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Autore: sonsimo    22/12/2007    12 recensioni
Anche un guerriero potente come Vegeta è stato bambino. Come tutti i bambini avrà avuto dei desideri, delle aspettative. Che probabilmente non sono state esaudite.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il desiderio di un bambino

 

 

Era estremamente semplice.
Bastava allungare la mano, concentrarsi per pochi istanti, e quegli esserini inutili esplodevano in mille pezzi. Ben presto, il Principino Vegeta si stancava di quel gioco e chiedeva più Saibai Men attorno a sé, sempre di più, per assaporare almeno un po' il gusto di una vittoria che ormai riusciva a conseguire troppo facilmente. Aveva ripetuto molte volte che il gioco era diventato noioso, che voleva qualcosa di più... forte, di più eccitante, ma suo padre si ostinava a non ascoltarlo, continuava a ripetere che quell'allenamento era necessario. Che era il modo migliore per potenziare  colui che un giorno avrebbe regnato sull'intera stirpe dei Saiyan.

Il Re sembrava avere grandi progetti per lui ed il piccolo Vegeta ne andava orgoglioso. Suo padre gli aveva spiegato ogni cosa, gli aveva detto che c'era un'immensa differenza tra lui e gli altri piccoli Saiyan, che lui sarebbe stato il più forte di tutti. E Vegeta credeva ciecamente in quello che suo padre gli raccontava, perché suo padre era forte, era potente, temuto e rispettato da tutti, Saiyan o esseri inferiori appartenenti ad altri pianeti che fossero. Il bambino lo guardava ogni giorno con crescente ammirazione, perché quel guerriero non vacillava mai, non si fermava davanti a niente, non aveva paura di nulla. In cuor suo, il giovane Principe pregava di poter un giorno diventare come lui, di scorgere nello sguardo degli altri la stessa paura che vedeva negli occhi dei guerrieri Saiyan quando suo padre era tra di loro.

Ma quell'allenamento con gli inutili Saibai Men lo aveva stufato. Ormai non c'era una loro mossa che il piccolo guerriero non riuscisse a prevedere e nessuna di quelle creature, alla sua presenza, rimaneva in vita per più di pochi minuti. Voleva prendere parte ad un combattimento vero, maledizione! Voleva andare insieme a suo padre a conquistare un pianeta, voleva mostrargli tutta la sua forza, voleva vedere orgoglio nei suoi occhi. Ma suo padre non voleva concederglielo e giorno dopo giorno lo spediva in quella camera ad allenarsi.

Fatti a pezzi tutti i Saibai Men che avevano avuto la sfortuna di venire scelti per l'allenamento del Principe, Vegeta lasciò la palestra e si avviò verso le proprie stanze. A metà strada, tuttavia, cambiò idea e decise di andare a cercare il padre e sottoporgli per l'ennesima volta la propria richiesta. Stava quasi per entrare nella Sala del Trono, quando udì la voce di Napa, il guerriero che generalmente sorvegliava i suoi allenamenti, provenire dall'interno. Il bambino si fermò ad ascoltare: sapeva che Napa aveva il compito di fare a suo padre il resoconto dei suoi progressi ed era curioso di sentire che cosa aveva da dire quel buono a nulla.

"Maestà, il giovane Principe ha appena terminato l'allenamento giornaliero. Ha distrutto 25 Saibai Men".

"Molto bene! Il ragazzo migliora ogni giorno di più".

C'era orgoglio nella voce di suo padre e Vegeta sorrise senza nemmeno accorgersene.

Nonostante tutti i suoi discorsi su quanto il figlio del Re fosse superiore agli altri bambini Saiyan, suo padre non si era mai davvero complimentato con lui per i suoi risultati. Continuava a ripetergli che doveva allenarsi, di più, sempre di più, perché la potenza fisica era l'unica cosa che avesse importanza, l'unico mezzo che gli avrebbe garantito in futuro il rispetto dei propri sudditi, unita al suo nobile sangue di guerriero di prima classe. Ma non gli aveva mai detto che era soddisfatto di come i suoi allenamenti stessero procedendo.

In realtà, non lo aveva mai nemmeno visto combattere.

Il bambino, ovviamente, non glielo aveva mai chiesto. No, sapeva benissimo che suo padre aveva di meglio da fare che assistere ai suoi stupidi e noiosissimi allenamenti, che aveva interi pianeti da conquistare e non poteva certo perdere del tempo prezioso. E poi, dopotutto, prima o poi avrebbe dovuto vederlo. Prima o poi lo avrebbe portato con sé alla conquista di un pianeta, avrebbe ammirato la sua potenza.

