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Autore: Gelidha Oleron    03/06/2013    6 recensioni
Ma chi mai avrebbe osato sporcare il candore di un cigno innamorato?
Quale insensibile e cinico criminale avrebbe potuto ridurre morente un cigno che aveva appena imparato a volare, l'unico nel suo genere che fosse mai riuscito a spiccare il volo?
E le mie piume ormai cadevano giù, appoggiandosi leggiadre al suolo e agonizzando silenziosamente nel loro letto di morte: erano eleganti e sofisticate persino nella sofferenza, semplicemente si adagiavano morbidamente sul lurido pavimento insanguinato senza obiettare, sporcando il loro innocente bianco col rosso della nostra folle lotta.
-Per chi, come me, pensa che il sacrificio di Bon Kurei non sia stato dettato da una semplice amicizia-
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mr. Two Von Clay
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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…*fa capolino dalla pila di libri che la sovrasta ultimamente*…

Dio, tornare a scrivere dopo tre settimane di studio compulsivo è davvero un toccasana! Infatti sono riuscita a buttare giù questa shot in un solo pomeriggio, dando ampio sfogo alla mia penna rimasta inutilizzata per troppo tempo!

Dunque, che cosa abbiamo qui? Una sorta di immedesimazione negli ultimi istanti di Mr Two, alias Bon Kurei o Von Clay: un personaggio che ho adorato sin dalla prima apparizione, che mi ha fatto immenso piacere ritrovare in Impel Down e che ho sperato fino alla fine di ritrovare VIVO in qualche altra saga xD beh, oggi posso dire che anche se l’ultima speranza non è stata pienamente esaudita, almeno in uno script di Oda abbiamo potuto constatare che STA BENE (*^* meno male!) e che ha preso il posto di Emporio Ivankov nella sua “Piccola Okamaland” ad Impel Down xD

Insomma, proprio un personaggio con un gran cuore, non trovate? Ed è proprio a causa del suo forte senso dell’amicizia, del suo coraggio e della sua testardaggine nel voler aiutare gli altri e nel dimostrarsi altruista fino in fondo, mettendo a rischio la propria vita, ma anche per la sua simpatia, che ho deciso di dedicargli questa shot J

Prendendo spunto dal “Lago dei cigni” (inevitabilmente! :P), l’ho scritta su queste note che, magari, potrebbero accompagnarvi nella lettura! La struttura è un po’ particolare, motivo per cui ho deciso di abbandonare il mio solito grassetto e scrivere con un altro carattere… ma ci si risente in fondo e spero apprezzerete!

 

 

 

La morte del cigno

 

 

 

 

“Anche nelle profondità dell’inferno riesce a 

sbocciare il fiore dell’Amicizia, cullandosi su e giù

col suono delle onde, lasciando i suoi petali ai dolci ricordi…

Un giorno, sboccerà di nuovo l’Okama Way!”

(Mr. Two- Bon Kurei)

 

 

 

 

 

 

 

OUVERTURE

 

 

Un, deux, trois...
Un altro colpo.
Cercavo con tutte le mie forze di mantenere gli occhi aperti, nonostante il veleno arrivasse da tutte le direzioni.
Puoi farcela, Bon Kurei. Fai vedere a questo brutto anatroccolo violaceo di che pasta sei fatto.

Ed era sempre più difficile mantenere la concentrazione, quando tutto ciò che avrei voluto fare era urlare a pieni polmoni la mia felicità, paradossalmente la mia vita sacrificata in onore di un’amicizia troppo importante per lasciarmi andare semplicemente senza un graffio.

Un, deux, trois…

L’ennesimo attacco.

Un’altra chance per dimostrare il valore dei miei sentimenti, pure e sincere gemme preziose che si scagliavano contro la furia mortale di Magellan, lo scalfivano con le loro punte aguzze ed incredibilmente resistenti.

Perché se solo tu fossi ancora qui, Mugi-chan, se solo potessi guardarmi soffrire e vincere per te, allora capiresti la natura e il valore di tutti i miei gesti, persino del più folle...

“Hai qualcosa da dire prima di morire?”

“Non ho nessun rimpianto!”

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO I

 

 

Ed ecco come le persone, alle volte, compiono inspiegabili azioni che, nella loro follia e più totale incoscienza, restano nobili e indelebili  nella mente di chi viene salvato: gesti che rendono immortali, incancellabili, impossibili da uccidere.

Solo così si frega la morte. Soltanto in questo modo l’oscura maligna può restare fuori e tutta la vita dentro.

Quindi indossate le vostre maschere, pazienti attori, si va in scena con l’abito migliore, tirate fuori la grinta e lo spirito, mostrate la vostra fragilità, la vostra sensibilità e tutte le sfaccettature che vi caratterizzano.

Un, deux, trois…

Non ho mai incassato più pugni prima d’ora.

Ma non bastava il sacrificio ad Alabasta, non bastava aver ingannato Hina: io, Mugi-chan, io volevo darti di più…

Volevo che la tua soddisfazione fosse completa, che i tuoi obiettivi fossero raggiunti, i tuoi sogni realizzati, e mi offrirò volontario per sostenerti altre mille volte… senza l’ombra di un rimpianto.

Ma ecco che entrano in scena le danzatrici che, come agili gazzelle corrono sul palcoscenico e si dispongono come tanti bei cigni: sono adornate, oh sì, cercano d’ingannare il prossimo con la loro purezza ma non sanno, ahimè, non possono sapere cosa le aspetta.

