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Autore: lucky89    05/06/2013    2 recensioni
Questa storia parla dei sentimenti che Hanabi prova nei confronti di Kiba, scoperti da sua sorella Hinata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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La vera Hanabi

“Kiba! Non sei più un bambino, disgraziato!” quelle parole risuonavano nella mente del povero Kiba, che ora se ne stava sdraiato da solo in un prato vicino alla casa di Hinata, da cui era uscito una decina di minuti prima, guardando le stelle e riflettendo.
“Certo che per un’ora di ritardo dall’allenamento poteva anche farmi entrare, che cavolo!” disse ad alta voce parlando da solo. Si rannicchiò come un cagnolino infreddolito nel tentativo di riscaldarsi come poteva, e dopo aver trovato la posizione migliore allo scopo riuscì ad addormentarsi.

Passarono pochi minuti prima che con dei passi lenti e insicuri gli arrivò vicino una ragazza. Era Hanabi. L’aveva seguito con il Byakugan fino al prato, e vedendo in che condizioni si trovava si era convinta ad uscire di casa con una coperta per aiutarlo almeno un poco. Si inginocchiò vicino a lui e lo guardò dormire. Rimase incantata in un primo momento, poi abbozzò un sorriso molto insolito da vedere sul suo viso. Fu una sensazione strana persino per lei. Lentamente avvicinò una mano ai suoi capelli, con l’intenzione di accarezzarli, quei fantastici capelli tutti spinosi, aveva sempre l’istinto di accarezzarglieli quando li vedeva, ma ovviamente doveva trattenersi. Ritrasse la mano facendo una smorfia e sussurrò “idiota…” prima di decidersi  a mettergli addosso la coperta. Rimase a fissarlo ancora per qualche decina di secondi, e alla fine si trattenne dalla voglia di sdraiarglisi vicino e coccolarlo, si alzò e si riavviò verso casa, guardandosi indietro di tanto in tanto, lasciando Kiba a dormire con la sua coperta.

Una volta rientrata in casa si rese conto che quella era la coperta che usava sempre lei, e che quindi aveva il suo profumo, odorava di lei. Ciò la fece arrossire moltissimo, pensando a Kiba che stava dormendo col suo profumo sotto il naso. Naso che tra l’altro aveva un olfatto sovrasviluppato. Affondò la faccia nel cuscino, scuotendo le gambe nervosa, immaginando Kiba che il giorno dopo avrebbe avuto addosso il suo odore. Era in visibilio, agitata soprattutto perché non sapeva se essere felice o arrabbiata di quella situazione. Alla fine decise di sfogare i suoi problemi sentimentali come suo solito.
“Kiba Inuzuka sei un idiota!!!” urlò rimanendo con la faccia sul cuscino, in modo che l’urlo non fosse troppo risonante. Calmatasi un poco si rigirò sul letto, mettendosi a guardare il soffitto. Si trovava nella sua stanza, l’unico posto in cui aveva mai liberato la vera sé stessa. L’unico luogo al mondo in cui poteva ammettere di essere cotta di Kiba e sfogare ogni suo sentimento represso durante la giornata. Il sonno prese il sopravvento, e la ragazza innamorata chiuse gli occhi, addormentandosi.

Il sole sorse molto presto la mattina successiva, si prospettava una giornata molto calda e soleggiata. Verso le 6 di mattina i raggi del sole diedero un fastidioso buongiorno ad Hanabi, che voleva dormire ancora qualche ora, soprattutto di domenica. Qualche minuto dopo però si alzò di scatto dal letto e senza pensarci su si lanciò verso la finestra, e dopo essersi affacciata vide il prato su cui la notte prima aveva coperto Kiba. Era ancora lì. Si vestì velocemente con le prime cose che le capitarono e corse fuori dalla sua stanza, avviandosi verso la porta d’ingresso. Hinata dormiva ancora e i suoi sarebbero tornati solo quel pomeriggio, quindi era l’unica sveglia in casa. Uscì rapidamente da casa propria e fece una corsa veloce verso il prato, arrivando appena davanti al ragazzo, ancora in un sonno profondo e avvolto dolcemente nella coperta.
Le dispiacque doverlo fare, ma lentamente gli tolse la coperta di dosso, e senza guardarlo in faccia alzò i tacchi e se ne tornò in casa, per paura di incantarsi nuovamente a fissarlo come la notte prima. Con la coperta stretta fra le braccia entrò in casa e si tolse le scarpe, per poi tornarsene di corsa in camera propria e buttarsi letteralmente nel letto.