Sarebbe stato orgoglioso di lui.

Udire il tono con cui adesso il Re rispondeva alle notizie fornitegli dal Saiyan che si occupava dei suoi progressi scaldò il cuore del bambino. Magari quel momento era già vicino...

"Bene, Napa, credo che il giovane Principe Vegeta sia pronto. E' ora che scenda su un vero campo di battaglia. Domani lo informeremo dei suoi nuovi compiti".

"Sì, signore".

Il cuore di Vegeta perse letteralmente un battito. Finalmente, finalmente avrebbe potuto combattere sul serio! Avrebbe potuto scatenare la propria forza, al fianco di suo padre, avrebbe visto l'ammirazione nei suoi occhi, avrebbe ricevuto dei complimenti per la sua forza, così superiore a quella degli altri bambini Saiyan della sua stessa età. Il momento che tanto aveva desiderato stava finalmente per arrivare.

Vegeta corse in camera, dato che ormai non aveva più alcun motivo di andare a parlare con il padre, ma per molte ore non riuscì a prendere sonno, terribilmente eccitato all'idea di diventare un vero guerriero, a tutti gli effetti. Finalmente, dopo essersi girato e rigirato sul proprio giaciglio moltissime volte, si addormentò con un sorriso di contentezza sulle labbra.

Il bambino non avrebbe nemmeno potuto immaginare che, per molti anni a partire da quel momento, nessun sorriso di quel genere avrebbe più increspato le sue labbra e gli sarebbero stati concessi soltanto amari ghigni sarcastici.

Vegeta era già in perfetta tenuta da combattimento quando venne convocato al cospetto di suo padre. Con sguardo altero e portamento fiero, si avviò verso la Sala del Trono, assaporando ogni momento di quella camminata tra i guerrieri che in quel momento si trovavano al Palazzo e che lo osservavano con rispetto, inchinandosi al suo passaggio. Ben presto il loro rispetto sarebbe stato completo, perché ben presto lui avrebbe ricevuto da suo padre il più grande degli onori, quello di combattere al suo fianco.

Vegeta rimase profondamente stupito, una volta giunto alla Sala. Sul Trono, infatti, non vi era suo padre, come il Principino si aspettava, ma un essere dalla pelle rosa che, dopo qualche istante di esitazione, il piccolo guerriero riconobbe come Freezer. Vegeta non aveva mai visto Freezer da vicino, aveva qualche volta spiato il suo arrivo al Palazzo Reale dalla finestra della sua camera, ma non era mai stato ammesso alla sua presenza. Non riusciva assolutamente a capire che cosa ci facesse lì in quel momento. In quel momento che avrebbe dovuto essere soltanto suo.

E poi, che cosa ci faceva seduto sul Trono di suo padre, quasi come se fosse lui il Re, come se fosse a lui che i Saiyan dovessero obbedire e portare rispetto, piuttosto che al loro leggittimo sovrano?

Il Principino si guardò intorno, in cerca della familiare figura paterna, ma ci mise un po' per individuarlo.

Perché non gli era venuto in mente di guardare proprio lì.

Suo padre era ai piedi di Freezer. In ginocchio sul pavimento.

In ginocchio. Suo padre, il più potente dei guerrieri Saiyan, era in ginocchio di fronte a quell'essere ripugnante. Non poteva essere vero. Suo padre non era inferiore a nessuno. Suo padre non poteva prostarsi in quel modo.

Vegeta era solo un bambino. Dotato di immensa forza fisica, ma pur sempre un bambino. Non aveva compreso che cosa stesse succedendo davvero sul suo pianeta. Non aveva né l'età né la consapevolezza per cogliere la vera natura del rapporto tra Freezer e il Re. Credeva che Freezer fosse un semplice alleato, non colui che dettava legge sul pianeta Vegeta. Non colui che deteneva di gran lunga più potere del sovrano, azni, che deteneva potere sul sovrano stesso.

E suo padre, in ginocchio in quel modo... Vegeta avrebbe voluto voltarsi e correre via, lontano da quell'immagine.

Ma ormai era troppo tardi per fuggire, Freezer si era accorto di lui, che se ne stava immobile sulla soglia.

"Oh, ecco qui il principino di cui ho tanto sentito decantare le lodi. Vieni avanti, giovane Vegeta, non essere timido".

