROSIEL/ Luna Azzurra

   
 
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