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Autore: VooJDee    05/06/2013    6 recensioni
Jamie ha sedici anni, fa uso di droga e scompare da Quantico dove vive con suo padre, marine degli stati uniti. La squadra di Gibbs nel cercarla si troverà coinvolta nel difficile mondo delle droghe e della prostituzione, cosa che metterà a dura prova il carattere dell'agente Leeroy Jethro Gibbs. 
Intanto Tony e Ziva intraprendono una relazione segreta e cercano in ogni mondo di nasconderlo a Gibbs. 
 
Gibbs si sedette accanto al marine: “Non ha pensato che potrebbe.. essere morta per un’overdose?”
“No.” Lo disse con fare sicuro: “Me lo sentirei se fosse morta. La mia bambina è viva, nelle mani di qualche spacciatore, magari aveva dei debiti con qualcuno.. però è viva, io lo so. Insomma.. è una cosa che i padri sanno. Lei ha figli, agente?”
“..Sì”
“E allora capirà che intendo. La prego, trovi la mia  Jamie e me la riporti a casa.”
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tony si svegliò di soprassalto, madido di sudore; la camicia ne era satura. Se la stracciò di dosso, andando verso il bagno, e la lanciò dritta nella cesta dei panni da lavare.
Tornò nel salone, dove si era addormentato con la tv accesa e guardò l’orario constatando che erano da poco passate le tre.
Si affacciò dalla finestra, la brezza fredda di Washington gli accarezzò il viso, e si rinfilò dentro. Non sarebbe mai riuscito a riaddormentarsi, quindi si lanciò sul divano e iniziò a fare zapping sulla tv, accorgendosi però che alle tre della mattina non c’è assolutamente niente d’interessante.
Lasciò su un canale dove trasmettevano un vecchio film che aveva visto almeno tre volte, e sbuffò.
Erano passati tre giorni da quando Ziva, la sua Ziva, era scomparsa nel nulla.
Era entrata in quella macchina senza dare spiegazioni a nessuno, e da quel momento la sua auricolare aveva smesso di mandare segnale. Qualsiasi magia tecnologica di Abby e McGee era stata inutile.
La situazione stava degenerando a lavoro; non riusciva più a mantenere la calma.
Sarebbe voluto restare tutta la notte a lavorare, ma Gibbs l’aveva spedito a casa perché gli serviva che fosse vigile il giorno dopo.
Continuavano a cercare da tre giorni, senza sosta, e niente sembrava condurli a Ziva. Anche su Jamie non c’erano stati passi avanti, e Gibbs iniziava a diventare irascibile.
Stanco di aspettare spense la tv, s’infilò una camicia pulita ed uscì dal suo appartamento.

 
Lavorare il legno era sempre stato rilassante e curativo per lui. Mandò giù qualche sorso di Bourbon, e riprese il suo lavoro. Muoveva avanti e indietro la spatola levigando la tavola davanti a lui.
Sentire il rumore dei passi sulla scala non lo sorprese più di tanto, non dovette nemmeno alzare lo sguardo per capire di chi si trattasse. Sorrise pensando a quando Abby gli aveva detto che Tony stava davvero iniziando a somigliargli.
“Sono quasi le quattro del mattino, DiNozzo. Perché diavolo sei qui?”
Lui sospirò: “Non riuscivo a dormire, capo.”
Gibbs alzò un sopracciglio: “E questo ti da il diritto di irrompere in casa mia a notte fonda?”
“Non può essere scomparsa nel nulla.. deve pur trovarsi da qualche parte.”
“E’ così.” Rispose Gibbs, conciso.
Tony alzò lo sguardo: “E allora perché non la stiamo cercando?”
Jethro si fermò, e fissò Tony negli occhi, senza dire una parola.
“Potrebbe.. essere già morta!”
Gibbs sorrise: “Non è morta. Lo saprei se lo fosse. Fidati del mio istinto.. il tuo che dice?”
L’agente si concesse un sospiro: “Che non è morta. Ma sono preoccupato, capo.”
“Lo so, DiNozzo, lo siamo tutti..” sussurrò Gibbs, fissando con intensità il legno chiaro: “Ma alle quattro di mattina non puoi fare niente. Torna a casa, riposati, fatti una doccia fredda per chiarirti le idee. Ci vediamo in ufficio tra qualche ora.”
L’agente annuì fievolmente e s’incamminò verso l’uscita. Gibbs capì che se n’era andato quando la casa piombò di nuovo nel silenzio. Riprese a lavorare la sua tavola quando fu nuovamente interrotto dal rumore del suo cellulare che vibrava.
Lo guardò scoprendo che Ziva gli aveva appena scritto un sms. Lo lesse, ma non riuscì a trovare un senso.
Subito compose il numero di McGee e rimase in attesa. Qualche minuto dopo lui rispose, con la voce ancora impastata dal sonno: “Capo?
“McGee, Ziva mi ha scritto un messaggio. Puoi rintracciare da dove?”
Se è ancora acceso, si.. lo faccio subito!
Lui rimase in attesa e pochi minuti dopo udì dall’altra parte del telefono un bip continuo: “Allora?”
Trovata, capo! E’ ancora ad Anacostia! Le mando le coordinate!

