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Autore: warblerslushie    16/05/2013    4 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da diversi anni e Blaine sente il desiderio di creare una famiglia insieme, dal momento che stanno diventando adulti.
Tuttavia, tra le rispettive attività lavorative ed il fatto che Kurt non si sente ancora pronto per crescere dei bambini, le cose all'interno della famiglia Anderson-Hummel hanno subito un brusco rallentamento.
Ma cosa accadrà quando la coppia riceverà un'inaspettata notizia?
Tratto dalla storia:
"«N-non posso tornare con lui, Coop» gemette Blaine, arricciando la mano intorno al polso di Cooper «Non posso»
«Non devi farlo»
«I-io lo amo così tanto... ma lui n-non mi ama più»
«Blaine – »
«Perché n-non mi ama?»
Blaine pianse, tirando Cooper più vicino a sé, e con la mano buona strinse suo fratello in un serrato abbraccio, singhiozzando contro il colletto della sua camicia."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Fandom: Glee

Autore: warblerslushie – potete trovare il primo capitolo in lingua proprio QUI

Titolo: When We’re Older

Pairing: Blaine Anderson/Kurt Hummel

Genere: Drama; Hurt; Comfort

Rating: T

Avvertimenti: MPREG

Note dell’autrice: non sono RIB quindi non possiedo né Glee né nessuno dei suoi personaggi. Se altrimenti, sarei ricca e probabilmente non scriverei fanfictions! Inoltre, il gene Reddin che menziono in questa storia è basato sul personaggio di Reddin del film Junior del 1994. Dovreste proprio vederlo se vi piace la tematica. È un buon film, lo prometto – su cui, per inciso, non ho nessun diritto.

Traduzione a cura di Killing Loneliness.

 

 

 

 

 

When We’re Older

 

 

 

Capitolo 1

 

Blaine chiuse gli occhi aggrappandosi al ripiano del lavandino, cercando di reggersi in piedi e stabilizzare la propria figura vacillante mentre ascoltava il ticchettio del timer che proveniva da oltre le sue spalle.

Aveva combattuto contro la nausea per tutta la mattina, rimettendo la propria colazione non molto tempo dopo che Kurt era uscito di casa per lavoro; ed ora, dopo qualche giorno passato a struggersi in un dibattito mentale, chiedendosi se doveva o meno andare fino in fondo alla vicenda, Blaine si trovava ad aspettare che un certo test gli desse la conferma se la sua malattia era dovuta o meno a qualcosa di più che un semplice caso di influenza.

 

****

 

«Cosa ne pensi sulla possibilità di avere dei bambini?»

La mano sul fianco di Blaine si bloccò.

Kurt era ancora alle sue spalle e Blaine sapeva che, se si fosse voltato, l’espressione sul volto del suo fidanzato probabilmente non sarebbe stata piacevole.

«Perché me lo chiedi?» domandò Kurt, stringendo la mano sull’anca di Blaine prima di rotolare via ed alzarsi dal letto – aspettò a malapena una sua riposta prima di scomparire all’interno del bagno privato della loro camera da letto.

«Stavo solo pensando, tutto qui»

«A proposito di avere dei bambini?»

«Sì, voglio dire... mi è venuto in mente e mi stavo semplicemente chiedendo cosa ne pensi a riguardo»

Kurt rientrò nella stanza con un panno caldo ed umido in una mano ed un asciugamano asciutto nell’altra; gattonò sul letto e sedette a cavalcioni sulle gambe di Blaine.

«Abbiamo appena fatto sesso e tu divaghi sull’avere dei figli?»

«Beh, magari ne vorrei un paio un giorno e mi domandavo se è ciò che vorresti anche tu»

Kurt alzò gli occhi al cielo e cominciò a ripulire le tracce di seme sue e di Blaine prima di emettere un pensieroso “Uhm” e sorridergli, gettando il panno sporco dietro di sé con disinvoltura.

