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Autore: JemellineJoker    23/05/2013    1 recensioni
Ciao, siamo Alex e Julie, due ragazze apparentemente normali, e un giorno incontriamo due persone speciali... e a partire da quel giorno scopriremo molte cose, cose che non ci saremmo mai immaginate di... vedere e possedere.
Storia scritta... da Sixx (a parte il primo capitolo, scritto da Dragon) ma le idee nascono soprattutto dalla mia Jemellina Dragon!
Enjoy it!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Cap. 4

 

[T.O.P POV]

 

Alex sembra felice di rivedere la sua amica, e non sa ancora cosa ho in mente ma, malgrado l'attimo di felicità, delle lacrime continuano a rigarle quel meraviglioso viso color caffè latte (più latte che caffè, ma sono dettagli). Mentre entrambi finiamo di fumare la sigaretta, mi sporgo appena in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia e la guardo negli occhi rossi e gonfi. Lei ricambia il mio sguardo e corruga la fronte, spegnendo la sigaretta nel portacenere.

«Che c'è?» mi chiede, leggermente fredda.

Mi stringo nelle spalle e butto via il mozzicone, per poi alzarmi e porgerle una mano.

«Mi sembri ancora così triste» ribatto semplicemente.

Lei stringe la mia mano e si alza dalla panchina, per poi guardare verso il cielo azzurro, coronato da poche candide nuvole.

«Se solo sapessi... in generale come vanno le cose... capiresti» risponde lei, con aria grave.

Stringo maggiormente la presa, evitandole di ritirare la mano, e ci incamminiamo verso la zona delle partenze, ma prima di superare il controllo passaporti e il metal detector, vado un attimo nella zona informazioni a prendere... una cosa, per poi tornare e passarle un braccio attorno alle spalle e stringerla a me. Non mi ero mai permesso di essere così espansivo con le ragazze, siccome in generale le evito, ma lei... sentivo che aveva bisogno d'aiuto.

La sento irrigidirsi appena sotto la mia stretta, per poi sciogliersi subito dopo. La volto appena verso di me e la guardo in viso. È diventata rossa come un peperone, ma è una reazione che sono abituato a vedere. In fondo sono un cantante famoso internazionalmente, ed ogni VIP che mi incontra, ha più o meno la stessa reazione di Alex. Ho incontrato molte fan nel corso degli anni, ma con nessuna ero stato disposto a... fare quel che ho fatto! Sentivo che lei aveva qualcosa in più, sapevo che era speciale.

La presi nuovamente per mano e ci avviammo verso il chek-in, per poi metterci in coda. Poco prima che sparissimo entrambi dietro al muro composto da vetri opachi, una signora sulla quarantina viene verso di noi e afferra Alex per un braccio. La ragazza protesta e si leva di dosso la presa della donna, che con uno sguardo infuriato si volta verso di me, e mi chiede a chiare lettere, e in un inglese molto... scolastico «Tu chi diavolo sei?!»

A quel punto Alex esplode e la spinge lontana da noi.

«Ho la camera invasa da lui, e non lo riconosci?! E in più sto male come un cane, e tu l'unica cosa che vieni a dirmi è che sono in punizione per essere semplicemente sparita per un attimo! A parte che sei esagerata, mamma, però una cosa ti domando... prova a venirmi in contro una volta ogni tanto! E porta rispetto per chi... lo merita!» urla lei, in inglese. E così quella donna è sua madre, strano, non l'avrei mai detto. La madre di Axel è alta, poco meno della figlia, forse di un 5 centimetri, ha un corpo stile Marilyn Monroe, ne troppo magro, ne troppo grosso, con delle gambe lunghe ricoperte da dei jeans abbastanza attillati e schiariti sulla parte superiore delle gambe. Sopra porta una maglia nera a maniche corte, semplicissima, mentre alla vita tiene il giacchettino, legato per le maniche. Inarco un sopracciglio e guardo la ragazza accanto a me, con il viso rosso di lacrime e rabbia.

