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Autore: Claudia    11/09/2004    8 recensioni
Il destino di Kagome è di ritornare nel Sengoku Jidai dopo quattro anni, affrontare di nuovo Inuyasha, ora suo nemico, e salvare sua figlia... ma la figlia avuta da chi?
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27

Gemme di perenni lacrime

 

Un tempo  sorrideva una vallata

silenziosa: nessuno l'abitava,

eran tutti partiti per la guerra

affidando al dolce sguardo degli astri

notturni, dalle loro torri azzurre,

la protezione dei fiori dei prati,

su cui per tutto il giorno pigramente

si distendeva la luce del sole.

 

 

Sì, aveva perso i suoi poteri, ma aveva ritrovato un brandello d'amore. E per lei, tutto questo era una rinascita: della sua anima, dei suoi sensi. Era rimasta seduta, lasciando che le acque rosse del lago lambissero i suoi piedi... non aveva paura, anche se l'acqua era una miscela di sangue, non provava ribrezzo. Non più, dopo quella notte. I suoi meravigliosi occhi grigi fecero loro la distesa d'acqua di fronte a lei, toccarono gli scogli, gli alberi di quella valle. Un luogo tanto tranquillo da poter paragonare al Paradiso, tanto rosso per essere l'Inferno. Lentamente, le sembrava di ricordare quando la sua anima era soprasseduta da Kuroi. Ricordava vagamente quel luogo, ma era certa di esserci stata.

 

"... non possiamo andarcene."

 

Inuyasha era tornato dal suo giro di perlustrazione. E quelle parole segnavano la chiara e dolorosa conclusione alle sue ricerche.

Arrossì, pensando alla notte appena trascorsa e prese a fissare la sabbia che si mescolava alle acque.

Il demone sedette su uno scoglio che affiorava sulla riva, incrociò le braccia al petto, mentre i suoi occhi dorati scrutavano l'orizzonte di fronte a loro.

 

"... morti o vivi, prima o poi usciremo di qui."

 

Osservò Kagome, che aveva pronunciato quelle parole con un tono di resa nella sua voce. Era stanca, troppo stanca. E perfino lui, l'aveva notato. Fissò il ventre della donna, con sguardo astioso. Sapeva che dentro di lei stava nascendo una vita... una vita malvagia che avrebbe seminato morte e distruzione. Una vita che le stava tenendo nascosta. Già, non le aveva ancora detto che dentro di sè, si nutriva il figlio di Kuroi. Non glielo aveva detto... e quella notte si era illuso. Si era illuso di distruggere quella creatura con il suo amore.

"Inuyasha?"

"... mhm?"

"Starà bene nostra figlia?"

 

Sì, certo.

Questa era la riposta che avrebbe voluto darle.

 

 

**

 

 

Più per riflesso che per altro, strinse il pugno della sua mano. Sentì i granelli di sabbia che, ruvidi, si strofinavano alla sua pelle. Si sentiva talmente debole che anche aprire gli occhi era un consistente sforzo. Da un lato, sentì una voce pronunciare il suo nome, mentre dall'altro lo sciabordio tranquillo delle onde risuonava nella sua mente, mentre l'acqua le bagnava le gambe con un movimento lento e ripetitivo. Tentò di far forza sulle braccia, ma la presa salda di Miroku la sollevò da terra, tenedola stretta per sicurezza. Si, la sua vista appannata intravedeva la sagoma del monaco, i cui lineamenti erano privi di consistenza.

"Miroku-sama..?"

"Non parlare." la voce di Miroku le parve un sussurro. Rimase in silenzio, non aveva voglia di parlare. Ma soprattutto, non ne aveva la forza. Osservò lo sguardo di Miroku e prese a guardare verso la stessa direzione in cui puntavano i suoi occhi: Kaeru stava su un piccolo scoglio, bagnato da acque rosse e limpide. Dava loro le spalle, ma aveva percepito che sia Miroku che Sango si erano destati dal loro sonno.

