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Autore: Sylvia Ruth    30/05/2013    2 recensioni
Il cuore di Dave Gahan si è fermato per tre minuti... Questa è cronaca...
Ma se non fosse tutto qui?
Se la sua morte fosse stato solo un nuovo inizio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Infatti alcuni minuti dopo suonano alla porta. Dave apre e appena vede Martin sbotta. "Io non sono la tua Ferrari."

"E' la marca di un auto, giusto? Ma se non ho mai guidato in vita mia!" Lo guarda allibito e preoccupato.

"Tanto per mettere bene in chiaro le cose da subito." Grugnisce. Lo guarda meglio. "Perchè ti sei tagliato i capelli? Mi piaceva tuffare le mani nei tuoi riccioli." Brontola.

"Ricresceranno. Dov'è Jennifer?" La cerca con gli occhi.

"Ad occuparsi di Jimmy." Continua a squadrarlo da cima a fondo. "Perchè indossi quella giacca?"

"BASTA!" Grida Martin. "Si può sapere che cazzo di prende? Se dormire a lungo ti fa questo effetto..."

"A proposito... Ho dormito per DUE giorni e e voi non avete provato a svegliarmi?" Chiede con aria scandalizzata.

Martin, calmo, lo fa sedere. "Adesso stai qui e spalanchi quei due ventagli che chiami orecchie... Sei crollato addosso a Jennifer, spaventandola a morte. Ti abbiamo preso a schiaffi, urlato a due centimetri dal naso, spruzzato, no, inondato, d'acqua fredda e tu hai continuato a russare..."

"Io non russo." Protesta.

"Allora ti stavi esibendo in una splendida imitazione di una vaporiera." Risponde. "Kit ci ha consigliato di lasciarti dormire e noi lo abbiamo ascoltato." Incrocia le braccia sul petto. "Se ti ho schiarito le idee... ricambi il favore? Mi spieghi che c'entra una Ferrari con ME?? A me le auto non hanno mai interessato."

"Jennifer..." Inizia.

"Non è il tipo da simili pretese." Obietta con sicurezza.

"MI LASCI PARLARE? Dice che le ricordi uno di quegli svitati che sfogano la loro voglia di giocattoli collezionandoli da adulti."

"Giocattoli?" Ripete Martin allibito. "Aspetta... Aspetta... Chi sarebbe il giocattolo?"

"IO." Si punta il dito al petto.

Martin scoppia in una fragorosa risata. "Ti brucia! Se qui c'è uno che andava pazzo per auto o moto veloci quello sei tu, quindi il trastullo sarei io e... l'idea mi piace parecchio." Si avvicina a passi lenti. "A cosa vuoi giocare?" Propone suadente. "Seriamente David... Toglitelo dalla testa. Ho capito cosa intendeva e non rientriamo nella categoria. Quello che sognavo da bambino e che colleziono sono le chitarre... e tu non sei una Gibson o una Fender."

"Sicuro?" Chiede dubbioso.

"Su di me del tutto. E tu?"

"So cosa provo quando mi sei vicino o ti penso..." Ha voglia di toccarlo, di sentirlo tremare sotto le sue mani.

"Mi sogni?" Martin si avvicina ancora di più, una luce maliziosa nello sguardo.

"Da quando sono a Londra non li ricordo, ma gli scenziati dicono che lo facciano ogni notte..." Gli accarezza i capelli. "Ricresceranno?"

"Torneranno ad arricciarsi in un paio di settimane... se glielo permetterò."

"SE glielo permetterai??" Ripete.

Martin annuisce. "Mentre qualcuno ronfava beatamente, borbottando e sbuffando come un bollitore, due poveri diavoli lo stavano a guardare e hanno iniziato a conoscersi. Sei riuscito a convincerla a non mollarti?"

"Sì." Risponde Dave, sempre più stupito della piega che sta prendendo la conversazione.

"Ne sono contento. Io ci ho provato, ma i miei argomenti erano più deboli dei tuoi... Le stavo per proporre un accordo che..."

"Che genere di... accordo?

"Per delle validissime ragioni, nessuno di noi vuole sbandierare la nostra... Come possiamo chiamarla? Storia d'amore, relazione, liaison? Susy mi lascerebbe all'istante, portandosi via le bambine e cercando di strapparmi pure le mutande." Martin ha ben chiare le difficoltà sul cammino. E' evidente che ci deve avere rimuginato a lungo. "Tu te ne sei reso conto prima di me. Non sei messo meglio con Jo. Sarebbe un'arma affilata nelle sue mani. Perciò avevo pensato di stipulare un patto."

Dave lo scruta sospettoso. In passato hanno subito tutti i risultati di alcune sue iniziative. "Cioè?"

"Tu intendi continuare a vivere a New York. Avrai bisogno di una casa adatta alle tue nuove esigenze... Un posto dove poter ospitare Jack e altri familiari..."

"Ne ho già adocchiato una. Jonathan se ne sta occupando." Conviene lui.

"Quello sarà il regno di Jennifer. Lì resto Martin...l'amico, il collega... Quando sei a Londra, o durante i Tour tocca a me." Conclude compiaciuto.

"Insomma... proprio come spartirsi una torta... E la torta sarei io." Borbotta Dave, per niente soddisfatto.

