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Autore: You_are_my_sunshine    20/05/2013    0 recensioni
I suoi occhi sono il mio sole, il suo sorriso è il mio sorriso. Lui è la ragione dei miei malumori, e dei miei sorrisi improvvisi. Ma io per lui cosa sono? Un'amica? Una conoscente? Una sconosciuta? 
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non riesco a smettere di amarlo. 

 

 

" Mi manchi da morire " . Quante volte avevo scritto quelle quattro parole, quante volte le avevo digitate sul cellulare per poi , puntualmente, non inviare il messaggio e cancellare tutto? Tante, troppe. Ma il mio stato d'animo non cambiava, lui mi mancava veramente da morire. Non vedere più quel suo sorriso splendido tutti i giorni, non incontrare quelle iridi marroncino chiaro, era assolutamente frustrante e doloroso. Incontrarlo per i corridoi della scuola, e non sempre riuscire a salutarlo, era come una sconfitta personale. Ma quando invece ricevevo un cenno di saluto, quando lui mi regalava di nuovo uno dei suoi sorrisi, il mio cuore prendeva la sua strada, e la mia giornata migliorava, anche se ero consapevole del fatto che , infondo, nulla poteva cambiare. Ogni giorno maledivo il mio comportamento infantile da bambina impaurita, ogni giorno rimpiangevo di non aver avuto abbastanza coraggio per cambiare le cose. Il risultato? una sofferenza continua. Avete presente come sia incontrare la persona che si ama , così casualmente, e non scambiarci nemmeno un saluto? La sensazione che assale è la tristezza, accompagnata dal sordo rompersi di qualcosa nel petto, all'altezza di quell'organo che pompa il sangue permettendoci di vivere, ma che poi, per tutto il resto della nostra vita, ci fa principalmente provare dolore. Intercettare sguardi silenziosi, incomprensibili ma pieni di sentimento, è un qualcosa che non fa che aumentare quella sensazione di disagio che cresce dentro. 

Ogni giorno maledivo quel giorno in cui non avevo colto la mia occasione. Perchè? Forse perchè troppo spaventata, troppo confusa. Continuo a dare la colpa al periodo che stavo passando, ma la verità è che non sapevo cosa fare, non sapevo come reagire. Sapevo di stare sempre bene con lui, di adorare i suoi abbracci, di bramare il suo contatto. Sapevo di avere sempre il sorriso sulle labbra se si trattava di lui. Ma avevo paura, ero confusa. Cosa eravamo? Non lo sapevo. Non lo capivo. E quando lui mi disse che con me si sentiva al sicuro, si sentiva sè stesso e soprattutto, che gli mancavo quando non ero con lui.. io non ho saputo rispondere, giocandomi forse la mia unica possibilità. Sì, rimpiangevo decisamente quel momento. Potessi tornare indietro, farei andare tutto in modo diverso. A quelle confessioni andrei da lui, lo bacerei e gli direi " Ei, sono qui, per te. E non ti lascio, perchè con te sto bene. " . Ma indietro non si torna, no? Infondo mi ci sono messa da sola in questa situazione. 

Ma chi se lo immaginava che in soli tre mesi d'estate lui se ne trovasse un'altra? Chi se lo immaginava che una volta tornato mi avrebbe detto " Ho conosciuto una ragazza, e mi piace da matti ". Io no di certo, anzi . Nel sentirgli pronunciare quelle parole avevo sentito un pezzo del mio cuore cedere. Perchè non ero io quella ragazza, lo sapevo. E in quel momento avrei dovuto reagire e dirgli " No, non puoi! Perchè io penso di essermi innamorata di te! Perchè questa estate mi sei mancato più di ogni altra cosa, e tutto ciò che volevo era abbracciarti. Non può piacerti un'altra! ". Dovevo mettermi a nudo, dovevo tentare. In tre mesi non può sparire tutto no? E invece. Invece non dissi nulla. " Ah si? Sono felice per te! Come si chiama?" chiesi invece stupidamente. Sapete cosa mi uccise? Vedere il suo sorriso mentre pronunciava il suo nome. " Arianna. " disse quasi emozionandosi. Lì, lì realizzai quanto fossi stata stupida e mi resi conto di provare davvero qualcosa di forte per lui. Ci credete ai detti? Bè, io da quel giorno iniziai a crederci. ' Non ti rendi conto di quanto una cosa sia importante finchè non la perdi. ' E' fottutamente vero. 

