Fu
come svegliarsi da un lungo sonno ed essere accecato da una luce
violenta.
Rimase
qualche attimo coricato a occhi aperti,per riabituarsi a tutte le
sensazioni che per chissà quanto tempo gli erano state
private.
Poi,la
conferma,come quei recettori che ti dicono se sei in piedi o coricato.
Sei morto.
Anche
senza bisogno di quella sensazione,lui lo sapeva. Come si fa a
dimenticare il momento della propria morte? Ricordava tutto,sia nella
reale velocità che in slow motion.
E
comunque,nessuno dimentica un vampiro che ti fa un buco nell'addome e
ti fa cadere su di un serbatoio. Bene,nemmeno Noriaki Kakyoin se l'era
dimenticato.
Diciassettenne
per sempre,un pò come un vampiro,ma a lui non gli serviva il
sangue;non gli serviva nulla.
Si
toccò l'addome,anche senza vedere nulla la ferita si
percepiva al tatto,e constatò di stare bene. Anzi,non era mai stato
meglio di quel momento.
Ecco
cosa,voleva dirlo a Jotaro e agli altri. "Sto benissimo,non
preoccupatevi,non sono mai stato così bene".
E
così decise,del resto non poteva andare dai suoi. Se non
vedevano gli stand,come potevano vedere i fantasmi?.
Polnareff?
Non sapeva dove fosse. Abdul era morto,e così pure Iggy.
Ecco:Joseph Joestar,era l'ultima persona che avesse visto.
Ma
prima di dirigersi a casa Kujo doveva accertarsi di alcune cose. Si
guardò le mani:non erano evanescenti. I suoi piedi toccavano
terra e sentiva che il suo stand era presente. Solo una cosa era
cambiata: sentiva di vedere tutto con una prospettiva diversa,non che
vedesse meglio o che,solo sentiva che era un modo di vedere diverso da
quello che aveva quando era in vita.
Ma
non era di certo l'occasione per perdere tempo.
Riuscì
a raggiungere la casa e fece per affrettarsi a superare il
cancello,quando sentì un rumore indistinto più
simile ad un sibilo.
Il
ragazzo si voltò spaventato :quello che lo aveva spaventato
così tanto era un innocuo gatto che lo guardava terrorizzato.
Cominciò
a intuire qualcosa,e si premurò di fare un esperimento
allungando la mano verso il felino,che si ritrasse ancora di
più soffiando e rizzando il pelo.
-Come immaginavo,puoi
vedermi,molto probabilmente ci riescono anche i cani..-
ragionò varcando il cancello della casa.
Percorse
la stradina ed entrò nella casa,tanto lì le porte
erano sempre aperte...
-Oh,Signora Holly che
piacere vederla!!- esclamò vedendo la donna.
Holly
Joestar , bella come sempre,teneva sottobraccio un cesto con il bucato.
Sembrava in salute.
-Signora Holly,la vedo
bene,come sta?- domandò educatamente,pur sapendo
che non l'avrebbe sentito.
A
quanto pare formulò la domanda nello stesso momento in cui
la fece Joseph Joestar,perchè lei si affrettò a
rispondere:-Grazie,papà sto benissimo,non chiedermelo
sempre!!-.
Ignorando
a chi fosse dirette la risposta(tanto era ovvio che era diretta al
padre) Kakyoin ringraziò per la risposta e aggiunse:-Mi sa
dire dov'è Jotaro?-.
-Piccola,non
vedo Jotaro,dov'è?-.
La
donna si voltò verso il padre e constatò
amaramente:-Jotaro è in camera sua come al solito...,lo sai
che non fa altro da quando è ritornato..-.
Il
fantasma approfittò di quella grazia divina(quante
possibilità c'erano infatti che lei rispondesse,seppur
involontariamente,alle sue domande? doveva essere opera divina) e si
fiondò nel corridoio,salvo ricordarsi che non sapeva dove
fosse la camera.
Tuttavia,la
struttura della casa era molto semplice,e lui non ci mise molto a
individuare camera e proprietario,seduto sul letto.
-Oh,Jotaro!
Così mi commuovo!!- esclamò
vedendo la copertina di The dream of the blue
turtles,album di Sting per il quale avrebbe venduto un
rene,se fosse stato vivo.
Jotaro
aveva un'espressione ancora più contrita della prima volta
che si erano visti,era per via della sua morte?.
Il
ragazzo sbuffò e borbottò:-Ma quando mai lasciano
le porte chiuse come si deve..- e prese a sbraitare come un
dannato:-Maledizione! Vi ho detto di lasciare la porta chiusa!!-.
-No,nonononono..ti
prego Jotaro,non chiudere la porta,non chiudere la porta..-implorò
Kakyoin,troppo tardi e troppo morto per farsi sentire. E infatti
l'altro chiuse la porta.
