C'era
una volta in un villaggio molto
lontano una bella ragazza il cui nome era, appunto, Bella. La fanciulla
viveva
in una casetta piccola e confortevole insieme alle due sorelle e al
padre, che aveva
recentemente perduto tutti i suoi averi.
In poche parole erano diventati poveri, ma a lei andava bene
così perché non
aveva bisogno di tanto denaro. L'importante era che fossero tutti
sereni, in
salute e uniti come una vera famiglia.
Un giorno… ah, ma la storia tradizionale la conoscete tutti,
no? Allora
passiamo subito al punto in cui c'è la svolta.
Ci
troviamo sempre nello stesso villaggio,
sempre nella stessa casetta e sempre con la stessa famigliola. Ma in
questo
momento la situazione è cambiata e, aggiungerei
dolorosamente, in peggio
purtroppo: il povero padre caduto in disgrazia è disteso sul
letto. Ha gli
occhi febbricitanti e molto probabilmente anche le allucinazioni,
triste
preludio di una morte ormai vicina. Due delle sue figlie si aggrappano
disperatamente a lui e piangono al suo capezzale neanche troppo
silenziosamente,
segno inequivoco del poco interesse riguardo al proprio genitore. Il
rispetto
per i malati è venuto a mancare da un po' di tempo a quella
parte, purtroppo.
Manca
però un'altra figlia all'appello, la
più preziosa ed amata, e il padre sta aspettando proprio
lei. Vuole vederla almeno
un’ultima volta ed essere sicuro che, almeno lei maledizione,
non si tratti di
un'ennesima allucinazione causata dalla febbre un po' troppo alta.
Poco
dopo, con immensa gioia di quasi
tutti, un fascio di luce invade la stanza, portandosi dietro una
ragazza
elegantemente vestita e dal sorriso candido e puro. L'unico sorriso che
è in
grado di allietare le giornate del povero padre morente.
-Bella,
ti aspettavo- sussurra con un filo
di voce l’uomo.
Bella
gli si avvicina e gli accarezza il
viso timidamente, quasi temesse che il padre sia così
fragile da rompersi al
tocco della sua mano.
–Papà,
mi dispiace, mi dispiace
tantissimo. Se non me ne fossi andata adesso tu staresti ancora bene.
È tutta
colpa mia-
Singhiozza la giovane e si butta in ginocchio con più garbo
delle sorelle,
piangendo sommessamente, mentre quest’ultime, accantonati
momentaneamente gli
esagerati pianti disperati, rosicano alla vista dei suoi splendidi
vestiti. L'uomo sorride e le asciuga una lacrima che scorre
triste lungo
la guancia con fare paterno.
-Non
piangere, figlia mia, e alzati. Per
tutta la mia vita la mia ragione di esistere sei stata tu. Tu mi hai
dato la
forza di continuare per tutto questo tempo-
-Padre...-
-Figlia
amata, ho un favore da chiederti-
Bella
si alza e guarda il padre dritto
negli occhi –Farò tutto ciò che mi
chiederai- decide.
Il
sorriso si posa sulle labbra
dell'anziano, che chiude gli occhi e stringe forte la mano della
ragazza.
-Allora,
resta qui fino alla fine-
Bella
si rende conto quasi subito che
quella è una richiesta impossibile. Se non torna nell'arco
di una settimana al
castello, la Bestia morirà di crepacuore. D'altro canto, non
può lasciare che
il padre si avvii verso il suo triste destino da solo.
Ma lui è già in punto di morte…
Chi
deve scegliere? Il padre o la
Bestia?
Il
padre o la Bestia?
Il
padre o...
-Come
desideri, papà-
A
causa sua il suo amato padre aveva colto
quella rosa dal giardino della bestia. Era il minimo che gli doveva. E
la
Bestia doveva capire.
E
così trascorrono i giorni, felici come
quelli di un tempo. Bella cucina e spinge la carrozzella, il padre la
ringrazia. Sembra tutto un paradiso. E le sorelle? Loro continuano a
guardare
da lontano e a struggersi dall'invida, come al solito.