"Piccola Kaeru," esordì Sango debolmente "dove siamo?"

La bambina non rispose, rimase immobile senza voltarsi verso la loro direzione.

"Questo posto fu creato moltissimi anni fa..." la voce infantile di Kaeru non trapelava alcuna emozione. "All'epoca ci furono guerre tanto violente che la continua carneficina tra demoni ed esseri umani non destò più orrore, ma disgusto. Questo luogo incarna tutte le morti avvenute nel mondo. Ogni morte produce un nuovo fiotto di sangue che si unisce a queste acque. La Valle dell'Inquietudine. Il luogo della mia rinascita."

"Rinascita?" Sango osservò la bambina, mentre il sole affogava nelle acque rossastre. La luce morente del giorno incorniciava il volto della piccola, mettendone in risalto gli occhi dorati del padre. Kaeru finalmente si voltò, e li raggiunse aleggiando verso di loro. Afferrò con le piccole mani paffute il volto della cacciatrice e sorrise tristemente.

"Papà e mamma sono qui."

"... nella valle dell'inquietudine...?"

"... sì, ma questo posto non esiste nella realtà. Commemora le anime morte ed è frutto della nostra paura."

"Come fai a sapere queste cose, piccola Kaeru?" La bambina osservò il bonzo e sorrise.

"Ogni cosa a tempo debito."

 

 

**

 

 

Le sue orecchie canine si mossero, mentre osservava le acque e il sole morente. I suoi sensi erano stati attratti da delle vibrazioni, vibrazioni provenienti da persone vive, esseri umani.

"Sango e Miroku sono qui! Il loro odore è inconfondibile!" fece un balzo scattando verso Kagome.

"Kaeru è con loro?!" chiese speranzosa la donna, mentre Inuyasha annusava l'aria per darle una risposta concreta.

"Sì, per fortuna." Senza darlo a vedere, Inuyasha distese i muscoli del corpo liberandosi dalla tensione che aveva accumulato fino al loro risveglio. Più il tempo passava e più cresceva in lui la consapevolezza di un nuovo scontro con Kuroi... uno scontro che avrebbe decretato il vincitore e la morte del perdente. In passato, non aveva mai dato peso alla vita, nè al desiderio di sopravvivere per qualcosa. Aveva combattuto, ucciso, ma non si era mai preoccupato della morte. Invece, guardando quell'orizzonte, crebbe dentro di lui l'ansia, se non la paura di perire per la mano infallibile di un nemico potente. Dopo molti anni, avrebbe dato tutto per evitare un rischio tanto elevato, ma non per vigliaccheria, non per codardia; no, semplicemente perché da morto non avrebbe mai potuto salvare Kagome e Kaeru. Un morto non può far niente se non osservare impassibile il corso degli eventi. Lui, da vivo, poteva cambiare benissimo il suo destino. E lo avrebbe fatto.

"Seguimi Kagome!"

Presero a camminare sulla riva, silenziosi, godendo di quella pace instabile, il preludio alla morte.

"Inuyasha," Kagome ruppe il silenzio "Quando tutto sarà finito tornerò nel mio mondo."

Il demone si fermò, voltandosi verso di lei solo dopo qualche minuto.

"Se è questo che desideri." Inuyasha prese di nuovo a camminare dando le spalle alla donna.

"Però... devi farmi un favore... te ne parlo ora... perché non so se potremo farlo in seguito un discorso del genere..."

"Parla." Disse il demone, continuando a camminare evitando l'acqua rossa che bagnava la riva.

"Vorrei che Kaeru rimanesse qui... con te."

Inuyasha si voltò di scatto, sorpreso dalle parole di Kagome.

"Che hai intenzione di fare Kagome?"

Vedendo la reazione del compagno, Kagome sorrise " Mi farebbe piacere se mia figlia trascorresse un po' di tempo con suo padre...lo trovi così strano?"

"...no."

