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Autore: BebaTaylor    22/05/2013    1 recensioni
Finalmente, dopo mesi di attesa, di conti alla rovescia, di ore passate alla ricerca di spoiler sulla scaletta del concerto, di notizie postate in diretta durante la prima data del tour, quel giorno è arrivato.
Una città diversa, a chilometri di distanza, addirittura in un altro Stato.

I miei pensieri che riguardano l'ultimo concerto a cui sono stata.
Non ci sono nomi di cantanti/band, è generica come storia.
Solo nelle note scoprirete a chi è dedicata.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dream Come True, The Dream Is Over


Finalmente, dopo mesi di attesa, di conti alla rovescia, di ore passate alla ricerca di spoiler sulla scaletta del concerto, di notizie postate in diretta durante la prima data del tour, quel giorno è arrivato.
Una città diversa, a chilometri di distanza, addirittura in un altro Stato. Organizzazione diversa per entrare nello stadio, ma passa tutto in secondo piano. Come passa in secondo piano la stanchezza, il dolore alla gamba, che non ti faceva poi così male, visto che hai corso come una dannata per arrivare in prima fila al Pitch Standing; non sei sotto al palco, ma chi se ne frega, sei in prima fila nel tuo settore. E il palco si vede bene ugualmente, e uno dei due maxi schermi è proprio davanti ai tuoi occhi.
Appena il tuo corpo ha toccato la transenna hai bestemmiato con il fiato che ti moriva in gola. Il ragazzo della sicurezza ti porta il bicchiere d'acqua che hai chiesto, e lo bevi in due sorsi.
Presto sul palco iniziano a salire i supporter, di cui non te ne frega un tubo, tu non sei lì per vedere quelli, ma loro; ma non sia neanche come e ti trovi ad urlare. E poi...
E poi loro arrivano sul palco. È la prima volta che li vedi, e li senti, cantare dal vivo, è il loro penultimo concerto. Le canzoni si susseguono una dopo l'altra, fino a che capisci che ti passerrano davanti, diretti verso il piccolo palco allestito a tre quarti dello stadio. E il cuore inizia a battere ancora più velocemente. E quando scendono dal palco la macchina fotografica è già pronta per registrare un filmato del loro passaggio. Davanti a te. Ad un metro di distanza.
La mano destra strige la fotocamera, la sinistra spera di sfiorare le loro mani. E ci riesce. Tre su quattro.
Ti guardi la mano, ancora incredula che sia accaduto. Invece è vero. Hai sfiorato le mani di quelli che segui da tredici anni e qualche settimana. Quelli di cui hai tutti i cd e dvd e un raccoglitore pieno di articoli su di loro. All'ultima canzone lo stadio è illuminato dalle luci dei cellulari e ti sembra bellissimo, meraviglioso.
Non puoi fare a meno di piangere, perché sai che non li vedrai mai più.
Loro.
E poi i ragazzi se ne vanno, il concerto è finito. Le luci si spengono, lo stadio è al buio.
E ti ritrovi a gridare "One more time" insieme alle altre. E loro ritornano. Sono solo due canzoni, ma sono loro. E poi se ne vanno, sul serio questa volta.
Il concerto più bello della tua vita è finito. E vorresti tornare indietro, per rivivere ogni momento, ogni secondo. Ma è impossibile, ti rimangono solo i ricordi, di uno dei giorni che non dimenticherai mai.

Dedicato ai Westlife, con i quali sono cresciuta per tredici anni, e che il 22 giugno scorso ho visto per la prima (e ultima) volta in concerto.
Il concerto è stato al Croke Park Stadium, a Dublino.
Piccola flash fic per gli undici mesi trascorsi da quel giorno. Si lo so che avrei dovuto pubblicarla il mese prossimo, ma oggi sono in preda a una malinconia assurda.

   
 
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