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Autore: SpinellaTappo98    04/06/2013    2 recensioni
Mi sveglio e mi trovo nel mio letto. Niente più giardino, niente più musica, niente più lago, niente più luna. Solo io. Nella mia mano ho un non-ti-scordar-di-me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Oggi è stata una giornata pesante, sono stata a scuola per le prove del gruppo fino a tardi, non sono neanche tornata a casa per il pranzo, ho dovuto studiare per due interrogazioni. Finalmente ora posso riposarmi e dormire un po'. Gli occhi mi si chiudono da soli e, prima che me ne possa rendere conto, sto già dormendo.

 

Ma dove sono? Questa non è la mia stanza e non è neanche sera...mi trovo in un giardino e c'è un sole accecante! Mi sembra di aver già visto questo posto, ma è impossibile perché è meglio di qualsiasi cosa che io abbia mai potuto vedere. L'erba curata rende il suolo come un soffice pavimento ed ora che ci faccio caso, sono a piedi nudi, a diretto contatto con le goccioline che riposano sui verdi fili. Alzando gli occhi mi rendo conto che non riesco a vedere dove finisce, sembra infinito. Improvvisamente mi trovo ai piedi di un salice maestoso, il più alto che abbia mai visto, e penso a quanto mi piacciano i salici piangenti perché con le loro lacrime nascondono un mondo strabiliante. Mi siedo su una radice molto robusta e, come per magia, il mondo nascosto dal salice si mostra in tutto il suo splendore. Vengo cullata dal canto degli usignoli e avvolta da un turbine di farfalle, quando tre uccellini si posano vicino a me. Un caldo bagliore s'irradia dalle loro piume e poi non ci sono più degli uccellini, ma Ricky, Shirin e Alice. Mi sorprendo molto nel vederli, ma del resto loro ci sono sempre. A parlare è Ricky: “Evelin, devi dirglielo. Negare l'amore non è mai giusto!” ed io so a chi si riferisce, ma ho paura. Allora Alice mi prende la mano: “Non devi avere paura, andrà tutto bene!” e sento che è vero, ha ragione. Katia mi guarda negli occhi e legge la mia anima: “Sai che tra un anno andrà via. Non sprecare il tempo che ti rimane. Vai, è qui per te!” e sparisce.

Sono tornata sola sotto il salice, quando una voce calda e confortante mi chiama. So già chi è. Corro fuori dal salice. Immediatamente fuori, sento sotto i miei piedi della sabbia. Confusa, mi accorgo che sono sulla riva di un lago dalle acque cristalline. Ma non è giorno, ora l'unica fonte di luce è la luna piena e grande come non s'è mai vista. Sento lo sciabordio dell'acqua, poi la mia attenzione viene attirata da alcune fiaccole, che prima non avevo notato. Portano ad un gazebo. Non so perché ma sto correndo come non avessi più tempo.

Arrivata al gazebo, vedo il mio adorato musicista che mi aspetta. So che sta aspettando me. Il mio cuore manca un battito per poi cominciare a battere freneticamente, come ogni volta che sto con lui. Mi avvicino e inizia a parlarmi: “Sono felice che tu sia qui. Non speravo venissi, ma ora sei qui. Ti va di ballare?” e come potrei rifiutare?

Il mio musicista mi prende per mano e balliamo, solo che non siamo più nel gazebo, ma siamo sul lago e fluttiamo sul pelo dell'acqua. Danziamo su una musica mai sentita, ma che tuttavia riesco a riconoscere: è la musica che suona il mio cuore quando lui mi è vicino. Sotto il chiarore della luna, vedo il mio musicista arrossire: “Evelin, speravo venissi perché volevo paralrti. Mi piaci. Ecco, l'ho detto. So che sono più grande, che sono un po' pazzo e un po' stronzo, che ho idee strane, ma...cioè, mi chiedevo se...”. Non lo faccio finire, non questa volta. Ora è il mio turno: “Ti amo!” e capisco di averlo completamente spiazzato. Siamo solo noi, i miei occhi che si rispecchiano nei suoi cerulei. Quando si riprende, ha uno splendido sorriso ad illuminargli il viso e sembra brillare più della luna. “Sai che me ne andrò tra un anno...vorrei poterti dire che resto, ma non posso...” mi dice lui. Ancora una volta trovo il coraggio di parlare. “L'accademia militare non è dall'altra parte del mondo, ci rivedremo” e sento che è così. “Non mi dimenticare Evelin, non farlo mai!” mi dice e si avvicina. Quando stiamo per baciarci, tutto svanisce.

 

Mi sveglio e mi trovo nel mio letto. Niente più giardino, niente più musica, niente più lago, niente più luna. Solo io. Nella mia mano ho un non-ti-scordar-di-me.

  
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