Fanfic su artisti musicali > Bon Jovi
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Autore: Euachkatzl    11/06/2013    1 recensioni
One-shot un po' corta, ma intensa.
Perchè Venezia è pur sempre la città dell'amore, anche di quelli brevi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Bon Jovi, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nei miei ricordi i nostri respiri si incrociavano ancora, si mescolavano, il profumo della sua pelle era impresso vividamente,  e più ci pensavo e più ne volevo. La guardai, mi misi a osservarla in tutta la sua bellezza. Era nuda, sulle lenzuola di seta della suite 2435 al Danieli, a Venezia. Le gocce di sudore sulla sua pelle riflettevano la luce della luna che entrava da una finestra. Mi alzai e andai in bagno, a farmi una doccia. Quando tornai lei non c’era più. Forse un giorno l’avrei reincontrata, chissà. Era stata la miglior notte della mia vita. Mi sedetti sul letto e notai un foglio, scritto frettolosamente a penna. “Scusa se me ne vado così, Jon, ma domani devo sposarmi”.  Il mio cuore non si spezzò, nonostante queste parole: era stato solo sesso, bellissimo, ma solo sesso. Ripensai a quella notte magnifica. “Ciao, sono Valeria” si era avvicinata a me presentandosi timidamente, nonostante dall’abbigliamento sembrasse una ragazza molto sicura di sé. “Ciao” le avevo risposto, intento a guardare quella bellezza davanti a me “vuoi un autografo?” Per tutta risposta, lei mi si avvicinò e mi baciò. Di sicuro non era una sprovveduta, non era ubriaca, era perfettamente lucida e consapevole delle sue azioni. Dio, come baciava bene. Non cadeva nella foga, i suoi movimenti erano lenti e precisi. Le nostre lingue si incrociarono, nel bel mezzo di Piazza San Marco, ma nessuno sembrava far caso a noi. Non volevo più staccarmi dalle sue labbra morbide, ma intrecciai le mie dita alle sue e la accompagnai nella mia stanza al Danieli. Lei si sedette sul letto, con fare malizioso, e mi disse “Sono tua”. Mi piacque quella frase, lei era mia. Toccai i suoi capelli lisci, biondi come i miei, mentre la baciavo di nuovo, appassionatamente. Le tolsi quel vestitino rosso così sexy, lasciandola in reggiseno e mutandine. Mi allontanai da lei, per osservarla meglio. Lei stava ferma, lasciandosi guardare. I suoi occhi verdi mi scrutavano, senza lasciar trasparire alcuna emozione. Mi tolsi la maglietta e mi riavvicinai a lei, senza mai smettere di guardarla negli occhi. Cominciai a baciarle il collo, mentre le mie mani esploravano la sua schiena nuda. Il suo profumo era delicato, molto diverso da quello che mi aspettavo: era un miscuglio tra vaniglia e un’altra fragranza di cui non sapevo il nome. La sentii piegare la testa all’indietro, mentre godeva dal piacere. Le mie labbra scesero dal collo verso la spalla, per poi proseguire fino al petto. Le slacciai il reggiseno e le baciai i capezzoli, mentre le mie mani erano ancora concentrate sulla sua schiena. Scesi ancora, arrivando alla sua pancia piatta e al piccolo piercing che aveva sull’ombelico. Ci giocherellai un po’ con la lingua, prima si sfilarle le mutandine. Guardai intensamente Valeria, chiedendomi se stavo facendo bene. Se lei fosse una delle tante che si aspettavano una storia d’amore con me, o se sapeva benissimo che era soltanto sesso. “Continua” mi disse lei, fremente di piacere. Aprì le gambe e mi lasciò carta bianca. Mi sbottonai i jeans, continuando a guardare quell’esile figura pallida sulle lenzuola nere del letto. Mi spogliai completamente e mi misi a gattoni sopra di lei, avvicinando il suo viso al mio. La baciai per l’ultima volta, prima di penetrarla dolcemente. I suoi fianchi cominciarono a muoversi sotto i miei, in perfetta armonia. Affondai il mio viso nella curva della sua spalla, mentre sentivo che stavo per raggiungere l’orgasmo. Dopodichè, mi stesi di fianco a lei, accarezzandole i capelli. Lei si addormentò dopo qualche minuto, con il sorriso sulle labbra; io continuai a osservarla, ripensando al suo dolce profumo, alla sua pelle morbida, al suo corpo esile mentre io ero dentro di lei. Poi, decisi di andare a farmi una doccia.    
  
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