Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: emotjon    20/05/2013    25 recensioni
[SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
-
-
Lei, Andromeda Tomlinson, per tutti Andie.
Classe 1993. Capelli castani, occhi celesti.
Sorella minore di Louis. Ex ragazza di Liam Payne.
Migliore amica di Harry Styles.
Genitori ricchi sfondati... Ma che bloccano le carte di credito ai fratelli Tomlinson.
La soluzione? Un coinquilino.
E chi meglio di Zayn Jawaad Malik?
Ma soprattutto... Andie, la ragazza acida con la corazza d'acciaio, riuscirà a resistere al fascino del tenebroso quanto sexy e dolce coinquilino?? Sta a voi scoprirlo. E se leggete lasciate una recensione, vero? Vero.
xx Fede.
Accenni Larry. Niente di sconcio, solo due ragazzi innamorati, giuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Capitolo 3. He saved me.

Gemetti dal dolore. Liam mi stava stringendo il polso forte. Molto forte. Mi stava facendo male. E tanto anche. “Liam, mi fai male”, protestai con una smorfia. Un sussurro, visto il volume della musica. “Liam…”, riprovai, a voce un pelo più alta. Sentivo le sue dita premere contro le ossa del mio polso, mi stringeva tanto forte da farmi venire voglia di urlare.
Liam, lasciala”, sentii la voce di Destiny nitida alle mie orecchie. Ma per Liam doveva essere un sussurro, come lo era la mia. Chiusi gli occhi, aspettando il momento il cui mi avrebbe lasciata andare. Sperando che mi avrebbe lasciata andare. E, con gli occhi chiusi, rividi ogni momento passato insieme a lui…
Il nostro primo incontro, all’asilo. Ogni primo giorno di scuola. Ogni pomeriggio passato al parco a giocare. Il primo bacio. Il giorno in cui mi aveva chiesto di stare insieme. Il giorno in cui aveva scoperto che ero bulimica. La prima volta in cui mi aveva detto di amarmi. La prima volta che avevamo fatto l’amore.
Finché non sentii le sue dita abbandonare il mio polso. Allora mi azzardai ad aprire gli occhi, trovandomi immersa in quelli color cioccolato del mio coinquilino. “E’ ubriaco, lascialo perdere”, mi disse sfiorandomi il polso. Sussultai dal dolore, cercando di reprimere una smorfia. Avevo le lacrime agli occhi.
Liam. Avrebbe potuto picchiarmi, se Zayn non mi avesse salvata.
Voglio andare a casa”, mormorai. Non ero nemmeno sicura che mi avesse sentita, ma quando mi prese per mano, delicatamente, e iniziò a trascinarmi, mi sentii meglio. La sua mano sulla mia, mi faceva sentire meglio. E, davvero, non riuscivo a capirne il motivo. Continuò a tenermi per mano, trascinandomi per casa di Liam, alla ricerca di mio fratello, forse.
Louis, la accompagno a casa”, gli disse Zayn una volta trovato. Un attimo e sentii gli occhi di mio fratello addosso, sgranati. Come se fosse terrorizzato. “Sta bene, te lo raccontiamo dopo, okay?”, continuò Zayn, rivolgendo un mezzo sorriso a Louis, che in qualche modo si tranquillizzò. Era Zayn. Sembrava che avesse il potere di tranquillizzare tutti con uno sguardo, o con un semplice tocco. “Vieni”, aggiunse poi il moro intrecciando le sue dita alle mie, come per farmi sentire meglio.
E, la sapete la cosa strana? Funzionava.
Cercai di rimanere calma e tranquilla fino in macchina, e tenni gli occhi chiusi per tutto il viaggio fino a casa, cercando di trattenere le lacrime e di non pensare al male che mi faceva il polso. Sussultai, quando sentii una mano di Zayn sulla coscia e mi costrinsi ad aprire gli occhi, lasciando scappare una lacrima al mio autocontrollo di ferro.
Sembri scioccata…”. Mi morsi un labbro per non singhiozzare. “Andie, ce la fai a camminare o devo portarti in braccio?”, scherzò con un mezzo sorriso stringendomi appena un ginocchio. Annuii appena, scendendo dall’auto e appoggiandomi a essa per non svenire. Sentivo che stavo per sentirmi male.
Mi gira la testa, Zayn…”. Poi più niente, il nulla. Buio totale.