Kiba intanto si era svegliato col sole negli occhi ed era fuggito via dal prato, in cerca di un posto all’ombra dove non avrebbe rischiato la cecità permanente. Dopo essersi rifugiato dietro ad un muretto intravide Ino su un balcone mentre potava dei fiori.
“Ehi Ino!” la salutò attirando la sua attenzione. Lei si girò verso di lui e si sporse dal balcone.
“Kiba? Che ci fai lì come un barbone?”  gli rispose lei senza nemmeno salutarlo.
“Non darmi del barbone!!” si offese il ragazzo tirandosi in piedi e fissando male l’amica.
“Puoi forse darmi torto?” ribatté giustamente lei, al che Kiba si guardò e dopo essersi scrollato di dosso una marea di terra e fili d’erba cominciò a camminare a testa bassa verso casa propria, accettando la sconfitta. Tirò su il capo poco dopo.
“Hanabi?” annusò l’aria intorno a sé percependo molto chiaramente l’odore di Hanabi. Si guardò intorno cercando la ragazza, ma lei non c’era. Kiba si riavviò quindi verso casa, pensando istintivamente ad Hanabi, avendo il suo odore costantemente nelle narici.

Passò qualche ora, un gruppetto di ragazzi si era formato appena di fronte ai volti scolpiti degli Hokage, erano Naruto, Sai, Chouji, Shikamaru, Kiba, Shino, Rock Lee e Neji, avevano deciso di fare un giro nella foresta della morte, a simulare la seconda prova dell’esame di selezione Chunin tra loro, la prova di sopravvivenza nella Foresta della Morte.  Nel tragitto intanto discutevano del più e del meno, Naruto parlava a raffica mentre Kiba, Shino e Neji erano piuttosto silenziosi, quest’ultimo chiaramente non interessato a fare conversazione, aveva l’aria stranamente scocciata. Shino per ovvi motivi non parlava molto. Kiba invece pareva essere sovrappensiero, continuava a camminare fissando il vuoto e senza ascoltare cosa dicevano gli altri.
“...Kiba? Ehi, Kiba!” continuavano a chiamarlo Naruto e Lee, senza riuscire a conquistare la sua attenzione, almeno fino a che il biondino non cominciò a tirargli le guance. “Sei ancora con noi?”
“Eh?” fece Kiba accorgendosi finalmente di essere stato interpellato più volte.
“Si può sapere che ti prende?A che pensi?” lo fissò incuriosito.
“Non lo so… non riesco a smettere di pensare a Ha-” si zittì immediatamente ricordandosi della presenza di Neji, sapendo quanto lui tenesse alle sue cugine e di come la frase che stava per dire avrebbe potuto distruggere la sua calma e scatenarne l’ira.
Naruto e gli altri lo guardarono, evidentemente incuriositi anche loro a questo punto.
“Non riesci a smettere di pensare a Ha…?”
Kiba non capiva cosa gli prendeva, non si rendeva conto che l’odore di Hanabi che continuava a sentire era proprio addosso a lui, e così la ragazza gli ronzava costantemente nella testa. In ogni caso non poteva dirlo di certo davanti agli altri.
“Ha… Hashirama! Certo! Il primo Hokage doveva essere proprio fortissimo vero? Hahahaha!” la sua risata sembrava isterica, si vedeva che aveva appena sparato la prima cosa che gli passasse per la mente.
“Hashirama? Aah! Hai ragione, chissà che ninja incredibile era… Yamato-sensei dice che era molto più forte di quanto non lo fosse lui e che una volta fermò il Kyuubi da solo!” d’altronde Naruto era abbastanza ingenuo da crederci. Shikamaru intanto guardò Kiba quasi compatendolo con lo sguardo. Aveva intuito che c’era di mezzo una ragazza, e lui con le ragazze proprio non ci sapeva trattare.

Nella via per arrivare alla Foresta della Morte il gruppetto si ritrovò di fronte Ino e Ten Ten, stavano combattendo, e vedendole Naruto corse tra le due cercando di fermarle, ottenendo come risultato di farsi semplicemente colpire da entrambe ed essere sbalzato via.
“Ahi… ma si può sapere che vi prende?!” si rialzò massaggiandosi il fondo schiena.
“Non ti intromettere Naruto, questa è una cosa tra me e lei” disse Ten Ten con tono deciso, senza distogliere lo sguardo dalla sua avversaria. I ragazzi si fermarono davanti alle due, capendo che si trattava di qualcosa di serio e guardandole. Chouji però notò un takoyaki su una panchina lì vicino, e senza pensarci due volte lo ingurgitò.
Ino e Ten Ten lo guardarono assumendo un’aria disperata.
“CHOUJI!” urlarono all’unisono correndo incontro al buongustaio e colpendolo in contemporanea. “TI AMMAZZO!” fece ancora Ten Ten. “NON SE LO AMMAZZO PRIMA IO” urlò anche Ino imbestialita.
Chouji era stato spedito contro una parete e si stava facendo picchiare dalle due furie senza reagire.
“CI STAVAMO AFFRONTANDO SOLO PER POTER MANGIARE QUELL’ULTIMO TAKOYAKI MALEDETTO!!” al suono di queste parole gli sguardi dei ragazzi si tranquillizzarono, capendo di essersi preoccupati per nulla, così si riavviarono nella Foresta della Morte. “Sbrigati Chouji o ti lasciamo indietro!” gridò Shikamaru al suo compagno, che si alzò e si diresse verso gli altri come se i colpi delle due non gli facessero nulla.

