~ a thousand {years}
more.
# raggio di sole
La stanza si era fatta meno buia a
poco a poco, e all’inizio Hiccup non se n’era quasi
reso conto, c’erano questioni più urgenti a cui pensare – ritrovarsi legati a una
sedia per mezzo di una letterale cascata di capelli
biondi non era certo una cosa che gli succedesse tutti i giorni, e poi gli
si era anche addormentato il piede sinistro, non era per niente una situazione piacevole – ma adesso che la ragazza
tendeva la mano verso Sdentato, esitante, molto più di quanto non lo fosse
stato lui una vita e un mondo prima, la luce nel suo sguardo era così nitida da
fargli pensare di non aver mai visto prima niente di simile. Danzava nella
polvere, sulle squame tese di Sdentato, nella scia del suo respiro ancora
incredulo e tra i capelli e sulle guance di lei. Era appena un bagliore, forse, o forse Hiccup
aveva sempre e solo conosciuto il buio – almeno da allora, da quando il mondo e
la vita erano finiti, da quando Sdentato l’aveva portato via verso una notte
senza stelle in cui l’unico segno era una lontanissima, intangibile cometa
rossa.
E poi la mano
della ragazza sfiorò il muso nero del drago. Hiccup
si chiese se non avesse solo immaginato il flusso di calore che si era appena
sentito dentro, o se non fosse soltanto un nuovo incredibile raggio di sole,
venuto a posarglisi sul volto e a dirgli che il buio qualche volta poteva
diradarsi.
La ragazza dai
lunghissimi capelli biondi si voltò a guardarlo e solo in quel momento il tempo
tornò a scorrere, la realtà rivestì i panni dell’assurdità che era – un viaggio
senza senso, la cima di una torre solitaria, un patto raffazzonato a cercare di
dare un significato a questo nuovo mondo ancora tutto sconosciuto per entrambi.
«Mi farai
volare?»
Il sussurro
rimase ad aleggiare nella polvere dorata dell’aria – non c’era bisogno di
rispondere, lei lo sapeva benissimo, doveva saperlo, da sempre – e in qualche modo Hiccup
trovò la forza di distogliere lo sguardo da quei suoi occhi quasi dolorosamente
accesi; toccò Sdentato, corpo caldo e ormai rilassato, lasciandosi pervadere
dal sollievo di sapere che la luce era davvero lì, sempre più calda. Allora le
tese la mano, scoprendo di sorridere.
Quando lei la
prese, fu come se la finestra sul balcone fosse già aperta, come se lui e
Sdentato cavalcassero già il cielo e la ragazza dai lunghissimi capelli biondi
muovesse un passo per raggiungerli, ancora uno, ancora uno, mentre al di sotto
si apriva il vuoto...
Hiccup
quasi non notò che si stringeva un piccolo scrigno al petto.
~
«Sei sveglio?»
La vestaglia
rosa di Rapunzel si delinea sulla porta della sua
stanza. Hiccup le sorride appena, senza muoversi, e
come al solito a lei basta questo. Gli si avvicina, siede al suo fianco abbracciando
un cuscino, finché lui non riesce a sentire la sua guancia morbida contro una
spalla; i suoi capelli sembrano scintillare sul pavimento bianco, anche se la
luce è spenta.
La mano di Rapunzel si aggrappa al suo gomito, affettuosa, per poi
scendere sul ginocchio sinistro e là – di nuovo, come al solito – fermarsi.
«Avresti dovuto
permettermi di guarire quella ferita.»
Hiccup
scuote piano la testa, respirando per un istante il profumo del suo shampoo.
«Lo sai che è giusto così.» Cerca Sdentato con gli occhi, ma la sagoma nera del
drago è invisibile nella penombra della sala. “Ne hai guarite altre.” No,
questo non riesce ancora a dirglielo.
Rapunzel
nasconde un piccolo bacio timido tra le pieghe della sua felpa. Hiccup aveva una mezza idea di accendere la tv, ma questo
era prima che lei venisse ad abbracciarlo nel buio su un vecchio divano
incolore.
Spazio dell’autrice
Bene,
direi che ci siamo. È ufficiale. Ho raggiunto il punto di non-ritorno. Non rimpiango
niente.
Favoleggiavo
di una crossover sui Big Four da ventisette ere
(circa), ho avviato ben due progetti contemporaneamente (uno dei quali è una
presuntuosissima Hogwarts!verse), mi sono arenata su
entrambi e poi di punto in bianco tutte le idee mancanti per questa mia prima
idea si sono messe a posto da sole: ora, so che vi trovate di fronte a un esordio
incomprensibile – è una raccolta ma non è
una raccolta, è un’AU ma non è un’AU...
E, beh, vi toccherà aspettare un po’ per capirci qualcosa. Del resto anch’io ci
sto capendo poco o niente. Cosa non mi fanno questi quattro. *li coccola*
Tutto
quel che posso dirvi è che si tratterà di una serie di episodi solo
apparentemente disgiunti, non in ordine cronologico ma comunque appartenenti
tutti alla stessa storyline, che è poi il mio headcanon su come Jack Frost, Hiccup
Haddock e le principesse Merida
e Rapunzel potrebbero conoscersi e diventare un
foursome spudorato. I prompt che ho utilizzato mi sono stati gentilmente
concessi dalla fantasia inesauribile di Ilovewrite. Vi
rassicuro ancora che le cose si faranno più chiare, prima o poi. Sì, persino la
tv dell’ultima frase.
Se
vorrete seguirmi, benvenuti nel mio manicomio mentale. *rotola via*
Aya
~