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Autore: Rubysage    16/07/2003    19 recensioni
(FINALMENTE CONCLUSAAAAA!!) Cosa succede quando un genietto dispettoso scambia tra loro le vite dei nostri amici? Forse impareranno ad apprezzare quello che hanno...o forse no? (Attenzione: parzialmente OOc e un pochino What if...ma proprio un pochino...)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SE IO FOSSI IN TE

SE IO FOSSI IN TE...

 

“Fai attenzione a quello che desideri, perché potresti ottenerlo...”

Oscar Wilde

Capitolo 1

 

Faceva molto caldo a Tokyo, quel pomeriggio di Luglio, quando Peter Colby decise di concludere gli allenamenti.

- Okay, ragazzi, possiamo finire qui. Filate a cambiarvi e sparite dalla mia vista ! Non voglio più saperne di voi fino alla fine del mese ! - disse scherzosamente.

I componenti della nazionale giovanile giapponese tirarono un sospiro di sollievo. Quell’anno la Federazione Calcio aveva stabilito di dividere il consueto mese di ritiro estivo in due mini-ritiri intervallati da due settimane di riposo a causa dei numerosi impegni dello stesso allenatore Colby, il quale faceva parte della commissione deputata al reclutamento di nuovi talenti. Di questo i ragazzi erano tutt’altro che infelici, dal momento che una vacanza in quella che loro consideravano già una vacanza era quanto di meglio potessero aspettarsi.

- Aaargh ! Non è possibile ! - strillò Philip Callaghan dopo essere entrato nello spogliatoio.

- Che hai da urlare, Phil ? - domandò Paul Diamond, leggermente allarmato.

- Non c’è una doccia libera ! E io sono di frettissima, maledizione ! -

- Tutto qua ? E io chissà cosa pensavo... - disse Paul sfilandosi la maglietta.

- Chi tardi arriva male alloggia, Callaghan, dovresti saperlo ! - disse ridendo Ed Warner tirando la spugna addosso al ragazzo.

- Tom, passami lo shampoo. -

- Al volo, Benji ! - disse Tom Baker lanciando la boccetta che atterrò direttamente in testa al Super Great Goal Keeper.

- Ahia ! Imbecille ! -

Tutti risero, tranne Philip che, con voce piagnucolosa, disse :

- Ragazzi, vi prego...ho l’aereo per Sapporo tra meno di due ore e di questo passo non ce la farò mai ad arrivare in tempo ! -

- Va beh, visto che hai tanta fretta ti cedo il mio posto... - disse Patrick Everett uscendo dalla doccia avvolto in un orribile accappatoio arancio a pois verdi.

- Bella forza, tu hai già finito ! - esclamò Philip liberandosi della biancheria.

- Di’ un po’, com’è che hai tanta fretta, Philip ? - domandò Oliver Hutton uscendo dalla sua doccia mentre l’amico si fiondava alla velocità della luce in quella lasciata libera da Patrick.

- Domanda idiota come al solito, Hutton - rispose Ralph Peterson - Quello non vede l’ora di tornarsene dalla sua bella, vero Callaghan ? -

- Va beh, potevi anche dirlo in un altro modo, Peterson... A parte il fatto che se perdo questo volo mi tocca restare in aeroporto fino a domani mattina, stasera sono invitato a cena dai nonni di Jenny... -

- Un momento, Ralph, che significa “come al solito” ? - intervenne Oliver.

- Già mi pregusto una mega cena...e poi lei riparte per New York tra una settimana, quindi... - continuò Philip ignorando completamente il povero Hutton.

- Beato te che almeno hai un buon motivo per tornartene a casa, Phil ! - disse Mark Landers infilandosi una maglietta pulita - Io appena torno devo filare a lavorare...altro che break, per me è stata questa la vera vacanza ! -

- Pensate che a me, invece, tocca andare una settimana in Thailandia... - disse Benjamin con aria strafottente.

- Vaffanculo, Price ! - esclamò Ed - Questo è un vero insulto alla miseria ! -

- ...Con Freddie Marshall ! Quello mi sorveglia qualsiasi cosa faccia, forse ha paura che scappi con qualche bella polinesiana ! -

Stupido sbruffone, si disse Mark.

Ad un tratto, Peter Colby fece capolino dalla porta.

