“Ehi, dov’è il re del Ballo?”
“E’ finita”
“Cosa? Ma sembrava andare
tutto così bene”
“A quanto pare le favole finiscono quando c’è una ragione valida”
Serena le sorrise e l’abbracciò.
In fin dei conti era contenta per loro, si erano disperatamente aggrappati al
passato per non dover affrontare un futuro che li spaventava, ed ora avevano semplicemente
capito che era sbagliato. Il futuro va affrontato, non rinnegato, anche se è
difficile, e lei questo lo sapeva fin troppo bene.
“Andiamo a casa” le disse
B dopo un po’.
Il vento leggero di New
York invadeva l’aria facendo svolazzare i loro capelli e frusciare la seta dei
loro vestiti, sembravano le principesse che da piccole sognavano tanto essere.
Andarono a casa Waldorf e
si accoccolarono insieme sul letto di B, come quando erano piccole e faceva
freddo, strette in quell’abbraccio speciale che solo loro potevano regalarsi.
Risero e parlarono,
presero dei vecchi album di foto e un po’ di champagne.
Ok, forse era più di un
po’.
Fatto sta che passarono
la serata tra risate cristalline e foto variopinte.
“Guarda questa” disse Serena
indicandole una foto in cui c’erano loro più Nate e Chuck.
Era una foto dei loro
dieci anni, Serena sorrideva felice alla telecamera mentre Chuck cercava di
rubare il cerchietto ad una Blair
piuttosto indispettita che, senza accorgersene, stava spintonando Nate,
il quel era piuttosto confuso da quella situazione.
Risero pensando a come,
in realtà, non fossero cambiati molto nel corso degli anni.
Ne trovarono altre: una
di Nate e Blair abbracciati, un’altra ancora di S e B al mare, una in cui Chuck
cercava, invano, di spiegare a Nate come si cavalcava. Ce n’erano a centinaia:
Chuck e Nate stretti in un abbraccio fraterno, Blair e Chuck che giocano in
piscina e Nate e Serena che si rincorrono sulla spiaggia.
Tutti e quattro insieme
davanti il cancello della Constance, il primo giorno di scuola.
Serena smise di
sorridere, e anche Blair.
La malinconia prese il
sopravvento e il frusciare del vento e il posarsi degli uccelli sulla finestra
sembravano creare una canzone che trascinava con sé note di dolceamara nostalgia.
“Mi mancano, Blair” disse
Serena d’un tratto, prendendo un altro sorso di champagne.
“Mi mancano Chuck e Nate,
mi manca il Non-Judjing-Breakfast-Club. Cos’è cambiato, Blair? E perché lo
abbiamo permesso?”
“Non lo so. Forse siamo
cresciuti per quello”
E Blair sapeva che stava mentendo
anche a se stessa, perché la verità era che avrebbe tanto voluto tornare
indietro nel tempo, baciare Chuck prima, aiutare Serena e non permetterle di
scappare via in quella maledetta notte di fine estate, ma non poteva.
“Mancano anche a me. Deve
sempre essere così difficile…”
Un altro sorso di
champagne.
“B?” disse Serena ormai
mezza addormentata.
“Sì?”
“Posso farti una domanda?”
Blair annuì, stringendosi
maggiormente nell’abraccio della sua migliore amica.
“Qual è la ragione valida
per cui è finita questa favola?”
Blair le sorrise.
“Beh, il re e la regina
non sono innamorati. La regina ama il Cavaliere Oscuro e il Re ama una bionda
principessa, migliore amica della Regina, solo che sono tutti e quattro troppo
testardi e orgogliosi per ammetterlo”
Le accarezzò il capo, si
stava addormentando.
“B?”
“Sì?”
“E l’altra favola? Perché
quella è finita?”
“Perché abbiamo smesso di
credere al lieto fine tanto tempo fa, siamo troppo grandi per le favole, S.”
Sbagliato B, perché siamo ancora troppo piccoli per sentire il ‘Per
Sempre’ che danza nell’aria.