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Autore: Eriketta89    06/12/2007    4 recensioni
un giorno di pioggia... due sconosciuti che tanto sconosciuti non sono... e il Natale...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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…un giorno di pioggia può trasformarsi in una splendida giornata

…un giorno di pioggia può trasformarsi in una splendida giornata...

 

Kaname sospirò guardando i vetri rigati dalla pioggia. Era il 25 Dicembre, e il tempo le stava facendo davvero un bel regalo. Sospirò ancora e tornò a fissare lo sguardo sul computer: whispered o no, l'unico lavoro che era riuscita a trovare era quello di segretaria in un noto studio d’avvocati, perciò passava giornate intere davanti a quel computer, che aveva finito per abbassarle la vista. Ora portava gli occhiali, e i capelli erano più corti, ma i suoi occhi castani erano sempre gli stessi. Il sorriso no, quello non era più stato lo stesso da quando Soususke aveva rinunciato a proteggerla. Le aveva lasciato persino una lettera, in cui le diceva di che rinunciava perché il suo coinvolgimento emotivo rischiava di far fallire la missione. “Missione”, proprio così l’aveva definita. Kaname l’aveva cercato incessantemente, mettendo d parte ciò che restava del suo orgoglio ferito, ma non era riuscita a scoprire niente. ‘Probabilmente sarà morto, vista la sua propensione a prediligere missioni in pratica suicide…’. Kaname represse uno sbadiglio e spense il computer. Indossò l’impermeabile che le aveva regalato Kyoko. Era diventata una fotografa famosa, la piccola, timida, Kyoko, e ora la proteggeva e la spronava come una sorella maggiore. Kaname sorrise nel ripensare alla timida adolescente, ora una donna decisa, che aveva al seguito uno stuolo di corteggiatori. Non era bella nel vero senso della parola, Kyoko, ma aveva quel non so che, che faceva voltare le teste degli uomini al suo passaggio. Aprì la porta e alzò il bavero dell’impermeabile, ora non le restava che raggiungere la fermata dell’autobus e tornare a casa, dove l’aspettava la sorella, che ormai da tre anni viveva in pianta stabile da lei. Il padre era rimasto in America, si era risposato, e presto sarebbe diventato di nuovo papà, di un maschietto. Kaname era rimasta shockata quando l’aveva saputo, ma ora non poteva che dirsi contenta, e molto presto lei e la sorellina sarebbero volate a New York per conoscere il nuovo fratellastro. La pioggia era gelida, e Kaname arrivò sotto la pensilina della fermata bagnata come un pulcino. C’erano anche un altro uomo e un’anziana signora, che le sorrise con simpatia.

-che cosa ci fa in giro con questo tempo signorina?

-…lavoro…

-ma come? Oggi è Natale!

-…lo so… ma per il capo questo non conta… comunque adesso sto ritornando a casa… e lei che cosa ci fa in giro con questa pioggia?

-porto a spasso il piccolo Toby

Sentendosi chiamato in causa, un cagnetto fece la sua comparsa e, dimentico della pioggia, sgusciò da sotto le gambe della signora e andò a fare le feste a Kaname, che si chinò per accarezzarlo. Arrivò un autobus.

-è il mio… arrivederci signorina… e buon Natale a tutti e due!

-Buon Natale anche a lei!

La donna salì sull’autobus, che si allontanò nella pioggia. Kaname cercò di ripararsi meglio, e nel frattempo osservava l’uomo accanto a lei: alto, moro, capelli corti, occhi decisi, corpo ben fatto, da quel poco che si poteva intuire. Proprio il quel momento lui si voltò, e le sorrise. Il cuore di Kaname fece una capriola, decisamente attraente.

-che tempo, veramente un bel Natale non trova?

Kaname sentì mancarle il respiro. Potevano essere passati gli anni, ma quella voce… quella voce l’avrebbe riconosciuta fra mille altre voci ‘Sousuke, proprio te…’. L’autobus si fermò davanti a loro, ed entrambi salirono. Kaname continuava a guardarlo, senza il coraggio di parlare. Una brusca frenata dell’autobus la fece cadere addosso all’uomo, che la sostenne passandole un braccio intorno alla vita. Le arrivò all’orecchio la risata di una ragazzina.

-siete sotto il vischio! Vi dovete baciare!

Il viso di Kaname si fece di un intenso color porpora, mentre recuperava l’equilibrio. L’uomo le sorrise.

-… è la tradizione…

Poi si chinò a sfiorarle le labbra con un casto bacio. Kaname era pietrificata. L’autobus si fermò e si aprirono le portiere. Kaname scese, a parte tutto quella era la sua fermata. Scese dall’autobus e si voltò a guardare l’uomo, che ricambiò il suo sguardo.

-Buon Natale Sousuke…

Vide lo stupore sul bel volto dell’uomo, che fece un passo avanti. In quel momento le portiere si chiusero, e l’uomo non riuscì a scendere. Picchiò un pugno sul vetro

-Kaname! Kaname!

Kaname fece un passo indietro. L’autobus ripartì, e Kaname riprese a camminare. Improvvisamente si fermò. Qualcuno la chiamò. Si voltò.

  
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