"Bene, allora è deciso!" disse felice Kagome, superando Inuyasha. Il demone guardò il kimono della donna che si alzava leggermente nella brezza del tramonto. Non avrebbe mai compreso a fondo quella donna volubile e sorrise per questa sua debolezza.

 

Trovare Sango e Miroku fu molto più semplice del previsto e quando gli occhi di Kagome intravidero le sagome di tre persone, la donna non potè fare a meno di lanciare un gridolino di gioia che riscosse Inuyasha dai suoi pensieri. Kaeru corse trale braccia della madre, piangendo come una normalissima bambina che non aveva visto la madre per molto tempo. Kagome si soprese non poco, vedendo la figlia molto simile ad Inuyasha. Ma Kaeru non provava dolore e questo la rassicurò moltissimo. Quando ebbe la possibilità di farlo, Kagome strinse a sè la cacciatrice, ringraziandola di cuore per aver protetto la vita di Kaeru e scusandosi per esser stata la causa delle ferite che ora doveva portare sul corpo.

"Inuyasha, manca poco." disse Miroku agitando il proprio bastone, sferzando l'aria calma della Valle.

"Lo so. Dobbiamo stare attenti. Probabilmente Kuroi sa che siamo qui."

Alle parole del demone, seguì un minuto di silenzio, ognuno perso nelle proprie riflessioni. Sango osservò Kaeru in braccio a Kagome e fu tentata di dire all'amica dello strano comportamento della bambina. Sango era certa che Kaeru nascondesse qualcosa, qualcosa che nonostante tutto non percepiva come malvagio. Sia lei che Miroku erano però giunti alla conclusione, che non era sempre Kaeru bambina a parlare.

"Kagome."

"..si?" La donna guardò Inuyasha negli occhi.

"Ora che hai perso i tuoi poteri... porta lontano Kaeru."

"Ma..."

"... niente ma. Saresti un peso inutile, non posso difendervi durante lo scontro con Kuroi.... avrei le mani legate."

"Va bene." Kagome annuì poco convinta, ma sicura che Inuyasha pensava solo al loro bene.

"E anche tu Sango. Hai troppe ferite, non sei in grado di combattere!"

"Parla per te, Inuyasha!" disse la cacciatrice in tono offeso.

"Inuyasha ha ragione" il tono fermo e pacato di Miroku mise a tacere Sango.

 

Adesso chi vi passa  può notare

l'inquietudine della triste valle.

 

All'improvviso una gelida risata smorzò la quiete della Valle, riecheggiando nell'aria come un suono metallico. Il cielo, fino a quel momento, rosso come il sangue, si fece sempre più cupo, nascondendo gli ultimi raggi morenti del sole. La brezza della Valle cessò di colpo, lasciando il posto a un'aria soffocante ed immobile, che penetrava nei polmoni soffocandoli. Sopra di loro, Kuroi comandava un esercito di demoni ripugnanti che brandivano spade ed armi rudimentali ma talmente affilate da provocare la Morte in un istante. Il bastardo non era venuto solo. Inuyasha osservò sprezzante l'orda di demoni che li sovrastava, estrasse dal fodero la Tessaiga che stridette tra i pugni delle sua mani. Grande, palpitante, la spada sembrò risplendere di luce propria.

"Il solito bastardo... che c'è Kuroi? Hai forse paura a batterti?"

Il demone malvagio puntò Inuyasha dall'alto della sua importanza, accenando solo a un ghigno. Abbassò un braccio, comandando al demone dietro di lui di attaccare quegli esseri umani inermi. Il demone, simile a un kappa* per le sue piccole dimensioni, si mosse con una velocità senza eguali verso Kagome e coloro che sapeva esseri umani, ma le sue carni furono maciullate dal bastone di Miroku, che con l'aura purificatrice aveva ucciso il demone.

Kuroi non sembrò sorpreso per la destrezza mostrata dal bonzo, anzi sorrise, spostando i lunghi capelli dietro alle spalle con il moto ondulatorio di una mano.

"A quanto pare sarà una battaglia interessante."