«È solo che è uno strano argomento post-sesso, tutto qui»

«La gente parla di avere figli tutto il tempo, non si tratta di un argomento controverso dopo aver avuto rapporti – voglio dire, nei film succede»

«Sì, e sono quasi sempre coppie eterosessuali che hanno appena avuto un irrealistico amplesso sotto la doccia e poi, nove mesi dopo, boom! La ragazza fa saltar fuori un bambino. Oh, le gioie dei presagi!»

«Quindi, tecnicamente, in questo momento dovrei rimanere gravido visto che abbiamo appena fatto l’amore e, nell’arco di una decina di mesi, dovremmo avere un bambino... sai, basandoci sul fatto che stiamo parlando di averne in futuro»

Kurt alzò gli occhi al cielo di nuovo e scosse la testa.

«Questa conversazione sta diventando strana e voglio tirarmene fuori. Niente più discussioni sull’avere figli»

«Ma...»

«Un giorno mi piacerebbe avere dei bambini, Blaine, ma in futuro, quando sarò un po’ più grande – e questo è tutto ciò che ho intenzione di dire a riguardo»

Mentre Kurt raccoglieva il panno che aveva gettato a terra e tornava in bagno, Blaine sorrise raggiante, incrociò le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi – immagini di piccoli ed adorabili bambini che assomigliavano a Kurt gli attraversarono la mente.

 

****

 

Un suono stridente scoppiò alle sue spalle e Blaine sussultò, girando sui tacchi per afferrare il timer posto sulla tavoletta abbassata del gabinetto.

Girò la manopola, lo disattivò e lo appoggiò di nuovo.

L’ansia andava crescendo mentre lui stava lentamente cominciando a rendersi conto che il timer spento significava una ed una cosa sola.

Il test era pronto.

 

****

 

«Ti ricordi quando Rachel credeva di essere incinta?»

«Parli della volta in cui non era certa se il bambino fosse di Brody o di Finn?»

«Già»

«Sì, lo ricordo, perché?»

Kurt lasciò cadere la busta colma di cibo cinese takeaway sul tavolo ed estrasse un paio di contenitori, posandoli davanti a Blaine, prima di continuare a parlare.

«Beh, pensa di essere di nuovo in stato interessante»

«Lei cosa?» balbettò Blaine, strozzandosi con il sorso d’acqua che aveva osato bere mentre Kurt stava parlando.

Kurt allungò la mano verso di lui e accarezzò la schiena del suo fidanzato, scuotendo la testa mentre lo faceva.

«Attento, tesoro, non voglio che tu muoia prima del nostro matrimonio» attese che le guance di Blaine riprendessero colore, sorridendo appena il suo respiro si regolarizzò «Ora, come stavo dicendo prima che tu decidessi quasi di morire, Rachel pensa di essere incinta»

«E Finn lo sa?»

«No, e non lo saprà finché Rachel non avrà scoperto se davvero aspetta un bambino o se è solo un altro falso allarme»

«Beh, sarebbe bello se lo fosse. Quel bambino verrebbe davvero viziato»

Kurt ghignò.

«Sì, da te e dai papà di Rachel e da chiunque altro»

«Lo vizieresti anche tu, non mentire»

«Mh, credo di non poterti dare risposta in merito, ma... ad essere completamente sincero, spero che non sia incinta»

Blaine inarcò un sopracciglio, la forchetta che stava portando alla bocca sollevata a mezz’aria.

«E perché?»

«Perché è troppo giovane per avere un bambino! Non abbiamo nemmeno ventun anni, Blaine! E ha così tanto da fare e poi ha tutti questi piani... io non posso nemmeno immaginare di cambiare la mia vita per accogliere un altro essere umano nel mondo! Sono troppo egoista in questo momento per avere un figlio e, secondo me, anche Rachel lo è»

«Io penso che sarebbe una madre eccezionale»

«Davvero?» chiese Kurt, il viso stravolto dall’incredulità «Io, invece, penso che tu stia mentendo»

«Affatto. Voglio dire, sì, Rachel è un pochino egocentrica a volte» ignorò la sbuffata di Kurt «E, certo, è un po’ come una bomba ad orologeria quando si tratta dei suoi obiettivi per il futuro e del modo in cui raggiungerli, ma le persone possono cambiare. Sarebbe una fantastica mamma ed attendo con ansia il giorno in cui la vedrò in Dance Moms o Toddlers and Tiaras, ovviamente in una versione di Broadway chiamata Stage Moms o qualcosa del genere»

Kurt scoppiò a ridere e Blaine sorrise appena lo vide ridacchiare dietro la mano.