"A me sembra un modo brillante per accontentare tutti e non rimetterci. Jennifer vuole far parte della tua vita privata... Casa, famiglia, divertimenti semplici... Ama i bambini e ci tiene che crescano in un ambiente sereno, per quanto possibile."

Dave ascolta concentrato. Deve convenire che Martin ha ragione. "Le stesse cose che Jo diceva di volere..."

"A parole. Sei un uomo diverso. Siamo diversi. Siamo cresciuti. Per questo motivo mi sono tagliato i capelli e ho indossato una giacca classica. Il cespuglio arruffato diventerà un ricordo. Accantonato con la gonna di pelle, le collane, gli attrezzi sadomaso, gli eccessi..."

"Le sbronze?"

"Farò un tentativo." Gli promette. "Sai che bevo per sconfiggere il terrore da palco e per scaricare la dose in eccesso di adrenalina del dopo spettacolo."

"Un piccolo sforzo in più?" Gli ha promesso di accettarlo com'è, ma deve provarci...

"Mi sforzerò, ma conosci i miei limiti... Pensa che potrai vedere Jack ogni volta che vorrai... Potrai allenarti e viaggiare con Kit...e... potrai trascorrere del tempo in mia compagnia." Elenca suadente.

"Ne hai già parlato con Jenny?"

"Me ne sono guardato bene..." Qualcosa non va. Lo vede da come serra e apre i pugni.

"Questa pensata è per intero farina del tuo sacco?"

"Ne ho accennato con Marlowe e mi è sembrato non rifiutarla a priori." Per un'istante gli occhi di Martin sembrano brillare. "E' solo una stupida trovata... tanto per passare il tempo. Guardare uno che dorme è... noioso." Aveva dimenticato che odia essere messo con le spalle al muro.

"Povero Martin." Dave torna a sorridere. I suoi occhi tornano a sorridergli. "Detesti proprio annoiarti. Niente chitarra? Niente giochini elettronici?"

"Niente di niente. Però mi sono passati per la mente diverse idee per alcuni... giochetti." Mormora con voce arrocchita.

"Giochetti? Che genere di..." Si schiarisce la voce. "... giochetti?"

"Giochetti a due." Agina una mano in aria. "Ho passato ore a guardarti... Ad immaginarti sotto di me..." Sussurra flautato. "Nudo... Interamente nelle mie mani... Una visione stimolante." Fa un passo indietro e Dave rilascia il fiato che stava trattenendo. "Sai che differenza esiste tra fare l'amore con una donna e farlo con un uomo?"

"Non ci ho mai pensato."

"Che con una donna non sei mai sicuro di cosa le può... piacere... Ti stimola ad inventare nuovi preliminari..." Gli fa scorrere una mano sul torace.

"Invece con me?"

"Vai sul sicuro. La reazione è visibile. Specie se è... dotato." Sfiora con un dito la sua erezione.

"Questo vale anche per te." Appoggia il palmo sulla cerniera dei suoi pantaloni, che sembra sul punto di cedere.

"Perchè ti sei svegliato?" Geme Martin sbattendo le palpebre.

"Ti lamenti?"

"Momento sbagliato... Posto inadatto." Prima che lui possa replicare lo bacia con trasporto. "Accontentiamoci di questo... Per ora... Vado a dire ad Andrew che ti sei ripreso."

**Povero David! Ti hanno mandato tutti e due in bianco!!**

Dave si concentra e gli trasmette una immagine precisa.

Una risata inconfondibile gli preannuncia l'arrivo di Kit. "Non si fanno i gestacci al tuo maestro, discolo. Dovrei punirti, ma... Rispondi ad una domanda... Sei felice?"

Dave si analizza a lungo. "Sì, lo sono."

Chris accoglia la notiza con un cenno. "David o... l'immortale?"

Lo vede spalancare gli occhi. "L' avevo scordato. Me ne sono dimenticato!!"

"Goditi questa sensazione meravigliosa per lungo tempo." Gli augura soddisfatto. "Comincia da qui la tua nuova vita."

"Zio Kit, zio Kit. Sono pronto, andiamo?" Jimmy si lascia cadere dal corrimano, lungo cui è scivolato, tra le sue braccia. Un gioco che deve essere diventato consueto per i due.

"Prima saluta David e la mamma."

Il bambino cerca di arrampicarsi lungo la gamba di Dave, che lo solleva. "Bacio qui." Gli indica la guancia.
"Dove lo porti?"

"Un po' qui, un po' là. Torneremo stanchi morti." Alza la testa verso la persona che sta scendendo. "Mi concedi la gioia di fargli il bagno e metterlo a letto?"

Jenny si limita ad un preve cenno di consenso, troppo commossa per parlare. Seguono affiancati le due figure che si allontanano.

**Grazie... papà.**

**Simon si è preso la giornata libera. La casa è tutta vostra.**

"Che ti sta dicendo?"

"Che abbiamo campo libero."

"Campo libero per cosa?" Chiede con un' aria innocente che non convince nessuno.

"Se vieni con me te lo faccio vedere." Le porge la mano che lei afferra.

"E... mi divertirò?"

"Oh sì..." La trascina su per le scale. "Te lo prometto."



FINE
   
 
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