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Autore: J C Jasper    24/05/2013    0 recensioni
I mannari sono tornati a Riddem.
Un analisi della parte selvaggia e oscura dell'anima trattata in chiave epic-fantasy sostenuta da una narrazione avvincente e articolata
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

The great magician

 

Annebbiato.

-svegliati- disse l’anziana.

Gadriel si alzò di scatto spaventando l’elfo che si ritrasse per non essere colpita.

Subito la mano istintivamente scivolò sulla cinta con un movimento involontario per prendere il coltello.

Non c’era.

-calmati, non c’è niente da temere-

La stanza dove si trovava era arredata grezzamente, il letto dove si trovava sdraiato e poco lontano un rozzo comodino.

Aveva tutta l’aria di essere la casa di un pescatore, anche se l’anziana signora, ad un esame più attento un elfo, non ne dava l’idea. 

Un arazzo rosso chiaro copriva quasi completamente le pareti marroni, ad eccezione di un piccolo camino per il focolare che ora era acceso, e che irradiava la stanza con una luce fioca che bastava a malapena per vedere tutto intorno.

Molto probabilmente vi erano stanze adiacenti, non più grandi di quella in cui si trovava.

-chi sei?- chiese sbigottito Gadriel

-c’è bisogno che tu lo sappia?- rispose con altezza 

Guardò negli occhi l’elfo, era ancora scettico.

Gli elfi vivevano a Riddem da almeno un’era.

Erano alti, i grandi occhi verdi contraddistinguevano la maggior parte di loro.

Abili.

Originari di terre lontane che ormai avevano dimenticato vivevano totalmente inseriti nella società umana, cosa che non accadeva per i tritoni, quasi sempre costretti ai lavori più pesanti.

Vide e chiese.

-quanto ho dormito?-

-parecchio-

Gadriel si toccò il fianco, dove fino a qualche ora fa la sua carne era lacerata,

Niente.

Sembrava appena uscito da un sogno.

Era ancora preoccupato.

Si girò. 

-dove sono?- 

-in una capanna ai margini del lago- asserì

Gadriel ci avrebbe scommesso.

-mio marito ti ha salvato-.

-vorrei incontrarlo- chiese lui.

-Vieni, 

vuoi un po’ di vino?-

-Certamente- rispose pur di non sembrare scortese, anche se quel posto non lo convinceva affatto.

 

Rimase all’erta.

Venne condotto sul porticato che dava sul lago, che non riusciva a vedere a causa della tarda ora.

Ne percepì comunque la presenza.

Si avvicinò.

-Come ti chiami?- chiese il grande elfo vestito di bianco, che illuminato dal focolare all’interno pareva rosso come il sangue.

La voce rauca e piena 

Sembrava anziano, ma dopo tutto aveva ucciso un licantropo!

 

-Gadriel Septim- rispose

-quanti anni hai Gadriel Septim?- Si girò verso di lui.

Riconobbe subito i grandi occhi verdi e intensi degli elfi.

Il mento era quasi completamente ricoperto da una folta e grigia barba che gli arrivava al petto.

I lineamenti anziani erano traditi da una lucente spada che gli arrivava al ginocchio.

-18- ribatte Gadriel

Certo la sua tunica raffinata e la spada pregevole non si addicevano ad un pescatore.

-Grazie- aggiunse

-la vita è troppo corta per non compiere atti di buona volontà- rispose l’elfo con tono saggio -la creatura che ti ha attaccato non è solita in questa parte del globo, ho almeno da qualche centinaio d’anni-.

 

-come hai fatto ha ucciderlo?- chiese il ragazzo sbigottito.

-le mie arti arcane si addicono al mio rango di grande mago-

-un grande mago??- Gadriel ne aveva sentito parlare in una leggenda di suo nonno.

Potenti e saggi i grandi maghi erano i consiglieri e la più devastante forza militare del re.

Le loro fila non comprendeva più di una decina di adepti sparsi per il mondo.

Raramente utilizzati per scopi bellici, i grandi maghi passavano la vita a studiare incantamenti e illusioni nel buio, che mettevano in pratica per il bene della popolazione.

Noto solo il caso di Arghenor, un grande mago, che corrotto dall’oscurità aveva intrapreso la via del male con esiti disastrosi.

Tutto ciò successe quattro secoli fa, il mondo uscì devastato da una guerra che era sul punto di perdere.

Molte razze erano ad un passo dall’estinguersi.

I grandi maghi avevano conoscenze impressionanti, capaci di annientare un esercito se solo lo avrebbero voluto.

Le prime luci dell’alba comparvero sull’orizzonte, creando bellissimi riflessi e giochi di luce sull’acqua.

Gadriel non era certo il tipo da fare domande anche se avrebbe voluto porre molti quesiti.

-i mannari sono tornati per un motivo- i due si scambiarono un occhiata.

-Razulnhes è tornato,

 un antico male è risorto- disse con voce fioca e timorata.

Improvvisamente una voce tuonò nell’aria, come d’uno spettro.

Gadriel trasalì dallo spavento e poi contemplò un altro mito delle leggende,

il richiamo dei grandi maghi.

La breve frase in elfico riportava:

 

 

Khii daa em ra

De cyfa am et’

 

 

 

 -La notizia è quindi giunta, la nostra era vedrà una nuova battaglia-.

Calò il silenzio.

-Vieni, io ti ho salvato da morte certa e sarà ora di ripagare il debito, ora che anche le tue ferite sono guarite- disse con complicità l’elfo.

Con aria preoccupata Gadriel lo seguì.

  
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