Quella sera, naturalmente, il resto della loro conversazione fu incentrata sulla crisi di Rachel riguardo la sua potenziale gravidanza e del loro futuro di coppia – con tanto di chiacchierata sui loro futuri figli – e quando Rachel, settimane dopo, li chiamò per raccontar loro che per l’ennesima volta si era trattato di un falso allarme, Blaine non poté fare a meno di sentirsi leggermente deluso dal fatto che non ci sarebbe stato un bebè che lui potesse finalmente viziare.

 

****

 

Quel maledetto test lo stava prendendo in giro.

Beh, a dire il vero c’erano svariati test – non si può mai sapere, si era detto Blaine quando, il giorno prima, ne aveva comprato un’enorme quantità in farmacia.

Ne aveva acquistati una manciata di diversi tipi perché aveva letto su internet che alcune marche potevano dare dei risultati falsi e lui voleva davvero, davvero sapere cosa c’era che non andava in lui in quell’esatto momento.

Quindi eccolo lì, intento a fissare la fila di test di gravidanza con il cuore che minacciava di scappargli dal petto.

«Oh, mio Dio»

 

****

 

«Buon anniversario, tesoro!»

Blaine sorrise quando sentì le labbra di Kurt contro la guancia.

Si accoccolò tra le braccia di suo marito e sospirò felice quando Kurt lo strinse in uno stretto abbraccio e cominciò a tracciare una scia di caldi baci sul suo collo.

«Kurt! Sto preparando la cena!»

Kurt si allontanò dal collo dell’altro e lo schernì giocosamente.

«È il nostro primo anniversario di matrimonio e tu vuoi rimanere a casa e cucinare? Pensavo che saremmo andati a mangiare qualcosa fuori»

«No, sciocco, volevo cenare qui e dopo potremmo... uhm...» abbassò la voce, sbattendo le ciglia per flirtare con lui «Potremmo approfittare della serata e del fatto che abbiamo tutta la notte, come domani, liberi da impegni»

«Sta dicendo ciò che penso tu stia dicendo?» chiese Kurt, ghignando diabolicamente mentre faceva un passo indietro per guardare intensamente negli occhi di Blaine.

«Oh, signor Anderson-Hummel! Che sguardo immorale mi sta rivolgendo in questo momento!» lo prese in giro Blaine, allontanando suo marito mentre mescolava la pasta in ebollizione nella pentola.

Ridacchiò quando Kurt lo avvinghiò di nuovo e ricominciò a tempestargli il collo di baci – non riuscì a trattenere il gemito che gli scivolò fuori dalle labbra appena Kurt premette la bocca contro la sua clavicola.

«Kurt, baby, per favore. Voglio finire di preparare la cena e poi possiamo fare questo per tutta la notte»

Kurt sbuffò e lasciò la presa, voltandosi verso il frigorifero; aprì l’anta e sbriciò al suo interno.

«Devo dire che sono un po’ deluso dal fatto che sei più interessato al cibo che ad avere me ma, visto che anch’io sono piuttosto affamato, non mi lamenterò troppo»

«Sono felice che tu sia comprensivo» Blaine rise, scolando la pasta ormai cotta nell’apposito utensile.

Kurt prese la salsa riscaldata dal fornello.

Raggiunsero la sala da pranzo, dove posarono le pentole prima di servirsi, e qualche minuto dopo stavano godendosi la cena e parlando tranquillamente delle loro rispettive giornate al lavoro e a scuola.

Kurt stava per trangugiare un altro pezzo di pane all’aglio quando si rese conto che Blaine lo stava fissando.