- Il tuo autista è arrivato, Julian. - disse.

Julian Ross, finendo di allacciarsi le scarpe, alzò gli occhi al cielo e sospirò.

- Arrivo - disse con un tono che in realtà voleva dire “Che palle !”.

- Oh ! Il signorino non gradisce la sua Limousine con sedili in pelle umana con TV e stereo incorporati ? - disse Mark con ironia - Oppure non ha voglia di tornare nella sua mega villa a soli dieci minuti da qui, dove lo attende schierata la servitù al gran completo, mentre un povero sfigato di cui non faccio il nome deve sorbirsi due ore d’autobus e quaranta minuti di traghetto per tornarsene a casa ? -

Julian non rispose, ma lanciò al capitano della Toho uno sguardo abbastanza significativo.

- Andiamo, Ross ! - esclamò Mark allargando le braccia - Hai solo 17 anni, navighi nel denaro, hai una ragazza stupenda che vive per te, tutte le pischelle di questa nazione ti adorano e, a quanto mi risulta, sei anche un mezzo genio ! Hai praticamente avuto tutto dalla vita ! -

- Tranne la salute - disse Julian con una risatina sarcastica.

- Fatti compatire da qualcun altro, Ross - ribattè Mark - Io non ho rispetto per chi non sa mantenere un briciolo di dignità. -

- Mark ! - esclamò Tom corrugando la fronte.

- Non devo prendere lezioni di dignità da nessuno, Mark - rispose secco Julian chiudendo la borsa - Tantomeno da te. Se proprio hai voglia di dare aria alla bocca, fallo quando io non ci sono. Phil, se ti va posso darti un passaggio fino all’aeroporto. E’ proprio sulla mia strada. -

- Fantastico ! Grazie, Julian ! -

Dopo essersi issati le borse in spalla, i due salutarono la combriccola e uscirono dallo spogliatoio.

- Un’ultima cosa, Mark...lascia Amy fuori dai tuoi sproloqui. - Detto questo, Julian si chiuse la porta alle spalle.

- Stupido figlio di papà... - disse Mark a denti stretti.

- Adesso stai esagerando, Mark. Lo sai che Julian è particolarmente suscettibile su certi argomenti... - disse uno dei gemelli Derrick.

- E chi se ne frega, James ! -

- Veramente sono Jason... -

- E io che ho detto ? Comunque, io quello non lo reggo proprio ! Vive con il culo nel burro e ha anche il coraggio di lamentarsi ! Che diavolo ne sa lui di quali sono i problemi della vita ? -

- Lui ne ha uno molto grosso, Mark - intervenne Ed alludendo alla cardiopatia che affliggeva Julian da anni - E credo che scambierebbe volentieri tutto quello che ha con una vita meno agiata ma fuori dalla “campana di vetro”. -

- Tzè ! Almeno si può permettere un’intera équipe di cardiologi che gli dicono anche quando respirare ! Vorrei vedere cosa farebbe se fosse al mio posto ! -

- E comunque tu saresti felice di avere i soldi che ti escono dalle orecchie quando sai che rischi di crepare da un momento all’altro ? - disse Benjamin sfregandosi i capelli con l’asciugamano.

- Tu sei sulla stessa barca di Julian, Price, quindi ti conviene tacere. Ma cosa credi di capire ? Tu non hai bisogno di inventarti ogni giorno come sbarcare il lunario. -

- Adesso sei tu che ti stai compatendo, Landers. - ribattè Benjamin sogghignando.

I ragazzi si zittirono, temendo una spropositata reazione da parte del centravanti, il quale, invece, si limitò a lanciare uno sguardo carico di disprezzo al SGGK.

- Ne ho abbastanza dei vostri ridicoli moralismi. - disse poi Mark uscendo - Ho cose molto più importanti a cui pensare. Ci vediamo. -

- Mark, aspetta ! - disse Ed seguendo l’amico. Mark lo ignorò e continuò a percorrere il corridoio a grandi passi.

- Si può sapere che accidenti hai oggi ? E’ la prima volta che te la prendi con Julian ! Che ti ha fatto di male ? - disse Ed dopo aver raggiunto il ragazzo.