Ma la cosa peggiore fu quando cominciò a trattarmi da migliore amica. Gli abbracci non mancavano, ma erano diversi. Lui era la ragione dei miei sorrisi, mentre la ragione dei suoi era quella là. Io ero l'amica, la spalla su cui piangere, su cui sfogarsi. La ragazza a cui chiedere consiglio. Ma ero solo un'amica. E la cosa mi distruggeva dentro. Ma la consapevolezza di ciò che provavo fu definitiva in un pomeriggio di novembre. Si offrì di accompagnarmi a comprare un regalo per mio fratello, mi avrebbe fatto da cavia. La trovai una cosa dolcissima, in più mi mancava da morire passare del tempo con lui. 

Ma ciò che mi sembrava come un'opportunità, un qualcosa di stupendo, si rivelò estremamente doloroso. Mentre camminavo desideravo solo stringergli la mano e incrociare le nostre dita. Ad ogni panchina in cui ci sedevamo, avevo l'impulso di stringerlo forte a me. Ad ogni abbraccio sognavo seguisse un bacio . La sua vicinanza mi faceva battere forte il cuore, il suo tocco mi faceva emozionare. Era tutto così bello e doloroso allo stesso tempo. Difficile da gestire. Più volte pensai fosse il caso di confessare tutto, o di chiudere quel rapporto così struggente per me. Ma non ce la facevo. Anche solo vederlo, per me era di vitale importanza. Si può essere così masochisti? Ebbene si. Quella situazione andò avanti fino a fine dicembre. Lei non lo trattava come meritava, lui stava più male che altro, ma io non riuscivo a confessargli ciò che provavo. Vi chiedete il perchè? Perchè lo vedevo soffrire per lei, e sapevo che lui la amava. E sapevo anche che se gli avessi rivelato i miei sentimenti, ci saremmo allontanati , perchè nel suo cuore non c'era spazio per me. Vivevo per i suoi ' buongiorno princpessa ' , mi scioglievo ad ogni ' per te farei questo e altro ' che seguiva ogni mio grazie. Mi svegliavo pensando a lui, e mi addormentavo immaginando il suo sorriso. Era una situazione tremendamente dolorosa.  La mia migliore amica non sapeva più come farmi andare avanti, e io in realtà non lo volevo. 

Poi a dicembre, io iniziai a stufarmi di essere usata solo per dei consigli. Lui non si interessava nemmeno più di come stavo.  Mi chiamava solo per parlare di lei, e chiedere consigli. Io potevo anche morire dentro, che lui nemmeno se ne accorgeva. A quel punto mi sentii troppo male, troppo sola e troppo innamorata. Ma il suo atteggiamento fece scattare in me una molla, e reagii. Reagii a quella situazione, rispondendogli male, facendogli capire che a me non andava di essere trattata così. Il risultato? Smettemmo di parlarci. Non ci salutavamo più, a scuola lo evitavo, lui stava sempre con lei. E io? Io soffrivo nel vederli insieme, morivo nel vederlo e voltarmi dall'altra parte. Ma con lui sembravo non essere in grado di fare la scelta giusta. Non ero stata in grado di ricambiare ciò che provava nel momento giusto, non ero stata in grado di confessargli ciò che provavo e non ero in grado di far qualcosa per riaverlo nella mia vita. 

Così arrivò la fine della scuola. Non ci eravamo più scambiati una parola da dicembre. Io ero disperata all'idea di non poterlo vedere nemmeno da lontano per tre mesi. Era vero, non ci parlavamo nè salutavamo, ma vederlo per me era già qualcosa. Andai in crisi al pensiero di passare tre mesi interi senza ricevere sue notizie se non vedendo la sua bacheca di facebook. Ma non avevo scelta. 

La scuola finì. Giugno lo passai a deprimermi. A luglio mi risvegliai. Decisi di divertirmi, di superare quella situazione perchè tanto lui non sarebbe mai tornato da me. Così ripresi i contatti con vecchi amici, uscii, mi divertii, mi distrassi in tutti i modi. 

Poi a fine luglio mia madre mi fece una sorpresa. Una vacanza a Londra di due settimane con la mia migliore amica. Dire che ero entusiasta sarebbe un eufemismo. A lui, Andrea , però pensavo costantemente. Non vederlo mi aveva in parte aiutata, ma il pensiero non ne voleva sapere di abbandonare la mia mente già abbastanza incasinata. 

