Ringrazio di cuore quanti hanno recensito, e
per aver condiviso con me la gioia del primo posto!
Dedicata a Flavia,
La miglior zia che una ficcina neonata possa avere.
E ad Andrea e Anna, per il supporto morale.
Grazie.
Maple Café
by elyxyz
Capitolo V - epilogo
“Vedi, Elicia? Qui è dove il tuo papà ha chiesto alla
mamma di sposarlo.” Le spiegò Maes,
sollevando la piccina da terra, perché potesse vedere il vecchio tavolo di
legno consumato.
La bimba gattonò sul ripiano. “E questo?” chiese, indicando l’incisione di
tanti anni prima.
“Questo, l’ha fatto papà. Per dire alla mamma che le voleva taaanto taaanto
bene!”
“Anche io ti voglio taaanto taaanto
bene, papy! Posso farlo sulla tavola in cucina?”
“No tesoro, non puoi. Papà non sarebbe contento, se rovinassi
quel mobile.”
“Anche lo zio Tom non è stato contento?”
“No, non è stato esattamente contento, per questa mia idea.” Confessò
l’uomo, grattandosi la nuca al ricordo.
“Ti ha messo in castigo? Cosa ti ha detto?”
Maes fece una faccia buffa.
“Mi ha sgridato con tante parole difficili, che tu non puoi capire. E poi me le
sono dimenticate...”
“Ma ti ha perdonato?”
“Sì, mi ha perdonato.” La rassicurò. “Difatti mi ha permesso di sposare la
mamma!” concluse allegro, abbracciando la sua adorata
mogliettina, che gli sorrise di rimando, divertita.
“Io invece me le ricordo bene, quelle parole difficili!” gli sussurrò Glacier all’orecchio, prima di allungarsi a baciarlo.
Fine
Disclaimers: I personaggi citati
in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna
forma di lucro, da parte mia.
Ecco. Siamo al capolinea. E non
dovrei dirlo, ma mi dispiace che sia finita. Amo incredibilmente Maes, e la famiglia che si è formato. Non so quando, ma mi
piacerebbe scrivere ancora su di loro.
In realtà, ho un paio di bozze
pronte da più di un anno, una raccolta dal taglio un po’ particolare…
ma non so quando la completerò.
(La mia ispirazione fa ciò che vuole, chissà se capiterà! >.<)
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Precisazioni al capitolo precedente: rispondendo ad una domanda: dal manga, ho ipotizzato che
Roy sia arrivato al Fronte prima di Maes. Perché appare più esperto, più a suo agio. E poi gli
dice un: “Allora ci sei anche tu?” come a significare: “Sei arrivato?”
E’ una mia libera interpretazione, ma coerente con
l’originale.
Ho notato con piacere che avete
colto praticamente ogni significato implicito, illustrando anche teorie
interessanti. Come detto, i nove mesi non sono casuali. E’ il tempo di una gestazione,
un tempo d’attesa, paure
e speranze, di gioia e di ansia. Nove mesi di
attesa, proprio come in una ‘gravidanza a rischio’. (Il rischio di partire/di morire).
Tutte quelle sensazioni che Maes ha provato, sapendo Roy al fronte; col dubbio di dover
attendere una chiamata lui stesso, diviso tra ansia e amore per Glacier.
Senza contare che sì, nove mesi è il tempo che Roy passa in bilico, tra vita e morte.
E’ molto bello ipotizzare addirittura ad un preludio della nascita di Elicia, davvero bello! *__*
Così come il diamante che rappresenta amore puro e duraturo.
Un diamante è per sempre, eh? XD
E poi nove mesi sono un tempo decente per chiedere ad una
donna di sposarti!
(1 mese è escluso, se pensiamo che si siano appena conosciuti).
Il richiamo a Harry Potter, al discorso di Molly, lo trovo realmente calzante!
E poi mi piaceva l’idea atmosferica. Sì, avete profetato.
Roy parte ‘in un giorno di primavera di sole’
(=speranze, futuro, prospettive, la primavera è l’alba
della vita e delle speranze, no?)
Maes attende e attende. Passa l’estate che sfiorisce
(tempo buttato via, il meglio sta passando, meglio
nel senso di stagione del raccolto, l’estate simboleggia la pienezza, no?)
Arriva l’inverno. Sente freddo dentro e fuori.
L’inverno è la stagione dell’aridità, dove tutto muore o dorme, in attesa di un risveglio che arriverà solo molti mesi dopo.
La scelta delle due tasche si riallaccia all’esordio della fic,
quando il messaggio era uno solo, per far intendere una ciclicità, ma nello
stesso tempo una progressione.
Non dimentichiamo che Maes è entrato lì dentro, la prima volta, semisconvolto da quel preavviso di partenza. E ora che la partenza è imminente, è come se un cerchio si chiudesse.
E poi due tasche della stessa giacca, a simboleggiare il presente e il futuro, a portata di mano. Cosa è più a portata di mano di una tasca, dove affondare le dita?
Tra l’altro, la tasca simboleggia calore e rifugio, soprattutto nei mesi freddi. Ed esse bruciano, per due ragioni diverse…
Ecco, io ci ho visto tutto questo, e anche qualcos’altro, ma è meglio che la smetta qui.
Potete anche dirmi che la gente normale non ci trova mica tutti questi sottintesi e che mi sono fumata qualcosa di strano! ^^’’
(Non mi offendo mica... >.<)
(Anche molti miei caps di It’s hanno significati così impliciti; ma se stessi a sviscerarli ogni volta, farei un’enciclopedia o un trattato filosofico! >__<)
Di questo capitolo ho poco da dire, se non che mi immagino Glacier orfana e che vivesse con gli zii. Ed ecco perché Maes ha chiesto a zio Tom la sua
mano.
Ho sempre avuto quest’impressione, molto prima di fare questa storia.
Ok, credo sia tutto. In caso, chiedete!
Ringrazio di cuore per i commenti
alla mia ultima fic: Would you like...? Siete sempre gentilissimi! ^//^
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