Poi venne la Madre.
Si contorceva, rotolandosi languidamente su sé stessa, vomitando pezzi molli e informi di persone già mangiate. Si trascinò lentamente sul suolo, il suo corpo una mera massa opulenta e disgustosamente viscida; era scossa da violenti spasimi di piacere, un verso crudo che si riversava dal profondo e si faceva largo, vibrante e vivo, tra le fibre appiccicose.
Si eresse e mi fissò con i suoi occhi oscuri, buchi neri ed infiniti che si distruggevano e ricomponevano freneticamente in sé stessi, spalancati.
Cercavano disperatamente di raggiungermi.
Per questo dovetti scappare da lei.