~

Aprii gli occhi lentamente, sussultando per il freddo che sentivo al polso, e facendo subito dopo una smorfia ricordando quello che era successo la sera prima. Sentii delle dita correre su e giù lungo il mio braccio e per un attimo pensai che fosse… sì, Liam. Ero terrorizzata dal fatto che potesse essere lui, che la sera prima mi aveva quasi frantumato un polso.
Sono Zayn, Andie, tranquilla”, mi sentii dire. Allora mi azzardai a voltarmi, trovandomi negli spettacolari occhi castani del mio coinquilino. Sarei sprofondata volentieri in essi, pur di poter dimenticare la giornata e la serata precedenti. Sospirai, iniziando a piangere. “Ehi, vieni qui”, mormorò stringendomi a sé.
Allora mi accorsi di indossare ancora i vestiti della sera prima, e in qualche modo riuscii a sorridere. “Non mi hai spogliata”, gli feci notare allontanandomi appena e asciugandomi una guancia. Ero… stupita. Piacevolmente stupita. E molto anche. “Grazie”, mormorai lasciandogli un bacio su una guancia. Gesto strano, se messo in atto da me. “Per avermi salvata da Liam, per avermi portata a casa, per il ghiaccio sul polso…”.
Mi bloccò scendendo dal letto e abbracciandomi. Così, all’improvviso, dal nulla.
Come va il polso?”, mi chiese allontanandosi di un passo e tirandomi su il braccio, per osservare i segni che le dita di Liam ci avevano lasciato. Vidi Zayn scuotere appena la testa, per poi lasciarmi il braccio. Non dissi una parola, non sembravo in grado di articolare nemmeno una sillaba. “Ridicolo”, lo sentii borbottare mentre usciva dalla nostra stanza. E non riuscii a capire se era rivolto a me, al mio polso livido o al mio ex, che da ubriaco sembrava essere diventato un mostro.
Feci un respiro profondo, per poi chiudermi in bagno, togliermi i vestiti e buttarmi sotto l’acqua bollente. Bollente, per poter pensare al calore sulla pelle e non a quello che era successo. Bollente, per cercare di riscaldarmi, visto il freddo che sentivo dentro. Bollente, come la rabbia repressa malamente che provavo per Liam. E senza nemmeno accorgermene ero scivolata lungo la parete della doccia, fino a sedermi sul pavimento, piangendo.
Rimasi lì, e in quella posizione, per quella che mi parve un’eternità, finché non sentii l’acqua chiudersi e, aprendo gli occhi, non vidi Harry, un lampo preoccupato negli occhi verdi e i ricci, di solito sempre perfetti, tutti scompigliati. Chiusi di nuovo gli occhi, fregandomene del fatto che fossi completamente nuda, davanti al mio migliore amico omosessuale. “Piccola…”, mormorò sfiorandomi una guancia. Istintivamente, mi ritrassi, come era successo al mio risveglio con Zayn. “Dee, sono solo Harry”.
Dee, il diminutivo del mio diminutivo.
Dee. Quasi nessuno mi chiamava così. Solo Harry in pratica.
Eravamo Harreh e Dee contro il mondo, qualsiasi cosa succedesse. E, a dire il vero, tra la mia vita e la sua, ne erano successe davvero parecchie. Tutti i miei problemi, certo. Ma anche Harry non era stato da meno. Il suo patrigno l’aveva cacciato di casa, non appena aveva saputo che il figlio di sua moglie non era normale. Normale per lui, ovviamente. Io avevo continuato a volergli bene, e mio fratello aveva iniziato ad amarlo. Per cui, in fondo, non gli era andata tanto male. Aveva perso il suo patrigno, ma aveva trovato Louis.
Voleva farmi male”, dissi in un soffio, abbracciandomi le ginocchia e iniziando a tremare. alludevo a Liam, ovviamente. Harry riprovò a sfiorarmi, e stavolta non mi allontanai, lasciai che mi avvolgesse in un asciugamano e mi abbracciasse.
Non ti farà più del male, piccola”, mi disse, continuando a stringermi a sé. “Te lo prometto, se ti tocca ancora dovrà vedersela con me”, aggiunse, dandomi un bacio sui capelli fradici. Annuii appena, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Respirando il suo meraviglioso odore di bagnoschiuma alla fragola. Riusciva a calmarmi, il suo odore. Era terribilmente rilassante, almeno per me. “Va meglio?”.
Mi limitai ad annuire, non essendo sicura di come poteva suonare la mia voce.
Vuoi una mano ad asciugare i capelli?”. Mi voltai, sentendo la voce di mio fratello, e dopo qualche secondo scossi la testa, cercando di riprendere il controllo di me stessa. Non potevo farmi buttare giù da quel coglione di Liam. Non dovevo, mi sarei fatta solo del male. “Sicura? Posso farti i boccoli…”.