"La verità è che sei solo un vigliacco!" gridò di rimando Miroku. Il monaco fissò il rosario che ancora circondava la sua mano, e fu sul punto di aprire il Vortice del Vento, ma il dissenso sul volto di Inuyasha lo portò a desistere.

"Gentile da parte tua Inuyasha! E così vuoi evitare che i tuoi compagni combattano."

"Tu non puoi capire certe cose. Tu non hai un'anima."

La parola anima sembrò infastidire Kuroi, che, per tutta risposta, diede il comando di attaccare a cinque dei suoi demoni. Azione che portò solo alla morte dei suoi schiavi, agonizzanti a terra e imploranti il suo aiuto. Kuroi osservò con sguardo gelido i corpi tagliati dalla Tessaiga e il sangue che andava ad unirsi ad un acqua già abbastanza rossa.

"Questa è la Valle dell'Inquietudine, Inuyasha. Ricordala bene, perché sarà anche la tua tomba!"

Kuroi sferzò l'aria con un braccio, dando origine a una folata di vento che scaraventò Inuyasha e gli altri lontano dalla riva.

"Presto il vostro sangue si unirà a queste acque." sorrise osservando Kagome.

"Ma se tu lo desideri Kagome, potrai unirti a me e io ti risparmierò la vita."

Kagome lo guardò con un'occhiata altrettanto gelida, rispondendo freddamente alla proposta del demone.

"Peccato," Kuroi scrollò le spalle " anche se porti in grembo mio figlio, ti ucciderò come gli altri."

La donna guardò in alto, il suo volto sorpreso per tali parole. Cercò lo sguardo di Inuyasha, ma non lo trovò. Un senso di profondo disgusto la pervase, lasciando che i suoi occhi si posassero sul ventre ancora piatto. L'idea di ferirsi all'altezza dell'addome balenò nella sua mente, ma la stretta di Kaeru sembrò portarla di nuovo in sé.

"Non permetterò mai che tu ferisca Kagome e i miei amici!" Inuyasha si mise in posizione di combattimento, brandendo la Tessaiga di fronte a sé.

"Amici?" Kuroi lo guardò falsamente sorpreso. "Questi inutili e ripugnanti esseri umani sono... amici?"

Inuyasha rimase in silenzio, convinto nella vericità delle sue parole.

"Gli amici Inuyasha non tarderanno la tua morte. Non quando io avrò inglobato lo Shikon."

"Che vai farneticando, bastardo?! Nemmeno tu riesci a percepire la Sfera!"

"Tzè, Inuyasha povero illuso. Pensavo che tu fossi abbastanza intelligente per capire che io SO... dove si trova lo Shikon no Tama."

 

Inuyasha, Sango, Kagome e Miroku fissarono il demone, i loro volti confermavano i loro stati d'animo. Kuroi aveva scoperto dove fosse la Sfera, ancor prima di loro. Kagome strinse gli occhi cercando di captare la presenza del gioiello in qualche remota parte della sua anima, senza tuttavia successo.

Per loro era finita.

 

Se avesse anche solo percepito la sua presenza, sarebbe comunque rimasto un margine di speranza.

"Prima però mi libererò delle vostre presenze ripugnanti."

Una luce azzurra, tanto chiara quanto fredda, avvolse la figura del demone, mentre l'intero esercito di demoni scendeva verso la loro direzione. Inuyasha impugnò saldamente la spada, mentre Miroku agitava il bastone creando una barriera protettiva, troppo debole per la furia malvagia che si stava scatenando contro di loro. E di questo ne fu consapevole anche Inuyasha, che, abbassando Tessaiga si diresse verso gli altri, cercando non di attaccare ma di proteggere. La nube demoniaca giunse, entrando in contatto con la barriera di Miroku e con la lama della Tessaiga. Inuyasha si muoveva agilmente, mozzando i corpi dei demoni e utilizzando la Tecnica dei 100 colpi di Tessaiga. Ma laddove i demoni venivano uccisi, altri oni** incombevano nell'aria ancora più forti dei precedenti.

