Sarò breve e
coincisa. Per le spiegazioni, vi rimando alla fine della one shot.
Mi mancava Efp.
Mi mancava scrivere.
Buona lettura
"Ovunque andrai"
"Lo so, lo sai che non è come
volevamo noi
e che non siamo più gli stessi ormai
ma quanto costa darci un attimo
per ritornare indietro
un passo nel passato
per vivere davvero ogni momento
punto e a capo
e ritornare indietro
su quello che è già stato
solo per dirsi in fondo
che non è tutto sbagliato"
"Un punto e poi d'accapo" Tony Maiello e Claudia Meigré
Sono cinque anni che
non lo vedo.
So che oggi
ritornerà in città con sotto braccio, la sua laurea.
Sono qui in giardino
con mia madre e sto perdendo tempo, ma lei sa.
Sa che la mia testa
e il mio cuore non sono qui in questo momento.
E basta un suo
sguardo per farmi capire che non posso.
Non posso ignorare
il suo ritorno.
"Va da
lui" mi dice col sorriso sulle labbra e la consapevolezza che lo farò.
Spalanco gli occhi,
sorpresa.
Mi alzo in piedi e
comincio a correre.
Corro a perdifiato
per le strade di questa città che ci ha visto adolescenti.
Spettatrice di un
amore che cresceva tra i suoi silenzi e i miei timori.
Un amore contrastato
dall'ombra di un passato che non ci lasciava vedere la luce del sole,
oscurandoci ogni volta che provavamo a fare un passo avanti, per rendere
splendente il nostro presente insieme.
"Facciamo sì che il nostro presente sia talmente
brillante da offuscare il mio passato."
Ricordo quando mi ha
detto queste parole, così come ho ben in mente come mi sono sentita quando le
ha pronunciate: emozionata ed eccitata all'idea che lui volesse realmente
ricominciare tutto d'accapo con me.
Poi è partito.
Ha dovuto seguire sua
madre e frequentare l'Università in un'altra città.
Il ricordo del
nostro addio è indelebile nel mio cuore.
Siamo tutti qui alla stazione dei treni.
Presto tu partirai e non so né quando ti rivedrò, né
quando ci sentiremo.
Mi fa male il cuore.
Ti osservo salutare i tuoi amici con gli occhi che già
mi bruciano per le lacrime.
Ho la gola riarsa per i singhiozzi trattenuti.
Ho paura.
Lasciarti partire significa rinunciare a te.
Lo so io e lo sai anche tu.
E me ne rendo conto quando sollevi la testa e volgi i
tuoi occhi verso di me.
Come ogni volta, mi perdo in essi, nella profondità di
quello che nascondono.
I nostri amici si allontanano ed io ti raggiungo.
Trattengo a stento le lacrime, ma devo farlo per non
perdere la voce proprio ora.
"Quando sarai lontano, facilmente ti sentirai
solo" lo dico guardandolo fisso negli occhi, anche se è difficile, perché
ogni volta che lo faccio, mi sembra di sentirmi sul punto di cedere.
"Be' non farlo. Perché io sono qui e ti penserò
ogni istante. Ci sono i tuoi amici e sai quanto ti vogliano bene. Non sei solo
e non lo sarai mai." Sussulta per le mie parole, ma non abbandona i miei
occhi.
"Questo compensa tutto, vero?" domanda ed
ora sono io quella che sussulta.
"Ri…ricordi?" lui annuisce.
"Ricordo ogni singolo momento che ho trascorso
con te, da amici e non".
Ora mi è impossibile trattenere le lacrime, così le
lascio andare.
Lui mi attira a sé e mi abbraccia forte.
"Non è mai bastato, sai?" mi sussurra
all'orecchio.
"E non perché fosse troppo poco, bensì perché lo
sbilanciavo dall'altro lato. In positivo. Tu sei sempre stata tutto per me, fin
dall'inizio. Non ho mai voluto solo il tuo corpo, ricordi? Io voglio il tuo
cuore. Sempre."
Ora sono io che lo stringo forte a me, perché non
voglio lasciarlo partire.
Non posso perderlo.
"Ti amo sul serio" aggiunge e le mie lacrime
si trasformano in veri e propri singhiozzi.
"Ti amo davvero anch'io" mormoro a fatica.
D'un tratto è lui ad allontanarsi.
"Tornerò, con o senza la laurea. Tra cinque anni
esatti prenderò il treno delle 11. Te lo prometto", soffia con voce roca.
"Ti aspetterò" rispondo a mia volta.
Continua a guardarmi mentre fa un passo indietro e
sale sul treno, cogliendomi di sorpresa.
Le porte si chiudono e il treno comincia la sua corsa.
Io lo osservo passarmi davanti, smarrita.
Poi mi giro per guardare ancora il suo volto, per
imprimerlo bene nella testa, anche se so che è solo una scusa per guardarlo un'ultima
volta perché tutto di lui è impresso in me.
Incrociare i suoi occhi però mi fa stringere il cuore,
per questo comincio a correre dietro il treno, il viso bagnato dalle lacrime e
il suo nome sulle mie labbra. Anche lui piange e cammina tra i vagoni come se
volesse venirmi incontro.
Poi d'un tratto la piattaforma finisce ed io resto lì
ferma.
Impotente.
Col vento che mi scombina i capelli, il cuore a pezzi
e la consapevolezza che se n'è andato.
Quando la mia mente
torna alla realtà, sono già alla stazione. Mi guardo intorno, ma non c'è
nessuno.
E se non avesse
mantenuto la sua promessa?
Mi sento soffocare
al solo pensiero.
Scuoto la testa.
No, no.
Non voglio crederci
e torno a guardarmi intorno.
Mi sembra quasi di
rivedermi lì, quel giorno di cinque anni fa.
Immagino il treno
che va via e la mia mano si solleva come se volesse fermarlo. Il treno scompare
dietro l'orizzonte, ma la mia mano resta ferma così, a mezz'aria.
Una piacevole
sensazione di calore m'invade quando un'altra mano si sovrappone alla mia e la
stringe.
Ho i nervi tesi.
"Cosa stai
facendo?" la sua voce mi inonda tutta, facendomi tremare, ma non mi muovo.
Mi manca il coraggio di voltarmi e scoprire che è solo una mia fantasia.
"Girati"
sospiro e con lentezza gli obbedisco.
Un solo un attimo e mi
ritrovo un passo indietro nel passato.
Lui mi guarda con
quei suoi occhi scuri e profondi, come se volesse entrarmi nell'anima.
"Ylenia"
sussurra a mezza voce.
È più alto di quanto
ricordavo.
"Kim"
mormoro a mia volta.
Un altro istante e
mi ritrovo tra le sue braccia.
Ancora una volta.
Comunque andranno le
cose, ovunque tu decida di andare, io sarò sempre qui ad aspettarti.
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Ovviamente la storia alla base è simile, ma non uguale per questo l'ho postata in questa sezione (d'altronde anche i nomi che ho scelto per i protagonisti sono diversi).
Ad ispirarmi è stata un disegno del manga (lo trovate e fine OS).
Chissà che un giorno non decida di trasformare questa OS in una FF...
Alla prossima
Marghe