- Niente - rispose Mark senza spostare lo sguardo su Ed - Non mi ha fatto niente di male. Non ha mai fatto niente in vita sua, è questo il punto ! Non hai idea di quanto mi dia fastidio sentire certi discorsi da uno che non sa neanche cosa voglia dire muovere un dito...ma almeno non se la tira come quello sbruffone di Price ! -

- Beh, non mi sembra un buon motivo per aggredirlo così ! - rispose Ed - Price lo posso capire, non lo sopporto nemmeno io, ma Ross...quello è un pezzo di pane, lo sanno tutti ! -

- Ah, il pane ! - esclamò Mark con voce irritata alzando gli occhi al soffitto - Lo conosci il proverbio, Ed ? Chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane ! Niente di più vero, porco mondo, niente di più vero ! - Arrivato all’uscita, il ragazzo spalancò il portone a vetri con rabbia.

- Senti, Mark, dimmi la verità. - disse Ed spazientito - Cosa c’è che non va davvero ? -

Il capitano della Toho si fermò di colpo, facendo cadere a terra il borsone e appoggiandosi al muretto di cinta, sbuffando.

- Sono preoccupato, ecco cos’ho. Sono semplicemente molto preoccupato. - disse Mark con voce stanca, passandosi le mani prima sugli occhi, poi sulle guance, infine sul collo. Ed gli si sedette accanto, senza parlare. - Siamo a Luglio, fa un caldo cane e mia madre e i miei fratellini dovrebbero andarsene in vacanza. Invece mamma non può prendere ferie perché non ci sono nemmeno i soldi per mandare i ragazzi in colonia, quindi io mi ero detto che avrei lavorato a tempo pieno per queste due settimane, così magari qualche giorno al mare avrebbero potuto farselo...tanto ci sono abituato, anzi, a volte mi diverto anche...e invece, siccome mamma deve stare in fabbrica mezza giornata, io devo badare alla casa, così posso lavorare solo part-time e beccarmi mezzo stipendio. Oltre tutto dovrei anche studiare per l’esame di riparazione in matematica, altrimenti, se mi bocciano, ti saluto la borsa di studio ! Se poi conti anche gli allenamenti... -

- Puoi sempre farti esonerare per un po’ ! In fin dei conti abbiamo appena finito il ritiro, sono sicuro che Turner capirà ! -

- Bah, quello è il meno ! Il punto è che dovrei avere giornate di 35 ore per riuscire a fare tutto senza impazzire !  Poi c’è anche questo dannatissimo ritiro da finire...non che non ne sia contento, ma mi sento così inutile quando sono qui... -

- Sei tu quello che ha bisogno di una vacanza, altro che storie ! - esclamò Ed rialzandosi - Andiamo, vah, altrimenti perdiamo l’autobus ! -

I due stavano per rimettersi in cammino quando una ragazza gli corse incontro, trafelata.

- Mark, Ed ! Sapete se Holly è già uscito ? -

- Oh, ciao, Patty ! - disse Mark sorridendo (finalmente !) - No, credo che il tuo adorato rimbambito sia ancora dentro...si starà facendo bello per te ! -

- Evita certe battute, per cortesia...sono del tutto fuori luogo ! - rispose Patty con aria amareggiata.

- Patty, Patty...quand’è che manderai al diavolo quel protozoo e comincerai ad interessarti ad un vero fustacchione...come me, per esempio ? - Patty rise.

- Credimi, Mark, certe cose non si possono cancellare tanto facilmente... -

- Ma certo che lo so ! E’ solo che...

- ...che non puoi capire, tutto qui. Io non vedo Holly come lo vedete voi. Per me è una persona stupenda e sensibile, solo un po’... -

- Un po’ gnucca, direi ! -

- Mark ! La vuoi piantare ? ! -

- Ma io sto solo cercando di dirti la verità ! Quello non capisce le cose nemmeno se ci sbatte contro venti volte ! Da quanti anni gli muori dietro ? Cinque ? Sei ? -

- Sette - lo corresse Patty, sospirando.

- Sette anni ! E ancora non si è accorto di te ! Perché... -

- Mark, per favore... - disse Ed notando il cambiamento di espressione di Patty.

