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Autore: Princess Kurenai    10/06/2013    0 recensioni
" Non posso..."
William ripeteva sommessamente quelle parole da ormai qualche minuto, più per convincere se stesso che il suo compagno.
Non poteva lasciarsi andare in quel modo, cedere al piacere carnale come un qualsiasi peccatore.
Perché c'era il ricordo della sua amata Annie ancora vivo e quello di Lizzie Siddal appena deceduta. C'era la sua fede che... che maledizione! Impediva gli atti di sodomia!
Non poteva arrendersi! Non poteva continuare a voltare le spalle al Signore... eppure solo la sua voce era ancora in grado di rifiutare il corpo di Gabriel che si muoveva sul suo, costringendolo a reagire alle carezze e ai baci che riceveva.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Titolo: Lust's Sin
Fandom: Desperate Romantics
Personaggi: Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt
Genere: Introspettivo, Erotico, Malinconico
Rating: Arancione
Avvertimenti: Oneshot, Slash, Sesso non Descrittivo, What if? (E se…), Dub-Con, Violenza
Conteggio Parole: 1100
Note: 1. Ed ecco finalmente la mia OTP *O* quanto sono belli =ç= mi dispiace solo essermi lasciata andare all’angst alla fine XD
2. Dedicata all’amore della mia vita! Ti amo!
3. Se ve lo chiedete... no: non è betata XD