Scossi di nuovo la testa, accennando un sorriso.
Prendo la macchina fotografica e vado a fare un giro”, dissi uscendo dal bagno. Avevo bisogno di distrarmi, prendere aria, e con quei due che mi guardavano con quell’espressione super preoccupata non mi pareva possibile. “Sto bene”, aggiunsi tamponando i capelli con un asciugamano e legandoli in una treccia laterale.
Mi chiusi in camera e mi vestii, cercando di non pensarci troppo. Mio fratello mi aveva guardata strano. Era come se provasse pena per me. Compassione. Cosa che non sopportavo. Era uno di quelli sguardi che proprio non riuscivo a mandare giù. Sospirai, prendendo la macchina fotografica. E stavo uscendo, cercando non pensarci troppo… quando mi cadde l’occhio su una serie di fotografie che tenevo ancora attaccate allo specchio.
Lou!”, chiamai, senza staccare lo sguardo da una delle foto. Io e Liam, sorridenti come non mai. Mio fratello comparve dopo un paio di minuti, e mi lanciò un’occhiata interrogativa. “Dovresti liberarti di tutte queste foto, ti va?”, gli chiesi guardandolo negli occhi.
Lui si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte, per poi sorridere, come ad annuire.
Vuoi che venga con te?”.
Scossi la testa e gli diedi un bacio su una guancia. “Non c’è bisogno… ah, lascio il telefono a casa, se mi cerca Libby, dille che faccio un giro a Central Park”, aggiunsi avvolgendomi un foulard intorno al collo e sorridendo a mio fratello, che mi fissava, con l’ombra di un sorriso sulle labbra. Gli feci la linguaccia, facendolo ridere.
E uscii nel sole di metà settembre.
Amavo New York, in qualsiasi periodo dell’anno. Ma in autunno era il massimo. Innanzitutto, non faceva né troppo caldo né troppo freddo. Poi? Halloween, il Natale, il compleanno di Niall, e quello di mio fratello, la migliaia di feste al college… sì, era decisamente il mio periodo dell’anno preferito, senza riserve.
Scesi nella metro, facendo qualche fotografia interessante. Salii sul mio treno e arrivai a Central Park, continuando a fotografare qua e là. Una signora anziana con le buste della spesa, un ragazzo che si faceva trascinare dal suo cane, un gruppo di ragazzine che uscivano da scuola… un pakistano particolarmente familiare seduto sotto un albero
Alt, che? Spostai lo sguardo dalla macchina fotografica al ragazzo sotto l’albero e viceversa.
Cazzo. Era proprio lui. Sorrisi, aumentando lo zoom per scattargli qualche primo piano, da lontano, in modo che non si accorgesse di me. Solo che evidentemente il mio piano geniale non comprendeva che Zayn alzasse lo sguardo dal suo album da disegno all’improvviso. E mi vedesse. Risi, avvicinandomi, mio malgrado.
Mi segui, Tomlinson?”, mi chiese Zayn con un sorriso, mentre mi sedevo accanto a lui, sul prato.
Gli diedi una spinta, ridendo. “Stavo solo facendo un giro, avevo bisogno di pensare”, ammisi chiudendo gli occhi per qualche istante. Li riaprii con un sospiro. “Ho chiesto a mio fratello di disfarsi delle mie foto con Liam…”, aggiunsi azzardandomi a guardare Zayn. Aveva serrato la mascella, e teneva i pugni chiusi. Le nocche bianche. “Stai bene?”.
Lo vidi annuire appena, ma senza che si rilassasse un granché.
Quando ho visto che ti stringeva in quel modo, ho avuto paura che ti facesse del male”. Rimasi a bocca aperta. “Non mi sto dichiarando, tranquilla”, mi rassicurò con un sorriso, tenendo lo sguardo basso, sull’album su cui stava disegnando. Sorrisi. Si era preoccupato per me. Lui, uno sconosciuto in pratica, che si preoccupava per un’acida come me.
Mi scappò una risatina. Mi sembrava impossibile. “Scusa, non ridevo di te… è solo che sei strano”, aggiunsi sciogliendo la treccia e passandomi una mano tra i capelli ancora umidi. Non riuscii a reprimere il sorriso che si formò sulle mie labbra, cosa che lo fece ridere.
Sono strano… parla quella che se ne va in giro con una macchina fotografica, tipo paparazzo”, mi prese in giro alzandosi in piedi e tirandosi su, spazzando via i fili d’erba dai jeans. Mi alzai a mia volta, facendo per andarmene, ma la voce di Zayn mi bloccò, facendomi ridere. “Ci vediamo a casa, principessa”.
Ma certo, mio principe”, scherzai con un inchino.