Quanto era stridula e orribile quella voce, Vegeta non aveva mai sentito niente di più disgustoso in vita sua. Stava quasi per rispondere sprezzante che non prendeva ordini da esseri dotati di una voce tanto ridicola, quando suo padre si voltò verso di lui.

L'orgoglio che Vegeta aveva tanto immaginato, la sera prima, di cogliere in quello sguardo, era del tutto assente. I lineamenti del padre non erano rilassati e soddisfatti, come il bambino li aveva immaginati, erano contratti dalla paura. Paura di quel mostruoso essere rosa che sedeva sul suo trono!

Suo padre, in silenzio, lo invitò con un urgente cenno del capo ad avvicinarsi. Riluttante, Vegeta obbedì. Dopotutto, quel Freezer prima o poi se ne sarebbe andato, e allora forse finalmente avrebbe ricevuto da suo padre l'apprezzamento che tanto desiderava. Una vocina dentro di sé gli ripeteva, mentre camminava lentamente verso il Trono, che non sarebbe stato lo stesso, non dopo aver visto suo padre prostrato in quel modo poco decoroso ai piedi di un altro guerriero, ma Vegeta impose a quella voce di tacere.

Freezer lo fissò con un'insistenza a dir poco irritante per alcuni minuti, prima di parlare, mentre il ragazzino sentiva il proprio corpo tremare di rabbia di fronte a quel freddo scrutinio.

"E questo bambino così piccolo è davvero forte come dici?"

Vegeta volse lo sguardo verso il padre, anche se avrebbe preferito evitare di vederlo ancora in quello stato.

"Sì, mio signore".

Mio Signore. Vegeta avrebbe voluto urlare.

"Molto bene, vedremo se hai detto la verità. Vegeta, adesso verrai con me sulla mia astronave. D'ora in poi avrai l'onore di obbedire direttamente agli ordini del grande Freezer. Hai un po' di tempo per preparare i bagagli, partiamo tra un'ora". Senza ulteriori indugi, Freezer si alzò ed abbandonò la Sala, con Zarbon e Dodoria dietro di lui.

Vegeta non aveva nemmeno avuto il tempo di replicare, sempre se il profondo stupore in cui si trovava glielo avesse permesso. Non si accorse che suo padre si era finalmente alzato e gli si era avvicinato finché non udì la sua voce.

"Sbrigati, figlio. Hai poco tempo e non devi fare aspettare il grande Freezer".

Il bambino alzò lo sguardo verso di lui, incredulo.

Era quindi questa la sorpresa che suo padre aveva in serbo per lui? Era per questo motivo che si era sottoposto ogni giorno a quel tedioso allenamento, per diventare il servo di qualcuno? Per inginocchiarsi ai piedi di un essere ripugnante e dalla vocetta stridula?

In quel momento che gli avrebbe cambiato la vita, in quel momento in cui già aveva capito che non avrebbe potuto fare altro che obbedire, Vegeta avrebbe potuto rivolgere mille domnde al padre, mille accuse. Ma solo un pensiero si affacciava ripetutamente alla sua mente, imponendo con arroganza che gli venisse data voce.

Ma il bambino, con quella disciplina, quell'autocontrollo che gli era stato insegnato, che si sarebbe portato dolorosamente dietro per sempre, si impose di tacere. Perché dopotutto non ne valeva la pena. Suo padre non era il guerriero invincibile che aveva creduto che fosse, non era il Saiyan incapace di provare timore che aveva idealizzato. Aveva paura di quel Freezer.

Quindi non aveva alcuna importanza. Inutile esprimere ad alta voce quel pensiero.

Non mi vedrai combattere. Mai.

 

FINE

Nota dell'autrice: Non ricordo con precisione le scene dell'anime in cui Vegeta compare al fianco di suo padre, quindi è possibile che in realtà ci sia qualche momento in contraddizione con quanto da me raccontato in questa one-shot. Ricordo Vegeta bambino e suo padre osservare le navicelle con a bordo i guerrieri di classe inferiore spediti sugli altri pianeti, ma nient'altro. Mi perdonerete, spero! immaginate che, se dovesse esserci qualche momento in cui si vede Vegeta bambino combattere e suo padre è presente nella scena, io non ne ho tenuto conto^^''

Il termine Saibai Man (non avevo idea di come si scrivesse il nome di quelle creature) l'ho preso dal sito Dragon Ball Arena.

Ogni parere e commento, come al solito, è bene accetto!

E, quasi dimenticavo, buon Natale! 

Sonsimo

  

 

  
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