Morì di fame in un fosso, lungo la strada per Nouna, nella notte più buia dell’anno.
A chi glielo chiedeva era solito raccontare che tre banditi – forse di più, non ricordava – l’avevano assassinato lungo una sterrata al calar della sera, erano fuggiti con i settecento pecn che portava con sé e il suo magnifico castrone; ma la verità è che il suo corpo rimase rattrappito per ore tra le ortiche fradice sul fondo di un canale di scolo, il viso premuto nel pantano, mentre la tramontana strappava a quel mucchio di stracci l'ultimo alito di calore. I carrettieri sputarono e i mocciosi tirarono sassi alla sua schiena finché il cielo si fece troppo livido, l’oscurità troppo densa per distinguerla nel folto dei farfaracci squassati dal vento.
Il buio avanzava.