Un, deux, trois…

E non erano più udibili i cannoni delle navi da guerra all’esterno, estranei ai miei timpani le urla, la confusione e la guerra generata appena al di là di quelle possenti mura impenetrabili; fuori la stanchezza, fuori le ferite, fuori il sangue e il veleno, fuori quella maledetta risata che proprio non si voleva spegnere sul mio volto truccato.

“Posso occuparmene meglio di chiunque di voi! Lasciate a me le Porte della Giustizia!”

“Ma poi… cosa intendi fare dopo?”

“Dovresti davvero chiedermelo?”

 

 

 

 

 

 

 

ATTO II

 

 

Che armonica e meravigliosa danza! Quale leggiadro movimento e che sublime ballet! I corpi delle ballerine perfettamente in sintonia con la loro decadente ed effimera bellezza, ma non penseranno che al di fuori delle mura del loro teatro protettivo ci sarà qualcosa di terribile?

Un, deux, trois…

Un arabesque appena accennato, un saltello semmai tentato, ma tutto soffocato nel sangue e nella repressione: il mio destino era restare in quella dannata prigione, con l’anima avvelenata ma il cuore alato, con il mascara sciolto nelle lacrime ma con un’altra, bellissima maschera da indossare.

“In nome della nostra amicizia, Mugi-chan, resisti!”

E quanto avevo fatto per lui, il mio cuore lo conosceva bene: schiacciato dal peso delle sue stesse emozioni, mi ero lasciato coinvolgere ancora una volta in quella pazza visione del mondo da scellerati che è propria dei ragazzini giovani e spensierati come Monkey D. Rufy, ci avevo creduto, ci avevo creduto davvero, e da qualche parte nel mio corpo fatto quasi a pezzi ci credevo ancora…

Un, deux, trois…

Il direttore della prigione non mi dava tregua, come un avvoltoio si avventava sulle mie candide sembianze e le sporcava con la sua malvagità: ma chi mai avrebbe osato sporcare il candore di un cigno innamorato? Quale insensibile e cinico criminale avrebbe potuto ridurre morente un cigno che aveva appena imparato a volare, l’unico nel suo genere che fosse mai riuscito a spiccare il volo?

E le mie piume ormai cadevano giù, appoggiandosi leggiadre al suolo e agonizzando silenziosamente nel loro letto di morte: erano eleganti e sofisticate persino nella sofferenza, semplicemente si adagiavano morbidamente sul lurido pavimento insanguinato senza obiettare, sporcando il loro innocente bianco col rosso della nostra folle lotta.

“Noi okama non diciamo mai addio!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO III

 

 

Un, deux, trois…

Come una voce pronta ad accogliermi in paradiso, mentre ancora lo spettacolo proseguiva, eccola squarciarmi il cuore: “Bon-chan! Mi senti? Perché lo stai facendo? Proprio come l’altra volta! Perché devi essere sempre tu a salvarmi, perché?”

E allora la musica, la pièce, tutto si ferma improvvisamente, tutto tace: il cigno nero è entrato in scena, con il suo vestito scuro e sconcertante cerca di attirare l’attenzione del pubblico.

Ma la ballerina protagonista è così professionale che riesce a ricacciare indietro le lacrime della commozione e a non rispondere alla provocazione, semplicemente s’inginocchia di fronte al male e il magone le toglie il fiato.

“Le porte stanno per chiudersi… noi… dobbiamo andare… grazie…

Accidenti all’opera e al tuo maledetto ed innato talento, attraente e testardo cigno nero!

“MUGI-CHAN!!!” scoppiò il cuore della protagonista, le lacrime le rigavano il volto per il dolore fisico ed emotivo, ma ormai non le importava più niente del mascara a rovinarle il trucco perfetto.

“MUGI-CHAN! Salva tuo fratello ad ogni costo! So per certo che ci riuscirai!”

Un, deux, trois…

Un, deux, trois…

Un, deux, trois…

E pian piano tutti i ballerini s’inchinano e ritornano dietro il sipario, il sipario che nasconde la verità, che protegge il veritiero sentimento e rende palese solo la messa in scena, celato buongusto per la sincerità più profonda: il cuore della protagonista non ha retto e si è suicidato, con clamore e commozione gli spettatori hanno applaudito la sua performance, sancendo col sangue delle tende rosse l’apice del suo pathos.

“Ci rivedremo nei giardini dell’Okama Way!”

E intanto, un roseo petalo cade al suolo come un innocente cigno a cui hanno strappato le piume…©




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Oh, Bon-chan! Quanto mi hai fatta stare male per questo tuo maledetto e nobile gesto! D: Spero almeno di avergli reso giustizia con questa piccola shot (non ho mai scritto una cosa così breve xD).

Dunque: “Il lago dei cigni” di solito è rappresentato in tre o quattro atti, ovviamente con una trama completamente diversa da questa, però ho ripreso alcuni elementi fondamentali (come l’entrata in scena del cigno nero nel terzo atto, che in questo caso simboleggia Rufy).

L’atmosfera è volutamente confusionaria, volevo fare in modo che mentre Bon Kurei combattesse, allo stesso tempo immaginasse di stare su un palcoscenico a danzare e quindi da qui tutta la fantasia dei ballerini, della protagonista e così via (spero che, nel caos, sia tutto chiaro!).

Fatemi sapere cosa ne è venuto fuori e grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno J

                              



  
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