«Ah si? Bene Alex, siccome sei capace di essere così ingrata nei miei confronti, per me puoi anche mollare tutto e andare a prendere quell'aereo, ma sappi che da me non ti dovrai più aspettare nulla! Anzi, voglio che te ne vada, adesso! E non tornare nemmeno a casa...» le dice freddamente sua madre. Poco prima che la figlia risponde, fa capolino una bimba da dietro le gambe della donna, e chiede qualcosa alla madre di Alex. La signora le accarezza gentilmente il capo e la prende per mano, per poi allontanarsi, e poco prima di sparire, la VIP urla qualcosa alla piccola, che credo essere sua sorella.

Si volta nuovamente verso di me e singhiozza appena, portandosi una mano sul viso e scuotendo il capo. Sento che è sul punto di esplodere, così evito di dire qualcosa... qualunque cosa che la possa turbare, anche perché ogni frase che mi viene in mente per confortarla, mi sembra stupida e banale. Spero solo che quando vedrà la sua amica si sentirà un po' meglio, lo spero con tutto me stesso.

Alex sembra scuotersi appena e prende a cercare qualcosa nella sua enorme borsa di Batman e, quando tira fuori una specie di librettino rosso, mi sporgo appena, osservando attentamente l'oggetto che tiene in mano.

«Che cos'è?» le chiedo.

Lei alza appena il viso e si stringe nelle spalle, bofonchiando «Il mio passaporto. Ma tanto dubito che mi lasciano passare, siccome non ho il biglietto d'imbarco». Ha un aria molto triste, e vorrei tirarle su il morale, ma preferisco aspettare finché non arriviamo al controllo passaporti, prima di svelarle la sorpresa.

Annuisco e guardo di fronte a me. Non riesco nemmeno a intravvedere JiYong in mezzo a tutta quella marea di gente, troppa gente per i miei gusti, e sembra che Alex la pensi come me, ma lei starà sicuramente cercando la sua amica.

Passiamo mezz'ora così, in assoluto silenzio, ognuno perso nei propri pensieri e nei propri mondi, finché Alex non tira fuori l'iPod e si mette una cuffia nell'orecchio. Schiaccia due volte il pulsante centrale dell'apparecchio, per poi far partire la musica, e noto con piacere che c'è una mia canzone in riproduzione: “Turn It Up”. Appena leggo il titolo, la canzone, il ritmo e la musica mi entrano nella mente, così comincio a muovere il piede e la testa, immaginando di sentire a mia voce riecheggiare ovunque. Anche Alex ha preso a muoversi a ritmo, e le sue labbra cercano di seguire quello che possono della canzone. Ad un certo punto alza un braccio, indicando il soffitto, e canticchia ad alta voce. Sorrido e faccio per cantare, ma in quel momento lei decide di fare un mezzo giro, peccato (o per fortuna, dipende dai punti di vista) che avesse scelto proprio il momento sbagliato e il punto sbagliato per farlo, perché appena fa un passo in avanti e si da lo slancio necessario per il semigiro, poggia il piede su una pozza d'acqua sul pavimento (sicuramente qualche bambino l'avrà rovesciata), e l'unico risultato che ottiene è quello di cadere... tra le mie braccia.

 

[Julie POV]

 

“Sto arrivando”

Da almeno un'ora queste parole mi risuonano insistenti nella testa. Cosa voleva dire “Sto arrivando?” cioè... so benissimo cosa volesse dire, però non riesco a capire come fa ad arrivare, a venire fino da me. Glielo avrei domandato una volta arrivata.

Sospiro e volto lo sguardo verso GD, che mi sta guardando. D'impulso mi viene da dirgli “Che vuoi?”, ma poi mi trattengo e inclino appena il capo, domandandogli «Perché mi guardi?»

Lui fa un mezzo sorriso, di quelli che mi fanno accelerare i battiti all'infinito, e scuote il capo.

«Nulla, solo... stavo cercando di capire cosa ti stesse passando per la mente» ribatte lui, stringendosi nelle spalle e finendo di bere il suo caffè.