Trascorre
una settimana. E poi due, tre…
finché sopraggiunge davvero la fine. Il padre spira il suo
ultimo alito di vita
e se ne va da questo mondo con un sorriso, con la grande soddisfazione
di aver
dato vita a un essere così puro ed etereo come sua figlia.
Qualche giorno dopo ha luogo il funerale.
Bella
assiste a tutto questo con il pianto
nel cuore e con la consapevolezza di non poter fare
nient’altro. E, come se
fosse poco, sente il rimorso di aver abbandonato la bestia, ma
quest’ultimo può
ignorarlo fino al suo arrivo al castello.
Quando
le cerimonie funebri finalmente
finiscono, il cielo si appresta a dipingersi del blu cupo della notte e
le
stelle iniziano a fare capolino da dietro le nuvole.
Dal
nulla comincia a piovere.
-Addio,
non vi dimenticherò mai-
Bella
non può permettersi di perdere
neanche un secondo di più. Saluta tutti con un bacio e sale
sulla carrozza.
Il tempo scorre in fretta, quindi è lei stessa che si fa
strada fino all'antico
maniero.
Dentro di sé spera solo che non sia già troppo
tardi.
Un
forte batticuore la coglie
all'improvviso, riesce a sentire lo scroscio delle gocce che le
frustano il
viso. Potrebbe scommettere di aver sentito un urlo disumano provenire
dai
labirinti più profondi del castello.
Ma ormai è quasi arrivata.
Il
cancello si apre e lei si addentra
nell'oscurità del giardino. Come aveva immaginato, qualcuno
sta gridando da una
delle stanze. Il suono è straziante e lei sa perfettamente
di chi si tratta.
Cerca
di fare più in fretta che può,
inciampa varie volte negli scalini e sente che qualcosa le si rompe
dentro ogni
volta che gli sguardi dei servi la guardano con occhi affranti, delusi
e
accusatori.
A
mano a mano che procede, le urla le
arrivano più distintamente e le flagellano il cuore.
Percorre l’ultima rampa di
scale e spalanca la porta della stanza, gettandosi ai piedi
dell'immenso
baldacchino rosso dove la bestia sta dando sfogo al suo dolore.
-Ti
prego, perdonami- supplica tra le
lacrime, stropicciando tra le mani le coperte disordinate e
singhiozzando
disperatamente.
- Come potrei perdonarti dopo che mi hai abbandonato? - rantola la
Bestia. La
sua voce è più roca del normale e pure Bella,
miracolosamente, questa volta
fatica a sentirla.
Le
sue condizioni sono pessime: le iridi
nocciola della creatura stanno rotolando verso la parte superiore
dell'occhio e
una bava di un colore non definito cola dagli angoli della sua bocca.
-Ti
prego, per favore, non abbandonarmi.
Da adesso in poi ti starò per sempre vicina, non
c’è nessun altro che possa
separarmi da te. Ti chiedo solo di non abbandonarmi- continua a
supplicarlo
lei, piangente, stringendogli i lembi del vestito fino a farsi
sbiancare le
nocche.
La
Bestia non risponde niente.
Bella si asciuga le lacrime e cerca di abbozzare un mezzo sorriso
rassicurante.
–Sai,
la prima volta che ti ho visto ho
pensato "E' impossibile che esista qualcuno di così
mostruoso".
Per questo motivo quando mi hai chiesto di sposarti ti ho risposto che
avevo
bisogno di tempo per pensarci. La verità è che
non volevo unirmi in matrimonio
con un essere come te-
La
Bestia ascolta impassibile, o almeno
così vuole credere Bella. Ha lo sguardo vacuo e fisso sul
soffitto. La povera
ragazza ricomincia a singhiozzare.
-Ma
ora, ora finalmente ho capito
quali sono i miei veri sentimenti e ti prometto che non ti
lascerò mai più.
