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Autore: LadyPalma    02/06/2013    1 recensioni
Una conversazione tra Tommaso Moro e Anna Bolena. Ispirato dalla canzone di Rebecca Ferguson.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna Bolena, Tommaso Moro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Glitter and gold

 

 

All that glitter and all that gold won't buy you happy 
when you've been bought and sold 
Riding white horses, you can't control 
With all your glitter and all of your gold 

...Take care of your soul

[Glitter and gold – Rebecca Ferguson]

 

 

Camminava lentamente per i corridoi del Palazzo e si guardava intorno alla ricerca di ammirazione. Gli uomini si inchinavano passandole accanto, le donne abbassavano lo sguardo al suo cospetto, ma lei sembrava non notare che era la compassione che si celava dietro quei gesti e non era l'invidia ad animare i loro pensieri.  Continuò a camminare seguita da un gruppo di dame, finché una figura in nero attirò la sua attenzione e accelero il passo nella sua direzione.

"Sir Thomas!" esclamò quando lui fu a portata di orecchio.

L'interpellato si fermò sentendosi chiamare e dopo un attimo di indecisione si voltò per appurare se la voce che aveva udito apparteneva davvero alla persona cui il suo intuito l'aveva collegata. I sensi non lo avevano ingannato: la Regina Anna stava di fronte a lui, bella e disdegnosa come sempre, meno giovane e più sola, come riprova che ottenere ciò che si vuole non garantisce sempre la felicità.

"My Lady" rispose lui, piegando semplicemente la testa.

Lei avanzò ancora, fino a fermarsi a qualche passo da lui. Un semplice saluto evidentemente non era il modo in cui doveva esaurirsi quell'incontro.

"Avete avuto un incontro con Sua Maestà?" chiese esplicitamente, arrivando dritta al punto della questione.

"Sì" rispose Tommaso confermando i sospetti della donna.

Anna lo fissò a lungo con un'espressione indecifrabile, poi si avvicinò maggiormente a lui, accostandosi al suo orecchio, in modo da poter essere certa di precludere le sue dame dall'ascolto delle parole che stava per pronunciare.

"Dovreste stare attento a ciò che dite contro di me" sibilò quasi ma il suo tono non risultava minaccioso o carismatico come al solito. Del resto per Moro non lo era mai stato.

Accennò un sorriso spontaneo a quell'avvertimento, mentre per la prima volta si riscopri a provare pietà per quella che per lui restava di fatto la concubina del Re.

E invece era solo una donna, sola e profondamente fragile nascosta dietro una maschera di orgoglio e vanità che si stava frantumando giorno dopo giorno, e lui lo stava capendo solamente adesso, adesso che in uno sguardo e un sussurro aveva colto più infelicità forse di quanta ne stava provando la regina esiliata. Perche Caterina aveva la sua integrità morale, mentre lei...

"Dovreste stare attenta a ciò cui prestate attenzione" ribatté lui in tono pacato, con una strana nota di commiserazione nella voce.

"Non capisco" disse lei aggrottando le sopracciglia, presa alla sprovvista da quella risposta.

"Lusso, lussuria, dissoluzione, potere…" spiego lui lentamente nello stesso tono.

Una risata priva di allegria interruppe quel fastidioso elenco e Anna si ritrovo a scuotere la testa con finta convinzione.

"Ma io sono felice, sono la più felice!" esclamò quasi con disperazione "E voi con la vostra fede corrotta e le vostre belle parole, potete dire lo stesso?" lo accusò poi con aria di sfida.

"Essere morali non significa essere felici" mormorò Tommaso con una semplicità disarmante.

"Cadrete!" predisse lei, sentendosi inspiegabilmente irritata da quel commento.

"Anche voi"

"E allora resta da vedere chi dei due sarà il primo!" esclamò Anna rivolgendogli uno sguardo di fuoco.

Non aveva capito ancora che in quel fuoco ci si sarebbe bruciata, non aveva capito ancora che stava considerando nemica la persona sbagliata. Una nuova risata forzata ruppe il silenzio e stavolta era stato lui.

"Su questo non c'è dubbio... Cadrò prima io..." rispose allargando le braccia "Ho appena dato le mie dimissioni"

La regina spalancò gli occhi di istinto e rimase a fissare l’ormai ex primo ministro del Re per un attimo che sembro un breve spezzone di eternità. Solo in quel momento si accorse della mancanza della collana da Lord Cancelliere al suo collo, solo in quel momento si ricordò del passo quasi rassegnato con cui procedeva nel corridoio prima che lei lo costrinse a fermarsi.

"Voi... Cosa..." balbettò semplicemente, ritrovandosi forse per la prima volta senza parole.

Tommaso fece un nuovo sorriso, la cui malinconia adesso era palesemente espressa e sembrò per un attimo pensieroso.

"Prendetevi cura della vostra anima, Anna" mormorò infine quasi con un'affettuosa aria di rimprovero, chiamandola con il nome di battesimo, un gesto di confidenza che lei non gli aveva mai accordato e che fino ad allora lui non aveva mai sentito l'esigenza di prendersi.

Eppure nessuno dei due sembrò far caso all'improbabilità della scena in quel momento.

E i momento dopo lui era sparito lasciandola in una solitudine che non era solamente fisica. Aveva vinto, ma stavolta la vittoria aveva il sapore della sconfitta e quell'ultimo suggerimento era stato il colpo di grazia che aveva ricevuto.

Perché non era stata lei che aveva vinto, ma lui che si era arreso.

Perché lui si era arreso per assicurarsi una vittoria ben più grande, una vittoria che lei non avrebbe mai conosciuto.

Perché lei aveva vinto adesso, ma lui avrebbe vinto dopo.

 

 

   
 
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