Partimmo il 20 luglio. Quasi a volerlo fare apposta, sull'aereo conoscemmo due ragazzi di Milano, Alessandro e Nicolò. Chiamatelo destino, fortuna o come volete, ma i due ragazzi alloggiavano in un hotel vicino al nostro. Così passammo parecchio tempo insieme, e io e Nicolò trovammo sempre più cose in comune. Per la prima volta dopo Andrea ritrovai interesse per un ragazzo. Avevo capito di piacere parecchio a Nicolò, e avevo deciso di lasciarmi andare e provarci sul serio. 

Così , quando lui trovò il coraggio, ci scambiammo il nostro primo bacio. Lo ricordo ancora, eravamo davanti a Westminster Abbey e stavamo facendo gli scemi rincorrendoci.

Sembrava tutto perfetto. Con lui stavo bene, lui era preso e ci stavamo divertendo davvero tanto. 

Ma poi ecco che la fortuna diventa sfiga. Tre giorni prima di tornare a casa, lessi su facebook che Andrea e Arianna si erano lasciati. Shock. Cosa provavo? Non saprei dirlo. Ero emozionata e confusa allo stesso tempo. Iniziai a pensare a tutto ciò che sarebbe potuto succedere. 

Poi tornammo a casa. Io e Nicolò eravamo coscienti del fatto che un relazione a distanza non sarebbe proprio stata facile, ma avevamo deciso di provarci. Io però, mi sentii tremendamente in colpa quando , appena arrivata a casa, mi informai della situazione di Andrea. Nemmeno a volerlo fare apposta lui era al mare, nella stessa cittadina in cui era anche una nostra compagna di scuola, per altro mia cara amica. 

Venni a sapere che lui chiese di me. La mia amica, intuendo la situazione mi invitò a casa sua, e appena Andrea lo seppe mi scrisse. Mi chiese scusa per il suo comportamento e mi disse che voleva vedermi. " mi manchi" mi scrisse. E a leggere quelle parole il mio cuore perse un battito. Sarei sopravvissuta  a tutto? Non ne avevo idea. 

Quando lo vidi il cuore prese a battere a una velocità inaudita. Mi sentivo emozionata e agitata in una maniera incredibile. Mi era bastato vederlo da lontano per farmi prendere dal panico e nascondermi.  Ma poi non potevo più scappare, non quando me lo ritrovai davanti agli occhi. Il suo sorriso, il suo splendido sorriso era lì, sulle sue labbra. I suoi occhi scintillanti nascosti dietro un paio di occhiali da sole che non facevano che conferirgli un qualcosa in più. Era dannatamente bello. " ciao" dissi sorridendo. Lui mi abbracciò, mi tenne stretta e mi sussurrò " ciao piccola ". In quel momento penso di aver avuto un attacco di cuore. Non lo vedevo da più di due mesi, ma l’effetto che mi faceva non era cambiato minimamente. E in quel momento lui era lì, più bello che mai , e mi abbracciava forte. Sembrava un sogno. 

Quei due giorni sembrarono un sogno. Mi aveva ospitata a casa sua, eravamo stati tutto il tempo insieme.. era tutto perfetto. Mi aveva raccontato cosa era success con Arianna, mi aveva confessato di non riuscire più a stare con una ragazza che lo limitava in tutto , e mi aveva chiesto scusa, per tutto. " mi sei mancata da morire" mi disse dopo che avevo detto una delle mie solite battute ironiche. Poi mi aveva sorriso. 

Il suo sorriso non aveva smesso di farmi accelerare i battiti cardiaci, i suoi occhi non avevano smesso di provocarmi sorrisi spontanei, la sua risata non aveva smesso di migliorarmi la giornata, e la sua presenza non aveva smesso di essere fondamentale. Io lo amavo, lo amavo davvero. E lo amavo da quasi un anno ormai. Che quella fosse la mia occasione? Ci speravo con tutta me stessa. 

Continuammo a sentirci per tutto agosto. Ci vedemmo altre volte, per quanto ci era possibile. Eravamo entrambi al mare, ma in posti differenti. Intanto io mi sentivo in colpa nei confronti di Nicolò, e gli avevo chiesto una pausa. Ci speravo. Andrea sembrava quello di due anni prima, quello che mi aveva praticamente confessato i suoi sentimenti, per poi non ricevere risposta. Mi coccolava, mi chiamava tutti i giorni, mi scriveva cose dolci. Sembrava tutto un sogno. E lo era. 

