Era una tranquilla mattina di Novembre.
Enjorals era appena uscito di casa. Camminava osservando Parigi in tutto il suo splendore unito al disgusto per la società parigina. Perché per quanto Parigi potesse essere bella le mancava qualcosa che nessun monumento, statua o chiese le poteva dare: la liberta!
Si, proprio la libertà, quell’ideale che le era stato negato anni prima senza che nessuno chiedesse niente al popolo.
E voleva essere proprio lui a cambiare le cose; forse molti avrebbero potuto pensare che era solo un ragazzo ma lui sapeva di poter cambiare le cose in modo decisivo.
Perché restare fermi quando si possono cambiare le cose?                                                                        
Mentre rifletteva Enjorals venne interrotto da un ragazzino che li venne addosso. Enjorals “tornò sulla terra”, guardò il bambino che subito disse:
-Mi scusi signore-                                                                       
-Dove stavi andando così di fretta?- disse Enjorals, ma il ragazzo non rispose e si girò come se stesse cercando qualcuno da cui non voleva essere visto.
In quello stesso momento si sentì una voce di ragazza che urlava quello che molto probabilmente doveva essere il nome del ragazzo davanti a lui.
-Gavroche, Gavroche, dove sei?- disse la ragazza.
-Oh eccoti piccolo monello, cosa stavi facendo?>>
Appena Enjorals vide la ragazza sentì qualcosa allo stomaco muoversi e appena la ragazza li chiese se il fratello li avesse dato fastidio lui, che aveva sempre le parole pronte, in quel momento non riuscì a parlare . Disse semplicemente: - << No, nessun fastidio >>-.
La ragazza li sorrise e se ne andò . Enjorals ricominciò a respirare solo in quel momento
Come si chiamava? Dove viveva?  Aveva tante domande per la testa. Era così strano..cosa li stava succedendo?
                                                                             
 
 
Passarono alcuni giorni. Ogni volta che lui usciva cercava la ragazza tra i volti della gente; era la prima volta che invece di guardare l’espressione della gente guardava o meglio cercava di riconoscerne il volto.
Un giorno, dopo tanto cercare, la trovò a Saint-Michelle.
Tentenno un po’ ma poi si avvicinò per salutarla.
<< Bonjourn Madame, anche oggi alla ricerca di vostro fratello? >>.
Lei si girò e li sorrise dicendo: <<Buongiorno a Voi Monsieur…>>
<< Enjorals! Vi prego. >> disse lui
-<< Enjorals…no, oggi sono in giro “normalmente” .>>
-Sorrisero-
<< Voi? >>- << Oh… no io niente, sono uscito ora di casa. >>
<< Voi abitate qui vicino? >>
<< Si, qualche strada più in là >> .
<< …beh ora devo andare Mon- Enjorals >>
<< Oh, va bene! >> si chinò e le baciò la mano come si fa alle principesse, perché questo era per lui: una principessa. La più bella e speciale di tutte. Non sapeva come avesse fatto a innamorarsi così facilmente: senza motivo e senza averci parlato più di tanto . Era entrata dentro di lui senza “chiedere il permesso”, prendendo possesso della sua mente facendosi spazio tra i suoi ideali e annebbiando completamente la mente e, soprattutto, il cuore.
Ma lei cosa provava?
Qualcosa dentro lui li faceva credere che lei non provasse niente per lui; ma la speranza è più forte di ogni dubbio, perciò quei pensieri pessimistici vennero sorpassati dalla speranza che un giorno lei lo avrebbe potuto amare!