Passarono altre tre ore e ormai era sera, il gruppetto di ragazzi stava tornando a casa, ognuno prendeva la propria strada. Kiba però era deciso ad andare da Hanabi, doveva capire perché non riusciva a levarsela dalla testa e pensò che la cosa migliore da fare era vedere direttamente lei. Così una volta salutati gli altri e direttosi verso la casa degli Hyuga, preferì non disturbare tutti. Si affacciò alla finestra della stanza di Hanabi, le tende erano chiuse però si poteva sentire la ragazza all’interno. Kiba bussò alla finestra.
“Ma che…” Hanabi da dentro si chiedeva chi era lo psicopatico che bussava alla sua finestra di sera, ma sicura del fatto che anche se fosse un maniaco avrebbe potuto spazzarlo via, andò ad aprire la finestra. La persona che però si ritrovò davanti la bloccò istantaneamente.
“…K-Kiba…” lo guardò rossa in viso, non riuscendo a nascondere la vera sé. Dopotutto si trovava nella sua stanza, l’unico posto in cui poteva smettere di essere la forte e matura Hanabi Hyuga che suo padre voleva che fosse. “..che ci fai qui?” riuscì a dire solo questo, perché subito dopo Kiba saltò dentro la stanza e le si avvicinò, causandole un rossore ancora più evidente. Si era messo a pochi centimetri da lei, abbassandosi e portando il viso verso il suo collo, una distanza fin’ora mai raggiunta dai due. Hanabi si sentì il petto scoppiare, le batteva il cuore fortissimo e molto veloce e stava sudando freddo, pietrificata. Kiba l’annusò chiudendo gli occhi, non accorgendosi del fatto che lei non riusciva a muovere un muscolo, rossa come non mai e con l’aria sconvolta.
“Sì, è proprio il tuo profumo” affermò l’Inuzuka scostandosi finalmente dal suo collo, dopo un lasso di tempo che sembrava non terminare più. Sorrise riaprendo gli occhi e guardandola. Si pietrificò anche lui. Aveva di fronte a sé un Hanabi mai vista prima. Non era la stessa persona che gli rispondeva male e aveva sempre l’aria seccata. Era una ragazza. Un’adorabile ragazza in un esplosione di femminile dolcezza, uno spettacolo per gli occhi del ragazzo che rimase a fissarla stupito ed estasiato allo stesso tempo.

Lei, tremante, si mordeva le labbra, gli occhi bianchi lucidi e adoranti, che solitamente sembravano vuoti ora erano pieni di centinaia, no, migliaia di emozioni che si fondevano dentro di lei, mettevano ancora più in risalto il rossore del viso. Si sentiva piccola, indifesa come non lo era mai stata. Dentro di sé pensava cose come “è finita. Non posso fare più niente ormai, sono tua”

Lui, immobile ed incredulo davanti all’altro volto di Hanabi, la guardava dritto negli occhi, gli sembrava di essere di fronte alla cosa più carina del mondo, aveva l’istinto di abbracciarla e non mollarla più, ma si bloccava ricordandosi di essere di fronte ad Hanabi Hyuga.

“P…” la ragazza tentò di sussurrare qualcosa. “Prendimi…” riuscì a far uscire quell’unica parola prima di perdere i sensi e svenire. Kiba riuscì a prenderla tra le braccia, sbloccandosi da quell’interminabile attimo.
Deglutì rimanendo ancora qualche secondo a guardarla priva di sensi tra le sue braccia. Era incantato. Dei passi si sentirono arrivare verso la stanza di Hanabi, e una voce risuonò per il corridoio.
“Hanabi, la cena è pronta!”

Kiba realizzò in poco tempo che non poteva rimanere lì o si sarebbe fatto ammazzare. Sbrigativamente mise Hanabi nel letto e le mise le coperte, e poco prima di uscire si fermò ancora un secondo avvicinando il viso a quello della ragazza. Le diede un dolce bacio sulla guancia, inebriandosi ancora una volta del suo profumo, che stavolta gli piacque molto più di prima. Saltò fuori dalla finestra un attimo prima che il padre delle Hyuga entrasse, e corse velocemente fino a casa propria, ancora scioccato da quello che aveva appena visto. Si fermò in mezzo a una via vuota, e delle parole fecero capolino nella sua mente, come se il suo cuore stesse parlando col cervello.
Complimenti Kiba, ti sei appena innamorato”
Porca miseria.” si rispose ad alta voce incredulo.
   
 
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