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Autore: Edelvais    27/05/2013    6 recensioni
Forse ciò di cui aveva bisogno il suo cuore era una voce in grado di farle dimenticare qualsiasi problema, uno sguardo capace di farle tornare il sorriso.
Tutto questo, per Joanie, rimandava a un’unica persona: Potsie Weber. Il suo Veterano.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Put your head on my shoulder





Quella era decisamente la cosa più stupida che avesse potuto fare. D’accordo, forse la più stupida che avesse fatto in tutti i suoi quindici anni. I Diavoli Rossi? Avrebbe dovuto capirlo subito che erano ragazzi da evitare; una compagnia da cui tenersi lontani almeno due chilometri. E invece no, Joanie aveva la testa dura, e quando voleva ottenere qualcosa, non c’era verso di farle cambiare idea.
Come se, quando aveva deciso di unirsi alla loro festa, sapesse cosa fosse quel qualcosa.
Effettivamente ci aveva pensato, soprattutto dal momento che uscire con Roger  “il Fantastico” non era certo ciò a cui ambiva maggiormente. Forse tutto ciò di cui aveva bisogno era un tipo tosto come il capo dei Diavoli Rossi, quello che le aveva offerto un ballo.
In ogni caso, quando Joanie varcò la soglia di Arnold’s il giorno seguente a quella bravata, si sentì una stupida. Specialmente quando il ricordo dei vestiti che indossava, quelli che Jenny le aveva prestato, si fece largo fra le altre mille cose imbarazzanti che le fecero venir voglia di scavarsi una buca e sotterrarvisi, per poi non tornare mai più in superficie.
Entrò nel locale con lo sguardo basso, sistemandosi meglio la camicia dentro i jeans, e si accomodò su una poltrona libera.  
Non aveva fame, nemmeno sete e non aveva di certo voglia di ballare con Roger – ammesso che si facesse vivo dopo essere stato scaricato per i Diavoli Rossi – quindi per quale assurdo motivo era tornata lì?
Per farsi ripetere da suo fratello quanto gli fosse costato proteggerla? Per ascoltare qualche battuta idiota di quell’idiota di Ralph? O forse, per sentir cantare Potsie?
Joanie trasalì a quel pensiero, mentre il ricordo di qualche tempo prima, quando, in quello stesso luogo, aveva confessato a Potsie che era innamorata di lui, sfrecciò nella sua mente disordinata.
Amava la sua voce. Infatti era stata proprio questa a farle sudare le mani, quando il ragazzo, guardandola dritta negli occhi, le cantava “Put your hand on my shoulder”, di Paul Anka.
E forse, inconsciamente, desiderava proprio questo.
Decise di ordinare un bicchiere di coca, tanto per fare qualcosa di diverso che pensare a cose che le avrebbero solo complicato la vita, ma quando alzò lo sguardo, incrociò due iridi azzurre che la scrutavano dall’altro lato del tavolo.
Joanie sgranò gli occhi.
«Potsie!», esclamò, incredula. Poi si ricordò che avrebbe preferito evitare di farsi notare da Ralph e Richie, e abbassò la voce. «Cosa ci fai qui?».
«Io vengo sempre da Arnold’s dopo la scuola», rispose con ingenuità.
«Ralph e Richie sono con te? E anche Fonzie?».
Potsie scosse la testa, facendo spallucce. «No, hanno compagnia».
Joanie inarcò un sopracciglio. Di Fonzie certo non dubitava, ma davvero suo fratello e Ralph Malph erano riusciti a rimorchiare ancora prima di entrare nel locale? Non che di solito avessero successo lì dentro, ma la cosa sembrava alquanto strana.
Poi si ricordò delle cicatrici e dei pesti che la lotta della sera prima aveva procurato loro, e si convinse che sicuramente era grazie a quelle che i due avrebbero finalmente trascorso una giornata in dolce compagnia. Joanie esaminò le contusioni e i cerotti che tappezzavano il viso e le braccia di Potsie, e si chiese come mai lui fosse lì dentro a parlare con la causa di quei dolori, invece che approfittarne per rimorchiare.
«Ti fanno ancora male?», domandò sentendosi in colpa.
«Un pochino», mentì l’altro. In realtà non voleva dirle che ci vedeva ancora doppio dall’occhio destro.
Joanie sospirò, intrecciando le mani con agitazione. Non era mai stata così maledettamente nervosa, e non riusciva a spiegarsene il motivo.
«Potsie, mi dispiace così tanto», disse infine, tendendo gli occhi bassi. «Sono stata un’idiota, e voi ci avete rimesso a causa mia».
Inaspettatamente, il moro appoggiò una mano su quelle di Joanie. Un gesto che le mandò letteralmente a fuoco le guance. Per un momento si dimenticò persino il suo nome.
«Hai ragione, è stato un comportamento idiota», replicò con un sorriso sghembo. «Ma sono contento di essere riuscito ad arrivare in tempo insieme agli altri».
«Quei vestiti, tutto quel trucco… E pensare che una volta mi hai detto che da come ti scrivevo sembravo una ragazza matura… Invece ora mi sento una stupida».
«Non eri mica male con quei vestiti!», rise Potsie, dando un buffetto sulla guancia di Joanie. «Ehi, ti va di ballare?».
Per poco Joanie rischiò una sincope. Voleva ballare? Potsie voleva veramente ballare con lei?
Avrebbe persino scommesso di aver sentito male, se non fosse che il moro si alzò tendendole la mano.
«Oh», balbettò Joanie. «D-d’accordo».
Potsie sorrise, e infilò una monetina nel jukebox, schiacciando poi qualche tasto.
Una volta di fronte a Joanie, cominciò a intonare la canzone, cantando sopra la voce di Paul Anka.
 