 «Stai bene, tesoro? Sembra che tu voglia mangiare me anziché i tuoi spaghetti – non che mi stai lamentando o che altro»

Blaine scosse la testa e lasciò cadere la forchetta nel piatto.

«Ho intenzione di mandarti in estasi appena avremo finito di cenare... ma stavo solo pensando, tutto qui. Non c’è bisogno di preoccuparsi»

«Un penny per i tuoi pensieri?»

«Uhm... beh, ti ricordi di quella notte di qualche anno fa, quando abbiamo parlato del nostro futuro?»

«Parliamo sempre del nostro futuro, Blaine. L’altra sera hai detto di voler mettere un soffione a cascata nel bagno padronale»

«Sì, ma questa è una cosa diversa»

Kurt alzò un sopracciglio, masticando costantemente il suo pezzo di pane.

«In che senso?»

«Beh, siamo sposati da un anno... e i-io, uhm, mi stavo chiedendo se hai pensato alla possibilità di avere dei bambini»

Il pezzo di pane che Kurt teneva in mano cadde e rimbalzò sul tavolo, rotolando, fino a fermarsi accanto al bicchiere di acqua ghiacciata.

Kurt allungò una mano e se l’appoggiò sul petto – un paio di colpi di tosse gli sfuggirono mentre fissava Blaine con gli occhi spalancati.

«Che cosa?»

«Bambini. Mi chiedevo cosa ne pensavi di averne un paio»

«Vai ancora a scuola, Blaine! Non hai intenzione di avere dei figli ora, vero?»

Blaine arrossì, agitando una mano davanti al proprio viso.

«No, Dio, no. Non ora, almeno. Voglio dire, dovremmo aspettare un paio d’anni o almeno fino a quando non saremo più stabili e più sicuri delle nostre finanze, ma...»

«Parli come un vecchio uomo sposato!» scherzò Kurt.

Respirare divenne un po’ più facile ora che aveva assimilato che Blaine non stava suggerendo di avere un bambino in quel preciso momento delle loro vite.

«Sono un vecchio uomo sposato» ribatté Blaine «Ma, come stavo dicendo, mi piacerebbe avere un bambino nel prossimo futuro. Qualcuno che sia un mix di te e me, intendo»

Kurt alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Blaine, e il suo cuore perse un battito.

Sapeva esattamente di cosa Blaine stava parlando: della recente – e stava usando quel termine con leggerezza – scoperta del gene Reddin.

Era qualcosa che gli scienziati avevano studiato per decenni e solo nel 1994 la ricerca era finalmente decollata.

Durante il secondo anno di liceo di Kurt e il primo di Blaine – non molto tempo dopo che i due erano ufficialmente tornati insieme dopo una brutta rottura –, gli scienziati avevano annunciato di aver trovato prove sufficienti che garantivano che una piccola parte della popolazione maschile era portatrice del gene e tramite qualche test gli uomini, soprattutto quelli gay, potevano scoprire se avevano o meno il gene Reddin.

Se così fosse stato, ricevendo cure mediche adeguate ed iniezioni mensili d’ormoni, si poteva portare a termine una gravidanza con successo.

A quanto dicevano le riviste documentate sulle gravidanze maschili, quello era un processo drammatico per il portatore ma fattibile, e per gli uomini gay avrebbe reso più semplice la possibilità di concepire un bambino che avesse entrambi i DNA dei genitori.

Giusto prima di sposarsi, sia Kurt che Blaine avevano fatto il test ed avevano scoperto che Blaine era portatore del gene.

Ecco perché Kurt si era spaventato a morte quando Blaine aveva parlato di avere dei bambini... perché lui non si sentiva ancora pronto per dei figli.

Entrambi avevano ancora così tanto da fare con le loro vite, come viaggiare e godersi i loro vent’anni. A parere di Kurt, non avevano tempo per dei figli e anche se, in fondo, non gli sarebbe dispiaciuto averne uno, voleva che accadesse tra dieci anni o anche più e non in quel momento.

Motivo per cui entrambi erano particolarmente attenti.

