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Autore: NoGiulyprotested    24/05/2013    3 recensioni
Samantah è odiata da tuti.
Samantah non ha amici.
Samantah non ha paura del buio, lei sa che i mostri non sono sotto al letto ma dentro di lei.
Samantah è innamorata.
Samantah è sempre sola.
'Liam. Ti amo.'
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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-Sam.-

-SAM.-

-SAMANTAH!-

Aprii subito gli occhi sperando con tutta me stessa che non fosse mio padre quello davanti al mio letto.

-Ti devi alzare, stai facendo tardi a scuola.-

Mi disse papà con il suo solito tono di superiorità mentre usciva dalla mia camera piena di foto, scritte sui muri e le mie amatissime luci di natale che mi tranquillizzavano nelle sere di temporale.

Mi odiava, ma okay, va bene. Non posso essere amata da tutti giusto?

Tolsi la coperta e scoprii che sarebbe stata una giornata molto fredda, un maglione era d'obbligo in questo periodo dell'anno se non volevi morire congelato. Come al solito andai alla finestra per vedere il tempo; pioveva.

-Pronti per una grande,grande giornata.-

Mi sussurrai una frase del mio libro preferito come per darmi il buongiorno da sola.

Avrei preso l'autobus, anche se io odiavo l'autobus; gente che non si lava non manca mai, non riesci a stare seduto, ti salgono sopra per quante persone ci sono dentro. Invece una camminata all'aria aperta di mattina ti sveglia per essere pronto a scuola e mi fa parlare di più con la mia amica Kristen.

Oggi però ero costretta a prenderlo per via della pioggia, ma okay. Non posso sempre andare a piedi con il sole giusto?

Afferrai la maglietta viola a maniche lunghe assicurandomi di coprire per bene i polsi,poi allungai una mano nel cassetto sotto la finestra e presi il maglione marrone di mamma, mi infilai i jeans blu e gli stivaletti marroni come il maglione.

Andai in bagno e mi lavai la faccia e i denti, poi mi pettinai i lunghi capelli biondi che volevo tingere da tanto tempo.

-Oggi provo a chiederlo a mamma...-

Spruzzai il profumo che somigliava a quello della “Hollister”. Avevo uno simile perché quello originale costava troppo; ma non fa niente, non posso avere tutto, giusto?

Uscii dal bagno spegnendo la luce e avvicinandomi alla cucina.

Mio fratello di otto anni e papà stavano facendo colazione. Papà mi guardò con un espressione severa, Jaxon invece non si era nemmeno accorto della mia presenza.

-Jaxon sei pronto per oggi?- gli chiesi prendendo un bicchiere d'acqua.

-Si, farò la foglia, salirò sul palco e dirò: “Ciao sono la foglia, uuhuhhhuuh”.-

mi rispose agitando le mani come un fantasma.

Odiavo le foglie, sono fragili e facilmente calpestabili; ma non importa, posso guardare un spettacolo che non mi piace, giusto?

-Oh...carino- gli dissi sorridente, non volevo dirgli che non mi piaceva l'idea che avrebbe fatto lo spettacolo vestito da foglia.

Presi la borsa con i libri e il giacchetto, stavo per uscire quando mi chiamò mamma.

-Tesoro, hai fatto colazione?-

Prima di rispondergli sentii il telefono vibrare nella tasca destra dei jeans; era un messaggio Kristen.

Sam, è tardi e l'autobus sta per passare. Se non ti dai una mossa lo perdi e io non ti aspetto questa volta.”

Chiusi il telefono sospirando. Andrò da sola sotto la pioggia.

-Mamma è davvero tardi, poi non ho fame, non ti preoccupare-

Mi accarezzò con gentilezza la guancia -Sam ti voglio bene, mi fido di te ma devi mangiare, non farci un altra volta male, mh?-

Abbassai lo sguardo.

