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Autore: ___cLa    06/06/2013    1 recensioni
Questo è il mito della nascita dell'odierna gerarchia degli animali, ambientata in un'ancestrale armonia, destinata ad essere spezzata..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanto tempo fa, sulla terra non esistevano la sofferenza e la cattiveria, tutte le creature vivevano in pace, nutrendosi dei prodotti della terra e nulla più.
Però si sà, l'uomo per sua natura è egoista e avido, e questa beatitudine durò per poco.
Mentre i suoi simili vivevano in stretto contatto con gli animali, un uomo, Cùpido, era bramoso di possedere tutto ciò che lo circondava, così, decise di iniziare impadronendosi degli animali.
Per primo catturò un cinghiale, poi una capra e via via tutti gli esemplari che riusciva a scovare e strappare alla natura.
Le povere bestie, che non erano per nulla aggressive, non opposero alcuna resistenza e si lasciarono rinchiudere dal nuovo padrone in rudimentali gabbie, che con poca fatica avrebbero potuto rompere.
Due volte al giorno il perfido padrone portava via un animale per non fargli fare più ritorno, così, insospettito, un coraggioso leone decise di andare vedere dove li portasse e quando Cùpido andò a prendere un paffuto coniglio, il leone si liberò dalla gabbia in cui era imprigionatoe lo seguì.
Durante il tragitto vide molti animali in gabbie analoghe a quella dove lui e i suoi compagni erano tenuti, ma non diede molta importanza a questo fatto.
Dopo che furono giunti a destinazione, Cùpido si allontanò, lasciando l'animale libero di studiare indisturbato il luogo.
Era una sorta di costruzione composta da rocce coperte di paglia e terra che emanava uno strano odore, un odore di ferite, di dolore, ma ciò nonostante l'impavido leone decise di entrare.
Lo spettacolo che gli si presentò davanti lo lasciò stranito e con un triste presentimento: Al centro c'era una pietra enorme e squadrata imbrattata di rosso, come quasi totalmente erano anche le mura e c'erano inoltre pezzi di bianche e dure 'cose' che per consistenza e colore assomigliavano a zanne e brandelli di una sostanza rosea ovunque; cosa succedeva in quel tristo luogo?
Il leone non ebbe tempo di riflettere che vide in lontananza il suo imprigionatore arrivare con una pietra tagliente, anch'essa imbrattata di rosso, in una mano e una liana nell'altra, così si nascose, in attesa di riuscire a capire ciò che sarebbe successo.
L'uomo arrivò, con la liana legò le zampe del povero coniglio e lo pose su quella pietra levigata al centro della stanza.
Lo spettacolo che seguì fu orribile: lo spietato carnefice colpì ripetutamente l'ignara vittima fino a quando non si mosse più, fino alla sua morte e iniziò a nutrirsi di esso.
Tutto dunque si fece chiaro: l'uomo si nutriva di animali, così il leone, che non poteva tollerare una simile crudeltà, corse a perdifiato fino a raggiungere i suoi compagni prigionieri per avvertirli, ma non tutti gli credettero, infatti quelli che ora chiamiamo predatori o carnivori, coraggiosi e forti, lo seguirono, gli onnivori, dubbiosi e indecisi lo seguirono ma da una certa distanza, mentre gli erbivori, più pavidi e di animo meno impulsivo, scapparono.
Il gruppo degli impavidi, arrivò al luogo dove l'uomo stava banchettando col martoriato corpo del loro compagno: lo sgomento e la consapevolezza si dipinse sui volti di tutti, e, in preda all'ira, un lupo uccise Cùpido.
Dopo alcuni giorni quegli animali, che fino ad allora erano stati erbivori, iniziarono a chiedersi se, visto che all'uomo sembrava gradito, il sapore della carne fosse buono.
Allora si radunarono nel luogo dove giacevano le carcasse e, superato l'orrore, a turno gli animali, a cominciare dal coraggioso leone, assaggiarono le membra dell'uomo e del coniglio.
Trovando buono il sapore delle loro carni, dimenticarono l'etica e decisero una gerarchia, nella quale il leone era posto alla sommità in quanto proprio lui aveva dato loro la libertà di scelta.
In questa piramide sociale decisa dal re leone (come lo avevano soprannominato gli altri animali), chi l'aveva seguito senza riluttanza stava alla sommità e si sarebbe nutrito di carne e avrebbe dominato, chi invece con riluttanza l'aveva seguito da lontano sarebbe stato sia preda che predatore, mentre infine coloro che non l'avevano voluto seguire sarebbero vissuti nella paura di essere divorati.
Un caso particolare era quello dell'uomo, che con la sua spregevolezza aveva sovvertito l'ordine naturale delle cose, il leone a lui donò l'intelligenza e la capacità di sviluppare un pensiero etico e di scegliere la propria dieta.
L'uomo per molto tempo rimase nell'ignoranza e sfruttò il mondo fino quasi a distruggerlo, ma col passare del tempo sviluppò molto la sua capacità di ragionare su cosa sia giusto ed etico e su cosa non lo sia, così esistono i vegetariani, il cui scopo è quello di tornare a vivere nella beatitudine ancestrale.
  
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