Perché questa è la risposta che per tanto tempo
hai aspettato: ti amo e voglio
sposarti-
Appena
finite di pronunciare le ultime
parole, come per magia- sì la magia dell'amore- gli occhi
della Bestia
riprendono vita e, con un balzo, il suo corpo raggiunge Bella e la
stringe a sé
possessivamente, senza farle del male.
-Bella,
grazie di tutto- le soffia sulle
labbra mentre una luce sorda li avvolge entrambi, la bava
improvvisamente
risucchiata tra le pieghe dolci del cuscino –Promettimi che
non lascerai mai
più il mio fianco-
-Te
lo prometto. E tu promettimi che non
lascerai mai il mio- risponde aggraziata la fanciulla.
La
Bestia sorride –Ti amo-
La
luce diventa sempre più accecante,
inonda la stanza e scompare nel momento in cui le labbra della Bestia
si
separano da quelle della sua promessa sposa.
Ora
Bella è finalmente… un'altra bestia?
Con
zanne potenti nuove di zecca
scaraventa la vera Bestia dall'altro lato della stanza e intraprende
una corsa frenetica
e disperata verso lo specchio. Non riesce ad afferrarlo bene a causa
delle sue
unghie decisamente lunghe e antiestetiche, incrinandolo durante
l’azione, ma scorge
l'essenziale.
-Come… Com'è possibile?!- grida furibonda
– Non doveva andare così. In tutte le
storie che ho letto il vero amore trasforma il principe e la
principessa, che
vivono entrambi per sempre felici e bellissimi! Mai
la donzella si
ritrova nel corpo di un orribile licantropo! -
La
Bestia si alza, ancora mezza intontita
dal volo, e con somma paura cerca di spiegarle che non si tratta di un
licantropo.
-Silenzio!
- tuona Bella, a cui ora, per
ovvi motivi, sarebbe meglio cambiare il nome.
-Io non avevo previsto questo, noi dovevamo vivere per sempre insieme,
ma come
due umani! -
In
preda alla frustrazione, inizia a
graffiarsi la pelle con le sue lunghe unghie marce e a strapparsi i
peli della
testa. La Bestia non può fare altro che osservare
terrorizzata e con gli occhi
spalancati la metamorfosi della sua compagna, che ora ha le mani
imbrattate del
rosso del suo stesso sangue.
-Io non posso crederci- dice Bella –Io… io...
sono nervosa. Io… ho fame-
Gli occhi di Bella si posano sulla Bestia, dementi. Sul suo grottesco
muso è
dipinta una smorfia folle e affamata.
-Bella...-
deglutisce la Bestia, ma la sua
compagna avanza verso di lui senza dargli retta. Con un salto gli
è sopra e lo
azzanna direttamente al collo. La Bestia non può far altro
che soccombere
mentre il suo grande amore si dà da fare come se stesse
presenziando un buffet.
I
servi corrono via, spaventati e
impotenti, rovesciandosi fuori dal castello. Giù per le
scale e lontano dal
mostro cannibale, l’assassino del loro padrone. Ma neanche le
loro urla e i
loro passi disordinati riescono a coprire il rumore dei denti che
masticano la
carne dura.
Quando
Bella si sente finalmente sazia,
ormai il castello è rimasto totalmente disabitato. Squadra
da capo a zampe il
pasticcio di sangue sotto di lei e, dopo essersi arrovellata un po' il
cervello, giunge a un patto con la sua coscienza.
-In fin de conti te lo avevo promesso-
Ad
ogni sua parola, pezzi di carne che le
si sono intrappolati tra i denti svolazzano e si liberano
nell’aria.
Con un ultimo morso stacca quello che è rimasto della testa
della Bestia e la
nasconde dentro un fagottino, che poi si issa sulla spalla. Il sangue
viene
assorbito dal tessuto e comincia a gocciolare. L'odore di carne morta
fa girare
la testa a Bella.
-Ho
di nuovo fame- constata dopo un breve
tragitto poi, con un sorriso insanguinato. Getta un'occhiata al
fagotto, un
tempo candido e ora scarlatto, e ride macabramente della disgrazia
altrui.
-Come vedrai, staremo sempre insieme… anche se a modo nostro-