Put your head on my shoulder 
Hold me in your arms, baby 
Squeeze me oh so tight 
Show me that you love me too 

Potsie prese delicatamente le mani di Joanie e le posò sopra le sue spalle, e appoggiò le sue sulla schiena della giovane, attirandola a sé.
Joanie non si sarebbe mai aspettata tanta audacia dall’amico di suo fratello, dal momento che  non poteva certo vantare di essere molto sveglio, ma accolse volentieri l’occasione di stargli vicino, e gli sorrise. Mentre ballavano lentamente a ritmo della musica, Potsie continuava a cantare sottovoce, guardando Joanie negli occhi.
Come quella volta un po’ di tempo prima, anche in quel momento Joanie si perse nell’azzurro cristallino delle iridi del ragazzo, e improvvisamente tutto intorno a lei assunse meno importanza, persino Roger che li osservava truce dall’angolo del locale. Tutto si fece sempre più sfocato nei pensieri di Joanie, e l’unica cosa che contava veramente per lei era Potsie Weber.
E la cosa le pareva assurda, poiché era convinta di essere riuscita a cancellarlo dalla mente, rimuovendo ogni traccia della presunta cotta che si era presa per lui qualche tempo prima.
Ma forse non era una semplice cotta, un effimero innamoramento da quindicenne. Forse Potsie era davvero ciò che Joanie cercava. Forse ciò di cui aveva bisogno il suo cuore era una voce in grado di farle dimenticare qualsiasi problema, uno sguardo capace di farle tornare il sorriso. Tutto questo, per Joanie, rimandava a un’unica persona: Potsie Weber. Il suo Veterano.
 
Put your lips next to mine, dear 
Won't you kiss me once, baby

 
Joanie  decise di seguire il suggerimento di Paul Anka e si alzò in punta di piedi, avvicinando il suo viso a quello di Potsie. Quando finalmente le loro labbra si toccarono, la consapevolezza di amarsi li travolse.
Lei voleva lui, lui voleva lei. Come due pezzi di un puzzle che combaciavano alla perfezione.
In quell’infinito istante, entrambi rimossero qualsiasi cosa avessero per la testa per accogliere quella nuova forte emozione. A Potsie non importava più che Joanie avesse quattro anni in meno di lui.  Sembrava che quella piccola donna fosse l’unica cosa fondamentale nella sua vita. E l’aveva capito quando, chiuso in quell’armadietto nella palestra della scuola, aveva ascoltato quei teppisti importunare Joanie. La sua Joanie. E anche se i suoi muscoli non erano esattamente della stessa taglia di quelli dei Diavoli Rossi, Potsie si sarebbe battuto per proteggerla. Ed era ciò che aveva fatto.
 Quando si allontanarono, i loro sorrisi erano ancora rapiti l’uno da quello dell’altro, e i loro sguardi irrimediabilmente incatenati. Ma la canzone non era ancora finita, e Joanie seguì le sue ultime parole, appoggiando la testa sulla spalla di Potsie.
 
Put your head on my shoulder



 


Buonasera ^^
Recentemente ho ricominciato a vedere Happy Days, e inutile dire che - come quando lo guardavo da bambina - ne sono rimasta innamorata. Adoro questo telefilm, e Potsie e Joanie sono davvero adorabili insieme. Quindi, perché non scrivere una fanfiction su di loro? La bellissima canzone "Put your head on my shoulder" di Paul Anka mi è stata davvero di grande ispirazione. 
Questa One shot è ambientata dopo l'episodio 4x20.
Spero vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate :)

Ed



 

 
   
 
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