- ...perché è un babbeo ! Scusami, Patty, ma è solo la verità. Sinceramente non so come tu abbia fatto a resistere. -

- Perché sono una maledetta idiota, va bene ? - sbottò la ragazza - Perché ho il pessimo vizio di rimanere fedele all’idea e non voglio arrendermi al fatto che a lui non... - Patty abbassò lo sguardo e la voce, triste come non mai. - ...non glie ne freghi nulla di me. Non sto facendo niente di male a nessuno. E’ così sbagliato ? -

- Stai facendo del male a te stessa, invece. Se continui a comportarti così, se non ti metti in gioco un po’ più seriamente invece di fargli da dama di compagnia, lui non capirà mai quello che provi. E’ fatto così, dovresti saperlo. Ha in testa solo il pallone. Dovrebbe prendere ripetizioni da quel dannato Price, lui ci sa fare anche troppo con le donne ! Sono convinto che se fosse al suo posto, ti avrebbe già portato all’altare ! -

- Ma purtroppo non lo è. Mi spiace, Mark, so che lo dici per il mio bene ma ora non ho proprio voglia di parlare di queste cose. -

Mark si sentì un po’ in imbarazzo. - Scusami tu. A volte dovrei frenare un po’ la lingua, lo so. Il fatto è che non mi va che quello continui a trattarti così. Lui non si merita affatto una come te ! -

- Accidenti se lo so ! - rispose Patty sospirando - Grazie comunque, sei un tesoro. Ogni tanto fa piacere sentirsi dire certe cose ! - La ragazza si alzò sulle punte dei piedi per depositare un leggero bacio sulla guancia di Mark.

- Oh ! Eccolo che esce ! Holly !  Holly ! - disse poi Patty correndo via in direzione dell’amore della sua vita, che, borsone in spalla, stava chiacchierando amabilmente con Benji.

Ed e Mark si guardarono e scossero la testa. Mentre si incamminavano verso la fermata dell’autobus, Ed disse : - Quella ragazza ha decisamente un bel problema. -

- Quello non è un problema...è un dramma ! - ribattè Mark - Tra tutti i deficienti che ci sono in questo mondo si è scelta proprio il peggiore ! Sai, Ed, mi spiace un sacco per lei...se solo quel cretino di Hutton fosse un po’ diverso... -

- Beh, visto che ci tieni tanto a Patty, potresti...consolarla un po’ ! - disse Ed con aria maliziosa.

- Ma sei scemo ? - sbottò Mark - Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello ! Già c’è Maki, di donna me ne basta una, e avanza anche...oh, cavolo ! - disse all’improvviso Mark dandosi una manata contro la fronte.

- Che c’è adesso ? -

- Mi stavo dimenticando che fra tre giorni è il nostro anniversario...Cavolo, CAVOLO ! Ecco un’altra stramaledettissima cosa a cui non avevo pensato ! -

- Uhm...questo è un bel guaio, direi ! - disse Ed, sornione - Si può far fronte a tutto ma non all’ira funesta di una fidanzata quando ci si dimentica l’anniversario ! -

- Hai poco da fare lo spiritoso, Ed - ribattè Mark - Se con Maki va tutto a rotoli per colpa di una stronzata del genere, nei prossimi giorni sarò veramente di pessimo umore...soprattutto durante gli allenamenti ! -

- Ahi, ahi ! Apriti cielo ! - disse ridendo il portiere della Toho.

- Ridi, ridi...ma non sai quanto vorrei essere in un altro posto ! -

Tra le risate di uno e i mugugni dell’altro, i due amici continuarono ad avanzare imperterriti verso la fermata dell’autobus, senza accorgersi che uno strano omino con una bombetta in testa aveva ascoltato tutti i loro discorsi e li stava seguendo...

 

Intanto, sulla lussuosa auto di servizio della famiglia Ross, Julian non aveva ancora aperto bocca e teneva gli occhi bassi.

- Dai, Julian...lascialo perdere ! - disse Philip dando all’amico una pacca sulla schiena - Lo sai che Mark ha un caratteraccio e se non se la prende con qualcuno non è contento ! Sappiamo tutti come stanno le cose, non ti devi preoccupare ! -

- Io non mi preoccupo affatto, Philip - rispose Julian - Mi dà solo fastidio che quell’idiota pensi di essere l’unico al mondo ad avere dei problemi... -

- Già. Tutti abbiamo dei problemi. Holly, per esempio, è gay ma non lo sa ! - disse Philip ridacchiando.