"Addio, Inuyasha."

Alle parole di Kuroi si accompagnò un fascio di luce azzurra che, facendosi strada tra i demoni, sciogliendoli come neve al sole, si oppose alla lama della Tessaiga.

Kagome strinse a sé la figlia, chiudendo gli occhi e aspettando una fine sempre più certa, quando Kaeru prese a brillare di una luce bianca.

La donna dai capelli corvini allentò la presa ed osservò con occhi increduli la figlia che aveva preso a sollevarsi nell'aria.

Il fascio di Kuroi si estinse, mentre il demone aveva preso interesse per la bambina.

"A quanto pare, lo Shikon mi risparmia anche la fatica di prenderlo."

 

"Lo Shikon? Ma che cazzo stai dicendo?!" Inuyasha imprigionò la punta della sua spada nella terra sabbiosa e prese ad osservare gli eventi alle sue spalle.

"Kaeru?" Kagome pronunciò il nome della bambina, non provocando l'effetto desiderato.

"Finalmente... lo Shikon è MIO!"

Kuroi sfrecciò verso Kaeru, passando Inuyasha e ferendo quest'ultimo a un braccio. Tese la sua mano artigliata verso la bambina, ma la luce bianca emanata dal corpo di Kaeru si dilatò all'improvviso, scagliando Kuroi verso il suo esercito. Mentre il demone, imprecando, si medicò la mano bruciata, Kaeru si sollevò in aria all'altezza del demone malvagio, appena sopra Inuyasha.

"Io non ti appartengo, Kuroi."

Kagome emise un singhiozzo, non comprendendo del tutto la situazione. Sango e Miroku la avvicinarono, anche loro sorpresi. La cacciatrice prese la mani della sacerdotessa, mentre Inuyasha indietreggiò raggiungendoli. Il demone dai capelli argentati si accasciò al suolo sorreggendosi con la Tessaiga.

"Non è possibile..."

A qualche metro dalle loro teste, Kuroi osservava il corpo splendente della bambina, leccandosi le labbra insanguinate.

"Finalmente ti sei rivelato, Shikon no Tama!"

Kagome si afferrò il capo con le mani, mentre i suoi singhiozzi diventavano via via più crescenti. Kaeru, la sua unica figlia, altri non era che lo Shikon. Il gioiello bramato da demoni ed esseri umani, capace di portare la distruzione o la salvezza.

Dopo essersi strofinato il labbro insanguinato con la manica della propria veste, Kuroi tentò un nuovo attacco, buttando l'aria fuori dai polmoni, il suo corpo teso verso Kaeru. Lo Shikon lo respinse una seconda volta con la propria aura.

"E' inutile tentare sciocco di un demone. Non potrai mai impossessarti del mio potere fintanto che io rimarrò nel corpo di questo essere umano."

Un ghigno si fece strada sul volto del demone "Ciò vuol dire, Shikon, che mi basta uccidere questa bambina per averti!"

Kaeru mosse un braccio, e con quel gesto Kuroi fu scagliato lontano contro uno scoglio. Sopra di lui, la nube demoniaca scomparve.

"Per secoli il mio potere è stato sfruttato per cause a me del tutto sconosciute. Io inglobo entità malvagie ed entità buone che ogni giorno combattono, dandomi il potere che tutti bramano. Un demone chiamato Inuyasha fu l'ultimo essere che mi tenne in pugno. Per mia volontà mi sono rifugiato nel ventre di una sacerdotessa, incarnandomi nel corpo di questo essere umano, purificandomi."

"Per questo, lo Shikon scomparve." Inuyasha guardò dolorante la bambina sospesa, stringendosi a sè il braccio ferito.

Kaeru si voltò, mentre i suoi occhi dorati si posarono su Kagome.

"Donna, tua figlia è solo frutto del mio potere. E' una delle forme che io assumo. Tale è l'essere che chiami Kaeru. La tua anima pura ha generato un'anima pura adatta a contenermi. La vostra vita fino ad ora... l'ho decisa io."

