Titolo:
Those
who can pacify souls
Conteggio parole:
444/444
Personaggi:
Castiel, Dean Winchester
Note: flash-fic,
slash, fluff,
missing moments
Trama : In quel momento
Castiel sembra così
scarmigliato che a
Dean viene quasi da ridere.
Note d’autrice: Per San Valentino mi hanno regalato
una scatoletta di
Baci Perugina e mi è venuta quest’insana idea di
scrivere qualcosa per ogni
frase che saltava fuori.
©
Ovviamente nessuno di questi
bambocci mi appartiene, siano lodati i giovedì e le torte,
eccetera, eccetera.
Ci siamo capiti no? Beh, Amen.
Vieni, posa la
testa sul mio petto e
io t’acqueterò
con baci e baci.
Come,
lay thy head upon my
breast, and I will kiss thee into rest.
G. Byron (n.89)
In quel momento
Castiel sembra così
scarmigliato che a
Dean viene quasi da ridere quando lo guarda cercare di mettersi comodo,
steso
su quel letto di motel accanto a lui, inevitabilmente rigido come un
palo della
luce. Il che è totalmente fuori contesto, considerato tutto
quello che avevano appena
finito di fare.
Il
cacciatore, con una guancia schiacciata sul cuscino, il
corpo completamente rilassato come accadeva
poche volte, e un solo occhio aperto attento ai suoi movimenti, decide
di
intervenire solo quando lo vede sedersi con la schiena poggiata alla
testata
del letto e la fronte talmente corrugata che la sua frustrazione sembra
espressa a caratteri luminosi sopra di lui.
Dean allora
sbuffa
qualcosa, si mette comodo sdraiato di schiena e con un gesto veloce lo
tira per
un braccio e lo fa stendere di nuovo. Sa che è Castiel che
gli ha permesso di
fare tutto quello, sa chi è il più forte
fisicamente, ma l’angelo non sembra
indisposto quando poggia automaticamente il capo
sul petto del suo cacciatore. Confuso, quello
sì, ma non indisposto.
Il
cacciatore è comunque sollevato dal fatto che, nonostante Castiel in
realtà sia grande come
l’Empire State Building, non sembra essere più
pesante di un qualsiasi altro
uomo.
Alza gli occhi al cielo a quel pensiero stupido e si mette ancora
più comodo, ed
è solo per colpa di quel movimento che le sue labbra
finiscono sulla testa
dell’angelo.
Non è certo colpa sua e di sicuro non sta ripensando a
quando, qualche momento
prima, ha passato le dita attraverso quei capelli scuri–
stringendo, accarezzando,
tirando- così tante volte che alla fine per forza che
è così arruffato adesso.
Ma Castiel
sembra rilassarsi all’istante e forse è solo una
sua impressione ma adesso si
stanno stringendo un po’ più forte.
L’angelo
fa
poi combaciare in maniera angelicamente perfetta la sua mano con
l’impronta che
gli ricorda ogni giorno come è iniziato, qualunque cosa essa
sia.
Dean
tramonta nuovamente gli occhi al soffitto e Castiel può
sentirlo sbuffare ma è
anche certo che se alza lo sguardo quelle lentiggini sono diventate un
po’ più
visibili.
Stiracchia un angolo di labbra in uno dei rari sorrisi che dagli occhi
volano
giù e toccano i fili dei muscoli facciali facendolo sembrare
sempre un po’ più
umano.
Alla fine è tranquillo, sono
tranquilli
e sono insieme,
nonostante tutta la
merda che devono affrontare ogni volta che si alzano da quel letto.
L’angelo
chiude gli occhi e in
completa pace si
mette a comporre con tocchi leggeri e ipnotizzanti quelli che paiono
ghirigori
impossibili, ma che invece sono promesse silenziose in una lingua
sconosciuta
che il cacciatore non ha ancora bisogno di conoscere.
Fin.
Quanto cavolo di zucchero, ragazzi.
Ok, non ho la
più
pallida idea del perché ci sia tutto questo fluff.
E’ melenso, me ne rendo
conto, e sto dando la colpa a Gabriel.
Colpa sua, probabilmente e passato di qui a spargere zucchero filato e
lecca-lecca. Ecco.
Niente di
più di quello che avete letto, senza pretese. Nulla di
speciale.
Spero il
conto dal dentista non sia troppo salato. (No sul serio, il mio senso
dell’umorismo
è andato a passeggio con quello di Castiel. Non so quando
torna. Probabilmente mai.)
Pace e Amore
J Besos
-Eyes.