- Phil, non fare il cretino...insomma, conosco benissimo la situazione di Mark, e mi levo tanto di cappello per quello che sta facendo per la sua famiglia. Ma tutto questo non gli dà il diritto di farla pesare o di arrabbiarsi con chiunque gli capiti a tiro, soprattutto se continua a rifiutare qualsiasi aiuto gli venga offerto e si ostina a voler far tutto da solo ! -

- Più che altro, se la prende regolarmente con le persone sbagliate. -

- Sì, c’è anche questo...vedi, Philip, non sopporto quando mi si dà del Piccolo Principe che vive nel suo splendido castello senza curarsi di nessuno ! Al di là della mia malattia, il signor Landers dovrebbe provare a passare qualche giorno a casa mia, al mio posto, prima di sparare a zero sul sottoscritto ! Non fraintendermi, so benissimo di essere fortunato ad avere tutto quello che ho, e non mi è mai passato per la testa di farmi compatire, ma vorrei che Mark capisse che non è tutto oro quello che luccica. -

- Neanche Amy ? - domandò Philip sorridendo.

- Oh, lei è l’unica cosa davvero bella che ho...mi domando spesso se riuscirò a non farla scappare ! -

L’auto accostò al marciapiede e si fermò.

- Siamo a Narita, signore. - disse l’autista rivolgendosi a Philip.

Il ragazzo si apprestò a scendere.

- Non è vero, non è l’unica, Julian - disse Philip mentre l’autista tirava la sua borsa fuori dal bagagliaio - Hai un sacco di talento ed un ottimo carattere. E non te lo dico per fare il lecchino, visto che mi hai accompagnato all’aeroporto con una macchina extra-lusso facendomi passare per un riccone davanti a quelle stupende ragazze che ci stanno guardando... -

Julian rise, notando che, in effetti, due ragazze molto carine stavano lanciando sguardi curiosi e interessati ai due.

- ...ma perché lo sappiamo tutti che sei così, credimi ! - continuò Philip con sincerità.

- Grazie, Phil, sei un amico. -

Il ragazzo si issò il borsone in spalla e sorrise, facendo un cenno di saluto con la mano a Julian.

- Fai buon viaggio e salutami Jenny ! -

Julian restò ancora un attimo a guardare l’amico che scompariva dietro la porta a vetri del terminal di Narita.

- La porto a casa, signorino ? Sua madre la sta aspettando. - disse l’autista in modo molto freddo e professionale.

Nel sentire queste parole, Julian trasse un profondo sospiro.

- Sì, Theodore - disse con voce spenta - Andiamo a casa. -

 

Dopo un interminabile viaggio, allungato di mezz’ora per un ritardo del traghetto, Mark scese finalmente dall’autobus e, dalla stazione di Fukuoka, si incamminò stancamente verso casa.

Mondo cane...ci mancava anche il traghetto, si disse. Oggi è veramente una giornata no. Non solo quel damerino di Julian Ross mi ha fatto uscire dai gangheri, ma ora devo pure pensare a come riorganizzarmi la settimana...e ci si metterà pure Maki con la storia dell’anniversario ! Se non fosse perché devo badare a mamma e ai ragazzi, avrei fatto carte false per restarmene in ritiro fino all’anno prossimo... Va beh, almeno non dovrò più subire la vista dell’orrendo accappatoio di Everett...bah, devo proprio essere agli sgoccioli per cercarmi una consolazione del genere !

Il ragazzo tirò un calcio ad una lattina, facendola volare lontano.

Dio, Dio mio, quanto vorrei che per una volta ci fosse qualcun altro al mio posto, a sbrogliarsi la matassa !

- Scusi tanto, signore. -

Mark si girò di scatto e, sorpreso, vide dietro di sé uno strano tizio grassoccio e sorridente, che indossava, nonostante il caldo, un lungo cappotto marrone con il bavero sollevato e una bombetta nera.

- E lei cosa vuole ? - disse il ragazzo.

- Mi spiace disturbarla, ma non ho potuto fare a meno di sentire ciò che stava dicendo al suo amico, a Tokyo, a proposito dell’essere nei panni di qualcun altro... -

- Lei mi sta seguendo da Tokyo ? ! - sbottò Mark, pronto a ribaltare quello che doveva essere una specie di maniaco.