Kagome sgranò gli occhi inorridita, stringendo le sue vesti insanguinate. Scosse la testa, tremando, nemmeno l'abbraccio di Sango poteva crearle conforto. Quell'essere, non era Kaeru. La sua bambina non esisteva e con suo grande orrore, non era mai esistita. Tutto l'amore che aveva provato, che aveva riversato sulla dolce presenza della bambina, andò in pezzi come un vaso caduto a terra. Aveva perso sua figlia, ammesso che ne avesse mai avuta una.

Le lacrime le rigarono il volto, strinse i pugni afferrando un po' della sabbia della Valle. Un sigulto le crebbe in gola, soffocandola, privandola del respiro.

"E' as-assurdo... ti prego..." Kagome si chinò a terra.

"...Kaeru.... RIDAMMI KAERU!"

Inuyasha la strinse tra le braccia, incurante delle proprie ferite. Le mani di Kagome si aggrapparono alla veste nera del demone, mentre i singhiozzi continuavano a nascere, impedendole qualsiasi tentativo di parlare.

"...la... mia bambina, ridatemela..."

"Impossibile, non puoi avere qualcosa che non è mai esistito."

La voce fredda, ma sempre infantile di Kaeru ferì il cuore di Kagome, che rimase muta tra le braccia di Inuyasha. I suoi occhi grigi, vitrei, non tramettevano più vita, né speranza.

Aveva fallito. Come donna e ora come madre. Aveva sempre rincorso una felicità fasulla, inesistente. E la persona che per lei aveva significato tanto, le era stata strappata dalle mani.

"Adesso basta!" Kuroi si era nuovamente sollevato. "A me non interessa, io voglio lo SHIKON!"

Una nebbia gelida si condensò attorno al corpo di Kuroi. Di lì a pochi istanti, l'aria si fece pungente e fredda, solo il colore delle acque sembrò desistere. Il corpo di Kuroi abbandonò le sue fattezze umane, le braccia divennero tentacoli viscidi, mentre dal suo corpo presero a spuntare aculei irti e aguzzi che lacerarono le sue vesti. In pochi secondi, Kuroi era diventato una massa informe di carne e squame. Quello era il risultato di tutti i demoni periti nei secoli e negli anni.

Sango si portò una mano al naso, reprimendo il desiderio di rimettere. L'aria fredda si era fatta fetida.

"Qualsiasi forma tu assuma, non potrai niente."

La voce di Kuroi, tramutata in un urlo deforme, riecheggiò nella Valle, increspando l'acqua.

Un tentacolo, fino ad allora nascosto sotto la superficie acquosa, emerse, puntando verso lo Shikon. Il contatto tra l'arto e la bambina provocò un'onda d'urto molto potente, ma sia Miroku che Inuyasha riuscirono a rimanere indenni, stringendo le due donne tra le braccia. Kagome sollevò lo sguardo oltre la spalla del compagno e vide la figlia supina a terra. Con uno scatto improvviso si liberò dall'abbraccio di Inuyasha, precipitandosi al fianco della bambina.

Gli occhi dorati di Kaeru si aprirono.

"Ma-mam-ma..."

La voce bassa e fioca di Kaeru risuonò senz'alcun tipo di alterazione. Kagome strinse a sé la figlia.

Si, quella era sua figlia. Era la voce della sua bambina... non era lo Shikon.

Sentì il corpo della piccola fremere nel suo abbracciò finché la voce metallica dello Shikon riecheggiò.

"Stupida donna."

 

Miroku chiuse gli occhi, sedendo a terra "Se l'anima di Kaeru affiora durante un colpo di Kuroi... è la fine per tutti noi."

 

 

"Dove è la mia bambina!? Ridammela, stupida Sfera!"

Gli occhi di Kaeru si spalancarono, mentre l'aura bianca allontanava Kagome dal corpo della piccola.