Davvero gli interessa? A chi è mai importato di me, scusa? A chi verrebbe mai l'insana idea di importarsi di me? Tranne la mia migliore amica, naturalmente, ma lei non è per niente sana di mente, perciò è scusata. Ma al mio idolo cosa può fregare cosa penso? Sicuramente me lo ha detto solo per... una strana gentilezza, alquanto contorta. Probabilmente voleva attaccar discorso, ma io l'ho impedito. Quando voglio sono proprio una stupida colossale, e su questo Alex ha rione, me lo dice sempre.

Vedo GD alzarsi e andare a pagare le nostre consumazione, per poi tornare e invitarmi ad alzarmi e andare verso una zona aperta. Gli domando perché vuole uscire, ma non ho bisogno di ulteriori spiegazioni, perché lo vedo tirare fuori dalle tasche un pacchetto di Marlboro e un accendino. Apre il pacchetto e fa il gesto di offrirmene una, ma io mi allontano di scatto e scuoto insistentemente il capo. Lo sento ridere e dirmi «Okay, ho capito, non fumi»

Insieme, usciamo sul terrazzo, dedicato unicamente a chi ha deciso di suicidarsi lentamente, con catrame e nicotina, per poi voltarci entrambi verso le piste d'atterraggio. Ok, Alex verrà a salutarmi, ma io non voglio partire comunque. Non la voglio lasciare. E se la invitassi da me? Sì, potrebbe essere un'idea geniale farla venire a vivere con me, peccato che sua madre non sia della stessa opinione, e poi ha anche la scuola a cui pensare, lei. Lei è ancora piccola, lei è la mia tata, e non posso costringerla a lasciare ciò che sta studiando per passione, e poi... se venisse da me con cosa la manterrei? Ho pochissimi soldi, e non abito da sola. Ho una famiglia che occupa il suo spazio, e la casa non è grande, per niente. Ci stiamo a ip già così, figuriamoci con lei! Se al lavoro non fossi sottopagata, certamente ora vivrei in un monolocale a Londra, non a 1 ora da li!

Sbuffo, cercando di cacciare via quelle verità, che proprio nei momenti sbagliati decidono di farsi avanti.

Nel frattempo G-Dragon si è avvicinato alla ringhiera, e scruta il panorama, con i pensieri che gli invadono la mente e gli avambracci poggiati sulla parte tonda e metallica della ringhiera. Ha quasi finito la sigaretta, e non posso fare a meno di rattristarmi. Perché GD? Perché ti fai del male così? Non vedi che quella porcheria ti uccide? Sapevo che fumava, ma vederlo nelle foto, con una sigaretta nella mano, fa meno male che vederlo fumare dal vivo.

D'un tratto mi viene in mente una domanda che fino a quel momento avevo lasciato rintanata in un angolo della mia mente, così mi rivolgo a GD.

«Come ha fatto Alex ad avere il tuo numero?» chiedo di getto.

Lui mi sorride dolcemente e risponde «Semplice, ha trovato lo Hyung, e siccome anche lui aveva bisogno di un cellulare per dirmi che ho dimenticato lo zaino sul taxi, mi ha chiamato»

Appena realizzo la frase, sgrano gli occhi e dico sorpresa «Alex ha trovato T.O.P?!»

«Penso che sia successo un po' come io ho trovato te, no?» mi chiede semplicemente.

Io annuisco e guardo in un'altra direzione, per non incontrare il suo sguardo, che mi fa ammattire.

So che non mi abituerò mai a quegli occhi intensi e profondi, ma tanto chi ha mai detto che mi ci sarei dovuta abituare? In fondo saremmo stati vicini solo per due ore, cioè la durata del viaggio. Mentre eravamo al bar, gli avevo chiesto come mai andasse a Londra, ed avevo ipotizzato che fosse per un ritrovo di moda,ma lui mi aveva spiegato che il volo per Seoul prevedeva due scali, uno a Londra e l'altro... non mi ricordo, comunque sono certa che dopo questo incontro non l'avrei mai più rivisto, e lui mi avrebbe sicuramente dimenticata. Ormai è ovvio, i sogni sono destinati a morire.



Dopo la epic fail di prima (grazie mille Iris! Penso che se non me l'avessi detto avrei lasciato così il tutto haha) Ecco il vero nuovo capitolo!
Enjoy

Sixx

   
 
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