A settembre le cose cominciarono a cambiare. In quel mese ci eravamo scambiati un bacio a stampo l'ultima volta che ci eravamo visti. Avevamo entrambi deciso di affrontare le cose una volta ritornati a casa. Ma nel frattempo lui riprese a parlarmi di Arianna. E il mondo sembrò crollarmi addosso. Non poteva succedere tutto di nuovo. 

Quando rientrammo a casa, i suoi messaggi erano sempre meno frequenti.  Iniziò la scuola, e a stento ci salutavamo. Perchè? Cosa poteva essere successo in quelle poche settimane? Io mi sentivo persa, triste, sentivo il cuore spezzato in due. Ma quello era nulla in confronto a come mi sentii pochi giorni dopo, quando venni a sapere che lui e Arianna erano tornati insieme. 

Mi sentii stupida, ferita, incredula. Una completa idiota. Come avevo potuto cascarci così? Come avevo potuto mandare all'aria la cosa più bella che mi era capitata da quando avevo iniziato a soffrire per lui, per tornare proprio a soffrire per lui? Ero distrutta. 

Smisi completamente di parlargli, lo evitavo per i corridoi della scuola, e se lo incontravo per strada cambiavo direzione.  Sapevo che lui chiedeva di me alle mie amiche, ma decisi di ignorare tutto.

Verso dicembre ero convinta di averla superata. Vederlo non mi faceva più quell'effetto sconvolgente. 

Ma era tutta un'illusione. Nel momento in cui ci rivolgemmo un saluto, il primo da quell'ultimo incontro, sentii il cuore battere a mille. Al suono della sua voce mi sentii cedere, alla vista del suo sorriso abbozzato mi sentii in paradiso. Per non parlare dei suoi occhi. No, non ne ero uscita. 

 

E oggi, a distanza di quasi due anni, mi rendo conto di esserci dentro come all'inizio. Oggi, a scuola, mentre mi dirigevo verso i bagni , sono passata davanti alla sua classe. Lui era là, vicino alla cattedra. Mi ha vista, mi ha sorriso calorosamente e mi ha salutata. Ho ricambiato il saluto. In quell'esatto istante la professoressa si è voltata, ha visto il mio cenno e ha ricambiato il saluto, per poi voltarsi verso Andrea. " Salutava me o te ? " gli ha poi chiesto. " Me prof! Sono io quello speciale " ha risposto lui, per poi voltarsi nuovamente verso di me e sorridere ancora. Ed è stato in quel momento che ho realizzato quanto l'amore renda stupidi e masochisti. Quanto tu non possa sceglierlo e quanto ti ci ritrovi catapultata dentro senza nemmeno rendertene contro. Oggi mi sono resa conto che un suo sorriso mi manda ancora lo stomaco sottosopra, che i suoi occhi mi fanno sorridere .. sorridere stupidamente per un suo saluto, un suo cenno di attenzione. Non mi è passata vero? Decisamente no. Lui è ancora il mio chiodo fisso. E anche se so che è un emerito coglione, che mi ha fatto soffrire e lo fa tuttora, io non riesco a togliermelo dalla testa. Io non ci riesco a  non emozionarmi quando lo vedo, a non diventare di buon umore solo perchè mi sorride. E' da stupida, lo so.. me ne rendo conto , anche perchè lui è fidanzato. E ci credete? Proprio oggi che era l'anniversario di non so quanti mesi di 'prigionia' con quella là, io stavo davvero male. Avevo letto ciò che lei aveva scritto su facebook, e come sempre, ci ero rimasta male. Ma poi, qualche ora dopo, lui mi ha vista per i corridoi, da lontano e mi ha sorriso, e lì il mio mondo si è illuminato. Come faccio, ditemi, come faccio io a smettere di emozionarmi per quel sorriso? Come faccio a non sorridere pensando a lui? Come faccio a lasciarlo andare? Io non lo so. Non so perchè continuo a farmi questo, so solo che non riesco a smettere di provare ciò che provo.  Non riesco a smettere di amarlo.

 

# Salve a tutti (: questa è la mia prima storia originale, spero che vi possa piacere (: Devo dire che c’è anche molto di personale !  Mi piacerebbe sapere che ne pensate (: un bacio, Mary <3 

   
 
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