Lo Shikon fu nuovamente attaccato, ma Inuyasha osservò qualcosa di diverso. La luce bianca che aveva sempre protetto il corpo della figlia diventava sempre più debole ai loro occhi, come se dovesse estinguersi di lì a poco. Quello che aveva detto lo Shikon, ovvero che Kaeru era solo una delle sue identità e quindi non era mai realmente esistita, poteva anche essere vero, ma la coscienza della bambina era comunque radicata al quel corpo infantile. Lo Shikon, volente o nolente, stava combattendo per soggiogare l'anima della piccola.

 

La barriera dello Shikon stava lentamente scemando, fiotti di sangue fuoriuscivano dalle piccole braccia di Kaeru.

"Kaeru!" Kagome gridava alla bambina, trattenuta dalla stretta di Inuyasha, mentre le sue vesti erano ormai bagnate dalle lacrime.

"Questo essere è più forte di quanto credessi. Non ho altra soluzione."

Kagome sollevò lo sguardo, impaurita per le parole dello Shikon.

Il tentacolo di Kuroi penetrò le carni di Kaeru, che emise urla di dolore con la sua voce infantile e da bambina. Il corpo della piccola stramazzò al suolo, mentre Kagome, gridando, corse verso di lei, sostenendola tra le sue braccia. Il sangue fuoriusciva copioso e dalla ferita della bambina, una piccola sfera luminosa proruppe in tutto il suo splendore.

 

In quel momento Kaeru chiuse gli occhi per sempre.

 

Kagome prese a dondolarsi, tenendo stretto a sé il corpo della figlia, pronunciando frasi sconnesse, intervallate dal nome della piccola. Il sangue di Kaeru prese a impregnarsi nelle vesti della donna, mescolandosi alle sue lacrime. Inuyasha si accasciò al suolo, colpendo una roccia con un pugno che prese anch'esso a sanguinare. I suoi occhi dorati divennero rosso sangue e due strisce nere gli rigarono il volto. Stringendo la Tessaiga sferrò un attaccò contro il corpo di Kuroi, ma un tentacolo lo scagliò lontano.

"Illuso, una spada non è sufficiente per uccidere Kuroi."

Lo Shikon con la sua forma sferica si portò di fronte a Kagome che stava ancora china sul corpo morto della figlia.

"Piangi per qualcuno che non è mai esistito. Non so se ciò ti faccia onore o ti renda ancora più stupida, donna. Ma come Shikon a me interessa solo il tuo corpo, pertanto aprimi la tua anima".

La Sfera penetrò all'altezza del ventre di Kagome. La donna gemette e si alzò tenendosi a fatica sulle gambe.

Sango fece per andarle incontro, ma Miroku la bloccò scuotendo la testa.

Non era Kagome, bensì lo Shikon.

Il corpo della donna avanzò verso Kuroi, le onde increspate dal vento si agitavano contro il demone informe. Poco distante, Inuyasha si era portato a sedere guardando impotente la donna che amava, governata dallo Shikon.

"So che puoi sentirmi, donna. Dentro di te ho racchiuso tutto il mio potere. Un tempo mi hai purificato, riportandomi al mio stadio naturale, rendendomi un gioiello benefico. Non mi interessa se Kuroi vivrà o meno, ma voglio la tua forza. Se mi unisco a te e non a Kuroi, è solo perché la tua anima pura mi è in natura più congeniale. Unendomi a te ho completato il mio potere. Pertanto puoi usarlo almeno una volta. Chiedimi quello che desideri. Una vita felice insieme a quel demone, la vita di tua figlia o la morte di Kuroi. In tutti questi anni ho bramato la mia completezza, la mia rinascita."

Hai ucciso mia figlia.

"No, lei non è mai esistita."

Non è vero.

"Quando mi sono inglobato nel feto, il suo cuore era muto."

Ma lei esisteva.

"No. Era un oggetto privo di anima. Io gli ho dato un'anima."

Kaeru era viva! Mi sorrideva, piangeva!