-Tranquilla mamma, va tutto bene- le sorrisi e lei ricambiò con un po' di sospetto nello sguardo. Gli porsi il diario -Mi firmi l'avviso?-

Prese la penna e mise la firma -Ciao mamma- la salutai abbracciandola e lei mi diede un bacio sulla guancia e posso giurare che aveva gli occhi lucidi.

Comprensibile.

Misi dentro la borsa il diario e sistemai la penna nell'astuccio che andò a finire anche lui nella borsa.

Salutai con la mano Jaxon e papà poi uscii.

Da sotto la pioggia non si vedeva molto ma potevo capire che l'autobus era già passato e che Kristen era andata via con lui.

Ero davvero in ritardo quindi iniziai subito a camminare verso scuola, non succedeva niente se prendevo un po' d'acqua giusto?

-Giusto. Non fa niente.- mi sussurrai.

-Andrà tutto bene-.



Una volta davanti scuola ero completamente zuppa.

La doccia del giorno prima era stata inutile.

Ma come al solito: non importa, giusto?

Entrai sperando che Mario, il controllore, mi facesse entrare per un qualche miracolo -Scusa ma non posso farti entrare, sei troppo in ritardo, poi da oggi la preside ha detto che non si può entrare neanche in seconda ora altrimenti aspettavi...mi dispiace-

Gli sorrisi, ormai ero abituata a farlo anche senza volerlo, ero brava a fingere.

-Non fa niente-.

Mi girai e uscii dalla scuola trovandomi nel cortile lì fuori.

Papà mi avrebbe odiata ancora di più una volta saputo che non ero riuscita a entrare per il ritardo.

Non importava giusto?


Non so come mi ritrovai in ginocchio sotto la pioggia con le lacrime che rigavano il viso.

-No, non è vero che non importa. Io non voglio essere odiata.-

Ero in un pianto silenzioso e non smettevo di pensare alla mia vita.

Perché tutti mi odiavano?

Non riuscivo a farmi degli amici e quei pochi che avevo sicuramente non mi sopportavano.

Quelle poche persone che mi rendevano felici andavano via.

Come lui.

Lui se ne era andato.

Lui doveva farlo.

L'hanno obbligato.

Erano ancora i tempi tristi e oscuri quando se ne andò.

Ricordo ancora le sue parole.

-Sam, per il tuo bene penso sia meglio che non ci vediamo per un pò-

Non smettevo di piangere.

-Cosa vuoi dire? Anche tu pensi che io sia malata? Pensi sia pazza?-

Mi prese le mani ma io le cacciai via con un gesto.

-No, non penso che tu sia pazza, credo solo che queste persone possono aiutarti a schiarire le idee...-

Lo guardavo con gli occhi ancora pieni di lacrime.

-Allora è per il mio fisico. Lo sapevo. Però sono a dieta, sono dimagrita molto, posso dimagrire ancora se...-

Mi bloccò.

-Sam, no. Sei già troppo magra. Non riesci a vederlo?-

Osservai i miei esili polsi, poi alzai il camice del'ospedale e osservai la mia pancia.

-Io mi vedo grassa.-

-Sam, ti si vedono le costole!-

-No, è un impressione-

-Sam, hai bisogno di una mano e loro posso aiutarti, ma per farlo io non devo esserci.-

-Ti amo.-

-Anche io.-

-Allora non lasciarmi! Non di nuovo!-

Ormai gli occhi erano una fontana.

-Addio Sam.-”


-Addio Liam...- mi sussurrai.

Si avevo bisogno di aiuto, ma loro non mi aveva dato niente a parte un cuore spezzato e dei polsi da tagliare.

Avevo capito come fingere e questo li aveva fatti allontanare.

Solo mamma si preoccupava ancora per me-

Papà mi odiava.

Jaxon era troppo piccolo.

Gli “amici” non sapevano niente.

Ero sola.

Ero destinata a essere sola.

Perché non potevo essere felice?

-Hey, che ti succede?-

Quella voce.

Avevo un altra volta le allucinazioni per via della fame?

Alzai lo sguardo e non capii se era reale o no.

