Erano bastati pochi affondi. In una frazione di secondo ero riuscito a disarmarla e sbatterla al muro con la spada puntata al collo.
-dovresti smetterla di provarci, tanto non riuscirai mai a battermi!- le dissi con un sorriso vittorioso.
Mi guardò con odio, avrebbe voluto cancellarmi quel sorrisetto una volta per tutte
-perché?- mi chiede, inizialmente non capisco e alzo un sopracciglio
-perché non la fai finita? continuo a sfidarti e tu continui a vincere, sai che i miei princìpi mi costringono a darti battaglia fino a quando non avrò vendetta. Quindi perché porti avanti questi scontri e non mi finisci e basta?!- 
Abbassai un po’ la spada, concedendole un po’ di respiro. La fisso intento a rimuginare una risposta. Effettivamente anche io ci avevo pensato molte volte, non la trattavo come un nemico qualunque, ogni volta che ero sul punto di vincerla una volta per tutte, la mano mi tremava e non riuscivo a compiere il gesto. Di certo non perché era una donna, maschio o femmina non faceva alcuna differenza per me. ma allora perché non riuscivo a colpirla, a ferirla in alcun modo?
-chi ti dice che questa non sia la volta che ti ammazzi?-  provo a intimorirla, cercando di nascondere l’esitazione di una risposta diretta.
-allora fallo! Che aspetti?!-
Dovevo farlo, una volta per tutte dovevo concludere questa faccenda. Caricai il colpo. I suoi occhi mi fissavano sicuri, cercava di incitarmi ad attaccare, ma mi stava solo rendendo le cose più difficili.
Qualche ciocca blu scuro le copriva il viso, lo sguardo nero e sicuro mi fece tentennare. Per una frazione di secondo al posto di Tashigi comparve Kuina, la bimba a cui avevo fatto una promessa che intendevo tutt’ora mantenere. Era incredibile quanto si somigliassero, ma questo non contava perché lei era una mia nemica e come tale dovevo trattarla.
Chiusi gli occhi, rilasciai il colpo. La spada tagliò l’aria ad una velocità strepitosa, raggiunse il collo della ragazza, c’ero quasi un taglio netto e tutti i miei problemi sarebbero finiti, ma non riuscii comunque a farlo. L’arma si bloccò al primo tocco lo suo collo. Segnò una piccola incisione sulla pelle che lasciava cadere un leggero rivolo di sangue.
-cosa significa? Non hai il coraggio di colpirmi?!- il suo viso era furente, sapevo a cosa stava pensando.
-voi uomini siete tutti uguali! vi credete forti a tal punto da non considerare neanche una ragazza come un vero sfidante-  continuava ad urlare mentre si avvicinava. Un forte schiaffo mi colpisce alla guancia
-pensi che stia giocando? Che sia solo una stupida mocciosa che commette la pazzia di sfidarti e che viene risparmiata come gesto di perdono?!-  cerca di darmi un altro schiaffo, ma le blocco il polso
-non è giusto!- le lacrime cominciano a scenderle
-ora basta! Non  hai capito proprio niente!- le urlai furioso
-e allora spiegami perché mi tratti in questo modo!- mi rispose con lo stesso tono di voce
La sbattei contro il muro, tenendole i polsi fissi sulla parete. I miei occhi verdi si piantarono sui suoi
-perché io non posso ucciderti, stupida!- la mia risposta le creò un sussulto
-cosa vorresti dire?! Perché non..- non le lasciai finire la frase. I suoi occhi il suo sguardo, persino la sua voce mi creava brividi lungo tutto il corpo. mi avvicinai appoggiando le mie labbra sulle sue, un bacio violento che divenne sempre più intenso.
La ragazza inizialmente tentò di opporre resistenza, quel gesto rappresentava un insulto a tutti gli ideali che l’avevano accompagnata fino a quel momento, ma il sentimento da contrastare ebbe la meglio.  Tashigi ricambiò dolcemente il bacio, cadendo in balia del mio tocco.
Cominciò ad accarezzarmi la testa, facendosi strada tra i miei capelli. Mi strinsi sempre più vicino a lei, premendo il mio petto contro il suo. Ci staccammo un attimo per riprendere fiato, mentre lasciavo  piccoli baci lungo il suo viso, fino ad arrivare al lobo, mordicchiandolo. Le sue mani scesero lungo le spalle, affondandoci le unghie.
La mia mano si aggrappò a un bottone della sua camicetta, con le dita cominciai ad aprirla mostrando poco a poco il suo reggiseno in pizzo bianco.
Una volta aperta la lasciai scivolare lungo le spalle, lasciandola cadere a terra.
Lei mi portò le mani dietro la schiena, aiutata dalla casacca già ridotta male e piena di strappi, cominciò a strapparla. La tirò via, lasciando scoperto il mio petto nudo, attraversato da una lunga cicatrice.
La presi in braccio lasciando che appendesse le gambe attorno ai miei fianchi. Mi incamminai verso un tavolo vicino mentre le lasciavo umidi baci sul collo, lei a quel tocco tirò la testa all’indietro assaporandone pienamente l’effetto.
La feci sedere sulla scrivania, staccai i ganci dell’indumento bianco e l’adagiai sul mobile.
Le accarezzai dolcemente le spalle provocandole dei brividi, continuai a scendere lungo le sue braccia portandomi dietro la spalline.  Con un dito pinzai la parte centrale tirandolo definitivamente via e lanciandolo in un luogo a caso per la stanza.
Con il suo aiuto feci scivolare via anche i pantaloni mentre continuavo a baciarla.
Quella sera tutti i nostri taciti desideri vennero alla luce ed esauditi, e mentre piano mi fondevo a lei, strinsi il mio petto al suo sentendo il battito del suo cuore trottare alla stessa velocità del mio.

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ok, questa è la mia prima One Shot su Zoro e non so se l'ho descritto bene.. inizialmente volevo renderlo un pò violento ma la mia natura dolce di fiori e caramelle mi ha condizionata... :3
se avete voglia lasciatemi un commento per farmi sapere che ne pensate. un bacio e alla prossima! ;D