07/06/2013
2 recensioniPrologo:
Essere la figlia di Mauro Esposito non era affatto facile. Non lo era stato fin da quanto Lali era nata:tutti tendevano a proteggerla fin troppo. Non lo era stato quanto lei aveva 5 anni e i suoi fratelli (Harry e Louis) ne avevano 8 e 10, che tenendo la loro mamma per mano, andavano in quel posto buio e sporco per fare visita al loro papà anche solo per un ora alla settimana. Non lo era stato quanto lei aveva 12 e sua madre decise di separarsi dal marito portando sua figlia con se pur sapendo che gli altri due avrebbero avuto lo stesso destino del padre. Non era facile vedere i suoi fratelli e suo padre una volta ogni due mesi (quanto potevano) e restarci male ogni volta ch al suo compleanno o ad ogni natale, invece di trovare loro, trovava degli immensi e costosi regali che il più delle volte neanche scartava. No, non era facile essere la figlia di un delinquente,esattamente uno dei delinquenti più pericolosi del Sud America. A Lali non era mai mancato niente, anzi anche a distanza suo padre faceva in modo che avesse tutte le comodità possibili e che sua figlia fosse una ragazza "seria" che non andasse troppo in giro e che avesse amicizie limitate. Lali sapeva perfettamente chi era suo padre, e anche se lei non era cosi, e non condivideva affatto il suo stile di vita, gli voleva bene, incondizionatamente, come solo una figlia sa fare, lei amava a prescindere il suo papà. E per suo padre era lo stesso: lei era la sua bambina, la sua speranza, la sua luce, la sua ancora di salvezza, oppure come diceva lui: l’unica cosa pulita che gli restava nella vita. Perciò quanto Mauro venne a sapere che la sua ex moglie Sandra, si era rifatta una vita e che portava a vivere con se il suo nuovo compagno, non poteva permettere che sua figlia vivesse con in estraneo, perciò le disse di andare a vivere con lui e i suoi fratelli nella loro immensa villa a Buenos Aires. Lali, ormai 18enne seppur dispiaciuta di lasciare sua madre, accettò, anche perché il suo nuovo patrigno non le andava tanto a genio. Fu felice di accettare, come lo furono suo padre e i suoi fratelli. E non vedeva l’ora di tornare dalla sua amata Londra con l’intento di riabbracciare i suoi cari e mostrare a suo padre quanto vale l’amore di una figlia … non sapeva però che li avrebbe trovato un altro tipo di amore, quell’amore che non aveva mai provato sulla sua pelle, quell’amore che sognava ad occhi aperti leggendo romanzi, quell’amore così potente e dolce allo stesso tempo, che ti fa salire al settimo cielo cullandoti.
Zayn era un ragazzino di 14 anni quanto i suoi genitori morirono. Nessuno dei suoi parenti volle prendersi cura di lui, era sempre stato un ribelle e non obbediva mai a nessuno. Quanto Mauro Esposito lo accolse in casa sua non lo trattò come uno dei suo uomini, lo trattò come un figlio , Zayn decise che a lui doveva obbedire, gli e lo doveva, doveva tutto a quell’uomo: Gli diede una stanza in casa sua, un piatto caldo in cui mangiare e gli insegnò tutto quello che sapeva, gli insegnò che per essere uomo, non bastava avere in mano un’arma. Con gli anni Zayn imparò a farsi rispettare e a non aver paura di nessuno e Mauro lo riteneva il suo uomo migliore insieme ai suoi figli. Mauro non era un uomo cattivo e Zayn sapeva che quanto ti apriva la porta di casa sua, ti apriva anche il suo cuore, ma era meglio non deluderlo. Come reagirebbe Mauro Esposito se il suo uomo più fidato puntasse al cuore di sua figlia??