"Perché io volevo che piangesse, che sorridesse. Ma ora basta, cosa vuoi fare? Vuoi forse la vita di tua figlia?"

Kagome aprì gli occhi vitrei. Inuyasha tentava di colpire Kuroi, ma i suoi fendenti non andavano a segno. Quando fu scaraventato in acqua, Kagome strinse i pugni lungo i fianchi.

Distruggi lo Specchio. Lo Specchio che racchiude la sua anima.

Sango e Miroku osservarono la massa corporea di Kuroi contorcersi dal dolore, le acque della Valle aveva preso a vorticare intorno al demone come se fossero un acido tanto potente da corrodere. La carne di Kuroi andò sciogliendosi, emanando un odore putrido e fetido. I tentacoli si confusero tra le acque e il rosso del sangue divenne più cupo e denso.

 

 

 

Tutto si muove, tutto, tranne l'aria

che grava sopra quella solitudine

magica, ed immobile la opprime.

Il vento non scuote quegli alberi che

palpitano come le onde gelide

sulle brumose rive delle Ebridi.

 

 

 

 

Il corpo di Kagome si accasciò a terra, mentre la Sfera fuoriscì dal suo corpo. Inuyasha le si avvicinò, posò Tessaiga e la sollevò con le braccia possenti.

Miroku e Sango si avvicinarono alla riva, con la cacciatrice che sorreggeva il corpo della piccola Kaeru.

"E' finita?"

 

 

 

Il vento non sospinge quelle nubi

che strisciano affannose nell'azzurro

irrequieto da mattina a sera,

sulle viole che crescono a miriadi

in forme così simili ad occhi umani,

e sui gigli che ondeggiano piangendo

sopra una tomba senza neanche un nome!

 

 

Il cielo notturno mostrò le sue stelle, mentre il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli tornò a farsi sentire.

Lo Shikon brillava sopra il petto di Kagome, muto, riempiendo il suo potere di quel silenzio.

"Nuove anime sapranno consolarvi, le percepisco, ma la mia purezza ha distrutto la creatura nel ventre di questa donna. Presto  nascerà Kaeru, così come l'araba fenice risorge dalle sue ceneri. La vera Kaeru avrà davvero vita."

Il corpo della bambina, sorretto con cura da Sango, divenne polvere che andò a posarsi sopra le acque della Valle.

Dopodiché lo Shikon scomparve.

Cosa ne fu in seguito di esso, nessuno lo seppe.

 

 

Ondeggiano: e dalle cime fragranti

cadono gocce di una rugiada eterna.

Piangono: lungo i delicati steli

scendono gemme di perenni lacrime.

 

 

 

Dall'autrice: oh, gente di poco fiducia! Avete visto? La qui presente via ha scritto il penultimo capitolo di Ritorno al passato. Naturalmente essendo un capitolo importante è doveroso farmi sapere cosa ne pensate. In questo momento sono le 0.52, quindi abbiate anche modo di notare come io (persona che ci metto un eternità ad aggiornare X'D) sia qui a scrivere queste righe invece che andare a nanna! Non potevo lasciarvi allo sbando dopo questo capitolo decisamente forte. Il testo poetico che ricorre in questo capitolo è di Edgar Allan Poe *¬* intitolato "La Valle dell'Inquietudine" a cui mi sono ispirata per questa fanfiction. Avendo un'adorazione per questo scrittore dal destino segnato, non posso mai farne a meno! C'è poco da dire in verità, sappiate solo che il prossimo è il capitolo finale. ;_;

Baci e abbracci

Claudia

 

Termini giapponesi:

*Kappa: per chi non lo sapesse un Kappa è una specie di folletto che, secondo la mitologia giapponese, vive nelle acque dei laghi o dei fiumi. E' un piccolo essere, non facile da scovare, che nonostante le sue piccole dimensioni può essere pericoloso. Trascina le sue vittime nelle profondità delle acque per poi cibarsene.

**Oni: demoni.

 

  
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