- Dev’essere davvero in un brutto guaio per cercare una soluzione del genere ! - continuò l’altro, ignorando la reazione di Mark.

- Io non ho mai detto che vorrei essere nei panni di qualcun altro. E ora se ne vada. -

- Bugia, bugia ! - disse l’omino ridacchiando e agitando un dito verso il ragazzo - Ma se l’ha appena pensato ! “Dio mio, quanto vorrei che per una volta ci fosse qualcun altro al mio posto” ! Era pressappoco così, vero ? -

Mark era esterrefatto. - Ma come diavolo ha fatto a leggermi nel pensiero ? ! Cos’è, una specie di telepate ? ! -

- Beh, diciamo che ho i miei metodi. Comunque credo di poter fare al caso suo... -

- Lei si chiama Dio ? -

- No. -

- E allora mi lasci in pace. Nessuno potrebbe mai fare una cosa del genere. -

- Lei non mi crede, vero ? - disse il tizio con un inquietante sorriso sulle labbra.

- Ma insomma, a cosa diavolo dovrei credere ? ! - disse Mark, spazientito.

- Ma alla trasposizione, no ? - rispose l’omino allargando le braccia - Provi ad immaginare di vivere la vita di un altro : una vita così diversa dalla sua, tutto roseo e perfetto, denaro a fiumi, una bella casa, belle ragazze... -

Julian Ross, pensò istantaneamente Mark.

- Esatto, proprio lui ! Provi ad immaginarsi nei suoi panni, o in quelli di qualcun altro...non sarebbe meraviglioso ? Non le piacerebbe ? - disse il tizio saltellando intorno a Mark. Non posso crederci, pensò il ragazzo, l’ha fatto di nuovo !

- Certo che mi piacerebbe - rispose Mark, sempre restando sulla difensiva - Quello che non capisco è dove vuole arrivare. -

- Ma come, mi sembrava di essere stato chiaro ! Io posso metterla al posto di qualsiasi persona lei voglia ! -

- Ma certo...e tutto questo in cambio della mia anima, immagino... - disse Mark con un risatina sarcastica.

- Oh, no, io non chiedo mai nulla in cambio...i miei scopi sono come dire...filantropici. -

- Che intende dire ? -

- Oh, se ne renderà conto molto presto...allora che fa, accetta ? -

Mark sospirò e scosse la testa. - Senta, non ho tempo da perdere con i matti. La saluto. - disse, rimettendosi in cammino.

- Guardi che non sto affatto scherzando. - Mark si bloccò, gelato dal tono di voce che aveva usato quello strano tizio.

- Insomma, non vedo perché questa cosa debba interessare solo me ! A moltissima altra gente farebbe bene mettersi un po’ nei panni di qualcun altro, certe volte ! -

- Oh, lo so benissimo ! - rispose l’omino sogghignando in modo sempre meno rassicurante - Le assicuro che penserò anche a questo... Allora, che mi dice ? Accetta o no ? -

- E va bene, accetto ! - disse Mark alzando gli occhi al cielo, sperando così di levarsi dai piedi quel matto furioso, che però non lo rendeva affatto tranquillo - Però...insomma, lei chi è ? E come diavolo fa a resistere a metà Luglio con quella palandrana addosso ? -

L’omino sorrise di nuovo, si levò la bombetta e fece un ossequioso inchino.

- Io sono Evsebius, genio degli scherzetti e delle amare lezioni ! E se porto questo cappotto è solo perché... - Evsebius spalancò le falde del pesante pastrano. - ...perché sotto non ho niente ! ! Ha, ha ! ! -

Mark, il quale temeva la classica mossa del maniaco che abborda le baby-sitter ai giardini pubblici, spalancò la bocca nel vedere che, effettivamente, sotto il cappotto non c’era proprio nulla, nemmeno il corpo.

- A presto, signor Landers ! Ormai ha fatto la sua scelta ! -

Detto questo, il fantomatico Evsebius sparì del tutto.

Mark scosse la testa, sconvolto. Ma perché li trovo tutti io, i pazzi ? si disse.

Senza voltarsi indietro, affrettò il passo, sperando di arrivare a casa il più presto possibile.

 

 

 

  
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