What’ll do when you get lonely
And nobody’s waiting by your side?
You’ve been running and hiding much too long
Layla è da sola. Ma sta bene da
sola.
E’ da sola anche se tante
persone –troppe- sono intorno a lei.
Reira canta a squarciagola.
E’ sola, in un’anonima stanza d’albergo.
E’ sola, ma a lei non importa.
A lei interessa soltanto cantare. Respira cantando. Vive cantando.
Il resto è di poca importanza.
Layla non ha bisogno di
nessuno.
Tante persone si occupano di
lei.
Quando si sente sola non ha
nessuno a cui dirlo.
Quando il dolore è troppo forte
può solo gridare.
Like a fool, I fell in love with you
You turned my world upside down
Qualcuno ama Reira. La ama anche se non dovrebbe.
Lei è una principessa, per lui è irraggiungibile.
L’unico modo che hanno di sfiorarsi è il più primitivo del mondo.
Per Layla l’amore è
irraggiungibile, impensabile, inimmaginabile.
L’amore non dura, l’amore fa
paura.
Allora tenta di riempire il
vuoto del proprio cuore con il corpo di un uomo.
Reira ha paura.
Non sa più trovare le parole che scioglievano il cuore di
chi l’ascoltava.
Non sa più cantare.
Il canto è la sua vita.
Layla può solo piangere,
piangere, piangere.
Principessa senza regno e
vedova senza aver mai avuto marito.
Destinata a veder fuggire il
principe che potrebbe salvarla.
Reira è sola.
Il principe che credeva l’amasse è fuggito con una
semplice dama di compagnia.
Una groupie.
Layla ha fatto impazzire l’uomo
che poteva salvarla da se stessa.
L’ha fatto fuggire con le sue
pretese e le sue giustificazioni.
Reira piange ancora.
Piange perché cantare non le basta più.
Il calore di un corpo sul suo non riesce più a scaldarla.
Per vivere ha bisogno di altro.
Layla piange.
In ginocchio la supplica di
amarlo.
In ginocchio le chiede perdono
per averla lasciata sola.
In ginocchio le chiede di
alleviare le sue preoccupazioni.
Di non piangere.
Di cantare ancora.
Reira è una ragazzina viziata.
Una principessa senza regno.
Una donna posta su un piedistallo di vetro, sotto una
campana di cristallo di rocca.
Non sa cosa sia l’amore.
Layla crolla in ginocchio, in
lacrime.
Non dice nulla.
Non osa rompere il silenzio
lasciato dalla fine della canzone.
Non sa cosa dire.
Ma, per la prima volta, piange
di fronte a qualcuno e quella stessa persona la prende tra le braccia.
Neppure lui rompe quel
silenzio.
Il silenzio è sacro.
Layla, you got me on my knees
Layla, I’m begging darling, please
Layla, darling, won’t you ease my worried mind?
La sua voce non è strordinaria.
Le sue parole non sono originali.
La canzone non è neppure stata scritta per lei.
Ma la sua voce è senza dubbio la più dolce del mondo, le sue parole le più toccanti.
E quella canzone...
E’ la canzone di Reira.
E’ la canzone di Shin.
E’ la loro canzone.
Il filo rosso che li unisce.