 
Parcheggiò la macchina davanti a quello che sembrava un vecchio negozio abbandonato. Entrarono cauti: farsi prendere dalla fretta non era prudente, era l’unica occasione che avevano.
Gibbs, seguito da Tony, camminò fino ad una vecchia scala arrugginita che portava ad un seminterrato. Scesero silenziosamente nel buio, puntando le pistole e le torce davanti a loro. Videro un uomo che dormiva su un vecchio letto.
“Agenti federali!” gridò Gibbs, rivolgendogli contro la pistola.
Quello, svegliatosi di soprassalto, si gettò in fretta su un’arma posata lì accanto a lui, ma fu immediatamente freddato da Tony. Improvvisamente vide Jethro correre e puntò la torcia verso di lui per fargli luce, vedendo Ziva raggomitolata in un angolo della stanza.
Se ne stava seduta per terra, con le mani ammanettate ad un tubo, un occhio nero  e diverse ferite addosso. Aveva un’espressione strana, un po’ assente. Gibbs l’aiutò a sollevarsi, e Tony prese le piccole chiavi lasciate accanto al letto.
Jethro le accarezzò il viso: “Ziva, stai bene?”
Lei, dopo che Tony ebbe aperto le manette, si massaggiò la testa: “Più o meno.. mi dispiace, capo.”
“Ti dispiace di cosa, Ziva?” chiese lui, un po’ allarmato.
Lei scosse il capo, poi sospirò: “Non sono riuscita a impedire che portassero via Jamie..”
Tony spalancò gli occhi, cercando quelli di Gibbs che, sospirando, scosse il capo: “Non è colpa tua, Zee. Vieni, usciamo da qua.”
 
 
“Ah!” quel disinfettante bruciava davvero tanto, ma sapeva che quando Ducky avrebbe finito di medicarla sarebbe stato molto peggio perché avrebbe dovuto affrontare Gibbs.
Lui se ne stava lì, poggiato al muro, in attesa. Non aveva ancora detto una parola.
Il dottor Mallard le puntò una lente sull’occhio circondato dalla pelle nera: “Ci vedi bene con quello, mia cara?”
Lei sorrise: “Ducky, quante volte devo ripetertelo? Io sto bene. Non ho niente.”
“Questo sarò io a constatarlo, Ziva..” replicò lui, guardando dentro la lente: “Quindi? Riesci a vedere bene?”
Sbuffò: “Un po’ sfocato, ma niente di che. So che vedrò di nuovo bene appena passerà il gonfiore.. non è la prima volta che mi faccio un occhio nero, so come funziona. Sto bene, davvero!”
Il dottore sospirò, e spostò la lente, poi si girò verso Gibbs: “Oltre le ferite superficiali non c’è nessun problema. Ammaccature che guariranno in un paio di giorni.”
Gibbs annuì, poi con la testa fece segno a Ziva di seguirlo ed entrò in ascensore. Quando anche l’agente fu entrata lo bloccò, come suo solito.
“Hai intenzione di darmi qualche spiegazione logica per il tuo gesto, agente David?”
Lei sospirò: “C’era Jamie in quella macchina, Gibbs. L’ho vista, ho visto i suoi occhi, era terrorizzata.. non potevo far finta di niente. Sono un’agente, ho dei doveri nei confronti dei civili. So che puoi capirmi.”
Lui scosse il capo: “Io capisco, Ziva, capisco.. ma avrebbero potuto ucciderti! Guarda come ti hanno ridotta! Cos’è successo lì? Parla.”
“Michael Callegan..” sospirò lei, suscitando un’improvvisa attenzione da parte di Gibbs: “Io ho continuato a fingermi una prostituta con una bambina da crescere, e un messicano mi ha offerto protezione. La copertura è durata tutta la notte, in cui mi hanno riempita di domande e hanno insistito perché provassi della coca. Sono riuscita a dissuaderli, ma ho comunque dovuto prendere delle anfetamine.. quando è svanito l’effetto ho detto che non avrei continuato a farne uso perché non volevo che mi portassero via mia figlia.”
“E Jamie?”
Lei sospirò: “Jamie pregava per avere una dose di qualsiasi cosa, ma non voleva andare in strada. Piangeva, era terrorizzata a morte. Allora ho proposto di potercela accompagnare io e spiegarle qualcosa, così saremmo potute scappare.. almeno lei, magari. Hanno accettato. Quella sera, verso le sette, Michael è piombato in quel vecchio negozio, in lacrime, non so come abbia fatto ma ha scoperto che Jamie era lì. Mi ha riconosciuta e ha fatto saltare la mia copertura gridandomi di aiutarlo.. e gli hanno sparato davanti a sua figlia, poi l’hanno presa e l’hanno portata via.”
“E tu?” chiese lui, sfiorandole il braccio con la mano.
Lei sorrise, un po’ malinconica: “Mi ero rassegnata a morire, sembrava inevitabile.. invece sono qui.”
“Voglio dire, come stai tu?” fece ancora, guardandola dritta negli occhi.
“Io sto bene. Voglio solo ritrovare Jamie viva e arrestare quei figli di puttana.”
Gibbs continuò a guardarla, ed infine rimise in moto l’ascensore.. c’era qualcosa di diverso nel suo sguardo, ma sapeva bene che doveva darle il suo tempo, e sperava che magari qualcun altro avrebbe saputo aprire di più il suo cuore ferito.


 
 
Spazio autrice:

Ok, un altro personaggio è fuori. Proprio così, Michael Callegan è morto davanti a sua figlia, e Ziva è quasi riuscita a salvarla ma ha fallito per un soffio.. e ora che ha parlato con Gibbs deve delle giustificazioni anche a qualcun altro!
Ma che fine avrà fatto il cadavere del padre di Jamie? E dove sarà adesso lei? E Tony e Ziva riusciranno ad avere finalmente un dialogo?
Inizio a credere che dovrei fare la voce narrante nei telefilm.. D:
Comunque al prossimo, un besito,
VJDee 
   
 
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