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Autore: Malanova    28/05/2013    6 recensioni
Chi non sa la storia del keroniano che deve invadere il pianeta Terra ma per un motivo o per un altro non ci riesce mai? Ma se poi ci riuscisse ... Che cosa succederebbe? Desiderosa di rispondere a questa domanda (anche se ho un mucchio di ff da finire), creo questa storia sperando che vi faccia divertire. Dasvidania!
Genere: Demenziale, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Keroro, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Keroro si risvegliò subito, perché sentiva qualcosa di fastidioso che gli solleticava la faccia. Quando riaprì gli occhi si accorse di essere steso sull’erba dove due piccoli steli gli solleticavano il viso. Si mise seduto e si guardò intorno. Si trovava in una prateria immensa, interrotta soltanto da delle rovine di pietra, poco lontano da lui e lievemente rialzate da una collinetta. Era notte fonda. Migliaia di stelle brillavano in cielo formando costellazioni che il keroniano non conosceva. “Dove mi trovo?” si domandò l’alieno. Come sospinto da una attrazione sconosciuta, si alzò e si diresse verso le rovine (Keroro: anche perché non c’era nient’altro oltre a quel cumulo di sassi). Quando arrivò nei pressi, constatò che i cumuli di pietra dovevano formare, migliaia di anni fa, un intricato labirinto. Ora le pietre marmoree erano rovinate dal tempo trascorso e il muschio dai fiorellini blu, aveva invaso gran parte della superficie coprendo il bianco. Solo l’ingresso aveva resistito un po’ di più: su di esso c’erano delle incisioni e proprio all’apice del arco c’era il mascherone che raffigurava il volto di una donna dallo sguardo inquietante. Ma Keroro non ne sembrava molto colpito “Lady Natsumi mi ha guardato anche peggio di così” borbottò tra se “Però a Mister Fuyuki gli sarebbe piaciuto e sarebbe stato in grado di dirmi che cosa sia … Ma visto che lui non c’e dovrò arrangiarmi da solo”. Passò attraverso l’arco. Il suo sguardo tornò al cielo e disse “Certo che è veramente bello questo cielo … Non ho mai visto così tante stelle su Pekopon …”. Naturalmente stava camminando mentre ammirava l’astro notturno. Così non si accorse della buca enorme che c’era sul pavimento. E come in tutte le scenette comiche trite e ritrite, il nostro protagonista ci cadde dentro. “UAAAAAARGH!”. Il buco si richiuse formando nuovi mattoni e il silenzio tornò a regnare sulla pianura.

In un lasso di tempo di due secondi e mezzo, Keroro si ritrovò steso sulla faccia. Si risollevò un po’ tramortito e sputando della sabbia. Ora si trovava su una spiaggia dalle acque cristalline e la sabbia finissima. Alle sue spalle c’era una lussureggiante foresta fatta di palme e altri alberi dei tropici che si collegavano tra loro tramite delle liane. Il sole era alto nel cielo. “Ma come?” si domandò l’alieno “Ma non mi trovavo prima su una pianura? E non era notte?”. Si mise una mano sulla testa e si grattò. Poi notò una sfera sul cielo che sembrava una bolla di sapone. Al suo interno c’era il cielo notturno e una immensa distesa verde interrotta solo da rovine. “Che io sia caduto da … lì?” si chiese ancora sempre più confuso. “Si … E’ molto probabile …” gli rispose una voce alle sue spalle. Keroro si mise ad urlare, spaventato a morte. Mettendosi una mano sul petto si voltò. A parlare era stata una bambina che doveva avere pressappoco dieci anni. Era alta (chi non lo era in confronto a lui?), dalla pelle nera e gli occhi verdi … No, sono azzurri … Mi sono sbagliata, sono castani … Ho sbagliato ancora, sono gialli … Insomma! Aveva dei occhi che cambiavano spesso il colore. I capelli rossi, di una tonalità più chiara di quelli di Natsumi (non ci provare a cambiarmi anche il colore dei capelli mentre sto raccontando! Bambina: Chiedo venia!), formata da rasta e legati in una coda alta. Era vestita con una semplice canotta gialla con dei pantaloncini azzurri. La bambina sorrise e gli pose un bicchiere di drink, rosso con dei cubetti di ghiaccio a forma di stelle marine “Devi essere molto assetato” gli disse affabile “Prendilo. L’ho fatto apposta per te …”. Il keroniano, senza pensarci due volte, accettò la bevanda offerta dalla sconosciuta (non si fanno queste cose!) e bevve tutto d’un sorso.

Quando anche l’ultima goccia finì in fondo alla gola, Keroro si sentì stranamente leggero e loquace. Un senso di serenità gli distese i nervi e si sedette per ammirare l’oceano. La bambina si sedette affianco a lui sulla sabbia. Keroro iniziò a parlare e raccontò alla bambina di chi era e che cosa faceva. Poi il racconto degenerò nei soprusi che era costretto a subire a casa Hinata per colpa di Natsumi e Giroro. “… Adesso Lady Natsumi mi ha sequestrato i miei ultimi modellini che mi sono comprato con la paghetta …” borbottò Keroro con le lacrime ai occhi “Che cattiveria!” disse l’altra consolandolo “Solo perché volevi un po’ di luce”. Il keroniano annuì. La ragazzina gli mise una mano intorno alle spalle e lo attirò a se “Mi sei simpatico Keroro” gli disse “E ho deciso di aiutarti”. Gli mise un dito sulla fronte e con voce profonda, inusuale per una bambina, gli mormorò “Quando tu ti risveglierai il pianeta Terra sarà conquistato dalla tua armata. Avrai elogi da chi ti disprezza e l’ammirazione di chi aveva dubbi. Ma ricordati che per tale progetto c’e sempre un prezzo da pagare e qualcosa da sacrificare …”. Gli sorrise, scoprendo dei denti aguzzi come quelli di uno squalo “Sei disposto ad accettare tale condizione?” gli domandò alla fine. Keroro gli rispose subito “Si” senza pensarci troppo. Lei sorrise ancora e fissò i suoi occhi cangianti su quelli del keroniano “Così sia!” esultò alla fine. L’alieno si paralizzò per un secondo e cadde all’improvviso nell’oscurità.

  
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