Era ancora perfetto, con il suo sguardo riusciva ancora a farmi stare bene e male allo stesso tempo.

-Perché mi odiano tutti? Perché il mondo fa schifo?-

Dissi tra un singhiozzo e l'altro.

Lo sentii sedersi accanto a me fregandosene della pioggia che lo bagnava; le sue forti braccia si posizionarono sulle mie spalle.

-No, non fare così. Che ti è successo?-

Lo guardai cercando di capire se davvero era interessato oppure mi stava prendendo in giro.

Il suo sguardo era dolce e protettivo, come sempre.

-Liam, hai mai avuto paura del buio?-

Mi guardava confuso ma rispose lo stesso -Si...quando ero piccolo; perché?-

Sospirai sapendo già cosa dire – Io ho sempre avuto paura del buio, solo qualche anno fa ho capito che i mostri non erano nell'oscurità ma dentro di me, il mostro ero io.-.

Mi fermai per guardare la sua faccia.

-Tu non sei un mostro-. Mi disse.

-Si invece-.

-Okay allora sei un mostro bellissimo-.

Sprrise ma io non mi mossi.

-Mi odiano tutti, oggi è una giornata orribile, la mia vita è orribile!

Mi sono svegliata tardi facendomi odiare da papà. Jaxon oggi fa uno spettacolo e ha la parte della foglia. Capisci? La foglia! Io odio le foglie; sono deboli e vengono schiacciate, io so come ci si sente ad essere schiacciati e non voglio che il mio fratellino si senti così, non voglio che capisca chi è il mostro, che inizi a piangere, a tagliarsi, a far finta di niente. Io voglio bene a mio fratello.

Lui deve avere una vita felice, non come la mia, giudicata e triste, senza amore e ...-


Non parlavo più.

Non potevo.

Le labbra erano chiuse.

Qualcuno le chiudeva.

Era Liam.

Liam mi stava chiudendo la bocca con le sue labbra.

Mi stava baciando.

Chiusi gli occhi per assaporarmi al massimo il suo sapore.

-Fammi vedere le braccia- mi disse staccandosi da me.

-Perché?- gli chiesi coprendomi i polsi-

-Per vedere quante volte ti sei sentita sola.-

Prese i miei polsi e molto dolcemente tirò su la manica mostrando tutte le cicatrici.

-Sam, scusa- fu la sua risposta.

Aveva gli occhi lucidi, potevo vederlo perfettamente anche sotto tutta quell'acqua.

-Non fa niente.- sorrisi in modo automatico, fingere era così facile.

-No- scosse la testa – Non dirlo. Io non ci sono stato quando avevi bisogno di me. Sono andato via.-

-Dovevi andare. Sei stato costretto!- gli urlai in faccia -Non darti colpa di tutto, sono io la matta. Sai che dovevo andare dallo psicologo ma mi sono sempre rifiutata!-

-Lo so- questa volta urlava anche lui. Si alzò da terra e iniziò a camminare.

Stavo per avere un attacco.

-Liam, non andare, ti prego- mi alzai per seguirlo -Liam!- nella mia voce si poteva sentire la disperazione -Liam- sussurrai mettendomi una mano davanti la bocca e cadendo in ginocchio.

Il pianto arrivò automaticamente.

Sentii Liam prendermi in braccio.

-Perché lo fai?- gli dissi sempre in lacrime.

-Vai via, torni. Ci fai male. Mi fai male.-

Mi fece tornare sulle mie gambe.

-Sam. Ti amo.-

Mi strinse a se.

-Anche io.-

Ci fu un momento di silenzio.

-Liam-

-Mh?.-

-Resta con me.-

-Sempre.-



Spazio autrice


Che dire? Ero depressa quando la scrivevo..e a essere sincera lo sono ancora...è un periodo particolare per me.

Non l'ho riletto quindi fatemi sapere se ci sono errori...

Fatemi sapere che ne pensate.

-Giuls

   
 
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