" Non posso..."
William ripeteva sommessamente quelle parole da ormai qualche minuto, più per convincere se stesso che il suo compagno.
Non poteva lasciarsi andare in quel modo, cedere al piacere carnale come un qualsiasi peccatore.
Perché c'era il ricordo della sua amata Annie ancora vivo e quello di Lizzie Siddal appena deceduta. C'era la sua fede che... che maledizione! Impediva gli atti di sodomia!
Non poteva arrendersi! Non poteva continuare a voltare le spalle al Signore... eppure solo la sua voce era ancora in grado di rifiutare il corpo di Gabriel che si muoveva sul suo, costringendolo a reagire alle carezze e ai baci che riceveva.
" Gabriel... n-non possiamo... Gesù Cristo ci... s-sta guardando..."
Si aggrappò ancora alla sua fede, pregando che il suo compagno capisse, che se ne andasse... e che togliesse le sue maledette mani tentatrici da sopra il suo sesso!
" E tu guarda me, Maniac.", ribatté prontamente Gabriel, con un sorriso malizioso che fece tremare le gambe di William.
Imprecò.
Pensava di essere stato punito abbastanza quando aveva perso la sua amata, ma si era sbagliato. Perché il Diavolo in persona era sceso sulla terra per punirlo per i suoi peccati di lussuria con la dolce Annie, usando come tramite il corpo di uno dei suoi migliori amici, Dante Gabriel Rossetti.
Aveva sempre pensato che il suo buon amico ragionasse più con i pantaloni che con la testa, ma teneva a lui.
Gabriel era strano e talvolta forse un gran bastardo, ma mai aveva osato pensarlo in una simile situazione, né di essere lui stesso uno degli oggetti di quell'atto peccaminoso.
" G-Gabriel... non..."
La scia di baci che gli stava percorrendo il petto si interruppe sui suoi pantaloni, costringendo a fremere internamente in attesa di qualcosa di più.
" Perché?", osò domandare, deglutendo rumorosamente.
" Voglio conoscere la tua rabbia, la forza. La passione di un uomo. Per puro interesse accademico, amico mio.", rispose Gabriel crudelmente sincero. " Presto ti arrenderai, ed entrambi avremo quello che desideriamo."
" Io non... non lo desidero.", strinse i pugni, cercando di resistere a quell’ennesima tentazione ed alla crescente voglia di far sparire quel sorriso dalle labbra di Gabriel.
Voleva lasciarsi per davvero andare a quell'atto carnale, farla finita una volta per tutte. Smettere di trattenersi e di mentire a se stesso... e così fece quando le labbra del suo compagno osarono superare la barriera dei suoi calzoni, tracciando con le labbra il profilo dell’erezione nascosta dalla stoffa dell'intimo.
Gemette chiudendo gli occhi, tirando indietro il capo in un'espressione di malcelata goduria, e mentre con una mano andava ad afferrare i capelli di Gabriel, come per impedirgli di fuggire, con l'altra strattonava l'orlo dei suoi pantaloni e dell'intimo, che andarono ad arrotolarsi sulle ginocchia.
Senza alcuna barriera, la bocca di Gabriel tornò sul suo membro, carezzandolo con le labbra e poi con la lingua, rubando a William nuovi gemiti e grugniti.
Maledetto, maledetto tentatore!, lo insultò mentalmente, stringendo con più decisione la presa sul capo dell'altro.
La bocca di Gabriel era calda e continuava a muoversi sul suo sesso come se non avesse mai fatto altro nella vita.
Con quanti lo aveva fatto?, si domandò tra i gemiti. Chi prima di lui aveva posseduto quelle labbra?
Un’insana gelosia annullò totalmente ogni rimorso, costringendolo ad allontanare il suo amico con rabbia e a spingerlo con la faccia contro il muro.
“ Chi è stato Gabriel?”, ringhiò William direttamente nel suo orecchio. “ A chi ti sei già concesso in questo modo?”
Gabriel parve irrigidirsi per quel suo repentino cambio d'umore, ma non si allontanò né tentò di fuggire.
E quando rispose il suo tono era carico di malizia e soddisfazione. Come dargli torto? Era quello che desiderava e lo stava ottenendo.
“ Geloso, Maniac?”, Gabriel si voltò leggermente verso di lui. “ Che svolta inaspettata...”, aggiunse.
William tuttavia non osò rispondere - non era certo di sapere quale fosse la risposta -, limitandosi però a strattonare i pantaloni di Gabriel, fino a scoprirgli le natiche, e a spingerlo con più decisione contro la parete.
Voleva quello?, si chiese ancora, facendo sentire la sua erezione sulle natiche dell'altro.
" È questo quello che vuoi, Gabriel?", ringhiò, spingendo la punta contro la stretta apertura.
" Ah... sì!", quel lussurioso gemito fece perdere ogni controllo a William.
Gabriel non conosceva il pudore né aveva mai tentato di seguire la via del Signore.
Il suo corpo, dolorosamente stretto attorno al suo sesso, aveva conosciuto solo vino e piacere. Era il corpo di un peccatore e lui lo stava possedendo con rabbia, sordo ai gemiti di dolore che stavano abbandonando le sue labbra socchiuse.
Gli stava facendo del male? Gli stava chiedendo di fermarsi?
Non lo sapeva, non lo sentiva proprio.
Era quello che Gabriel aveva desiderato e lo stava ottenendo. Non c'era spazio per nessuno sconto o dolcezza durante quell'atto carnale che avrebbe portato entrambi all'inferno, solo i loro corpi uniti in quel peccato tanto piacevole quanto doloroso.
Solo alla fine, quando il suo fisico venne scosso dall'apice del piacere, William osò cingere il corpo scosso dai brividi di Gabriel in un abbraccio.
" Era questo quello che volevi?", sussurrò, lasciando finalmente libero il rimorso che andò ad attanagliargli il petto. " Volevi questo Gabriel?", ripeté con più decisione.
Il giovane uomo non rispose inizialmente, limitandosi a tremare ancora per quel violento amplesso, al che William lo costrinse ancora a voltarsi per poterlo guardare in viso.
Era pronto ad aggredirlo, ad insultarlo e forse a picchiarlo per avergli fatto commettere quel peccato.
Ma non riuscì a fare niente, se non sorprendersi quando si rese conto che del Gabriel che conosceva non sembrava essere rimasto più niente, se non un fantasma vittima dei suoi errori che lo stavano lentamente divorando.
" Sì.", rispose piano il giovane, cercando di allontanare le braccia dell'altro che ancora lo stringevano. " E... non era quello che cercavo.", aggiunse.
" Cosa cercavi? Dimmelo Gabriel!", insistette ma quando incrociò i suoi occhi, William decise che non avrebbe più fatto altre domande.
Conosceva quello sguardo. Era quello di chi aveva perso tutto, di chi voleva assolutamente provare qualcosa.
Lui stesso aveva provato sulla sua pelle quelle sensazioni, e poteva comprenderlo fin troppo bene.
Per quel motivo non fu in grado di lasciarlo andare. Gabriel aveva bisogno di lui, per quello era venuto a cercarlo... e l'aver ceduto così rapidamente al peccato, lo faceva sentire un vile.
" Poteva andare tutto diversamente...", sussurrò, stringendolo con più sicurezza a sé. " Potevi risparmiarti tutto questo, Gabriel..."
Poteva evitare la violenza, poteva... poteva accadere qualsiasi altra cosa se solo lo avesse compreso prima di perdere la ragione.
" No. Non potevo.", rispose Gabriel, e davanti a quella rassegnazione William fece una promessa davanti a Gesù Cristo - che con il suo sguardo severo continuava a fissarlo e a giudicarlo.
Non avrebbe più permesso a Gabriel di ridursi in quello stato. Era una promessa.

 

 

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