Glitter and gold
All that glitter and all that gold won't buy you
happy
when you've been
bought and sold
Riding white
horses, you can't control
With all your
glitter and all of your
gold
...Take care of
your soul…
[Glitter and gold – Rebecca Ferguson]
Camminava lentamente per i corridoi del Palazzo e si guardava
intorno alla ricerca di ammirazione. Gli uomini si inchinavano passandole
accanto, le donne abbassavano lo sguardo al suo cospetto, ma lei sembrava non notare
che era la compassione che si celava dietro quei gesti e non era l'invidia ad
animare i loro pensieri. Continuò a
camminare seguita da un gruppo di dame, finché una figura in nero attirò la sua
attenzione e accelero il passo nella sua direzione.
"Sir Thomas!" esclamò quando lui fu a portata di
orecchio.
L'interpellato si fermò sentendosi chiamare e dopo un attimo
di indecisione si voltò per appurare se la voce che aveva udito apparteneva
davvero alla persona cui il suo intuito l'aveva collegata. I sensi non lo
avevano ingannato: la Regina Anna stava di fronte a lui, bella e disdegnosa
come sempre, meno giovane e più sola, come riprova che ottenere ciò che si
vuole non garantisce sempre la felicità.
"My Lady" rispose lui, piegando semplicemente la
testa.
Lei avanzò ancora, fino a fermarsi a qualche passo da lui. Un
semplice saluto evidentemente non era il modo in cui doveva esaurirsi
quell'incontro.
"Avete avuto un incontro con Sua Maestà?" chiese
esplicitamente, arrivando dritta al punto della questione.
"Sì" rispose Tommaso confermando i sospetti della
donna.
Anna lo fissò a lungo con un'espressione indecifrabile, poi
si avvicinò maggiormente a lui, accostandosi al suo orecchio, in modo da poter
essere certa di precludere le sue dame dall'ascolto delle parole che stava per
pronunciare.
"Dovreste stare attento a ciò che dite contro di
me" sibilò quasi ma il suo tono non risultava minaccioso o carismatico
come al solito. Del resto per Moro non lo era mai stato.
Accennò un sorriso spontaneo a quell'avvertimento, mentre per
la prima volta si riscopri a provare pietà per quella che per lui restava di
fatto la concubina del Re.
E invece era solo una donna, sola e profondamente fragile
nascosta dietro una maschera di orgoglio e vanità che si stava frantumando
giorno dopo giorno, e lui lo stava capendo solamente adesso, adesso che in uno
sguardo e un sussurro aveva colto più infelicità forse di quanta ne stava
provando la regina esiliata. Perche Caterina aveva la sua integrità morale,
mentre lei...
"Dovreste stare attenta a ciò cui prestate
attenzione" ribatté lui in tono pacato, con una strana nota di
commiserazione nella voce.
"Non capisco" disse lei aggrottando le
sopracciglia, presa alla sprovvista da quella risposta.
"Lusso, lussuria, dissoluzione, potere…" spiego lui
lentamente nello stesso tono.
Una risata priva di allegria interruppe quel fastidioso
elenco e Anna si ritrovo a scuotere la testa con finta convinzione.
"Ma io sono felice, sono la più felice!" esclamò
quasi con disperazione "E voi con la vostra fede corrotta e le vostre
belle parole, potete dire lo stesso?" lo accusò poi con aria di sfida.
"Essere morali non significa essere felici" mormorò
Tommaso con una semplicità disarmante.
"Cadrete!" predisse lei, sentendosi
inspiegabilmente irritata da quel commento.
"Anche voi"
"E allora resta da vedere chi dei due sarà il
primo!" esclamò Anna rivolgendogli uno sguardo di fuoco.
Non aveva capito ancora che in quel fuoco ci si sarebbe
bruciata, non aveva capito ancora che stava considerando nemica la persona
sbagliata. Una nuova risata forzata ruppe il silenzio e stavolta era stato lui.
"Su questo non c'è dubbio... Cadrò prima io..."
rispose allargando le braccia "Ho appena dato le mie dimissioni"
La regina spalancò gli occhi di istinto e rimase a fissare
l’ormai ex primo ministro del Re per un attimo che sembro un breve spezzone di
eternità. Solo in quel momento si accorse della mancanza della collana da Lord
Cancelliere al suo collo, solo in quel momento si ricordò del passo quasi
rassegnato con cui procedeva nel corridoio prima che lei lo costrinse a
fermarsi.
"Voi... Cosa..." balbettò semplicemente,
ritrovandosi forse per la prima volta senza parole.
Tommaso fece un nuovo sorriso, la cui malinconia adesso era
palesemente espressa e sembrò per un attimo pensieroso.
"Prendetevi cura della vostra anima, Anna" mormorò
infine quasi con un'affettuosa aria di rimprovero, chiamandola con il nome di
battesimo, un gesto di confidenza che lei non gli aveva mai accordato e che
fino ad allora lui non aveva mai sentito l'esigenza di prendersi.
Eppure nessuno dei due sembrò far caso all'improbabilità
della scena in quel momento.
E i momento dopo lui era sparito lasciandola in una
solitudine che non era solamente fisica. Aveva vinto, ma stavolta la vittoria
aveva il sapore della sconfitta e quell'ultimo suggerimento era stato il colpo
di grazia che aveva ricevuto.
Perché non era stata lei che aveva vinto, ma lui che si era
arreso.
Perché lui si era arreso per assicurarsi una vittoria ben più
grande, una vittoria che lei non avrebbe mai conosciuto.
Perché lei aveva vinto adesso, ma lui avrebbe vinto dopo.