-Razza di cretino che
non sei altro!! Apri quella stupida porta,non posso uscire!! Aprila!!
aprila aprila aprila!!!- si
mise a urlare;continuando finchè non si sentì le
corde vocali logorate. Preso dalla rabbia,fece per tirare un pugno alla
parete...ma l'attraversava!!
Si
avvicinò al muro finchè la sua fronte non fu
distante una spanna. Esitò un attimo,ma poi finalmente
spinse la testa in avanti. Avere la testa che affondava nella parete
era una sensazione piuttosto strana:poteva vedere mattoni,tubi e tutti
gli impianti che si nascondono nelle pareti. Ci rimase
pochissimo,perchè gli faceva un pò schifo.
-Vediamo se sono
già andati a dormire..- ragionò
Kakyoin. Facendo qualche calcolo,doveva essere passata l'ora di cena,e
tutti dovevano essere a dormire. Perfetto.
Attraversò
in un batter d'occhio le pareti e si ritrovò nella camera di
Jotaro,lui dormiva. Fu lì che gli venne in mente un quesito
importantissimo.
-Come faccio a entrare
nei suoi sogni?- si chiese,provando a ricordare qualche film
di Masakazu Tamura,ma nulla.
"O
la va o la spacca" si disse,e si avvicino al viso di Jotaro.
Allungò una mano verso la sua fronte e si sentì
risucchiato. Riaprì gli occhi e si ritrovò nella
scuola;certo che Jotaro aveva fantasia...
Lo
trovò subito:si guardava intorno spaesato,e così
lo chiamò. Il ragazzo si girò,e lo
guardò come se gli fosse apparso davanti uno Xenomorfo
direttamente da Alien.
-Jotaro!
Non mi riconosci?- -Tu..sei morto..io di sicuro sto sognando..- -si,in
effetti si,ma io sono reale!- si affrettò a spiegare lui.
Il
teppista fece un'espressione che diceva chiaramente tutto
ciò che il suo cervello aveva recepito:niente. Ma Kakyoin
non si perse d'animo e rispiegò tutto da capo.
-Ascoltami,io
sono morto,ma sono nel tuo sogno...- spiegò calmo,ma poi si
spazientì:-Diamine,se fossimo nel sogno con quel maledetto
neonato,ti ricorderesti tutto..-.
-Ancora
il neonato,stai ricominciando?-
-Piantala,te
lo giuro,quel bambino con il suo stand nei sogni poteva fare qualunque
cosa,persino curare ferite..-.
Jotaro
sospirò rumorosamente,poi concesse.-E va bene,ti
credo..anche se sembra un tantino ridicolo...comunque stai bene?-
aggiunse all'ultimo minuto.
Kakyoin
avrebbe voluto prolungare la conversazione,ma i suo sesto senso(di
fantasma forse?) gli suggeriva di non scombussolare la fase di sonno
REM di Jotaro. Per questo decise di andarsene;lo pensò e
basta,e si ritrovò subito nella stanza.
Guardò
ad una ad una le quattro pareti e si disse che tanto valeva farsi un
giro la notte e aspettare il giorno seguente,e così fece.
-Oh,Jotaro!
Buongiorno!!- salutò la madre,prima di aggiungere:-Ma lo sai
che ti trovo un pò cambiato?-.
Ed
infatti Jotaro ERA diverso. Anche senza mandare una sonda nel suo
cervello si capiva benissimo dall'atteggiamento. Non era una cosa
facile da spiegare,si capiva e basta.
-Esatto,ho
preso una decisione importante,molto importante..-
-Davvero?
Ed è..?-
-Partire-
-COOOME!?-
esclamò la donna,che per la notizia quasi svenne.
-Jotaro,sei appena tornato e già vuoi imbarcarti in un altro
viaggio..?- domandò infine debolmente.
Il
figlio fece un'espressione infastidita,molto jotaresca e
replicò:-Guarda che sono tornato da quasi un
mese,e comunque non cambierò le mie decisioni..-.
-E
dove vorresti andare?-.
Kakyoin,che
dopo aver finito il suo giro notturno si era appostato nel soggiorno,si
coprì il sorriso che gli affiorava con una mano. Forse aveva
capito le intenzioni di Jotaro..
A
confermare le sue supposizioni e provocargli quasi una crisi di
pianto,Jotaro si abbassò la visiera e sorridendo
(stranissimo!!) rispose:
-Certamente,devo
andare in Egitto-.
Note: Queste
note mi stanno prendendo..comunque riflettendo,l'unico modo per
riportare in vita Kakyoin è quello di ricorrere a Death 13
no? Mi attirava l'idea di una storia di questo genere,quasi una
Deadman's questions versione Kakyoin. La storia dell'album l'ho
inventata,dato che è circa negli '80 quello è
l'album più vecchio.