Usavano sempre il preservativo e, quando invece ne facevano a meno, Blaine prendeva una pillola anticoncezionale.

A differenza di quelle prescritte alle donne, dato che gli uomini non avevano periodi mestruali, la pillola non creava problemi a livelli ormonali. Faceva solo in modo che Blaine non rimanesse gravido e Kurt era infinitamente grato a quella dannata piccola pillola grigia-blu, soprattutto durante quelle notti in cui erano eccezionalmente ubriachi, distratti, e finivano per fare sesso senza protezioni.

In quel preciso momento, Kurt non poté fare a meno di notare lo sguardo pieno di desiderio negli occhi di suo marito mentre questi lo fissava.

Sapeva che Blaine amava i bambini ed i bambini si radunavano intorno a lui, non era una cosa strana – Blaine era un tesoro quando si trattava di piccoli frugoletti, era così affettuoso e così giocoso... e loro adoravano il suo modo di fare.

Kurt aveva avuto modo di constatare in prima persona quando Blaine fosse bravo coi marmocchi quando, una volta, aveva fatto da babysitter al figlio dei vicini di casa.

In quell’istante, Kurt realizzò che Blaine, un giorno, sarebbe stato un padre maledettamente bravo.

Ma non così presto.

Kurt non era ancora pronto.

Sorridendo, allungò la mano sul tavolo e prese quella di suo marito, stringendola.

«Un giorno, Blaine, te lo prometto. Magari, quando saremo più grandi, avremo un paio di bambini e saranno perfetti»

«Lo pensi davvero?»

«Lo so per certo. Ma... che ne dici di smetterla di parlare di pargoli e, magari, esercitarci nel farne un paio? So quanto ti piace»

Blaine sbuffò contro la sua mano ma si alzò di scatto dal tavolo, dimenticandosi della cena mentre si precipitava in camera da letto con Kurt alle calcagna.

 

****

 

«Cazzo»

Blaine fissò la fila di bastoncini e sbatté le palpebre rapidamente – le lacrime copiose che gli riempivano gli occhi scivolarono lungo il suo viso.

Alzò una mano e si asciugò il volto dai segni del pianto mentre continuava a studiare i test davanti a lui.

Positivi.

Tutti tranne uno.

Cosa avrebbe pensato Kurt?

 

 

 

 

Note della traduttrice

Non smetterò mai di ringraziare l’autrice per avermi permesso di tradurre la sua storia.

Generalmente mi tengo alla larga dalle fanfictions con tematica MPREG perché il più delle volte le trovo irreali dal punto di vista psicologico e, lo ammetto, un po’ inquietanti sotto ogni altro aspetto.

Quando ho letto la trama di “When We’re Older” mi sono ritrovata ad aprire la pagina senza nemmeno sapere il perché.

E per fortuna l’ho fatto, aggiungerei, perché è stato subito amore.

Adoro lo stile fluido di warblerslushie e la sua straordinaria capacità di dipingere abilmente i personaggi senza mai perdere il contatto con la realtà – e, trattandosi del suo primo tentativo con la MPREG, è una cosa a dir poco sublime: ha tratteggiato i Klaine più umani che abbia mai incontrato, ha fatto sì che mi affezionassi irrimediabilmente ad ogni parola e ad ogni lacrima – e, a proposito di lacrime, questa è stata la primissima fanfiction che mi ha fatta commuovere.

Far ridere è difficilissimo ma emozionare fino a far traboccare il cuore del lettore è, beh, praticamente impossibile dal mio punto di vista.

Spero di ricreare quell’atmosfera anche qui, con questa mia primissimo tentativo di traduzione, e spero che abbiate voglia di seguire me e warblerslushie in quest’avventura.

Siete i benvenutissimi a recensire, all’autrice farà piacere sapere la vostra opinione e a me... beh, a me, essendo troppo timida per postare le mie Klaine, farà piacere avere qualcuno con cui fare la fangirl impazzita. Sì. Eh, vent’anni e non sentirli...

Per qualsiasi domanda, non esitate a contattarmi!

Killing Loneliness.

  
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