8. Ti ho amata.
Appoggio la testa contro il muro della mia cella, la cella in cui i Guardiani da ME creati mi hanno rinchiuso, nelle segrete degli edifici a Temple che IO ho donato alla MIA associazione.
Mi hanno definito come un'essere egoista! Egoista! Io!
Che assurdità!
Se sapessero la verità non mi giudicherebbero.
Quando ho scoperto i due cronografi, quando ho capito che i “segreti” erano due ho provato una tale gioia.
Avrei potuto... sarei stato in grado... l'avrei salvata.
Chiudo gli occhi e stringo la mano destra sul pezzo di vetro che ho trovato in un angolo della mia prigione. Sollevo il braccio, portandolo all'altezza del cuore e mi colpisco.
Il mio pensiero mentre muoio ti raggiunge, mia amata Elisabetta.
Non ti ho abbandonata, ti ho amata davvero.
E ora ti raggiungerò
SPAZZIETTO MIO:
dopo Elisabetta Madrone ecco il suo innamorato, il tanto detestato Conte di Saint-Germain. Non mi è simpatico, non lo amo, né provo compassione per lui come ne provo per Charlotte, ma ho voluto sperare che amasse seriamente Elisabetta, almeno quanto ama sé stesso. Il capitolo non mi piace particolarmente, ma lo pubblico lo stesso.
Avverto già che il prossimo capitolo sarà anche l'ultimo.