 ~

Stavo tornando a casa, dopo aver passato praticamente tutto il pomeriggio in giro per il centro di New York a fotografare. Qualsiasi cosa mi saltasse all’occhio, come ero solita fare. Stavo tornando verso casa, quando mi scontrai contro… “Zia!”, esclamai aprendomi in un sorriso. La abbracciai di slancio, facendola ridere.
Tesoro, che ci fai qui?”.
La settimana prossima comincia il semestre alla Columbia”, le spiegai con un sorriso.
Lei annuì, ricominciando a camminare e facendomi cenno di seguirla. “Ho parlato con tua madre, mi ha detto della storia dell’orfanotrofio”, mi disse accennando un sorriso. Feci una smorfia. “Mi ha detto che vi siete dovuti trovare un coinquilino…”.
Lo sapeva perfino mia zia? Evviva. Annuii, passandomi una mano tra i capelli e tentando di mascherare un sorriso, pensando a Zayn. Che poi, da dove mi veniva di pensare a lui? Lo conoscevo appena e mi stava altamente sulle ovaie, per ovvi motivi. Ma ovviamente zia Katherine si accorse del mio mezzo sorriso, come al solito.
Stai sorridendo, Andromeda?”. Sbuffai, lanciandole un’occhiataccia. “Possibile che ti piaccia?”. Scoppiai a ridere senza ironia. Al diavolo, zia Kat. “Ti conosco, Andie”, mi fece notare posandomi una mano sul braccio. “E so che ti sei nascosta dietro una maschera per troppo tempo, dopo Liam”, aggiunse sorridendomi appena. “Ti sei chiusa in te stessa per non soffrire più…”.
Feci una smorfia, odiavo quando riusciva a capirmi con uno sguardo.
E’ un bel ragazzo, tutto qui”, minimizzai passandomi una mano tra i capelli. La verità è che Zayn mi metteva in soggezione. Con un solo sguardo, o semplicemente un sorriso, riusciva ad abbattere ogni mia barriera. Cosa che non era mai riuscito a fare nessuno, nemmeno Liam. Lui mi conosceva da sempre, ma in fondo non era mai riuscito a capirmi davvero. “E sì, è possibile che sia attratta da lui”, ammisi, facendo ridere mia zia tra sé. “Smettila”, la rimproverai, ma senza trattenere un sorriso.
Le raccontai in poche parole tutto quello che era successo il giorno prima, facendola sorridere col mio solito comportamento da zitella acida. Le raccontai di Zayn, dell’impressione che mi aveva fatto, del fatto che da quel momento in poi avremmo dovuto condividere la camera da letto. Mi piaceva parlare con mia zia, molto. Quando ero più piccola non parlavo con mamma, correvo da lei, per qualsiasi cosa.
Quindi?”, mi chiese alla fine del mio racconto, ferme davanti casa sua.
Mi ha fatto capire che non ho bisogno di Liam, perché ci sono altre persone a cui importa di me”, ammisi facendo spallucce. Sospettavo che mia zia in un’altra vita avesse studiato psicologia, davvero. Era strano, quasi terrificante il modo in cui riusciva a leggermi dentro. “Mi ha salvata”, aggiunsi.
E con quelle tra parole non intendevo solo che Zayn mi aveva salvata da Liam, la sera prima.
Mi aveva salvata. Punto. In ogni senso possibile.
Salvata dal sorriso di uno sconosciuto, possibile?


 


Andromeda:


Zayn:



*ballalacongadallafelicità*
Cioè, ci rendiamo conto che mi sono arrivate 21 recensioni al secondo capitolo??
VENTUNO. Come i miei anni *.*
Che dire? Grazie. A chi ha recensito. Alle 6 che l'hanno messa tra le preferite.
Alle 3 che l'hanno messa tra le ricordate. E alle DICIANNOVE che la seguono.
Comunque, tornando serie, se lo siamo mai state...
Me la lasciate una recensioncina?? Pleaseeee...
Okay, basta, mi dileguo. A lunedì prossimo splendori ;)
xx Fede.

ANGOLO PUBBLICITA':
(basta che cliccate sul nome delle storie e si aprono)
1. I'm fucking in love with my best friend, right? di I am Gonna Marry Malik.

   
 
Leggi le 25 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: emotjon